Riccardo Freda     

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Riccardo Freda
Riccardo Freda è nato il 24 febbraio 1909 ad Alessandria d'Egitto da genitori italiani (il padre lavorava in una grande banca come direttore. La madre lo avvicinò al cinema portandolo spesso ad assistere a degli spettacoli). Giunse in Italia all'età di cinque anni. Dopo essere vissuto a Milano arrivò a Roma a 23 anni. Nel 1934 iniziò la sua carriera di sceneggiatore e nel 1942 debuttò alla regia con il film Don Cesare di Bazan, conosciuto anche come La lama del giustiziere. Il suo avvicinarsi al cinema dell'orrore fu, come abbiamo detto, con il film I vampiri.
Accanto a Riccardo Freda, come direttore della fotografia, c'è un certo Mario Bava che realizzerà uno dei più intelligenti ed economici trucchi di make-up della storia del cinema. I vampiri si svolge in una Parigi totalmente girata negli studi e nel cortile della Scalera Film usando delle fotografie come sfondo (Front Proiection) dove vengono trovati due cadaveri di donne totalmente dissanguate. Un giornalista indaga e scopre che la proprietaria di un Castello, la Duchessa Marguerite du Grand (l'attrice Gianna Maria Canale, allora moglie del regista) è in realtà Giselle Du Grand e non la nipote. La donna ha trovato il modo di restare sempre giovane usando il sangue delle sue vittime. Davanti agli occhi di Valentine, il giornalista, la donna invecchia improvvisamente e si uccide mentre i suoi complici, un medico e il suo assistente, cadono sotto i colpi dei poliziotti.
I vampiri
Il film possiede il suo punto più spettacolare nell'invecchiamento della protagonista che avviene in diretta sul set. Il trucco fu una trovata di Bava che inventò un make-up in rosso e blu. Una lampada puntata sul volto della protagonista toglieva, a seconda del colore, il trucco dell'attrice per evidenziare quello dell'altro colore. In questo modo, cambiando gradatamente il colore della luce, si assisteva al progressivo invecchiamento della Duchessa. La pellicola, girata in nemmeno due settimane, fu presentata con successo in Francia e venne intitolata Les Vampires, in Inghilterra Lust of the Vampire e negli Stati Uniti, The Devil's Commandment. Il successo in Italia fu buono, ma lo sarebbe stato ancora di più se il regista avesse camuffato il suo nome sotto pseudonimo. All'epoca una pellicola italiana dell'orrore non era credibile e anticommerciale. In altre parole si riteneva che gli italiani non fossero in grado di fare un film dell'orrore, ma le vicende future avrebbero smentito le dichiarazioni dei critici. Bene o male il nostro paese dimostrò non solo di essere in grado di girare e produrre pellicole dell'orrore ma anche dei thriller, dei western e persino, in qualche caso, anche della fantascienza. Freda fece tesoro di questa esperienza e, con il suo film successivo Caltiki, il mostro immortale del 1959, si firmò Robert Hampton.

 

Con questa pellicola Riccardo Freda entra nel campo della fantascienza perché ci parla di un organismo monocellulare esistente da secoli il quale giaceva in uno stato semiletargico dentro ad un profondo pozzo nella giungla messicana, accanto alla statua della Dea della morte Caltiki. L'organismo contamina uno degli archeologi facendolo impazzire e poiché un brandello di questa letale sostanza è rimasto attaccato al braccio dello sventurato studioso, questi si sviluppa in un letale blob fagocitante. Questo fino a che il protagonista non troverà il modo di fermarlo. Il regista ricorda le difficoltà nel girare una pellicola del genere. Anche in questo caso Freda si avvalse della fotografia e degli effetti speciali di Mario Bava il quale realizzò il mostro usando della trippa per gatti e muovendola agitandola dall'interno con un braccio e molto opportunamente inserita tra modellini ben curati. Purtroppo Caltiki non veniva rinnovato tutti i giorni: era una spesa, quindi ci si trovava di fronte a brandelli di cibo per gatti in decomposizione, interessante se il film fosse stato in Odorama, ma estremamente difficoltoso per Mario Bava.
La pellicola successiva, del 1960, rappresenta una delle tante incursioni di Riccardo Freda nel campo del fantastico. S'intitolava I giganti della Tessaglia conosciuto anche come Gli Argonauti. è la storia arcinota e fantastica di Giasone e dei suoi uomini alla ricerca del vello d'oro. Grazie all'aiuto di Medea il nostro eroe riesce a compiere la sua fantastica missione. Freda non abbandona il cinema peplum, anzi, gira in rapida successione Maciste alla corte del gran Khan (1961) e Maciste all'inferno (1962), quest'ultimo è degno di una menzione particolare in quanto è una curiosissima mescolanza di peplum e fantasy: il film si apre nella Scozia del diciasettesimo secolo dove una donna, creduta strega, viene arsa sul rogo. Una sua discendente giunge in quei posti cento anni dopo e pure lei viene creduta una strega e sta per essere condannata anch'essa al rogo quando, all'improvviso, da non si sa quale falla temporale, arriva Maciste (Kirk Morris) che per salvarla, deve entrare nel regno dei morti attraverso un vecchio albero secolare avvizzito. Il compito di Maciste è quello di trovare l'ombra della vecchia strega per poter così salvare la sua innocente discendente. Tra mille pericoli il compito del nostro eroe (un bagnino le cui arti recitatorie sono totalmente nulle) sarà difficile ma verrà comunque portato a buon termine.

 

GIOVANNI MONGINI


 

 
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Aggiornato il: 11 luglio 2003