Durante questo transito le nostre relazioni assumono un’impronta spirituale; siamo molto portati ad idealizzare le persone che veniamo a conoscere. Se un amore entra nella nostra vita in questo momento, impostiamo la relazione in modo così romantico che c’è pericolo di rima nere terribilmente delusi quando scopriremo che la persona non è così perfetta come pensavamo. C’è anche una forte tendenza a lasciarci affascinare da una filosofia idealistica con vedute del mondo tanto astratte da non permetterci di agire su di un piano materiale. Esse ci spingono a sfuggire il mondo, il che talvolta è anche utile. Se siamo coscienti di una tale tendenza e ci rendiamo conto della sua temporaneità, possiamo utilizzarla in modo positivo. Ci sono dei periodi in cui è cosa utile ritirarsi per meditare sul significato della nostra vita e di ciò che facciamo. Il guaio è che probabilmente non ci sarà possibile allontanarci da tutto per l’intera durata del transito che è di circa un anno o più, ma anche farlo per certi periodi può essere positivo. In questo periodo, un maestro spirituale, una figura-guida, può entrare nella nostra vita; potremo apprendere qualcosa d’importante da questa persona, a prescindere dai suoi reali meriti personali. Quando il transito sarà passato, potremo fa re una nuova valutazione di ciò che abbiamo appreso alla luce della nostra esperienza e delle nostre capacità intellettive. In questo momento riflettiamo a lungo sui nostri fallimenti, sulla nostra incapacità, non in modo distruttivo, bensì con l’intento di migliorare. Non critichiamo niente o nessuno se non noi stessi; in seguito ci renderemo conto che anche noi siamo fonte di verità spirituali e che è giusto dubitare di ciò che gli altri ci dicono. Come avviene con il transito di sestile, anche con questo transito le nostre relazioni con gli altri sono caratterizzate da grande empatia e comprensione per le difficoltà e i bisogni degli altri.