UN GIRO SULLE COLLINE ASTIGIANE

                        

 

Nacquero grandi Santi, sulle colline astigiane. Contadini carichi di fatiche e di speranze coltivarono vigneti  ‘di.vini’, sulle colline astigiane. Sulle colline astigiane, pedalarono ciclisti dalle gambe d’acciaio, che l’arrivo del Giro d’Italia nel 2003, salutato da una A.M. della Provincia, obbliga a ricordare, perché le A.M. sono anche documenti utili per raccontare la storia, grande o piccola che sia.

Dunque, sulla scorta del libro di Paolo Monticone e di Ezio Mosso, “Dal gioco allo sport”, edito nel 1997 dal Panathlon Club International , ecco un veloce ‘giro’, con qualche variante,  di ciclisti astigiani.

GIOVANNI GERBI, il leggendario ‘Diavolo rosso’, nel 1903 vinse la Milano-Torino con mezz’ora di distacco sul secondo, e lo striscione d’arrivo non ancora steso; primo italiano a partecipare ad un Tour de France, nel 1904, ricevette anche molte bastonate dai francesi, che questo vizietto rinverdirono ai tempi di Gino Bartali e  Fiorenzo Magni nel secondo dopoguerra; nel 1905 vinse il primo Giro di Lombardia, con oltre 40’ sul secondo, record ancora oggi imbattuto per questa corsa; costruttore di biciclette con il proprio nome e ‘patron’ di una sua squadra. AMULIO VIARENGO, professionista nel 1925, partecipò ad un Giro; indossò la maglia azzurra. BATTISTA GIUNTELLI, da dilettante vinse la Coppa ‘Città di Asti’, una delle corse più antiche d’Italia; 2° al Giro di Lombardia nel 1925, dietro Alfredo Binda; tre Giri d’Italia.

MARCO GIUNTELLI, fratello di Battista, sette Giri con squadre diverse e un Tour da protagonista, negli anni Venti e Trenta; una marca di biciclette, ‘Giuntelli’ appunto, insieme con il fratello.

ORESTE MILANO partecipò alla Vuelta di Spagna nel 1924.

CARLO PORZIO detto ‘Carlòt’ , 2° ad un campionato mondiale dilettanti negli anni Venti, partecipò ad un Giro.

Di  BERARDO si annotano sei partecipazioni, tra Giro e Tour.

SBERSI è ricordato come vincitore del Giro di Tripolitania, durante il periodo coloniale italiano; partecipò ad una Vuelta.

LUIGI MARCHISIO, nativo di Castelnuovo don Bosco, vinse il Giro d’Italia del 1930.

GUIDO SARACCO detto ‘Sarachèt’  vinse cinque corse nel solo 1931 come allievo; fu poi dilettante con la maglia rossa di Gerbi, in tempi di camicie nere; aiutò lo stesso Gerbi a vincere il campionato italiano veterani nel 1934.

OSVALDO DELLA LATTA vestì la maglia della Nazionale negli anni Trenta.

NATALINO ARATA , professionista nel 1937, partecipò alla Vuelta di Spagna nel 1938 e ad un Giro d’Italia; negli anni Cinquanta ‘patron’ di una sua squadra e di una marca di biciclette con il suo nome.

SEBASTIANO TORCHIO detto ‘Tunìn’, classe 1918, vari successi come dilettante dal 1935 al 1938, con, a Lecco, la ‘Coppa del Re’, il campionato italiano di allora; maglia azzurra al campionato del mondo dilettanti nel 1938, Giro d’Italia nel 1939, carriera interrotta a soli 22 anni dalla guerra.

ALBERTO NEGRO, professionista nel 1955 con la  ‘Carpano’ capitanata da Fausto Coppi, di cui fu anche gregario, nello stesso anno sfiorò la vittoria nel Giro dell’Emilia, dopo una fuga di oltre 100 Km. 

FRANCESCO ‘Ciccio’ LUCCHESI  fu 2° al campionato italiano dilettanti nel 1954.

ALFEO LAZZARATO, ITALO SBROGGIO’ e RENZO RAVIOLA gareggiarono negli anni Cinquanta e Sessanta.

ALDO VALENTE, grande dilettante  negli anni 1958-60, lasciò la bicicletta dopo il servizio militare.

FRANCO BALDUZZI, GIACOMO CANALE e GIOVANNI TURELLO, dilettanti negli anni Sessanta e Settanta, gareggiarono con la maglia della Società del famoso brandy astigiano ‘SIS Cavallino Rosso’ . Turello, in particolare, fu protagonista di una longevità agonistica davvero invidiabile.

Ad Asti,  il Giro non faceva tappa esattamente da quarant’anni: qui, il 28 maggio 1963 vinse Vito Taccone. Qui, il 28 maggio 2003, un mercoledì  -  giorno di fiera settimanale, per Asti - Alessandro Petacchi brucia sul traguardo, per un quarto di ruota, il ceco Jan Svorada in grande rimonta, al termine della 17.ma tappa del Giro d’Italia, la Salice Terme – Asti, di 117 km, dopo 2 h 39’ 47” di corsa (138° e ultimo al traguardo: Lars Yttin Bak, danese) ; Gilberto Simoni conserva la maglia rosa. Dopo la tappa del giorno successivo sulle Alpi piemontesi, con la ‘cima Coppi’, il Giro ritorna in provincia di Asti, a Canelli, città nota in tutto il mondo per il moscato (ma il giornalista TV Giampiero ‘Bisteccone’ Galeazzi  parla di champagne…), per la partenza della 19.ma tappa, la Canelli - Cascata del Toce (Verbania), la più lunga del Giro, di  239 km.: taglia per primo il traguardo, assente Petacchi per ritiro, Gilberto Simoni, in 6 h 20’ 5”, conservando la maglia rosa, che porterà fino a Milano, vincendo così l’86.mo Giro d’Italia. 

 

La Provincia di Asti, già premio AICAM , ha modificato, in occasione del Giro, l’impronta della sua affrancatrice, con un disegno realizzato da Roberto Montafia, dipendente della stessa Amministrazione: sullo sfondo di colline coltivate a vigneti ‘di.vini’, la parola “Asti” raffigura un ciclista stilizzato. Si presentano, qui, le A.M. con le date del 28 maggio (arrivo del Giro ad Asti) e del 30 maggio (partenza del Giro da Canelli), indicate anche nell’impronta, contornata a sua volta dalla scritta “La provincia di Asti, terra di grandi vini, saluta l’86esimo Giro d’Italia”. L’A.M. è stata utilizzata dal 28 aprile al 31 maggio 2003. Un buon numero di impronte sono state riservate all’AICAM, e possono essere richieste alla sig.ra Giusy Gobello o al dott. Angelo Ladame, citando “Aicam News”.

 

Giancarlo Cocito