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Cronologia Sintetica dei Fatti dell'ISTRIA
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      Con particolare riguardo a Rovigno    .
(Sino al 4 Novembre 1918)
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Periodo
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  • Paleolitico superiore
  • Età del Bronzo
  • Età  storica
  • Romano (177-476)
  • Regni Romano-Barbarici (476-539)
  • Bizantino (539-751) in Istria
  • Longobardo (751-774)
  • Franco-Sacro Romano Impero
  • Margraviato d'Istria (1040-1209)
  • Patriarcato di Aquileia - de facto (1209-1304); de jure (1420)
  • Veneziano (1283-1797)
  • Divisione dell'Istria tra Venezia e Asburgo
  • Primo periodo Austriaco (1797-1805)
  • Francese (1805-1813)
  • Regno d'Italia (1805-1810)
  • Province Illiriche (1810-1813)
  • Secondo periodo Austriaco (1813-1918)

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    PALEOLITICO SUPERIORE

    Tracce d'insediamenti umani ritrovati nelle grotte di S. Romualdo nel Canal di Leme: Homo Sapiens Fossilis.
     
     
    ETÀ DEL BRONZO

    Cultura dei Castellieri. Nell'area intorno a Rovigno sono stati identificati circa una cinquantina di siti: Monrovinal, Montero, Murazzi, Mondelaco ecc. ecc.
     


     
    ETÀ STORICA

    400 a.C. - seguendo l'impulso espansivo che li porterà in quasi tutta Europa ed in Asia minore, incominciano in Istria infiltrazioni di tribù celtiche, che si aggiungeranno al composito panorama etnico istriano: Veneti, Liburni ed Histri.

    III secolo a.C. - La situazione delle popolazioni pre-romane dell'Istria vede nell'area Rovignese la presenza di Histri e Secussi. A Nord Catali, Pinquentini e Giapidi. Sulla costa orientale vi è la presenza dei Liburni.

    181 a.C. - fondazione della colonia militare romana di Aquileia, nonostante l'opposizione armata degli Istri, futura base dell'espansione romana in Istria.
     
     
    PERIODO ROMANO 177 a.C - 476 d.C.

    177 a.C. - dopo un precedente infruttuoso tentativo, condotto l'anno prima dal console Manlio Vulsone e, con qualche parziale esito positivo, dal console Giunio Bruto, i romani, col Console Claudio Pulcro conquistano l'Istria. Il re degli Istri, Epulo, assediato a Nesazio per non cadere in mani nemiche si uccide.
     

    129 a.C. - sollevazione dell'Istria con la dura repressione romana ad opera del console Sempronio Tuditano. Per un maggiore controllo del territorio i romani insediano due colonie militari: Trieste e Pola.

    I romani collegano la regione all'importante sede di Aquileia con due vie: Via Gemina, da Aquileia a Trieste; la via Flavia, da Trieste a Pola. Strade che sin quasi ai nostri giorni hanno costituito l'ossatura fondamentale del traffico viario da e verso l'Istria.
     

    49 a.C. - nelle lotte per il potere tra Cesare e Pompeo l'Istria, pur facendo parte delle province dipendenti dal proconsole per la Gallia cisalpina, parteggia per Pompeo, così come in seguito parteggerà per Bruto e Cassio contro i cesariani.

    46. a.C. - Giulio Cesare eleva Tergeste a colonia romana.

    42. a.C. - Ottaviano Augusto, dopo la vittoriosa battaglia di Filippi, porta il confine della provincia romana dell'Istria al fiume Risano.
     

    33 a.C. - Ottaviano Augusto fa ricostruire Pola, precedentemente distrutta durante la guerra civile, dandole il nome di Pietas Julia in onore della figlia Giulia elevandola al rango di colonia romana.
     

    Sacello dedicato alla Dea Fortuna, iniziato da C. Vibius Varo e dedicato poi da Q. Caesius Macrinus
    Proveniente dall'area rovignese - Verona, Museo Maffeiano

    16 a.C. - Ottaviano Augusto porta il confine della X Regio Italiae Venetia et Histria dal fiume Risano a quelle del fiume Arsa. Ormai cittadini romani a tutti gli effetti gli istriani vengono inseriti nell'antico sistema delle tribù romane: Trieste nella tribù Pupinia, Parenzo nella Lemonia, Albona in quella Claudia e Pola nella Velina.
     

    la legge agraria JULIA assegna ai "fanti, ai centurioni, ai cavalieri romani, ai veterani delle guerre di Augusto" terre dell'agro di Pola. L'agro rovignese dipende dalla giurisdizione di Pola che arriva sino al Canal di Leme. (E' interessante notare che sia l'estensione dell'area di diffusione delle "casite" istriane, che l'area originale dell'Istrioto od Istro-romanzo, corrisponde esattamente col territorio romano dell'agro di Pola. Ovvero dal Canal di Leme sino a Pola. Questo farebbe supporre che tali caratteristiche siano un portato di questo insediamento di veterani romani).
     
     

    Monumento Funerario di L. Campanius Verecundus, veterano romano
    Rovigno, Caroiba

    Nel periodo romano l'agro rovignese e tutte le sue varie isolette erano popolate e vi funzionavano fabbriche di porpora, di vetri, di ceramiche ed insediamenti signorili come a Barbariga dove sono emersi i resti di una Villa romana:
     

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    200-400 d.C. - formazione del Castello di Rovigno.
     

    401 e 408 - irruzione in Italia, attraverso il valico giuliano, dei visigoti di Alarico nonostante la strenua difesa delle fortezze di Pola e Nesazio.

    452 - calata degli Unni di Attila in Italia, e conseguente distruzione di Aquileia.

    476 - deposizione di Romolo Augustolo e cessazione formale dell'Impero Romano d'Occidente ad opera di Odoacre re degli Eruli e Rugi.
     
     
    REGNI ROMANO-BARBARICI 476-539

    476/489 - dominio in Italia (Istria) degli Eruli.

    489/555 - dominio in Italia (Istria) degli Ostrogoti di re Teodorico.
     

    - alla morte di Teodorico, Giustiniano tenta la riconquista dell'ex impero romano d'occidente dai goti che lo occupano e dà quindi inizio alla ventennale guerra goto-bizantina che sarà condotta dai valenti generali bizantini Belisario prima e Narsete poi.
     
     
    PERIODO BIZANTINO 539-751 in ISTRIA in parte sino all'827

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    539 - I bizantini sbarcano in Istria, nella loro guerra contro i Goti, e per un certo periodo Pola è sede della flotta del generale bizantino Belisario.

    555 - si conclude la guerra goto-bizantina con la conquista dell'Italia e la sua annessione all'impero romano d'oriente.

    568 - i Longobardi attestati nel Friuli, scorrono l'Istria pur non occupandola stabilmente.

    599 - scorrerie in Istria dei cavalieri Avari che guidavano una massa di slavi soggetti, i Vendi progenitori degli sloveni, che verranno sconfitti dall'esercito dell'esarca bizantino coadiuvato da reparti istriani.

    VII secolo - il primo a citare Rovigno è l'Anonimo ravennate, ovvero Pre Guidonis del monastero della Rotonda di Ravenna, che nella sua Cosmographia la cita coi nomi di Ruigno - Revigno - Ruvigno - Ruginio ecc. Tale opera anche se composta nel VII secolo rispecchierebbe la situazione esistente alla fine del V secolo, come suppone il Benussi con il Müllendorf.
     

    601/2 - incursione in Istria di Avari e Longobardi al cui seguito ci sono anche tribù slave.

    611 - incursione in Istria di slavi.

    630 - gruppi di croati dalla Dalmazia si affacciano sul carso.

    Sul finire del dominio bizantino Rovigno pagava all'erario imperiale 40 solidi mancosi, superata solamente da Pola e Parenzo con 66 e Trieste con 60. La città era amministrata da Tribuni e Giudici e da un Consiglio di primates e dagli Homines capitanei ovvero i possidenti terrieri.
     
     
    PERIODO LONGOBARDO 751-774

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    751 - i longobardi di Astolfo conquistano Ravenna, capitale dell'esarcato bizantino ed instaurano il loro breve dominio sull'Istria.
     

    754 - grande maremoto che sconvolge l'alto adriatico e le isole prospicienti l'attuale Rovigno. Il nucleo abitativo di Mons Albanus viene solo parzialmente colpito e sarà la base della nuova Ruigno, Rubinio ovvero Rovigno.

    776 - Carlo Magno, chiamato dal papa, scende in Italia e sconfigge Desiderio l'ultimo re dei longobardi.
     
     
    PERIODO FRANCO-S.R.I.

    788 - per trattato l'Istria viene assegnata ai vincitori franchi che vi introducono per la prima volta il sistema feudale germanico incontrando però l'opposizioni delle città istriane ancora legate alle libertà municipali romane.

    22 luglio 791 - il duca Giovanni sconfigge gli Avari e libera gli slavi loro soggetti della Carniola.

    13 luglio 800 - secondo la tradizione avviene il miracoloso approdo sulla costa di Rovigno dell'arca di Santa Eufemia, che diverrà co-patrona della città affiancando San Giorgio. Un'altra leggenda rovignese vuole che i profughi dell'isola di Cissa, sede di un fantomatico vescovado, trovassero rifugio a Rovigno dopo il lento inabissarsi in mare della loro isola. Le cronache del tempo ci riportano che negli anni 754, 800 e 801 si verificano nell'alto adriatico dei fortissimi terremoti. Quindi molto più realisticamente invece di giungere galleggiando sul mare, la pesante arca marmorea della santa, venne portata a Rovigno dagli esuli romani di una delle isole colpite dal maremoto come loro preziosa reliquia.
     

    25 dicembre 800 - incoronazione a S. Pietro di Carlo Magno quale Imperatore del Sacro Romano Impero.

    803 - Carlo Magno crea la Marca del Friuli, composta oltre che dal Friuli, dalla Carinzia, Carniola, Stiria meridionale e da Istria e Dalmazia, pone a capo della marca il duca Cadolao ed assegna la giurisdizione ecclesiastica della chiesa di Rovigno che in precedenza dipendeva dalla diocesi di Pola al patriarca di Aquileia.

    804 - Dieta di Risano. Le città istriane si appellano all'imperatore franco contro il duca Giovanni, da lui preposto al governo della provincia, per aver favorito l'introduzione in Istria di contadini slavi, per lo più ancora pagani, e di aver conculcato le libertà cittadine: Gli slavi vengono confinati nelle campagne spopolate. Rovigno in quel contesto risulta essere tra le principali città istriane.

    819 - incursioni in Istria dei saraceni;

    830 - inizia l'influenza della potenza marinare di Venezia sulle città istriane della costa.

    842 - incursioni in Istria dei saraceni;

    843 - secondo il trattato di Verdun, che spartisce il S.R.I. alla morte di Ludovico il Pio tra i suoi tre figli, l'Istria, insieme al resto d'Italia, viene assegnata al primogenito Lotario I.

    865 - incursione in Istria dei pirati narentani, slavi di probabile ceppo serbo, stabilitisi sulla costa vicino a Ragusa (ora Dubrovnik) dove sfocia la Narenta, l'attuale Neretva.

    872 - I Narentani, guidati dal loro capo il "bano" Domagoi, duca di Croazia, nei pressi di Salvore con la loro rapida e bassa flottiglia nascosta dietro la baietta di Salvore sorprendono la flotta veneziana. Attaccati all'improvviso, i Veneziani  vennero sconfitti.

