La rivolta del 1647

La povertà e la carestia spinsero alla rivolta il popolo palermitano che il 20 Maggio del 1647 assalì e tentò di in-cendiare il Palazzo Pretorio, sede del Senato.

A capeggiare la rivolta fu Nino della Pelosa, un popolano che fu catturato e torturato. Ma altri disordini e nuove agitazioni portarono alla fuga del viceré e un orefice, Giuseppe d’Alessi, si impadronì del Palazzo Reale.

Ben presto, però, una successiva rivolta restaurò l’antico ordine e il d’Alessi fu ucciso. Rientrarono così le truppe spagnole e per altri sessantasei anni Palermo rimase nelle loro mani, fino a quando, nel 1713, dopo anni di rivolte e di repressioni violente, la dominazione spagnola finì, quasi all’improvviso.

L’intera Sicilia fu confiscata alla Spagna e consegnata a Vittorio Amedeo II di Savoia.