Al
Presidente dell'Associazione Liberi
Al Signor Presidente del Consiglio Comunale di Abano Terme
Ai Signori Consiglieri del Comune di Abano Terme
Alle
Associazioni del Comune di Abano Terme
E p.c. Al "Gazzettino di Padova" Al "Mattino di Padova"
Egregio
Presidente,
Le rispondo con un certo ritardo, ma i tempi della giornata di un
sindaco mal si conciliano con quelli di un normale rapporto epistolare.
La
ringrazio del contributo per il miglioramento del progetto del Piano
Particolareggiato per l'Area Centrale Urbana. Di esso colgo soprattutto
l'invito ad incontri pubblici con la popolazione e ne faccio tesoro.
Quanto alle altre argomentazioni, riportate nella lettera, mi pare
girino attorno ad un solo perno: nel progetto c'è troppa
cubatura. Occorre limitarla! Per essere un contributo risulta alquanto
scarno, anche perché contributo, nell'accezione normale del
termine, significa proposta positiva. In realtà quanto affermato
è una sequela di critiche su cui comunque occorre riflettere.
Rispondo
sulla base dei capitoli della critica sistematica
La
cubatura eccessiva e ingiustificata.
Il
Piano Regolatore del 1985 determinava in 244.940 i metri cubi del
nuovo centro storico, volume che il Piano Particolareggiato, varato
nel 1990. riduceva a 204.000 metri cubi, giustificati dal fatto
che gli alti oneri di urbanizzazione a carico dei costruttori consentivano
di ottenere in cambio opere pubbliche a costo zero per la comunità.
Se quella cubatura era giustificata, non si comprende perché
non io sia quella dell'attuale progetto che è di 20.000 metri
cubi in meno così da definire in 87.000 mc i volumi di nuova
costruzione. Ne può valere il fine delle opere pubbliche
che è fine estrinseco, che esula dalia valenza propriamente
urbanistica. In breve: i volumi ci stanno o non ci stanno, a prescindere
dallo scopo economico pubblico, per cui vi sono stati collocati.
D'altra parte, occorre ricordare che fu l'alta onerosità,
derivante da quei Piano ad averlo messo in crisi. Questa non è
un'invenzione dovuta alla cattiva fantasia di qualche malintenzionato,
ma un dato di fatto. Se quei piano fosse stato adeguato, perché,
dopo i primi due tentativi, per anni nessun proprietario sì
arrischiò a presentare progetti edilizi? La risposta è
molto semplice: il teorema su cui era fondato, alla prova dei fatti,
evaporò.
Di qui deriva il diverso approccio cui il Piano in itinere fa riferimento:
scopo del Piano è che si realizzi. Perciò gli oneri
sono tali da consentire esclusivamente la realizzazione delle opere
primarie e secondarie, necessario ai Comparti Centrali.
Il volume oneroso dell'intera operazione è pari a 91.076
metri cubi. Su di esso gravano le spese per le opere di urbanizzazione
primaria e secondaria e quelle per l'acquisto dei terreni e dei
volumi che vanno abbattuti per edificarvi opere pubbliche. Tali
spese divise per i metri cubi danno come risultato oneri compatibili
con quelli di altri strumenti urbanistici, quindi tali da evitare
che per effetto di oneri aggiuntivi - per altro di difficile legittimità
generale - quanto costruito venga a collocarsi al di fuori del mercato
immobiliare.
Quindi la cubatura, ancorché minore di quella del 90, è
la condizione necessaria a realizzare il progetto stesso. Ne vale
la considerazione che basta ridurre la cubatura per ridurre gli
standard per ridurre le spese dì urbanizzazione e dunque
gli oneri. Infatti, i costi per l'urbanizzazione di una zona, oltre
un certo limite, sono incomprimibili.
Va inoltre ricordato che, oltre alla nuova biblioteca, costruita
in gran parte con gli oneri dell'Aquarius, nell'area del centro
storico è stato realizzato il Centro Anziani ed è
stata rifatta Piazza dei Caduti. Opere previste dal piano e finanziate
dall'intervento pubblico.
Un'ingiustificabile
sperequazione
II
ragionamento si fonda sulla volontaria confusione tra indice territoriale
e indice fondiario. SÌ tratta di un paralogismo del quale
non vale nemmeno la pena di discutere.
Città
vivibile: addio!
La
logica del nuovo Piano supera le UMI, rivelatesi inagibili - è
ancora la storia a mostrarlo- e approda alla edificazione per lotti
di proprietà. La scelta di consentire ai proprietari di edificare
doveva coniugarsi, nelle intenzioni dell'Amministrazione, con quella
di dare al tessuto urbano una forma precìsa (il sistema delle
piazze). Se dopo un anno di tentativi, il progettista ha prodotto
un risultato non condiviso, l'Amministrazione è disponibile
ad accogliere, in fase di osservazione le proposte di diverso segno
urbanistico, che mantenendo inalterato il volume complessivo, consentano
di configurare, in modo diverso, soprattutto l'area ubicata di fronte
ai complesso "Aquarius".
Verde
e parcheggi fittizi
Quanto
al rispetto degli standard, essi sono stati definiti dal progettista
e dall'ufficio tecnico sulla base di calcoli che chi opera la critica
sembra ignorare. Da tutto ciò si ricava l'impressione che
più che analizzare i dati voglia trovare i pretesti per una
polemica che non mi interessa alimentare.Ricambio i ringraziamenti
e, a mia volta, porgo distinti saluti.Abano, 11 luglio 2002
Giovanni
Ponchio Sindaco di Abano Terme
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