    875 - nuova incursione di pirati narentani in Istria con saccheggio e distruzione di Vestre. La flotta veneziana li intercetta però nei pressi di Umago, li sconfigge e li disperde.

    876 - rovinosa incursione in Istria di pirati croati, i famigerati narentani guidati da Domagoi: "Quia Sclavi cum navibus venientes Umagum, Ciparum, Aemoniam et Rubinium urbes Istriae depopulaverunt, Dux propterea cum 30 navibus exiens cum Sclavis bellum peregit et victoriam obtinuit, et non ingratus ablata Ecclesiis Istricis restituit et propter foedus quod cum Sclavis habebat omnes captivos libere demisit". (Dalle cronache del Dandolo)
     

    932 - trattato di vassallaggio di Capodistria verso la neo potenza marinara di Venezia.

    933 - Pace di Rialto tra Venezia ed il marchese Winterio, il quale è costretto ad accettare i rapporti privilegiati di Venezia con le città della costa istriana.

    950 (circa) - edificazione della chiesa di Rovigno dedicata ai santi co-patroni S.Eufemia e S. Giorgio.

    952 - re Ottone I nell'ambito della ridefinizione delle marche di confine, soprattutto in ottica difensiva contro la minaccia degli Ungari, stacca l'Istria ed il Friuli dal Regno d'Italia includendoli nel Ducato di Baviera.

    965 - ennesima incursione slava: "Rubinensi nomine, quod etiam (heu proh dolor!) nuper a nefandi Sclavis ac duris barbaris destructum est..." dall'atto di donazione del patriarca Rodoaldo al vescovo di Parenzo della giurisdizione ecclesiastica sulla chiesa di Rovigno avvenuta nel 966.
     

    976 - l'imperatore Ottone II crea il Ducato di Carinzia annettendovi l'Istria ed il Margraviato di Verona.

    1000 - il doge Pietro Orseolo compie con la flotta veneziana una campagna anti pirateria che raccoglierà inoltre l'atto d'omaggio delle città istriane e dalmate della costa. Il doge assumerà il titolo di Dux Dalmatiae, e consacrerà il dominio Veneziano sul mare adriatico con lo "Sposalizio del Mar", cerimonia che si ripeterà ogni anno nel giorno della Sensa ovvero dell'Assunzione.
     


     
    MARGRAVIATO D'ISTRIA 1040-1209

    l'imperatore Enrico III volendo abbattere la potenza dei Duchi di Carinzia rende il Marchesato d'Istria autonomo e lo infeuda a Ulderico di Weimar (1040-70).

    1070 - Margravio d'Istria Marcovaldo di Eppenstein;

    1077 - Margravio d'Istria Sigardo, patriarca di Aquileia;

    1078 - Margravio d'Istria Enrico di Eppenstein;

    1090 - Margravi d'Istria Popone e Ulderico di Weimar Orlamuende;

    Inizi XII sec. - si inizia a formare la signoria dei Duino su buona parte dell'Istria nord-occidentale;

    XII secolo - Rovigno è suddivisa tra Cittadini e Popolari (maiores et minores) con a capo un Gastaldione di nomina marchionale.

    1102 - con l'estinzione del casato dei Weimar l'Istria viene infeudata a Burcardo di Moosburg.

    1112-1173 - margraviato degli Spanheim;

    1145 - tentativi di Pola, Capodistria ed Isola d'affrancarsi dalla tutela veneziana; successive analoghe ribellioni di Rovigno, Parenzo, Cittanova ed Umago si concluderanno tutte in favore di Venezia con giuramenti delle città istriane di fedeltà alla Serenissima sanzionando sempre di più il suo dominio sul mare Adriatico che pertanto verrà chiamato Golfo di Venezia.

    1149 - Patto di sudditanza e di protezione tra le città marinare della costa istriana Cittanova, Parenzo, Pirano, Pola, Rovigno e Umago con Venezia dal quale si evince l'esistenza di precedenti ed analoghi patti: "Amodo in antea obedire beato Marco et fidelissimi permanere dominio nostro Dominico Mauroceno incliti duci veneciarum dum vixerit..." dal Sacramentum fidelitas Ruiginensium, Venezia Archivio di Stato.

    seconda metà XII sec. - il conte Mainardo di Schwarzenberg si ritaglia nell'Istria centrale un feudo che sarà la base della futura Contea di Pisino. Signoria che per successione alla fine del XII sec. passò ai conti di Gorizia;

    1173 - Federico Barbarossa infeuda l'Istria a Bertoldo III degli Andechs-Merania, discendente dei Weimar per linea materna. Dinastia che signoreggerà l'Istria sino al 1208.

    1177 - secondo la tradizione il papa Alessando III in visita a Venezia per siglare la Pace con Federico Barbarossa, sosta nel monastero di S. Maria di Valle, ove celebra una messa nella chiesa di S. Damiano in Palù sito nel territorio di Rovigno.
     

    Orlando Bandinelli - Alessandro III
    Papa dal 1150 - 1181

    1178 - forse in conseguenza di tale visita un decreto papale proclama la chiesa di Rovigno Collegiata. Cosa di non poco conto perché in tal modo le decime non andavano più tutte al vescovo di Parenzo, ma solo la quarta parte o quartese. La restanza veniva ripartita tra i canonici del Capitolo di S. Eufemia.

    1182 - Venezia premia la fedele Capodistria concedendole il monopolio del sale sulle coste istriane;

    ottobre 1188 - trattato commerciale e d'alleanza di Rovigno con la città dalmata di Ragusa: "Nos Hominibus de Rubinio facimus rescriptum de renovatione pacis, quod fuit inter nos et hominibus Ragusii. Ego Bertaldus gastaldio filius Siponis, et Iohannis filius Semini Scandole, et Iohannes de Antonio, et Pensu filius Dominicus Cavalero, Dominicus Galiopo Talliavento, filis Iohannis Sigilfredo, Cesarius filius Vitalo. Isti homines iuraverunt firmam pacem in perpetuum cum hominibus Ragusii. Anno domini millesimo centesimo octogesimo octavo indictione sexta, octava die intrante mense octobris, firmatum est hoc capitulare. Ego diaconus Marinus, Comunis notarius Ragusii exemplavi precurrente anno domini MC nonagesimo mensis februarii, die sancti Biasii".

    1195 - dopo un ennesimo scontro con Venezia, Pola si vede costretta ad abbattere le proprie mura difensive;

    1208 - l'imperatore germanico Ottone IV, bandito Enrico IV degli Andechs e spogliato dei suoi feudi perché sospetto d'aver partecipato all'uccisione dell'imperatore Federico di Svevia, infeuda l'Istria al duca Lodovico di Baviera e, alla rinuncia di questi, al patriarca di Aquileia Wolfero. Rimanevano però al di fuori della sua giurisdizione i possedimenti dei Conti di Gorizia e quelli dei Duino sul Quarnero.

    4 gennaio 1208 - trattato di pace tra Pirano e Rovigno che poneva fine a contrasti sorti l'anno precedente per le rispettive zone d'influenza sul mare.
     
     
    PATRIARCATO DI AQUILEIA 1209-1304 de facto; 1420 de jure. 

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    inizi XIII secolo - Rovigno si regge su base comunale con un Arengo del Popolo ed un Consiglio Maggiore. Il Consiglio nominava il Console che presiedeva la Città, L'Arengo invece eleggeva un Sindico che rappresentava il popolo.

    1220 - l'imperatore concede al patriarca di Aquileia Bertoldo Andechs (1218-1251) il potere giudiziario e di grazia oltre a quello di battere moneta e di vietare alle città l'elezione di rettori-podestà, specialmente se veneziani, senza il suo preventivo consenso;

    1230 - alla morte di Enrico IV Andechs, marchese d'Istria, il primogenito Ottone VII, rinunciò in favore della chiesa di Aquileia, allora retta dallo zio Bertoldo Andechs, ai diritti di successione che la sua famiglia ancora accampava sul marchesato d'Istria e che in tal modo fu senza contrasti feudo temporale del patriarca di Aquileia.

    - la politica dei patriarchi di Aquileia suscita la netta opposizioni delle città marinare istriane che, spalleggiate da Venezia, formano un organismo pan-istriano con a capo un cittadino di Venezia. L'organismo si scioglie per le pretese di predominio avanzate da Capodistria sulle altre città istriane.

    1232 - l'esercito del patriarca di Aquileia occupa Pola e nel 1238 riesce a convincere la sin qui fedele Capodistria ad abbandonare il partito veneziano e a schierarsi dalla sua parte.

    1242 - il passaggio di Pola all'influenza patriarchina, gestita in città dalla potente famiglia dei Sergi, portò allo scontro con Venezia. La pace successiva vide la capitolazione di Pola e l'obbligo di accettare un Rettore veneziano.

    1251 - Gregorio Montelongo diventa Patriarca di Aquileia. Costui per rinsaldare il potere patriarchino sull'Istria, sempre più debole, si appoggia a Capodistria a cui concede la giurisdizione su Buie, Portole, Pinguente e Docastelli.

    1267 - Capodistria pone l'assedio a Parenzo. Il patriarca visto l'eccessivo strapotere di Capodistria tenta di opporgli i Conti di Gorizia. La cosa si volge però contro di lui in quanto Capodistria e i conti di Gorizia si alleano tra loro e nel giugno 1267 rinchiudono il Montelongo nel convento di Rosazzo in Friuli.

    27 giugno - per fronteggiare l'assalto di Capodistria Parenzo non trova di meglio che sottomettersi a Venezia. Atto di sottomissioni ben presto imitato da altre città istriane: Umago (1269), Cittanova (1270), San Lorenzo (1271) e più tardi Montona (1275). Venezia non modifica i reggimenti cittadini salvo imporre come Podestà un nobile veneto.

    - passaggio temporaneo di Rovigno a Venezia.

    1275 - il nuovo patriarca di Aquileia, Raimondo Torre, firma a Cividale la pace con Capodistria e i conti di Gorizia sancendo inoltre con loro una alleanza in funzione anti veneziana.

    1278 - a Pisino il conte Alberto e i rappresentanti di Capodistria firmano un patto contro Venezia e le città istriane ad essa alleate. A questa alleanza partecipa, anche se solo nominalmente, il patriarca di Aquileia. L'accordo tra Capodistriani e Conte di Gorizia prevedeva che in caso di vittoria ai primi sarebbero spettate le città istriane della costa, al secondo l'Istria interna. A questo attacco concentrico Venezia risponde con prontezza e con tutta la sua notevole forza militare. Dapprima assedia Isola e la porta alla capitolazione e poi la stessa Capodistria è costretta alla resa incondizionata.
     
     
    PERIODO VENEZIANO 1283-1797

    Gennaio 1283 - dedizione di Pirano a Venezia.

    Marzo 1283 - si forma a Muggia una coalizione anti veneziana che vede uniti il conte di Gorizia, il patriarca di Aquileia, Padova, Treviso e Trieste. Di fronte al nuovo attacco le città istriane mantengono compatte il loro giuramento di fedeltà a Venezia. A Capodistria avrà sede il Capitaneus Istriae che dirigerà per Venezia le operazioni militari. La guerra si protrae sino al 1291 concludendosi con una tregua che sancisce la vittoria veneziana che, oltre a controllare la costa, incomincia ad espandersi anche a parte dell'Istria interna o per occupazione militare o per dedizioni più o meno spontanee: Antignana, Grisignana, Pietrapelosa, Buje, Docastelli ecc. Il patriarca sarà costretto a rinunciare al dominio su tali città de facto nel 1304 e de jure nel 1420.

