Enrico VI e Federico II

Dopo il breve e deludente regno di Tancredi d’Altavilla, Palermo passò nelle mani di Enrico VI di Germania. Questi, sposata Costanza, figlia del re Ruggiero II, s’impadronì dei tesori dei Normanni, portandoli con sé in Germania. Ma, morto improvvisamente, lasciò il regno al figlio Federico che venne proclamato imperatore del Sacro Romano Impero.

Con Federico II, cresciuto nell’agiatezza della Corte palermitana, la città rifiorì in ogni campo raggiungendo prosperità e splendore. Vennero infatti incrementate la coltivazione e l’allevamento, si favorirono gli studi di matematica, astronomia e soprattutto quelli letterari. Il dialetto siciliano divenne, per la prima volta, lingua ufficiale al posto del greco, dell’arabo e del latino e da ciò nacque la scuola poetica siciliana.

Inoltre Federico II, poiché preferì curare gli interessi che aveva in Sicilia, fece di Palermo il centro di un vasto Impero mediterraneo. Proclamando nuove leggi che ripristinarono l’impero germanico, egli tenne a bada la nobiltà e il clero soffocando ogni aspirazione indipendentista.