La sedia più grande del mondo


LA SEDIA PIÙ GRANDE DEL MONDO
(Foto Studio Beltrame)

In via Marussigh, laterale via Trieste 
(S.S.56 direzione Gorizia-Trieste).

Un modello stilizzato realizzato in legno lamellare 
di abete rosso classe I - II con sezioni sottili in 
scala 23:1 avente le seguenti caratteristiche.

    Dimensioni in pianta a terra:cm 975 x 965.
    Altezza massima: cm 2.000.
    Gambe in struttura scatolare cava ad elementi sottili.
    Dimensioni gambe anteriori: cm 70 x 92 x 1.090.
    Dimensione gambe posteriori: cm 70 x 94 x 2.000.
    Diametro spalliera realizzata ad
     elementi piani: cm 10,5 x 190 x 725,8.
    Diametro traversi a sezione ottagonale: cm 40.
    Dimensione sedile realizzato in tavoloni di legno 
     lamellare: cm 970 x 10,5 x 950.
    Peso totale in opera: kg 22.910.
    Legname impiegato 40 mc.
    Carpenterie impiegate: 2.000 Kg. Ca.
    Ore di lavorazione: 300.
    Ore di montaggio: 120.
    Mezzi di trasporto utilizzati: 2 articolati.
        

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 LA SEDIA
CENNI STORICI

La sedia è oggi per noi un elemento d'arredo così diffuso e quotidiano da non renderci conto che anch'essa ha avuto una sua genesi ed una sua evoluzione: nell'antichità non aveva una diffusione "di massa" ed utilizzarla era privilegio di pochi potenti, tanto che nelle raffigurazioni comune e distintiva è la posizione seduta per gli esponenti piu' autorevoli della società.

Naturalmente le forme che assumeva ed il materiale con il quale veniva realizzata variavano negli anni e secondo i luoghi di produzione e spesso si presentavano impreziositi da ricami minuziosi, su pietra come nel legno, o da inserimento di metalli o pietre rare. L'uso della sedia nelle famiglie del popolo era raro: si preferiva sedersi sulla semplice terra battuta, al più ricoperta di stuoie o paglia per evitare il contatto diretto con il terreno, oppure su rozze panche malamente squadrate. La produzione di sedie in Italia e più particolarmente nella zona del Friuli comincia probabilmente in periodo altomedievale, se si deve credere alle testimonianze quali l'ara di Ratchis, a Cividale del Friuli, che ne porta una riproduzione in un dettaglio. Più tardi è l'influenza di Venezia che però ne determina lo stile, in base al gusto dei nuovi dominatori e committenti. Mano d'opera specializzata nella lavorazione del legno giunse dal Friuli nella città della Serenissima fin dal Quattrocento ed i modelli proposti all'aristocrazia della Repubblica vennero appresi e riproposti in patria. Bisogna aspettare il miglioramento delle comunicazioni per registrare un'incentivazione della produzione locale e la specializzazione in alcuni "tipi", famosi per la loro robustezza. Con l'arrivo degli Asburgo nelle zone di Mariano e Corona e l'imposizione di un dazio altissimo (45%) si ha uno spostamento delle aziende produttrici nel vicino territorio italiano, dove le imposte erano meno gravose e la materia prima facilmente reperibile.

La nuova localizzazione si impiantava su un preesistente nucleo di produttori artigianali con attività lavorative condotte a livello familiare utilizzando anche mano d'opera femminile, soprattutto per le fasi finali d'impagliatura e rifinitura; inoltre i servizi ferroviari garantivano un comodo mezzo di trasporto per il prodotto finito.

Con lo sviluppo delle industrie nella zona del "TRIANGOLO DELLA SEDIA" la vicinanza ai comuni di residenza dei lavoratori permise il diffondersi del pendolarismo e l'integrazione dei marianesi nel nuovo ambiente di lavoro, anche se essi tendevano a non inserirsi socialmente nel contesto locale e continuavano a mantenere contatti familiari e sociali con il comune di origine. Agli inizi del Novecento la maggior parte delle imprese presenti nel "DISTRETTO DELLA SEDIA" era oriunda di Mariano. I tipi di sedia prodotti erano la caratteristica sedia "ad uso Cormons", con il sedile impagliato o costituito da listelli avvitati allo scheletro portante; la gamma produttiva poteva contare anche sul tipo "Marocca", solide sedie rustiche con le gambe posteriori arcuate, e sul tipo "Marsiglia", simile al precedente ma con le gambe diritte, Erano fornite in versione pieghevole, adatte all'uso delle trattorie e per l'arredamento da giardino; in versione rustica, a basso prezzo e rivolte ad una clientela di operai, contadini e comunità; in versione pregiata, perfettamente rifinite ed adatte per case borghesi o alberghi.

Dalle montagne proveniva il legname per la costruzione delle strutture portanti ed i macchinari, inizialmente molto semplici, venivano migliorati da esperti locali per rispondere meglio alle esigenze dell'industria: la "paglia" (frosc) proveniva dalle rive dei fiumi e veniva colorata (inzalà) dai garzoni con colori naturali (terra gialla macinata e sciolta in olio minerale).