    14 giugno 1283 - Formale dedizione di Rovigno al dominio della Serenissima repubblica di Venezia sotto cui rimarrà fedele sino alla caduta della repubblica (1797), essendo frustrata dal tradimento di Napoleone la volontà dei rovignesi di legare le loro sorti a Venezia anche col nuovo governo democratico. Dopo la dedizione di Rovigno le uniche città autonome rimangono Pola, Muggia e Trieste.
     

    Giovanni Dandolo 
    Doge dal 1280-1289

    Nel 1283 viene espulso da Rovigno il vescovo di Parenzo, che aveva ancora nominalmente la giurisdizione sulla chiesa della città, perché cercava di ottenervi anche la signoria temporale scatenando la reazione dei rovignesi pro Venezia e del Patriarca di Aquileia che riteneva ancora di avervi la signoria.

    Dopo il 1296, sull'esempio di Venezia, anche Rovigno istituirà il suo Corpo dei Cittadini o Nobili di Rovigno, che avranno il diritto di partecipare al Consiglio e a tutte le cariche pubbliche del Comune e verranno iscritti in un apposito libro d'oro. Le famiglie Nobili "originarie" erano quattordici: Basilisco, Bello, Brionese, Burla, Caenazzo, Calucci, Giotta, Leonardis, Pesce, Quarantotto, Segala, Spongia, Tagliapietra, Vescovi (poi de Vescovi e quindi Devescovi).

    1301 - la Repubblica di Venezia istituisce un Capitano provinciale con sede a Parenzo per il controllo militare della provincia istriana. Fa accezione la città di Capodistria ed il suo territorio sino al corso della Dragogna, il cui controllo militare e giudiziario è demandato al Podestà e Capitano di Capodistria.

    1304 - Venezia trasferisce la sede del Capitano provinciale da Parenzo a San Lorenzo del Pasenatico che da allora si chiamerà per l'appunto Capitano del Pasenatico. Sempre ad eccezione del territorio di Capodistria, tutte le città istriane soggette a Venezia sono tenute a fornire ognuna un contingente militare di 88 uomini armati a cavallo oppure sostituirli con un tributo in denari pari a 40 grossi per cavaliere. Le città marinare della costa avevano inoltre l'obbligo di fornire alla flotta veneta navi da guerra armate con propri equipaggi.
     

    1342 - costituzione della Contea di Pisino.

    1343 - epidemia di peste in Istria.

    1348

    - ribellione di Capodistria spalleggiata dagli Asburgo, dai conti di Gorizia e dai loro feudatari tedeschi. Sedata la rivolta, Venezia abolì tutte le libertà comunali della città sospendendo sino al 1394 il Maggior Consiglio di Capodistria che venne ricostituito appena nel 1403, con la restituzione di tutti i diritti comunali.

    - epidemia di peste in Istria.

    1354 - una flotta genovese, elusa la sorveglianza veneta, entra nell'Adriatico ed espugna Parenzo.

    1358 - il Capitano provinciale è suddiviso in due presidi militari, il primo sempre a S. Lorenzo del Pasenatico, per il territorio a sud del Quieto, e il secondo a Grisignana, per il territorio tra il Quieto e la Dragogna, fermo restando le specifiche competenze del podestà e capitano di Capodistria.
     
     
    DIVISIONE DELL'ISTRIA TRA VENEZIA E ASBURGO

    1374 - per successione la Contea di Pisino passa agli Asburgo, costituendo in nuce quella che sarà l'Istria austriaca.

    1378 - inizio della cosiddetta Guerra di Chioggia, tra Venezia e Genova spalleggiata dal patriarca di Aquileia Marcardo, da Luigi re d'Ungheria, da Leopoldo III duca d'Austria oltre che dai carraresi signori di Padova. Vettor Pisani sconfigge i genovesi comandati da Luigi Fiesco a Porto d'Anzio.

    7 maggio 1379 - scontro davanti a Pola tra la flotta veneziana di Vettor Pisani e quella genovese di Luciano Doria con esito infausto per le armi venete. Presa e sacco di Pola da parte dei genovesi. Dopo la vittoria, che causerà però la morte del comandante Luciano Doria, la flotta genovese scorre l'Istria e depreda Rovigno della venerata salma di Santa Eufemia.

    16 agosto 1379  - presa di Chioggia da parte della flotta genovese capitanata da Pietro Doria,

    23 dicembre 1379 - attacco vittorioso di Vettor Pisani alla flotta del Doria intrappolata a Chioggia.

    1380 - doppia incursione genovese a Capodistria asportando anche lì le sante reliquie (saranno restituite nel 1423). Nelle incursioni andrà distrutto l'ufficio vicedominario con la sua importante documentazione.

    24 giugno 1380 - i genovesi, bloccati a Chioggia, dopo un lungo assedio veneziano sono costretti ad arrendersi.

    14 agosto 1381 - pace di Torino tra Venezia e Genova che rimise tutto come in precedenza. Ai patriarchi d'Aquileia, alleati dei genovesi, oltre a Trieste in Istria non restava che la signoria di 8 castelli: Buie, Portole, Pinguente, Albona, Fianona, Colmo, Rozzo e Due Castelli. Nel trattato di pace i veneziani ottennero la restituzione delle reliquie predate dalle città istriane tra cui la salma di S.Eufemia che però non restituirono a Rovigno affidandole alla chiesa di S. Canzian.

    1382 - per evitare di finire sotto il controllo di Venezia, visto la debolezza del suo signore nominale, il patriarca di Aquileia, la città di Trieste si consegna spontaneamente alla Casa d'Austria.

    1394 - quando Venezia acquisirà Raspo nei pressi di Pinguente vi trasferirà il comando militare riunificato, che da allora prenderà nome di Capitano di Raspo e tale dicitura conserverà anche quando durante la guerra austro-veneziana la sede verrà distrutta e il Capitanato trasferito a Pinguente.

    1399 - estinzione del casato Duinate, i cui possedimenti, tra Bersaz e Fiume passano ai feudatari tedeschi Walsee.

    18 maggio 1401 - solenne rientro della venerata salma di S. Eufemia. Dopo che una delegazione di notabili rovignesi era dovuta andare a reclamarne la reliquia a Venezia, visto che questa sembrava avere tutta l'intenzione di tenerla per sé.

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    il corpo della Santa

    1420 - l'alleanza fornita dal patriarca di Aquileia al suo acerrimo nemico genovese offre il destro a Venezia per strappare al dominio patriarchino anche le città di Muggia, Albona, Fianona, Portole, Pinguente, Colmo ed il castello di Pietrapelosa che per lungo tempo era stato la residenza istriana dei patriarchi.

    1463 - scoppia la guerra tra Trieste e Capodistria, ossia tra Trieste e Venezia. A soccorrere Trieste prostrata, più che il suo nuovo protettore austriaco, sarà il papa Pio II, ovvero l'umanista Enea Silvio Piccolimini, che era stato vescovo della città giuliana.
     

    Venezia nei secoli XIV-XV

    1466 - i territori nord-orientali ex duinati, possedimento dei Walsee, passano per successione agli Asburgo.

    1468 - epidemia di peste a Rovigno.

    1468-69 o 1484-87 - nel Codice membranaceo della Traslatio Corporis Beatae Euphemiae, tradizionalmente datato XIV-XV secolo ma che dallo stemma del N.H. veneto Soranzo, è più precisamente databile in uno di questi periodi: 1468 anno della  podesteria di Ludovico Soranzo, o del 1469 anno in cui fu podestà Francesco, oppure negli anni 1484-87 in cui fu podestà Lodovico Soranzo, vi è questa rappresentazione idealizzata di Rovigno:
     

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    1509-1517 - guerra tra Venezia ed i firmatari della Lega di Cambrai, ovvero tutte le maggiori potenze dell'epoca coalizzate contro la Serenissima: Papa Giulio II, Massimiliano I d'Austria, Luigi XII Re di Francia, Ferdinando il Cattolico Re di Spagna, l'Ungheria, il ducato di Ferrara e quello di Savoia.
     

    Venezia, accerchiata dalla Lega di Cambrai

    14 maggio 1509 - i veneziani subiscono la dura sconfitta di Agnadello contro l'esercito della Lega forte di 37 mila uomini, in gran parte composto da francesi e mercenari svizzeri. Le perdite veneziane assommarono a circa 6.000 uomini. Contemporaneamente gli austriaci del duca di Brunswik avanzavano nel Friuli ed il conte Frangipani invade l'Istria.
     

    1511 - incursione turca nel goriziano ed in Istria.

    1521 - morto Massimiliano I i veneziani firmano col nuovo imperatore Carlo V, a Vormazia, il trattato di pace in cui pur acquistando dei piccoli territori in Istria, sono costretti a rendere Aquileia e Gradisca ed altre terre nella Carsia.

    30 luglio 1531 - il doge Andrea Gritti approva il nuovo testo della Costituzione di Rovigno, esemplificato su quello precedente risalente al XIII-XV secolo, essendo andato perduto il testo originale e le sue copie ridotte in pessimo stato.
     

    Andrea Gritti, doge dal 1523 al 1538

    1535 - pace di Trento che sancirà il confine in Istria tra Venezia ed Austria sino alla caduta della Serenissima.

    6 aprile 1545 - viene co-optato al Consiglio di Rovigno Domenico Bicchiacchi, tale aggregazione verrà confermata con ducale Pietro Lando del 27 luglio c.a.

    1556 - per ripopolare le campagne istriane spopolate dalle continue guerre e dalle epidemie di peste Venezia comincia ad insediare nei territori incolti gli esuli dalla Dalmazia e dai Balcani che fuggivano davanti al pericolo turco. A tale scopo istituirono nel 1566 un apposito ufficio con un Provveditore sopra i beni inculti.

    1568 - l'imbarcazione che conduce il canonico rovignese Domenico Devescovi a Venezia, con le carte del Capitolo di S. Eufemia, fa naufragio. In tale occasione il canonico perde la vita e noi una gran messe di dati storici sulla Rovigno medioevale.

    7 ottobre 1571 - le flotte unite della cristianità, cui Venezia fornisce il nerbo, sconfiggono a Lepanto la flotta Turca. Allo scontro partecipano quattordici galee istriane e dalmate, con propri equipaggi, inquadrate nell'armata navale veneta.

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    1584 - Venezia costituisce a Capodistria un Tribunale di 2° Istanza. In precedenza tale funzione era esercitata dal tribunale di Venezia od eccezionalmente dal Capitano del Pasenatico. La giurisdizione di questo tribunale d'appello andava dall'Istria veneta alle isole di Cherso e Lussino.

    1597 - a fronte dell'incombente minaccia degli Uscocchi, Venezia eroga alla città di Rovigno un contributo di 300 ducati per riattare le mura difensive e riarmare il castello con 100 archibugi, 30 moschettoni, 50 alabarde e 50 murioni.

    1599 - ad onta delle potenziate difese una banda di pirati Uscocchi, composta da circa 800 uomini, depreda Rovigno.

    1615-17 - guerra di Gradisca o degli Uscocchi. Venezia concentra a Rovigno un forte presidio militare a difesa della città e della costa polesana, al comando del quale pone un Commissario straordinario il sig. Mudazzo. Le truppe venete erano composte in prevalenza da croati ed albanesi, che come scrive il nobile Bernardo Tiepolo loro comandante e Vice-generale dell'Istria, "danneggiavano non meno il suddito che l'inimico, vivendo esse sempre di rapina".

