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DOCUMENTI
Le dimissioni del Prof.Gennaro dalla Commissione Edilizia
La risposta del Sindaco
Centro Ricreativo Comunale, la vicenda in Tribunale
 
E' stata oggetto di esegesi giornalistiche, interrogazioni consiliari, voci di corridoio.
La lettera di dimissioni del Professor Gennaro dalla Commissione Edilizia ha rappresentato un caso politico, in ordine al quale molti sono intervenuti con considerazioni e giudizi.
Il contributo del Prof. Gennaro - a parer nostro - ha aperto uno squarcio di luce sulla politica amministrativa di Abano, rendendo più comprensibili i piccoli grandi terremoti che hanno segnato l'amministrazione Ponchio.
Mettiamo a disposizione questo documento (e quanto ne è seguito), perché il lettore possa liberamente fare le proprie considerazioni.


Abano Terme, 01.07.02


Ill.mo Signor Presidente
del Consiglio Comunale di ABANO TERME


Ill.mo Signor Sindaco
del Comune di ABANO TERME

Con la presente comunico le mie dimissioni da componente della Commissione Edilizia di questo Comune.
Quando nell'estate scorsa mi fu chiesto, dall'allora Consigliere Comunale Sanasi, la disponibilità a far parte della C.E., manifestai le non poche difficoltà legate ad una serie di impegni accademici piuttosto gravosi (oltre alla personale attività didattica e di ricerca, sono responsabile di alcuni progetti di ricerca e Presidente del Consiglio di Corso di Laurea in Chimica Industriale, in un periodo di profonda trasformazione dei Corsi di Studio universitari, con la mole di lavoro progettuale ed organizzativo che ne consegue). Peraltro, avendo contribuito a convincere il Dr. Sanasi ad accettare la candidatura a Consigliere Comunale ed essendomi stato prospettato il convincimento che avrei potuto essere di un qualche aiuto al Sindaco, non me la sentii di tirarmi indietro e dichiarai la mia disponibilità. Confesso che lo svolgimento della seduta consiliare per l'elezione della C.E. (penso al comportamento avvilente del Gruppo consiliare DS e alle affermazioni di qualche rappresentante della Minoranza) mi avevano alquanto sconcertato, essendomi trovato ad essere oggetto di polemiche senza aver mosso un dito e, soprattutto, senza alcun interesse e disponibilità ad esserlo, anzi, avendo ben altro per la testa. Evidentemente basta il nome!
L'idea di dimettermi è stata ovviamente immediata, ma mi fu chiesto di soprassedere e di accettare l'incarico nonostante la partenza un po' burrascosa. Per rispetto del Consiglio Comunale e di chi mi aveva proposto ho quindi accettato. Purtroppo, dopo la elezione della C.E. sono stato coinvolto in nuovi impegni accademici (a settembre sono stato nominato uno dei quattro Vicepresidi della mia Facoltà, a ottobre sono stato eletto in Senato Accademico; credo che ciò possa dare un'idea di quanto sia lontano dai miei pensieri essere coinvolto in diatribe e polemiche che non mi interessano e non mi appartengono) con un sovraccarico di lavoro e, soprattutto, di riunioni notevole. In questa situazione mi è difficile partecipare con assiduità alle riunioni della C.E., anche perché la richiesta di fissare un calendario delle riunioni, anche variando il giorno della settimana, non ha avuto possibilità di soddisfacimento ed è invalsa l'abitudine alla "autoriconvocazione" da parte dei presenti che taglia fuori chi è assente, per cui quando si perde una seduta diventa assai difficile rientrare nel giro, almeno per chi non dispone liberamente del proprio tempo. E' chiaro che se ci fosse un calendario predisposto con un congruo anticipo, ciascuno cercherebbe di tenersi libero per poterlo rispettare e, quando malauguratamente non potesse partecipare ad una seduta, potrebbe riprendere facilmente dalla successiva. Purtroppo ciò non appare essere possibile per cui ho accumulato troppe assenze per le mie abitudini. In particolare non ho potuto partecipare ad alcune sedute nelle quali sono state affrontate questioni rilevanti, come ad esempio il PP dell'area centrale urbana (ero appunto in Senato Accademico, anche se mi era stato annunciato che sarebbe stato affrontato nella seduta successiva, il che non è avvenuto) non potendo quindi dare alcun contributo.
D'altra parte confesso una qualche difficoltà a far parte di un Organismo che, molto spesso, è costretto ad assistere impotente ad interventi che stanno trasformando pesantemente il volto urbanistico ed edilizio di Abano Terme, rovinando paurosamente la città e contraddicendo la sua vocazione turistico-termale. Penso alla sempre più frequente tendenza all'abbattimento di edifici uni o bifamiliari per fare posto a condomini, spesso di miniappartamenti; penso al problema della carenza di spazi all'interno dei lotti, che comporta un numero sempre crescente di autoveicoli lasciati in strada, con tutti i disagi che ne conseguono; penso alla massimizzazione della cementificazione dei lotti, che produce una qualità edilizia con pesanti ripercussioni sulla qualità della vita di chi vi andrà ad abitare; penso al dato che vede una presenza sempre più maggioritaria di interventi edilizi da parte di imprese di costruzione e sempre meno da parte di proprietari dei lotti. Penso poi alla realizzazione di alcuni strumenti attuativi del PRG e all'impoverimento della fruibilità degli spazi a destinazione pubblica.
Tutto questo esula dalle competenze e dai poteri della C.E., ma non si può non sottolineare il senso di frustrazione che si prova nell'assistere al massacro del territorio, in virtù di interessi contingenti, anche legittimi, ma che avranno effetti nefasti sul futuro. E' chiaro che, se si vuole evitarli, ciò richiede un intervento urgente del Consiglio Comunale per porre rimedio con adeguate modifiche normative ad alcune storture, ma soprattutto per "governare" i processi e non lasciarli pilotare dalla sola regola del massimo profitto momentaneo. Qualcosa in tal senso è stato fatto con la nuova disciplina dei sottotetti, che la C.E. unanime (almeno per ciò che in quella sede ho potuto constatare) ha più e più volte sollecitato; i benefici di quella scelta si sono subito manifestati con enorme vantaggio per la città (ma quanta fatica per arrivare a quel traguardo!). Però sarebbero necessarie ben altre scelte che, al momento, non paiono essere tra gli impegni più immediati.
Pertanto credo che la mia presenza in C.E. che, in queste condizioni di funzionamento non può che essere saltuaria e, con la normativa esistente, rischia di essere anche avvilente, non possa più continuare. Perciò, per rispetto al Consiglio Comunale che mi ha nominato, ritengo opportuno rassegnare le dimissioni.
Mi è comunque gradita l'occasione per augurare all'intero Consiglio Comunale buon lavoro, sapendo che non è un lavoro facile, con l'auspicio che serva all'interesse generale di Abano Terme. Cordiali saluti.

Armando Gennaro


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