Sante Caserio
Parole attribuite a Pietro Gori. Sante Caserio fu ghigliottinato a Lione per aver pugnalato Sadi
Carnot, presidente della repubblica francese, il 16 agosto 1894.
Re- La7
Lavoratori a voi diretto è il canto
Redi
questa mia canzon che sa di pianto
La7
e che ricorda un baldo giovin forte
Reche
per amor di voi sfidò la morte.
Sol- Re-
A te, Caserio, ardea nella pupilla
La7 Rede
le vendette umane la scintilla,
Sol- Reed
alla plebe che lavora e geme
La7 Redonasti
ogni tuo affetto, ogni tua speme.
Eri nello splendore della vita,
e non vedesti che notte infinita;
la notte dei dolori e della fame,
che incombe sull'immenso uman carname.
E ti levasti in atto di dolore,
d'ignoti strazi altero vendicatore;
e t'avventasti, tu si buono e mite,
a scuoter l'alme schiave ed avvilite.
Tremarono i potenti all'atto fiero,
e nuove insidie tesero al pensiero;
e il popolo cui l'anima donasti
non ti comprese, e pur tu non piegasti.
E i tuoi vent'anni, una feral mattina
gettasti al mondo dalla ghigliottina,
al mondo villa tua grand'alma pia,
alto gridando: «Viva l'Anarchia!».
Ma il dì s'appressa, o bel ghigliottinato,
che il tuo nome verrà purificato,
quando sacre saranno le vite umane
e diritto d'ognun la scienza e il pane.
Dormi, Caserio, entro la fredda terra
donde ruggire udrai la final guerra,
la gran battaglia contro gli oppressori
la pugna tra sfruttati e sfruttatori.
Voi che la vita e l'avvenir fatale
ofriste su l'altar dell'ideale
o falangi di morti sul lavoro,
vittime de l'altrui ozio e dell'oro,
martiri ignoti o sciera benedetta,
già spunta il giorno della gran vendetta,
de la giustizia già si leva il sole;
il popolo tiranni più non vuole.