    1617 - rimaste a Rovigno, del presidio militare veneto originario, due compagnie di "Cimeriotti" avvenne in una pescheria tra un soldato ed un popolano una violenta disputa che ben presto si allargò in un'accesa zuffa tra i due opposti schieramenti. Lo scontro era avvenuto in Piazza della Riva, ove aveva sede il presidio dei "Cimeriotti" per cui, vistisi in inferiorità numerica, i rovignesi ripararono in città e, barricato ogni accesso, si diedero alla caccia dei soldati che si trovavano in quel mentre dispersi nelle varie contrade. La cosa finì con l'uccisione di tre soldati ed il ferimento di altri otto. A stento il tumulto fu sedato dal sopraggiungere da Pola via nave del vice generale, Bernardo Tiepolo. I Cimmeriotti che dovevano trasferirsi a S. Vincenti minacciarono di non lasciare la città senza prima veder puniti i colpevoli. Partirono alfine da Rovigno solamente dopo le assicurazioni di procedere severamente contro gli aggressori fornite loro dal Tiepolo, ma una volta che le due compagnie lasciarono la città nessuno parlò più di perseguire i colpevoli dell'eccidio.

    settembre 1617 - Pace di Madrid che concluse la guerra degli Uscocchi con il loro internamento nelle province austriache.

    12 aprile 1619 - l'ing. Francesco Tensini  allega tre documenti al dispaccio del 12 aprile 1619 del Podestà di Rovigno Antonio Barbaro con le indicazioni delle migliorei da farsi per render sicuro il porto e la città di Rovigno:
     

    24 novembre 1630 - epidemia di peste che colpisce in maniera mortale solamente un nucleo famigliare di Rovigno, quello di Aquilante Greco, falcidiandone i numerosi componenti.

    1638 - il Consiglio di Rovigno offre 50 ducati a Venezia per la guerra con il turco.

    1645 - scoppia la Guerra di Candia con il Turco. Guerra che si trascinerà per quasi 25 anni prosciugando le risorse umane ed economiche della Repubblica di Venezia e che naturalmente avrà negativi impatti anche su Rovigno.

    maggio 1645 - il comandante del forte di San Teodero de La Canea a Candia, il capodistriano Biagio Giuliani, visto inutile ogni tentativo di respingere il turco fa saltare la polveriera coinvolgendo nel massacro gli strenui difensori e gli attaccanti turchi. Tra gli eroici difensori perisce anche il rovignese Matteo Riosa.

    16.. - la famiglia Angelini giunge a Rovigno con Anzolo Angelini da Venegia. Famiglia originaria (sin dal XIII secolo) di Caprino Terra Capitale della Valle S. Martino, provincia bergamasca, in seguito famiglia antica cittadina di Bergamo, che nel XIV secolo chiamavasi Anzollini. A Rovigno verrà distinta con tre diversi agnomi: Speziali - Veneziani - San Francesco.

    1651 - il Consiglio di Rovigno offre 1.500 ducati a Venezia per la guerra contro il turco (assedio di Candia).

    1654 - viene aggregato al Consiglio dei Cittadini o Nobili di Rovigno la famiglia Costantini (i fratelli Domenico e Francesco col nipote Giuseppe) previo il pagamento di tutti i debiti del Comune.

    7 ottobre 1654 - sotto il podestà Nicolò Bembo iniziano i lavori del nuovo campanile di Rovigno.

    6 settembre 1669 - dopo 14 anni di assedio e 429 anni di dominio veneto cade la roccaforte di Candia (Creta). Per l'eroica resistenza dei veneziani i turchi concederanno ai valorosi difensori una resa onorevole che questa volta verrà rispettata.

    1683 - istituzione dei Sindici del Popolo a Rovigno.

    gennaio 1684 - su pressante invito dell'Imperatore Leopoldo Venezia entra nella Lega anti turca da questi formata assiema al Papa ed alla Polonia. Sarà quella che verrà ricordata da Venezia come la Guerra di Morea (1684~1699).

    1687 - il Consiglio di Rovigno offre 800 zecchini a Venezia per la nuova guerra contro il turco.

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    1687 - terminano i lavori di costruzione del nuovo campanile di Rovigno, a cui si alternarono successivamente gli architetti milanesi Antonio Fassolla e Antonio Man e poi Cristoforo Bellan che portò a compimento i lavori. Per tradizione il costo dell'opera si fa risalire a 36 mila ducati.

    aprile 1688 - Il Capitano Generale da Mar, Francesco Morosini, onusto di gloria militare per le conquiste riportate in Morea viene eletto Doge.
     

    1693 gennaio - Parenzo invia uno zaffo (sbirro) per costringere i canonici della Collegiata di Rovigno a cessare l'uso della vesta onorifica talare detta almuzia o zanfarda.

    1693 - Rovigno offre 4.000 lire del Fondaco alla Serenissima per sostegno nella guerra col Turco.

    25 gennaio 1694 - il vescovo di Parenzo ricorre al Doge Silvestro Valier contro l'uso della zanfarda da parte dei canonici di Rovigno.
     

    Silvestro Valier 1694-1700

    1696 - nell'Isolario del Coronelli viene pubblicata una stampa di Rovigno con una descrizione della città:
     

    13 novembre 1698 - a Carlowitz i plenipotenziari dell'impero, della Polonia, della Russia, dei Veneziani e dei Turchi.

    26 gennaio 1699 - viene firmata la pace tra l'Austria, la Polonia, la Russia e la Turchia;

    21 febbraio 1699 - anche Venezia sottoscrive il trattato di Carlowitz con il quale la repubblica conservava la Morea, Egina, Santa Maura e le conquiste fatte nella Dalmazia e nell'Albania; scambiava i prigionieri e non pagava più il tributo per l'isola di Zante; restituiva però Lepanto e le isole dell'Arcipelago e si impegnava di abbattere le fortificazioni delle Rumelia e di Prévesa. Inoltre il trattato stabiliva che si delimitassero i confini della Dalmazia e dell'Albania.
     

    1711 - una epidemia colpisce i bovini di Rovigno.

    1714 - i Turchi portano un decisivo attacco alla Morea e la riconquistano, incontrando una resistenza assai blanda da parte dei comandanti delle fortezze veneziane. I Turchi rivolgono quindi le loro mire su Corfù e flotte cristiane, in particolare contingenti portoghesi e pontifici, accorrono in aiuto della Serenissima .

    12 dicembre 1714 - il Capitolo Collegiale e il Comune di Rovigno stante il podestà Marc'Antonio Venier stipulano un Accordo composto di 24 articoli per dirimere le controversie sorte tra loro. Tra l'altro l'articolo VI stabiliva che solamente il Consiglio dei Cittadini, ed unicamente a persone meritevoli, poteva concedere la sepoltura nella suddetta Collegiata.

    1715 - Rovigno manda quale Ambasciatore a Venezia Nicolò Bello, con una elargizioni di denaro del fondaco, 1.000 ducati, e l'offerta di marinai volontari per la guerra di Morea contro il nemico Turco.

    18 agosto 1715 - alcune fuste dulciniote abbordano a due miglia del porto di Rovigno delle navi in navigazione verso Venezia. Dopo breve scontro vengono respinte. In seguito assalgono e catturano tre trabaccoli, due dei quali rovignesi, rendendo schiavi gli infelici equipaggi. Vista però la munita difesa della città non ardiscono attaccarla né predarne il territorio.

    1716 - nella guerra scoppiata tra Venezia ed Impero Ottomano interviene anche l'imperatore d'Austria e grazie a una sua vittoria contro l'esercito ottomano in Ungheria Corfù è salva. I veneziani allora riprendono le operazioni per mare, rafforzano Corfù con l'intervento decisivo del capitano generale von Schulemburg..

    1717 - nello scontro navale di Cerigo, tra la flotta veneta e quella turca, si distingue il cap. rovignese Facchinetti, che rimase ferito, al comando della sua nave la "Sacra lega".

    1717 - nello scontro navale tra la flotta veneta e quella turca, avvenuto nei pressi dell'arcipelago di Santo Strati, essendo rimasto gravemente ferito il duce supremo, il veneto Flangini, il cap. rovignese Antonio Benussi, comandante della "Fedra", prese la direzione delle operazioni riportando una brillante vittoria che gli valse la nomina a Cavaliere di S. Marco.

    1717 - l'imperatore Carlo VI dichiara la libera navigazione dell'Adriatico già Golfo di Venezia.

    1718 - pace di Passarovitz tra Austria e Turchia, stipulata nonostante le proteste della Repubblica di Venezia, alleata in quella guerra con l'Austria, che sancirà per quest'ultima la perdita della Morea e di Corfù ed il declassamento da grande potenza europea.

    1719 - Carlo VI dichiara Porto Franco le città di Trieste e di Fiume.

    1720 - un tentativo di dare alle stampe lo Statuto di Rovigno abortisce forse per l'opposizione delle venete autorità che tentavano di uniformare gli statuti delle varie comunità istriane.

    8 maggio 1725 - viene posta la prima pietra della nuova Collegiata di Rovigno dedicata a Sant'Eufemia. L'opera sarà compiuta nel 1736.

    1727 - a Rovigno viene sciolto il Collegio degli Otto, istituito l'anno prima, perché "arrogavasi facoltà non sue".

    14 gennaio 1734 - muore il canonico Antonio Angelini, Abbate di S. Michele di Pola, dottore in sacra teologia. Viene sepolto nel duomo di Rovigno ai piedi della cappella di S. Niccolò con lapide, iscrizione e stemma sormontato da cappello vescovile.
     

    1734 - Rovigno offre denaro del Fondaco, 18.000 lire, a Venezia per "le moleste insorgenze d'Italia", ovvero per la guerra di successione polacca che divampava tra francesi e spagnoli da una parte ed austriaci dall'altra. I francesi infatti, nonostante la neutralità veneta, avevano invaso la provincia di Verona costringendo Venezia ad armare una truppa per prendere parte attiva alla guerra.

    1735 - il rovignese Nicolò Garzotto detto Sorra, già comandante del castello di S. Andrea del Lido, viene nominato dal veneto senato Sopraintendente generale delle artiglierie di terra ferma.

    1736 - la contesa tra il Consiglio ed il popolo di Rovigno viene decisa da Venezia a favore del secondo, confermando l'istituzione dei Sindici del Popolo. Grandi manifestazioni di giubilo da parte dei popolari.

    13 febbraio 1738 - un proclama ducale dichiara libero ai pescatori chiozzotti, ed agli altri sudditi veneti, la pesca nelle acque del Golfo (alto Adriatico), minacciando di "bando, corda, prigione e galera" chiunque ardisse impedirne la pesca. Il decreto era rivolto in particolare contro i pescatori rovignesi, che vedendo minacciato dai chioggiotti la loro ricca pesca delle sardelle, la difendevano a colpi di remi e qualche volta di pistola.

    1740 - un ulteriore decreto dogale precisava che non si autorizzava i chioggiotti a pescare nelle acque comunali istriane, bensì in quelle del Golfo Adriatico. Non venivano precisati però i limiti delle acque comunali e quindi non cessarono i motivi di contrasto e di liti tra rovignesi e chioggiotti. Così neanche gli ulteriori decreti dogali del 1761 e 1776 posero fine alle controversie.

    1740 - epidemia di vaiolo. A Rovigno in un solo mese periscono oltre 250 fanciulli.

    1743 - stampa degli "APPOSTAMENTI delle TRUPPE, DISPOSIZ: dell'ORDINANZE e PAESANI per Armo della Provincia d'ISTRIA, proposto per l'occorenze di salute anno 1743"
     

    16 gennaio 1747 - il Capitano-Podestà di Capodistria emana il divieto di pescare con reti a maglie troppo strette onde consentire il rinnovo ittico.

