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IMMAGINI PER LA SOCIETA' DELLA CONOSCENZA

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Seminario Faccia a faccia con il Presidente  

22 Maggio 2008, Cagliari

realizzazione video Aservice

 

 

Intervento di RENATO SORU

al Liceo Siotto di Cagliari

 

Faccia a faccia con il Presidente

22 Maggio 2008, Cagliari

(prima parte)

 

 

 

 

Intervento di RENATO SORU

al Liceo Siotto di Cagliari

 

 

Faccia a faccia con il Presidente

22 Maggio 2008, Cagliari

(seconda parte)

 

 

Intervento degli studenti

del Liceo Siotto

alla trasmissione "DON CHI?"  Sardegna 1

5 Giugno 2008, Cagliari

a cura di Gianni Zanatta

tratto da www.sardegna1.it

 

 

 

Servizio TG Sardegna 1

e TG Videolina

Emergenza, rifiuti in Sardegna

Gesto solidale o SCETTI aliga…?

Assemblea d'istituto

24 Gennaio 2008 - Liceo Siotto, Cagliari

 

a cura di Andrea Sanjust

riprese e montaggio Sardegna Uno

tratto da www.sardegna1.it

a cura di Teresa Piredda

riprese e montaggio Videolina

tratto da www.videolina.it

 

   

 

FACCIA A FACCIA CON IL PRESIDENTE

Davvero una bella occasione per sentirsi a tu per tu con proprie Istituzioni

 

Lettera ai rappresentanti studenti Liceo Siotto – Cagliari

Marco Meloni, Marco Deplano, Sara Meloni, PatrizioVargiu ( si8studenti@gmail.com )

 

Cari ragazzi,

avete fatto qualcosa di grande. Aservice sostiene La vostra idea pubblicando on line la sintesi dell’incontro affinché possa essere vista da  tutti i giovani sardi.  Dedichiamo a voi un breve commento.

 

 … Quando il Presidente della Regione arriva al Liceo "Siotto Pintor" di Cagliari rimane sorpreso dalla presenza di tanti ragazzi.

Un breve saluto in lingua sarda e subito spazio alle tante domande dei giovani. Le loro parole, gli applausi, i silenzi e gli sguardi attenti raccontano la loro voglia di fare delle scelte e di progettare il futuro. Giovanni Lilliu avrebbe chiamato questa giornata con un solo nome SA DIE DE SA SARDIGNA, una grande giornata in cui i ragazzi sardi sono i protagonisti e si sentono a tu per tu con proprie Istituzioni, con la propria storia.

 

Certo la Stampa ha dato risalto all'evento per rilanciare le parole del Presidente sulla prossima candidatura, sull'editoria etc, ed è giusto che sia anche cosi, ma chi ha vissuto quella giornata ha capito che c'era qualcosa di più importante in gioco.

 

Quei ragazzi, i rappresentanti degli studenti sopratutto ma anche i loro compagni, hanno saputo costruire questa grande occasione d'incontro, la più importante di un percorso di quattro eventi svolti durante l'anno scolastico. Solo con le proprie forze hanno ricercato i contatti, hanno creato il dialogo, hanno gestito gli eventi e si sono confrontati con il mondo della comunicazione.

Sono diventati i protagonisti del proprio percorso formativo.

 

Merito alla loro Scuola che ha dato loro fiducia, merito al Presidente che si è lasciato trascinare in un dibattito non facile  ma sopratutto a voi ragazzi  i più sinceri COMPLIMENTI PER IL GRANDE LAVORO SVOLTO. Se fossimo noi a giudicare il vostro percorso formativo senza dubbio questa esperienza sarebbe la vostra TESINA con cui SUPERARE A PIENI VOTI IL VOSTRO ESAME DI MATURITA'.

Davvero complimenti, continuate così.

                                                                                 Aservice

 

Nota: Aservice ha fornito gratuitamente i propri servizi a sostegno delle iniziative promosse dai ragazzi rispondendo concretamente al principio che un impresa è davvero tale se partecipa alla crescita della propria comunità.

 

Il Presidente ha detto " …la Sardegna ha bisogno di imprenditori, ha bisogno di giovani che pensino non a trovare un posto di lavoro ma come crearlo per se stessi e per gli altri… mettere assieme l’istruzione, il coraggio, la voglia di rischiare e far nascere le imprese… occorre terminare in fretta gli studi…e mettersi in gioco”.

 

Condividiamo questo obiettivo ma aggiungiamo un consiglio: è molto faticoso fare un impresa in Sardegna, è ancor più faticoso farla tenendo presente l’impegno di essere parte della comunità in cui si opera, ma occorre anche non dimenticarsi che per tutti i giovani sardi la vera impresa di oggi  è quella di cambiare la classe dirigente. Per farlo occorre ripartire proprio dalle Scuole preparando nuovi dirigenti e nuovi politici per  far nascere la nuova Regione Autonoma della Sardegna.

