associazione liberi

 


COMPARTI CENTRALI
Il contributo di Liberi per il
miglioramento del piano
Il volantino del luglio 2002
L'eco dell'iniziativa sulla stampa
La risposta del Sindaco
La replica di Liberi al Sindaco
La controreplica del Sindaco
L'osservazione di Liberi al piano
Le osservazioni al piano dei Comparti Centrali
Gli incontri di Liberi
 

Al Presidente dell'Associazione Liberi
Al Signor Presidente del Consiglio Comunale di Abano Terme
Ai Signori Consiglieri del Comune di Abano Terme
Alle Associazioni del Comune di Abano Terme
E p.c. Al "Gazzettino di Padova" Al "Mattino di Padova"

Egregio Presidente,
Le rispondo con un certo ritardo, ma i tempi della giornata di un sindaco mal si conciliano con quelli di un normale rapporto epistolare.

La ringrazio del contributo per il miglioramento del progetto del Piano Particolareggiato per l'Area Centrale Urbana. Di esso colgo soprattutto l'invito ad incontri pubblici con la popolazione e ne faccio tesoro.
Quanto alle altre argomentazioni, riportate nella lettera, mi pare girino attorno ad un solo perno: nel progetto c'è troppa cubatura. Occorre limitarla! Per essere un contributo risulta alquanto scarno, anche perché contributo, nell'accezione normale del termine, significa proposta positiva. In realtà quanto affermato è una sequela di critiche su cui comunque occorre riflettere.

Rispondo sulla base dei capitoli della critica sistematica

La cubatura eccessiva e ingiustificata.

Il Piano Regolatore del 1985 determinava in 244.940 i metri cubi del nuovo centro storico, volume che il Piano Particolareggiato, varato nel 1990. riduceva a 204.000 metri cubi, giustificati dal fatto che gli alti oneri di urbanizzazione a carico dei costruttori consentivano di ottenere in cambio opere pubbliche a costo zero per la comunità.
Se quella cubatura era giustificata, non si comprende perché non io sia quella dell'attuale progetto che è di 20.000 metri cubi in meno così da definire in 87.000 mc i volumi di nuova costruzione. Ne può valere il fine delle opere pubbliche che è fine estrinseco, che esula dalia valenza propriamente urbanistica. In breve: i volumi ci stanno o non ci stanno, a prescindere dallo scopo economico pubblico, per cui vi sono stati collocati.
D'altra parte, occorre ricordare che fu l'alta onerosità, derivante da quei Piano ad averlo messo in crisi. Questa non è un'invenzione dovuta alla cattiva fantasia di qualche malintenzionato, ma un dato di fatto. Se quei piano fosse stato adeguato, perché, dopo i primi due tentativi, per anni nessun proprietario sì arrischiò a presentare progetti edilizi? La risposta è molto semplice: il teorema su cui era fondato, alla prova dei fatti, evaporò.
Di qui deriva il diverso approccio cui il Piano in itinere fa riferimento: scopo del Piano è che si realizzi. Perciò gli oneri sono tali da consentire esclusivamente la realizzazione delle opere primarie e secondarie, necessario ai Comparti Centrali.
Il volume oneroso dell'intera operazione è pari a 91.076 metri cubi. Su di esso gravano le spese per le opere di urbanizzazione primaria e secondaria e quelle per l'acquisto dei terreni e dei volumi che vanno abbattuti per edificarvi opere pubbliche. Tali spese divise per i metri cubi danno come risultato oneri compatibili con quelli di altri strumenti urbanistici, quindi tali da evitare che per effetto di oneri aggiuntivi - per altro di difficile legittimità generale - quanto costruito venga a collocarsi al di fuori del mercato immobiliare.
Quindi la cubatura, ancorché minore di quella del 90, è la condizione necessaria a realizzare il progetto stesso. Ne vale la considerazione che basta ridurre la cubatura per ridurre gli standard per ridurre le spese dì urbanizzazione e dunque gli oneri. Infatti, i costi per l'urbanizzazione di una zona, oltre un certo limite, sono incomprimibili.
Va inoltre ricordato che, oltre alla nuova biblioteca, costruita in gran parte con gli oneri dell'Aquarius, nell'area del centro storico è stato realizzato il Centro Anziani ed è stata rifatta Piazza dei Caduti. Opere previste dal piano e finanziate dall'intervento pubblico.

Un'ingiustificabile sperequazione

II ragionamento si fonda sulla volontaria confusione tra indice territoriale e indice fondiario. SÌ tratta di un paralogismo del quale non vale nemmeno la pena di discutere.

Città vivibile: addio!

La logica del nuovo Piano supera le UMI, rivelatesi inagibili - è ancora la storia a mostrarlo- e approda alla edificazione per lotti di proprietà. La scelta di consentire ai proprietari di edificare doveva coniugarsi, nelle intenzioni dell'Amministrazione, con quella di dare al tessuto urbano una forma precìsa (il sistema delle piazze). Se dopo un anno di tentativi, il progettista ha prodotto un risultato non condiviso, l'Amministrazione è disponibile ad accogliere, in fase di osservazione le proposte di diverso segno urbanistico, che mantenendo inalterato il volume complessivo, consentano di configurare, in modo diverso, soprattutto l'area ubicata di fronte ai complesso "Aquarius".

Verde e parcheggi fittizi

Quanto al rispetto degli standard, essi sono stati definiti dal progettista e dall'ufficio tecnico sulla base di calcoli che chi opera la critica sembra ignorare. Da tutto ciò si ricava l'impressione che più che analizzare i dati voglia trovare i pretesti per una polemica che non mi interessa alimentare.Ricambio i ringraziamenti e, a mia volta, porgo distinti saluti.Abano, 11 luglio 2002

Giovanni Ponchio Sindaco di Abano Terme


realizzato in proprio