    4 settembre 1749 - Fede di Sanità rilasciata a Rovigno:
     

    1755 - in tale anno a Rovigno vi sono 13 famiglie Cittadine (o Nobili di Rovigno) con 361 individui atti al Consiglio.

    1756 - giunge a Rovigno don Leonardo de Grassi, organista del Duomo, lascia Grado per Rovigno in quanto gli viene offerto uno stipendio piu' alto. Ritornera' a Grado proprio nel 1765

    31 dicembre 1756 - il Consiglio di Rovigno decide di sostituire con una statua in bronzo quella lignea, colpita da un fulmine il 4 ottobre 1734, della venerata S. Eufemia posta in cima del campanile del Duomo.

    1757 - il Papa con l'approvazione del veneto senato concede il diritto ai canonici di Rovigno di fregiarsi dell'almuzia o zanfarda. il Capitolo di Rovigno per celebrare la conferma di tale vesta onorifica fa apporre nel duomo una epigrafe in latino opera di Antonio Angelini fu Angelo.

    1757 - Su incarico della Comunità, compulsando l'originale Statuto di Rovigno (poi andato perduto), la copia di Cancelleria ed altre private, l'avvocato Antonio Angelini fu Angelo emenda un nuovo e più integro Statuto di Rovigno.
     

    1758 - essendo podestà Fantin Contarini, l'architetto rovignese Simon Battistella pone sul campanile del Duomo, con una ingegnosa macchina di sua ideazione, la gigantesca statua bronzea di S. Eufemia alta 22 piedi di Vienna, ovvero 3 tre metri e 90 opera dei fratelli Vincenzo e Giambattista Vallani di Maniago.
     

    1761 - la Scuola di S.Pietro e la Fraglia dei pescatori di Rovigno stabiliscono di non calare né pescare a fondo in nessuna maniera, onde preservare la pesca delle sardelle.

    14 gennaio 1762 - seguendo la moda dell’epoca anche a Rovigno si istituisce una Accademia letteraria che prende il nome di Accademia degli Intraprendenti.

    1763 - stante i tempi più tranquilli aveva perso la sua funzione strettamente difensiva il canale ed il grande arco di stile toscano con doppi battenti e ponte in pietra che separavano la città antica di Rovigno chiusa nell’isola di Monto dalla terraferma.
     

    Cosicché il fossato, ormai ridotto ad un putrido stagno di acque limacciose ed insalubri, venne in quell'anno interrato unendo la città al colle di San Francesco su cui si era andata nel frattempo espandendo già nella metà del '600.
     

    L'isola di Rovigno così come si 
    presentava prima dell'interramento 
    del canale che la separava dalla
    terraferma.

    1764 - viene aggregato al Consiglio di Rovigno il capitano Marco Vincenzo Beroaldo per il suo eroico comportamento tenuto nel porto di Genova avendo sostenuto con la sua nave mercantile Sacra Famiglia, armata però con 36 cannoni, uno scontro a fuoco con le batterie del porto per non consegnare alle autorità genovesi un cittadino della repubblica accusato di aver ucciso in una rissa un genovese. Per il coraggio ed il valore dimostrati in precedenti scontri navali con i turchi, (Samo - Golfo di Venezia) il capitano aveva già meritato dal veneto senato la nomina a Cavaliere di S. Marco.

    1765 - cessa la sua attività l'Accademia degli Intraprendenti.

    1765 - l'ex accademico degli Intraprendenti, il canonico Don Rocco Angelini, fonda l'Accademia dei Filarmonici di Rovigno.

    1765 - con una delle votazioni più controverse, 164 favorevoli e 156 contrari, viene aggregato al Consiglio di Rovigno la famiglia Piccoli. Aggregazione che poi verrà invalidata e solamente nel 1769 sarà confermate dalle autorità venete.

    12 agosto 1767 - per vigilare sul contrabbando praticato a Rovigno, in particolare su quello del sale e quello fiorente delle sardelle salate, Venezia invia a Rovigno in aiuto ai soliti dazieri 5 spadaccini o sbirri detti in rovignese zgarafòni. Allorché i 5 sbirri si presentarono all'ufficio della Cancelleria richiedendo i documenti e la lista delle sardelle spedite, il cancelliere prese tempo dando modo alla solita folla di oziosi e turbolenti di radunarsi intorno agli sbirri, che per ingannare l'attesa gironzolavano fuori dall'ufficio, circondandoli con atteggiamenti non proprio amichevoli. Gli sbirri cercarono allora di allontanarsi, ma giunti presso il Volto della Pescheria e, temendo di essere assaliti, fecero fuoco sui loro persecutori ferendone uno. La reazione dei popolani, violenta ed immediata, costrinse gli sbirri alla fuga per evitare di venir linciati sul posto. Nella loro fuga i cinque malcapitati continuarono a far fuoco ma ciò non evitò a tre di loro di venir raggiunti ed essere ferocemente trucidati. Non contenti di ciò i rivoltosi armarono una barca e si portarono a Vistro, ove vi era la barca della finanza, catturati i due guardiani che la custodivano, la rimorchiarono a Rovigno dove tra il giubilo del popolo, trattala sulla piazza, vi appiccarono il fuoco. Il governo veneto per non esacerbare vieppiù gli animi lasciò impuniti, per allora, i colpevoli.

    27 agosto 1769 - il governo veneto si decide ad inviare a Rovigno il Podestà-Capitano di Capodistria, il nobile Marcello, con una galeotta e le forze ritenute sufficienti a procedere contro il riottoso popolo rovignese e cercare di ristabilire quell'ordine compromesso con i fatti del 1767. Un pielago rovignese che al solito praticava il contrabbando venne raggiunto in mare e sequestrato, ma il suo padron, Gregorio T...., riuscì a svignarsela. Nel frattempo in città sbirri e dazieri provvedevano a sequestrare le sardelle fuori legge, ma quando nella loro opera giunsero al magazzino di Nicolò Gangola, la moglie di questi fece un tale strepito da indurre i timorosi dazieri a filarsela prudentemente ed alla fine anche le restanti sardelle sequestrate dal Marcello vennero rilasciate e la cosa finì lì.

    16 giugno 1771 - battesimo del figlio del podestà Zorzi Barozzi, padrini al fonte per la prima volta, anziché i nobili di Rovigno i 2 Sindici del Popolo "il conte Giuseppe Califfi e l'ill.o Antonio Angelini".

    12 marzo 1772 - istituzione del Monte di Pietà di Rovigno.
     

    1772 - la famiglia Biondo qm. Angelo è aggregata al Consiglio previo l'esborso di 1.000 ducati.

    17 giugno 1774 - dei rovignesi condannati al remo, mentre attraversano la piazza della città per venire imbarcati nella galera scortati da fanti, sbirri e soldati delle cernide, vengono sottratti alla pena da un gruppo di scatenati popolani, tra i più esagitati le donne.

    19 giugno 1774 - scoppia una violenta rissa tra due famiglie rovignesi che provocherà un morto ed otto feriti gravi. Il Consiglio ed il Podestà, vistisi impotenti a sedare gli animi esacerbati dei contendenti chiesero l'aiuto del Governo veneto e degli Inquisitori di Stato.

    26 luglio 1774 - giunge a Rovigno con un picchetto di soldati il Capitano di Raspo per sedare la disputa ed istruire il processo. Ma al solito poi tutto finì in nulla.

    25 marzo 1777 - ducale di Alvise Mocenigo con cui si concede al sig. Giacomo Angelini fu Giuseppe di edificare nella sua tenuta di Valteda, ovvero Stanzia Angelini, la chiesetta di S. Francesco di Paola. La chiesa verrà compita l'anno dopo.

    1779 - l’avvocato Antonio Angelini fu Angelo viene nominato XX Moderatore della Confraternita delle Sacre Stimmate o dei Battuti. A lui, sul declinare della Repubblica Veneta, viene affidato l'incarico di aggiornare ed emendare il testo dello Statuto di Rovigno risalente al 1531.

    1780 - la tensione a Rovigno tra Nobili e Popolo giunge al punto che si eleggono 12 Saggi o probiviri, sei del popolo e sei del Corpo dei Cittadini, per dirimere le innumerevoli controversie sorte tra i due ceti. Il tentativo fallì, a quanto pare, per la forte opposizione di un influente membro dei Cittadini.

    2 giugno 1780 - giunge da Venezia a Rovigno il Governatore della dogana per il noto problema del contrabbando delle sardelle salate. Vi rimane infruttuosamente per tre giorni visto che i fanti del Comune non osano indicargli i magazzini fuori legge per timore della reazione popolare, che come visto, era solita manifestarsi con estrema violenza.

    19 maggio 1781 - scoppia un tumulto popolare a Rovigno causato dalla uccisione di un popolano da parte degli zaffi. Dopo un primo assalto, il giorno dopo il popolo inferocito entra nel palazzo pretorio dove gli zaffi si erano rifugiati, trucidando oltre a tre di loro anche il boia e due loro donne.

    14 settembre 1781 - chiamato dal Consiglio dei Dieci giunge a Rovigno con tutta la sua flotta il Capitano del Golfo Andrea Renier. Occupata militarmente la città e disarmata la popolazione solamente allora le autorità venete riuscirono a procedere contro gli autori degli efferati eccidi del maggio precedente. Nella occasione vennero catturati altri autori di misfatti fin qui rimasti impuniti.

    1782 settembre - termina il processo contro gli autori della sommossa del maggio 1781. Vengono strozzati in carcere e poi appesi alle forche con appeso sul collo il cartello "Per gravi colpe di stato" Giovanni Franco, capo delle cernide rovignesi, e Marco Rocco. Altri sette popolani furono condannati alla pena del remo od incarcerati. In quel mentre era giunto a Rovigno per le sue ricerche ittiche il noto studioso Lazzaro Spallanzani.

    GdeA

    23 novembre 1782 - su istanza della popolazione il doge concede di raddoppiare il numero dei canonici della Collegiata di Rovigno, stante il considerevole aumento degli abitanti. La Collegiata avrà a partire dal 1° marzo del 1783 otto canonici anziché quattro sempre con a capo del Capitolo un Preposito.

    1783 - Antonio Angelini fu Cristoforo dona agli Ospitali e alla Fraterna dei poveri infermi il proprio carato della nuova nave varata a Rovigno, dell'importo di lire 12 mila in due parti uguali.

    1784 - Carta dell'Istria di Giovanni Valle Giustinopolitano.
     

    25 novembre 1787 - il vice-console d'Inghilterra a Rovigno, sig. Leonardo Maraspin, viene proditoriamente accoltellato a morte dal nipote, nel tentativo d'opporsi all'omicidio il venticinquenne Giuseppe Angelini rimedia una coltellata in pieno volto che gli procura un taglio lungo sei dita e la perdita della vista di un occhio.
     
     

    Esercito Veneto - Cernide friulane 1790

    9 febbraio 1791 - il Consiglio dei Dieci, vista la rissosità del Popolo e dei Cittadini di Rovigno, per evitare ulteriori spargimenti di sangue, mette al bando ogni sorta di arma "di punta, di taglio e di fuoco". Affisso al Porton del Ponte il proclama viene stracciato e vilipeso.

    29 novembre 1792 - giunge al porto di Rovigno una bombarda francese il cui capitano, vistosi rifiutare la carta sanitaria, incominciò ad inveire contro il governo veneto e a stento il Podestà riuscì a distogliere i rovignesi dall'assaltare la nave francese.

