I giorni della Luna.

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Il primo allunaggio ad opera di Armstrong e Aldrin fu il più grande successo dell'astronautica ma anche il più grosso azzardo tecnologico di tutti i tempi.

Nessuna certezza circa i dati in possesso, la prova più accurata era stata quella dell'Apollo 10 che fu definita quella della "tentazione", ovvero quella di essere QUASI in grado di allunare. Stafford e Cernan si sganciarono in orbita lunare dal modulo di comando e scesero sull'orbita ellittica che aveva il perigeo (come si dice per la luna? Non ricordo!) a soli quindici chilometri di quota.

Neil e Edwin avevano un veicolo microscopico, dotato di un computer di navigazione talmente poco potente che oggi in una calcolatrice scientifica ci starebbe largo, assolutamente instabile e con un motore per la risalita che sidiceva avesse una probabilità su mille di NON funzionare.

La discesa fu compiuta dal computer ed era di una precisione sorprendente per gli stessi astronauti. Solo alla fine, poco dopo o poco prima l'"hover point", cioè il punto in cui la velocità orbitale è azzerata ed il veicolo si trova a poche centinaia di metri dalla superficie e deve scegliere il luogo dell'atterraggio che cominciarono i problemi. Il computer andò in sovraccarico di dati ed in pratica non seppe più calcolare alcunchè. Risuonò subito l'allarme in cabina e i due astronauti dovettero decidere se abortire o proseguire. Fu da terra che si consigliò di non tener conto dell'allarme e di proseguire senza troppi indugi, dato che il propellente nei serbatoi della sezione di discesa poteva durare ancora per pochi secondi. Ci fu infatti la comunicazione "trenta secondi", che significava che il LEM aveva ancora pochissimo carburante. Neil si accorse che la discesa in corso avrebbe fatto atterrare il LEM proprio dentro un grosso cratere e, con decisione, assunse il comando manuale. Aldrin doveva badare al sistema attitudinale e leggere i dati di altezza e velocità laterale.

Neil fece spostare il LEM di alcune centinaia di metri e a trenta metri di altezza si verificò il problema che si prevedeva già da tempo, vale a dire che la polvere sollevata dal motore NON faceva vedere la superficie e per questo motivo impediva ai due astronauti di valutare la velocità di traslazione del veicolo.

Pericolosissimo: la prima zampa che tocca per terra può far da leva e il veicolo può ribaltarsi.

In ogni momento si poteva decidere di attivare la sequenza di aborto, che consisteva in due manovre piuttosto delicate: taglio dei cavi elettrici di connessione tra le due sezioni del LEM e accensione del motore di risalita. Manovra mai provata in precedenza in campo gravitazionale.

Neil fu testone e freddo come ci si aspettava e continuò a scendere. Finalmente Aldrin urlò: "luci di contatto!", cioè aveva visto accendersi una delle luci che segnalano che i sensori di atterraggio avevano impattato il suolo. Sotto ogni zampa del LEM vi era un filo di un paio di metri terminante con un sensore di pressione. Al momento di toccare la superficie, segnalava che l'atterraggio era prossimo. A quel punto, Armstrong (o era Aldrin?) chiuse la valvola del motore ed il Lem si schiantò a soli quattro o cinque metri al secondo.

A terra i controllori di Houston erano blu (frase storica).

Si disse poi che nei serbatoi del LEM erano rimasti NOVE secondi di propellente.

I due personaggi erano persone umane e sorse un piccolo problema: l'impazienza. Era previsto un periodo di riposo prima di cominciare le operazioni di preparazione per l'EVA, ma Armstrong ed Aldrin non vedevano l'ora di uscire e lo fecero presente ai controllori di volo, specialmente al medico che li controllava e che si preoccupava piuttosto che si riposassero dopo il lungo periodo di stress.

Da terra arrivò il GO per l'EVA. E i due cominciarono ad indossare le tute. Ve lo immaginate indossare gli scafandri lunari all'interno di una Panda?

Non parlerò di cosa successe durante le due ore e mezza sulla luna di quei due, dato che lo sappiamo tutti.

Vi dirò soltanto che mentre i due si preparavano, a terra i dati telemetrici del LEM che arrivavano via radio, erano preoccupanti, perchè si stava verificando una sovrapressione nei serbatoi della sezione di discesa.
Pericolo di esplosione proprio al momento del trionfo.

Si pensò che la prolungata manovra di Neil nel cercare il punto di allunaggio migliore aveva fatto riscaldare la parte attorno al motore di discesa, dato che per questioni di risparmio di peso anche le paratie termiche erano piuttosto ridotte.

Volle il cielo che le temperature del LEM lentamente si abbassassero e il pericolo fu scongiurato.

I due uscirono e fecero tutte quelle cose storiche che tutti sappiamo.

E, alla fine, rientrarono nel LEM e ripressurizzarono.

Secondo voi qual'è stata la prima cosa che fecero all'interno del LEM?

Festeggiare con una manata (dammi un cinque)? No.

Dormire? No.

Riprogrammare il veicolo e preparare il decollo? No.

I due astronauti furono immediatamente sottoposti ad uno stringente interrogatorio circa TUTTO quel che era successo sulla superficie, descrizioni del paesaggio, descrizioni del suolo e dei sassi nei pressi del LEM, descrizioni accurate dei campioni insacchettati, descrizioni dei problemi incontrati con il veicolo, con le tute, con i punti di attacco delle maniglie della scaletta, della difficoltà di camminare sulla luna ed insomma, tutto quanto era successo in tre ore.

Questo perchè nel caso che per un accidente qualsiasi il LEM dovesse esplodere, o fallire la manovra di decollo o anche rifiutarsi di decollare, almeno qualche dato sarebbe arrivato a terra.

E' cinico, lo so, ma è così.

DOPO, come sappiamo, tutto funzionò bene e il ritorno a casa dei tre fu quasi normale.

Come disse Armstrong in una intervista, nella missione da lui comandata, parlando del LEM disse che dei suoi numerosi sistemi NULLA funzionò perfettamente (cioè come ci si aspettava), ma TUTTO funzionò ABBASTANZA bene da evitare il disastro.

Il LEM fu ogni volta migliorato, potenziato, dotato di serbatoi più capienti, motori più potenti e fu aumentato il carico di strumentazione sì che l'Apollo 17 fu un vero gioiello della tecnologia e persino un geologo fu in grado di fare il pilota all'interno del LEM (Schmitt nella missione comandata da Cernan).

Tutto questo solo per passare qualche minuto.Spero di non avere scritto delle stupidate, ma chi sa altri particolari può ovviamente contribuire.

Cristiano Casonati