 

   
 

 

Non farò l'editore. L'Unità è un pezzo della storia d'Italia
Volevo rispondere a questa domanda, che è di attualità: che cosa l’ha spinta ad entrare nell’editoria? Che cosa l’ha spinta ad entrare nell’editoria soprattutto dopo che il suo partito si è sempre lamentato di temi importanti come il conflitto di interessi, ha sempre accusato magari il leader del partito che oggi governa l’Italia, che ha la responsabilità di governare il nostro paese, di conflitto di interessi per la sua presenza forte nel mondo dell’editoria. C’è qualche incongruenza in questo? Cerco di spiegare subito. L’ho fatto perché non penso che ci siano incongruenze, perché io mi occupo di politica in Sardegna e non mi occupo di politica in Italia. E L’Unità, di cui stiamo parlando, è un giornale nazionale non è un giornale sardo, è un giornale che in Sardegna forse vende 1.500 copie. Faremmo prima a mandare ventimila e-mail, in cinque minuti.
Non mi pare che sia un organo di propaganda politica. 1.500, 2.000 copie distribuite in Sardegna. Dove io faccio il politico, non in Italia. Intanto per questo, poi perché io non voglio diventare un editore e non penso che farò l’editore in futuro, anche quando terminerò questa esperienza di responsabilità politica.
La proprietà dell’Unità, tra un quindicina di giorni, non sarà del signor Renato Soru e nemmeno di una società di proprietà del signor Renato Soru. Sarà di una Fondazione senza scopo di lucro, che non sarà più nella mia proprietà e nella mia disponibilità.
Non la potrò trasferire ai miei figli, non la potrò rivendere e riprendere i soldi indietro, non potrò valorizzarla in qualunque modo, non potrò prenderne i profitti.
Immaginiamo che sto investendo in un museo, che in qualche modo diventa un bene pubblico. Potendolo fare, ho deciso di fare in modo che questo patrimonio importante della storia d’Italia, questo patrimonio importante di ideali, di valori, di sogni, di crescita sociale, di progresso, questo patrimonio importante uscisse dalla precarietà e diventasse in qualche modo un bene pubblico. Non mio, un bene pubblico, un bene di una Fondazione. E la responsabilità di questa Fondazione non sarà mia, ma sarà di altre persone, di un comitato di garanti. Quindi non stiamo parlando di un’impresa, stiamo parlando di un’altra cosa. Stiamo parlando di un giornale che ha dato voce a masse di diseredati. Questa voce era precaria e flebile, e questa voce può essere rafforzata anche col mio modesto contributo.
Ecco perché ho ritenuto di poterlo fare ed è assolutamente sbagliato leggere delle contraddizioni in tutto questo.
Poi vorrei dire che l’ho fatto senza troppi ragionamenti, in maniera anche istintiva. Più passa il tempo più sono contento di averlo fatto. E l’ho fatto perché non è un giornale qualsiasi, è il giornale che è stato fondato da Antonio Gramsci, è un giornale che racconta un pezzo importante della storia degli italiani. Non dico più importante, un pezzo importante, ce ne sono altre storie importanti da ambo le parti. Un giornale che è stato stampato in clandestinità, un giornale per cui tanta gente è stata arrestata. Il giornale di Gramsci, che mentre era in prigione scriveva lettere ai parenti e diceva “insegnate il sardo”. Il giornale di Gramsci, che mentre era in prigione scriveva lettere ai parenti e diceva “mi raccomando, coltivate i fiori”. Non dimenticava di parlare di cose delicate anche nei momenti di grande difficoltà. Il giornale di Gramsci che, nella testata, ha scritto “istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza”. Negli anni Trenta questo signore riconosceva nell’istruzione il valore fondamentale di cittadinanza, di crescita sociale, di riscatto di ciascuno di noi. La storia di Gramsci è una storia che ha un legame con la Sardegna, un legame credo con l’Italia, aldilà di quale decisione ognuno prenda andando a votare, che è veramente poca cosa rispetto a queste storie. Ho avuto la possibilità di dare una mano a una storia come questa, è un onore poterlo fare e quindi lo faccio con molta convinzione, legando di nuovo la storia di questo giornale in qualche modo alla Sardegna. Spero di aver chiarito che questa non sarà mai un’impresa, che non farà mai profitti, che non distribuirà mai profitti, che io non potrò mai rivendere, che non sarà mai monetizzata. Una voce precaria e flebile, ma che è stata importantissima e vorrei contribuire a darle nuova stabilità e maggior forza per il futuro.

Redazione www.renatosoru.it

 

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