    1793 - soppressione della loggia massonica di Trieste.

    12 aprile 1796 - prima vittoria dell'Armata Francese d'Italia comandata dal giovane Bonaparte sulle colline savonesi a Cairo Montenotte sull'esercito austriaco
     

    1 giugno 1796 - nonostante la proclamazione da parte di Venezia della "netraulità disarmata" le truppe francesi occupano la città di Verona. Verso la fine del 1796 quasi tutta la parte occidentale del territorio della Repubblica di Venezia si troverà occupata militarmente dalle forze della Repubblica Francese: a una a una le città più importanti della terraferma — Bergamo, Brescia, Peschiera e Vicenza — vedono l’arrivo dell’Armata d’Italia, guidata da Napoleone Bonaparte, generale corso di origine toscana.
     

    20 giugno 1796 - visto le allarmanti notizie che giungevano dai territori di terra della Dominante 18 notabili e 94 marinai rovignesi si recano a Venezia senza alcun soldo d'ingaggio per offrirsi volontari alla difesa della patria comune minacciata dalle armi francesi, portando inoltre 1.000 ducati per provvedere alle spese di riarmo.

    23 giugno 1796 - ducale con onorifici riconoscimenti per la "fedelissima Comunità di Rovigno" ed i suoi volontari.

    5 luglio 1796 - parte alla volta di Venezia il pielago dei fratelli Blessich, armato e fornito di volontari rovignesi, per accorrere in difesa della Dominante.

    6 agosto 1796 - il Podestà e Capitanio di Capodistria, Michiel Minotto, commina il bando da tutti gli stati veneti dei rovignesi Nicolò Ferrara e Marco Novello autori dell'omicidio del figlio di Lorenzo Barzelogna.

    15 febbraio 1797 - giunge nel porto di Rovigno la fregata da guerra francese "La Brune" pretendendo dei piloti che la guidassero a Venezia e minacciando, alle 24 del giorno successivo, di bombardare la città se non venivano esauditi. Alla fine convinto un recalcitrante rovignese, tale Paolo Narida, a fungere da piloto se ne andarono alle 2 di notte.

    7 marzo 1797 - le cernide rovignesi catturano 4 francesi che si erano rifugiati a Vistro con la refurtiva predata dal loro sciambecco che scorreva l'alto adriatico.

    23 marzo 1797 - rapida comparsa a Trieste dell'allora generale di brigata Murat che alla testa di 30 ussari, se ne va dopo aver fatto man bassa dei 21 mila franchi della cassa civica. Poco dopo sopraggiunse il generale Dugua col grosso della truppa francese ed il giorno successivo al rombo dei cannoni fa issare sul castello di Trieste il tricolore francese.

    medaglia francese che celebra la
    la "Prise de Trieste" 

    25 marzo 1797 - delle barche giunte da Venezia portano a Rovigno la notizia dell'insurrezione anti-francese di Brescia e Bergamo.

    26 marzo 1797 - viene piantato a Trieste il cosiddetto "Albero della Libertà" a cui tutta la cittadinanza doveva prestare giuramento "di obbedienza e fedeltà alla Repubblica francese una ed indivisibile". In un comunicato trilingue, francese, italiano e tedesco, si ordina entro le 24 ore la consegna di tutte le armi e l'obbligo di fregiarsi della coccarda tricolore francese. Mentre Napoleone fissa in tre milioni di lire tornesi la contribuzione di guerra per la città.

    10 aprile 1797 - Napoleone firma il trattato di Leobon, con le sue infami clausole segrete, che cede Venezia e i suoi possedimenti all'antico nemico austriaco.

    10 aprile 1797 - le truppe del gen. Dugua lasciano Trieste per recarsi a Klagenfurt su ordine di Napoleone.

    14 aprile 1797 - approfittando di tale fatto un drappello di ussari e circa 300 fanti croati, comandati dal Cap. Jesich e dal triestino Cap. Bonomo, rafforzati da un buon numero di contadini attaccano il restante esiguo presidio francese sbaragliandolo a Cattinara ed entrano a Trieste. Impresa vanificata dagli accordi di tregua presi il 7 aprile, per cui seppure nolenti gli austriaci devono evacuare la città.

    17 aprile 1797 - nella notte fra il 16 e il 17 aprile 1797, appare per le vie di Verona un manifesto a firma di Francesco Battaja (1743-1799) — ex provveditore straordinario di terraferma — incitante i cittadini alla rivolta contro gli occupanti francesi e alla vendetta contro i collaborazionisti locali. Il Manifesto è un clamoroso falso opera degli stessi francesi per provocare un "casus belli" e giustificare l'annessione della città. Nonostante i tentativi dei governanti veneti di calmare le acque il giorno stesso scoppierà nel contado di Verona l'insurrezione anti-francese conosciuta come "Pasque veronesi" con eccidio di soldati francesi a cui parteciperanno in particolare le truppe schiavone, arruolate nella Dalmazia veneta, e le truppe delle cernide locali oltre che i contadini stessi al grido di:

    Viva San Marco! Viva el Leon !

    19 aprile 1797 - giunge a Rovigno il maggiore Parma, sopra intendente alle cernide, per fare una nuova leva.

    23 aprile 1797 - giunge in Istria la notizia che la nave da guerra francese "Liberateur de l'Italie" ha tentato di forzare il porto di Venezia e ne è stato respinto dai cannoni del Lido. A questa notizia i rovignesi armano 5 vascelli (dei fratelli Giuseppe e Nicolò Facchinetti, del cap. Ballarin, del cap. Bocchino e del cap. Capponi) e spediscono altri 80 uomini al comando del Ten. Zonca e del Cap. Leonardo Davanzo con delle brazzere al Quieto per armare "L'Eolo" rimasto senza equipaggio.

    25 aprile 1797 - dopo un'eroica resistenza Verona deve cedere alle preponderante forze francesi.

    29 aprile 1797 - Napoleone Bonaparte giunge in visita a Trieste, ove rassicura i maggiorenti della città, tra l'altro pratica uno sconto sui contributi di guerra della città portati a 2 milioni e 600 mila franchi, ed invece prende a male parole il console della Repubblica di Venezia per le uccisioni di soldati francesi avvenute a Verona e al Lido di Venezia.

    1° maggio 1797 - da Palmanova Napoleone Bonaparte dichiara guerra alla Repubblica di Venezia. Il Senato veneto, del tutto irriconoscibile rispetto alle sue gloriose tradizioni, non oppone alcuna resistenza armata.

    11 maggio 1797 - giunge la notizia dell'arresto dei 3 Inquisitori di Stato e di Domenico Pizzamano, comandante del castello di Sant'Andrea di Lido che si era opposto al "Liberateur".

    12 maggio 1797 - auto esautoramento del Doge di Venezia Lodovico Manin.
     

    15 maggio 1797 - la notizia della caduta dell'antico governo di Venezia viene portata a Rovigno dal pielago dei fratelli Blessich, licenziato perché ogni difesa era ormai vana.

    16 maggio 1797 - una barca reca a Rovigno la notizia che il giorno precedente le truppe francesi erano entrate in Venezia.
     

    19 maggio 1797 - transita per Rovigno il Nobile Nicolò Morosini che sta riconducendo in Dalmazia le fedeli truppe schiavone.

    gdea

    23-24 maggio 1797 - nella notte, in esecuzione degli accordi intervenuti, l'intero corpo francese lascia la città di Trieste e gli austriaci possono così farvi ritorno.

    4 giugno 1797 - a Venezia viene piantato l'Albero della Libertà e dell'Uguaglianza, e tra feste e canti si brucia il Corno dogale ed il Libro d'Oro della veneta nobiltà.

    8 giugno 1797 - nel refettorio di S. Francesco si radunano 60 tra i più influenti capi-famiglia rovignesi per stabilire il da farsi. Viene deciso di armare una Guardia Nazionale per la tutela dell'ordina in città e di costituire un governo provvisorio che comprenda i rappresentanti di tutta la popolazione, Nobili e Popolo, che rinsaldi inoltre i rapporti col governo democratico dell'ex-Dominante.

    11 giugno 1797 - A Rovigno i capi-famiglia radunatisi nel Duomo di Sant'Eufemia in numero di 1.016 a suffragio universale eleggono la Municipalità del Popolo libero e sovrano ovvero il Governo democratico dei 18.
     
     

    E  L  E  T  T  I
      1. Il Cittadin Iseppo Natori q. Andrea voti prosperi   959 voti contrari    26
      2.       dt.  Parroco dott. Giov. dott. Beroaldo voti prosperi  870 voti contrari  115
      3.       dt.  Francesco Godena q. Domenico voti prosperi  919 voti contrari   66
      4.       dt.  Gaetano dott. Borghi voti prosperi  940 voti contrari   45
      5.       dt.  Giov. Costantini q. dott. Iseppo voti prosperi  944 voti contrari   41
      6.       dt.  Giovanni Califfi d'Iseppo voti prosperi  960 voti contrari   25
      7.       dt.  Martin Blessich q. Tomaso voti prosperi  966 voti contrari   19
      8.       dt.  Francesco Biondi q. Anzolo voti prosperi  950 voti contrari   28
      9.       dt.  Domenico Facchinetti q. Iseppo voti prosperi  950 voti contrari   25
    10.       dt.  Carlo Basilisco q. dott. Basilisco voti prosperi  725 voti contrari 250
    11.       dt.  Anzolo Venerandi q. Rocco voti prosperi  748 voti contrari 226
    12.       dt.  Piet. dott. Biancini q. dott. Clem. voti prosperi  900 voti contrari   67
    13.       dt.  Iseppo dott. Angelini di Giacomo voti prosperi  880 voti contrari   86
    14.       dt.  Mattio Cherini q. Francesco voti prosperi  934 voti contrari   31
    15.       dt.  Domenico Basilisco q. Vincenzo voti prosperi  798 voti contrari 167
    16.       dt.  Mattio Brunelli q. Lorenzo voti prosperi  904 voti contrari   53
    17.       dt.  Antonio Angelini q. Anzolo voti prosperi  900 voti contrari   50
    18.       dt.  Franc. Da Pas q. Zan'Andrea voti prosperi  889 voti contrari   33

    12 giugno 1797 - Si elegge il Presidente del Governo dei 18 Francesco Da Pas; il Vice Presidente Gaetano Borghi ed il segretario Giuseppe Angelini. Si licenzia l'ultimo Podestà veneto di Rovigno Lorenzo Balbi, apprestandogli una barca per il rimpatrio in cui si imbarcano anche 2 Delegati con lo scopo di rinsaldare i legami col nuovo governo di Venezia.
     
     
    PRIMO PERIODO AUSTRIACO (1797-1805)

    GdeA

    14 giugno 1797 - le truppe d'occupazione austriache, circa 500 uomini di fanteria e 100 di cavalleria, al comando del gen. Klenau entrano a Rovigno.

    18 giugno 1797 - la Municipalità di Rovigno prepara un Memoriale con le richieste della città a Raimondo conte di Thurn, C. R. Commissario Supremo dell'Istria, redatto dal segretario Giuseppe Angelini, portato a Capodistria dai delegati della Comunità il dott. Borghi ed il cap. Facchinetti.

    21 giugno 1797 - inizia la discordia tra i cittadini rovignesi e un delegato del popolo parte a sua volta per Capodistria con un memoriale con le lagnanze contro il nuovo Governo dei 18.

    24 giugno 1797 - il Comando militare dà l'ordine di consegnare al Municipio di Rovigno tutte le armi da taglio e da fuoco. Ordine mutato il giorno successivo nel portarle in maniera visibile e di rispettare i militi del presidio austriaco.

    Infatti nella città erano scoppiati già varie zuffe e tafferugli tra rovignesi e militari austriaci.

    6 luglio 1797 - col suo decreto organizzativo, datato da Rovigno, Raimondo di Thurn conferisce a Rovigno per la prima volta il titolo di Città.

    7 luglio 1797 - Raimondo di Thurn sostituisce nel Governo dei 18 Giuseppe Angelini con Francesco Benussi e nomina Francesco Biondo Dirigente politico, carica che manterrà per tutto il primo periodo austriaco.

    16 luglio 1797 - rissa in una osteria tra militi del presidio austriaco e rovignesi.

    agosto 1797 - Rovigno, tentativo di ammainare una bandiera austriaca.

    7 ottobre 1797 - Lorenzo Barzelogna supplica le autorità di eseguire la sentenza contro Nicolò Ferrara, detto Fonda, e Marco Novello, detto Mantecca, autori dell'efferato omicidio del figlio che nonostante la sentenza di messa al bando giravano insolentemente per Rovigno.

    17 ottobre 1797 - Trattato di Campoformido con cui viene sancito il tradimento napoleonico: la Repubblica di Venezia viene sacrificata agli Austriaci. Venezia e la Dalmazia viene ceduta all'Austria in cambio dei Paesi Bassi e della riva sinistra del Reno.
     

    Medaglia commemorativa 
    Trattato di Pace di Campoformido

    1798 - Il conte di Thurn grava di un dazio di lit. 40 per barile l'esportazione dell'olio istriano. Per le accese rimostranze è costretto a fare parzialmente marcia indietro esentando dal dazio l'esportazione dell'olio verso Venezia;

    3-4 ottobre 1798 - viene trovato il corpo di un soldato del presidio austriaco, tale Michele Himet, sulla strada che conduce da Rovigno a Valle. Le autorità austriache pensano subito ad un omicidio, anche se la successiva autopsia sembra accreditare una morte naturale. Ne fa le spese Domenico Sponza dapprima accusato del presunto omicidio;

    10 ottobre 1798 - assalti a mano armata, case svaligiate, persone minacciate, morti sospette avvengono a funestare la vita a Rovigno.

    24 ottobre 1798 - un milite austriaco mentre si recava a Dignano per servizio, viene malmenato e disarmato del fucile nei pressi di Rovigno. Qualche giorno dopo poco fuori città viene rinvenuto il cadavere di un altro soldato austriaco. Sempre nel mese di ottobre veniva minacciato con lo schioppo da un popolano rovignese un'altro milite;

    - per far fronte all’ondata di aggressioni subite dai militari del presidio austriaco, si istituisce a Rovigno una Speciale Commissione inquirente per i crimini contro i presidi militari.

    22 novembre 1798 - ripara nel porto di Rovigno il brigantino "Il feroce dalmata" comandato dal cap. Cristoforo Popovich di Castel Nuovo dopo aver subito l'assalto di una nave corsara battente bandiera francese;

    9 febbraio 1799 - il locale deposito dei tabacchi viene nottetempo alleggerito di 119 libbre di tabacco, naturalmente per incrementare la fiorente industria locale del contrabbando, vanamente contrastata dai "Spadaccini della Ferma" i quali in mancanza di una divisa si distinguevano per un bracciale dorato recante lo stemma di S. Marco in ottone e le iniziali F.G.T.

    12 febbraio 1799 - vibrante protesta dei pescatori di Chioggia contro le violenze che dicono essere state loro perpetrate da quelli di Rovigno. I pescatori rovignesi a loro volta accusano i chioggiotti di danneggiamenti alle loro reti di pesca, operato il 4 febbraio, nel tratto di mare nei pressi di Punta Croce;

    marzo 1799 - la leva di marinai istriani per la flotta austriaca, nonostante gli sforzi profusi dalle pubbliche autorità fu un fiasco colossale. Contro i 300 previsti gli austriaci non riuscirono ad arruolare che 5 marinai;

    aprile 1799 - il rovignese Francesco Rocco detto Zivo, viene accusato di aver cercato di allestire una barca armata contro gli austriaci. Si salva dall'arresto con la fuga.

    25 aprile 1799 - a Pirano scoppia un tumulto popolare per la soppressione della festa di San Marco operato dalle autorità austriache.

    30 giugno 1799 - per sfuggire ai reiterati tentativi di leva degli austriaci tutte le barche rovignesi prendono il largo e così contro i 60 marinai preventivati Rovigno ne fornisce a malapena 21;

    1 febbraio 1800 - d'ordine del ministro barone von Thugut gli austriaci apportano notevoli modifiche all'amministrazione dell'Istria ex-veneta con una riduzione dei comuni e la ripartizione in otto Circondari o Dipartimenti, ciascuno dei quali sottoposto ad una Direzione politico-economica: Capodistria, Pinguente, Pirano, Montona, Parenzo, Rovigno, Albona e Pola. In ogni capoluogo fu istituito un Tribunale amministrativo di 1° Istanza. In ogni comune venne istituito un ufficio cosiddetto di Sommarietà presieduto da un giudice per dirimere le cause sino a 20 ducati (120 lire venete). Tale giudice aveva altresì la carica di Superiore locale politico (cioè amministrativo). A Parenzo viene istituito un Tribunale Criminale di 1° Istanza, mentre a Capodistria continua a sussistere il Tribunale d'Appello Civile e Criminale. La terza istanza spettava al Supremo Tribunale Revisorio di Venezia. Per le cause civile e quelle criminali pregresse continuò ad essere vigente la legislazione veneta.

    novembre 1800 - viene sfrattato da Rovigno il maestro di ballo "come emissario francese seducente coi suoi perversi discorsi la gioventù".

    9 febbraio 1801 - pace di Luneville che conferma i patti di Campoformido, assicurando alla Francia il confine renano e all'Austria la sovranità sugli ex-possedimenti veneti.

    1801 - sul finire del 1801 viene esautorato il conte Raimondo di Thurn, e la carica di Commissario Plenipotenziario per L'Istria, la Dalmazia e l'Albania passa al nobile friulano il barone Francesco Maria di Carnea Steffaneo.

    novembre 1801 - si diffonde la notizia che l'inquieta Rovigno si sia ribellata agli austriaci. Le allarmate autorità austriache spediscono d'urgenza 300 soldati di rinforzo al presidio militare.

    11 gennaio 1802 - la Consulta di Lione sancisce il passaggio di denominazione della Repubblica Cisalpina in Repubblica Italiana e Napoleone, per acclamazione, ne diventa il primo Presidente.

    5 marzo 1802 - il plenipotenziario austriaco, barone Francesco Maria di Carnea-Steffaneo, visita la città di Rovigno che per l'occasione presenta tutta la via Carrera illuminata con ceri.

    7 marzo 1802 - il barone Steffaneo, uomo d'idee conservatrici, non tollerando la sopravvivenza del Governo dei 18, democraticamente eletto, ne dichiara lo scioglimento ripristinando il Consiglio dei Cittadini e ricostituendo così il Corpo dei Cittadini o Nobili di Rovigno di veneta memoria. Opera però un ridisegno di tale istituzione sia riducendone la rappresentanza ad un componente per famiglia, sia aggregando le famiglie del Popolo che avevano un rappresentante nel precedente Governo dei 18. Istituisce inoltre una "consulta di 24 individui di questo corpo" onde governare la Comunità. Le famiglie del popolo aggregate in quella occasione al Corpo dei Cittadini furono 14 (AAS - Biancini):
     

     1. Natori;
     2. Godena;
     3. Borghi;
     4. Califfi;
     5. Blessich;
     6. Facchinetti;
     7. Venerandi;
     8. Biancini;
     9. Angelini (Giuseppe q. Giacomo);
    10. Cherini;
    11. Brunelli;
    12. Angelini (Antonio q. Anzolo);
    13. Da Pas;
    14. Benussi.

    7 settembre 1802 - messaggio del magistrato camerale di Venezia al console austriaco di Tripoli con allegato il disegno del Tricolore della Repubblica Italiana:
     

    6 marzo 1804 - con decreto viene soppresso il C.R. Governo provinciale provvisorio dell'Istria ex-veneta, e pertanto viene sollevato dall'incarico il barone di Carnea Steffaneo.

    aprile 1804 - il governo di Vienna per la prima volta modifica il governo dell'Istria ex-veneta ponendo quest'ultima a far parte della Provincia di Trieste, e quindi sotto la diretta dipendenza di quel governatore, il conte Sigismondo Lovàcs, dando il nome alla neo costituita regione amministrativa di Capitanato provinciale o circolare, in conformità a quanto avveniva nei restanti domini austriaci. Alla presidenza interinale del nuovo organismo fu lasciato il de Roth, il quale ebbe appena il tempo di mettere in vigore il nuovo codice penale austriaco, dato che morì il 3 aprile.

    aprile/maggio 1804 - reggenza interinale del conte Alessandro Nemeth (circa tre mesi) ed infine nomina quale Capitano provinciale del conte Giuseppe Castiglioni e a vice-Capitano del conte Francesco Hohenwart. Divenuta Trieste sede del Governo regionale, Capodistria dovette retrocedere a semplice capoluogo. La nuova organizzazione amministrativa comportò la riduzione delle otto Direzioni politiche a tre Commissariati circolari, quelli di Parenzo, Rovigno e Pola, lasciando invece inalterato l'assetto giudiziario portando però a Klagenfurt il giudizio di Terza Istanza. Tale ampia ristrutturazione fu approvata da Vienna nell'agosto 1804.

    - in questo periodo il Capitano provinciale della Carniola, conte Trauttmannsdorf, sposando le richieste dei suoi amministrati in maggioranza sloveni, avanza la proposta al governo di Vienna che l'Istria ex-veneta venga aggregata a quella regione. Trova però la netta opposizione del conte Lovàcs, che nella sua recente attività di Governatore di Trieste e dell'Istria ex-veneta afferma che la regione è abitata nella sua stragrande maggioranza da italiani. Il Governo austriaco che già nel 1802 aveva riconosciuto tale fatto ponendola alle dipendenze della Cancelleria aulica italiana di Vienna non poté quindi che respingere la proposta (decreto del 14 agosto 1804)

    - recrudescenza del brigantaggio, con caccia sistematica dei malfattori, in genere contadini morlacchi, con trasferimento del tribunale criminale da Parenzo a Dignano. I briganti catturati vengono condannati a morte o all'ergastolo senza ottenere però grandi benefici. Tantochè il C.R. Supremo tribunale di giustizia di Vienna inviò nell'Istria ex-veneta un Commissario aulico e Consigliere di corte, Luca Valeri, per attingere informazioni di prima mano atte a combattere al meglio la piaga del brigantaggio.

    dicembre 1804 - Napoleone Bonaparte si fa incoronare Imperatore dei Francesi.

    aprile 1805 - scoppia una violenta rissa tra militari austriaci e popolani rovignesi causata dalla uccisione di un tale Bastian da parte d'una guardia del presidio.

    26 maggio 1805 - a Milano Napoleone si fa incoronare Re d'Italia, nominando contemporaneamente viceré il figliastro, Eugenio Beauharnais Principe di Venezia. Smembra però dal regno la Liguria che da direttamente alla Francia, mentre la piccola repubblica di Lucca, al cui governo pone il cognato Felice Baciocchi, diventa uno staterello satellite dell'impero francese.
     

    luglio 1805 - terza coalizione anti-francese: Gran Bretagna, Austria, Russia, Svezia e Regno di Napoli.
     

    estate 1805 - scoppia la guerra tra Francia ed Austria.

    12 agosto 1805 - il presidio militare austriaco ha l'ordine di abbandonare la città di Rovigno.

    7/18 novembre 1805 - precipitosa fuga delle truppe austriache da Trieste seguite dal governatore Lovàcs e da tutte le altre autorità austriache che non si curano di abbandonare alla loro sorte 300 soldati feriti.

    19 novembre 1805 - entrano a Trieste i francesi al comando del famigerato generale Solignac alla testa di 500 uomini, tra cui 2 compagnie di colore. Il Solignac impone alla città un contributo di guerra di 6 milioni di franchi in oro ed argento da pagarsi entro le 24 ore, nonché la fornitura di 20 mila razioni giornaliere di viveri per il corpo militare di occupazione che sarà costituito da 3.510 soldati. Le proteste dei triestini al Massena fanno ridurre della metà l'esoso balzello. Visto che il 20 la rapina delle pubbliche casse gli aveva fruttato appena 20.450 fiorini, pretese per sé 200 mila franchi in denaro liquido e 30 mila in gioielli per la sua sposa.

    21 novembre 1805 - i francesi entrano a Capodistria. Richiesta di un contributo di guerra di 60.000 fiorini, ne ottengono 20 mila.

    22 novembre 1805 - ottenuta per sé e sposa la ricca prebenda, il Solignac abbandona la città alle truppe del generale Seras, che arrivarono il giorno dopo, dichiarando la città esente da ogni ulteriore contribuzione. Ma i neo arrivati non mancarono di fare ulteriori e pesanti richieste fomentando il malcontento dei triestini.

    25 novembre 1805 - il comandante del corpo francese d'occupazione gen. Solignac nomina una Commissione composta da due Sindici deputati di Capodistria e di quattro altri notabili che si chiamò Governo provvisorio centrale dell'Istria. Il cui primo atto fu quello di sancire lo status quo lasciando in vigore l'ordinamento austriaco.
     
     
    PERIODO FRANCESE (1805-1813)

    GdeA

    30 novembre 1805 - Trieste, ingiunzione di consegnare entro le 24 ore tutte le armi sia offensive che difensive.

    2 dicembre 1805 - sconfitta degli austro-russi ad Austerlitz.

    2 dicembre 1805 - il Massena affida l'amministrazione della città di Trieste e del territorio istriano ad una "Magistrature publique, politique et economique", a capo del quale pone Ignazio de Capuano, che doveva funzionare seconde le leggi vigenti in precedenza.

    4 dicembre 1805 - visita di Massena a Trieste. Le rimostranze del de Capuano fruttano se non altro l'esonero dell'avido e mal visto comandante della piazza Sassernò, sostituendolo col capitano di vascello Sibylle.

    6 dicembre 1805 - all'atto della sua dipartita dalla città di Trieste il Massena dichiara per Trieste il porto franco, cioè aperto a tutte le nazioni alleate della Francia o comunque neutrali, nonché ad ogni sorta di merce eccettuata quella inglese.

    6 dicembre 1805 - col subentro del generale Seras al Solignac il Governo provvisorio decade, dato che il Serras su istanza dei Deputati della Provincia d'Istria, provvide ad istituire un nuovo Governo Provvisorio meno raccogliticcio che aveva quale presidente Angelo Calafati e 6 consiglieri: il conte Francesco Bocchina, Niccolò Papadopoli, Niccolò del Bello, Bartolo Colombani, Antonio Lugnani e Stefano Angelini di Rovigno. Il nuovo Governo provvisorio entrò in vigore il 9
    dicembre.

    Angelo Calafati

    7 dicembre 1805 - alle 15 un drappello di 26 ussari francesi, al cui comando era un certo Vico di Trieste, facendosi credere l'avanguardia di un più consistente corpo di truppa richiede 100.000 fiorini oltre a viveri e vettovaglie alla città di Rovigno. Dopo lungo patteggiare ne ottengono a stento 17.500.
     

    REGNO d'ITALIA (1805-1810)

    26 dicembre 1805 - pace di Presburgo che sancisce l'annessione degli Stati dell'ex Repubblica di Venezia ceduti in precedenza con i trattati di Campoformido e Luneville, alla Francia che li aggrega al Regno d'Italia.
     

    La scritta recita: Venezia resa all'Italia
    XXVI dicembre MDCCCV
    promessa assai poco durevole

    27 dicembre 1805 - compare il corpo d'occupazione francese composto da 80 uomini di fanteria e di otto cavalieri, l'Angelini li dirà "mori" perché negli 80 fanti vi erano 57 mammalucchi egiziani.

    1806 - Nel "DICTIONNAIRE GÉOGRAPHIQUE PORTATIF" stampato a Parigi nel 1806 vi è il seguente lemma dedicato a Rovigno:
     

    Ovvero: "ROVIGNO o Rouvigne, Arupinum, piccola città assai popolosa dell'Istria, con due buoni porti e delle strade di ottime pietre. Il suo territorio produce dell'eccellente vino, a 14  l. SO da Capodistria. Long. 3r. 28. lat 45. 14."

    1 febbraio 1806 - il viceré Eugenio scioglie il governo provvisorio dell'Istria e nomina al suo posto un Magistrato civile un Intendente di Finanza ed un Delegato di Polizia col compito di governare da Capodistria l'Istria ex-veneta. Il Calafati, Magistrato civile, nomina a sua volta sei Delegati di governo per il disbrigo degli affari politici ed economici. I francesi suddividono l'Istria in due soli Distretti, quello di Capodistria e quello di Rovigno con il Canal di Leme quale confine. Rovigno all'epoca conta circa 9.000 abitanti ed è la maggiore città istriana.

    6 febbraio 1806 - in esecuzione della pace di Presburgo i funzionari austriaci cominciano a tornare a Trieste anche se continua a rimanervi il presidio francese.

    giovedì grasso 1806 - Rovigno è occupato da 3.000 soldati francesi che però pochi giorni dopo se ne partono per il Montenegro.

    4 marzo 1806 - solamente in tale data le ultime truppe francesi lasciano Trieste dopo averla lungamente tartassata con continue richieste. Alle 10 dello stesso giorno vi entrano dopo un'ora le truppe austriache al comando del gen. conte Luigi Gavassini. Il barone von Sumeraw stimò in più di 12 milioni di franchi le perdite subite dalla città durante l'occupazione francese durata tre mesi e 13 giorni.

    30 marzo 1806 - decreto di Napoleone con cui si assegna l'Istria al Regno d'Italia, con decorrenza però dal 1° maggio. In tale decreto Napoleone infeudava l'Istria al maresciallo Giambattista Bessières col titolo di Duca d'Istria e gli concedeva il non piccolo appannaggio della 15° parte delle rendite della provincia, pari a 100 mila franchi.
     

    Giambattista Bessières, duca d'Istria

    9 aprile 1806 - decreto del Vicerè Eugenio Beauharnais con cui si estende all'Istria ex-veneta gli Statuti Costituzionali del Regno d'Italia, il Codice Napoleonico, il Concordato con la Santa Sede, i decreti organizzativi dell'amministrazione civile e religiosa.

    17 aprile 1806 - decreto del viceré che aumento il prezzo del sale, elemento essenziale per la fiorente attività conserviera rovignese, inutile dire che ciò provocò il più grande malcontento tra la popolazione.

    29 aprile 1806 - decreto di Napoleone emanato da Saint-Cloud con cui si fissa la struttura politica amministrativa della nuova regione. L'Istria ex-veneta coi suoi 90 mila abitanti diviene il Dipartimento d'Istria con capoluogo la città di Capodistria e con a capo un Prefetto, che fu ancora una volta Angelo Calafati, già presidente del Governo provvisorio dell'Istria.

    1° maggio 1806 - entra in vigore il Codice Napoleonico e cessano quindi in Istria gli antichi Statuti comunali.
     

    Medaglia Napoleonica col tempio d'Augusto a Pola
    che celebra la "Conquista dell'Istria"

    maggio 1806 - a Capodistria si crea una Loggia massonica, a quanto pare la prima in Istria, istituita dal colonnello francese Gillet, si richiama dapprima alla Loggia madre di Parigi e poi al Grande Oriente d'Italia. Vi erano iscritti tutti i più accesi filo-francesi e un gran numero di funzionari governativi.

    31 maggio 1806 - Napoleone decreta l'istituzione di un corpo di reclute istriane col nome di Battaglione Reale d'Istria che doveva essere composto da 670 uomini e Rovigno doveva contribuirvi con 60.
     

    estate 1806 - in piazza della Riva divertiva da più sere i rovignesi un burattinaio con le avventure della marionetta di pulcinella. Una sera non si sa bene perché, tra la folla radunata per vedere il pulcinella, nacque all'improvviso un trambusto che degenerò presto in panico, al punto che si diffuse a Capodistria la notizia che a Rovigno era nata una sommossa anti francese.

    30 settembre 1806 - la fraglia dei pescatori di Rovigno presenta una supplica per il ribasso del prezzo del sale, quasi decuplicato rispetto al periodo veneto.

    1° aprile 1807 - i francesi introducono il testatico, ossia l'imposta personale, e la carta bollata. Ambedue cose del tutto nuove per gli istriani. Al tempo di Venezia soltanto i pubblici registri erano bollati col leone di S. Marco.

    aprile 1807 - in base anche alla relazione Bargnani si attua la nuova aggregazione politico-amministrativa dell'Istria ex veneta. Tutto il territorio venne ripartito in 2 Distretti, quello di Capodistria e quello di Rovigno, ed in 7 Cantoni: Capodistria, Pirano, Pinguente, Parenzo, Rovigno, Dignano e Albona. A loro volta i Cantoni erano suddivisi in 22 Comuni di 1°, 2° e 3° classe a secondo del numero di abitanti. Capodistria presiedeva ai primi 4 Cantoni per complessivi 60.641 abitanti e Rovigno, che allora era la città più popolosa dell'Istria, agli ultimi 3, per complessivi 28.615 abitanti. La popolazione totale non superava perciò le 90 mila unità.

    maggio 1807 - Rovigno oltre che Distretto, diventa sede di una vice-prefettura di 2° classe, cui viene preposto Antonio Rezzonico. La riorganizzazione francese fa tabula rasa dell'antica divisione veneta tra nobili e popolani, e degli antichi statuti comunali, ponendo quindi tutti sullo stesso piano di fronte la legislazione francese. Inoltre tutti i tribunali di 1° istanza vengono soppressi cosicché non rimane in vita che il solo tribunale di Parenzo che dal 17 giugno 1806 aveva preso il nome di Corte di Giustizia Civile e Criminale il cui Presidente fu Nicolò de Baseggio.

    26 maggio 1807 - con decreto vice-reale vengono soppresse tutte le Scuole laiche o Confraternite eccettuata quella del SS. Sacramento, ed i loro beni incamerati. Il tutto provoca un forte malcontento tra la popolazione.

    giugno 1807 - per ordine del Vicerè si istituisce la Guardia Nazionale che sostituisce le cernide ed i bombardieri di veneta memoria, a capo della quale venne posto il conte capodistriano Barnaba Bruti.

    11 giugno 1807 - il Vicerè Eugenio su richiesta di Napoleone, che vuole informazioni più attendibili possibili sulla nuova provincia, affida al Consigliere di Stato Cesare Bargnani l'incarico d'una ricognizione in loco.

    31 giugno 1807 - decreto attuativo del Vicerè Eugenio per la leva militare per formare il Battaglione Reale d'Istria voluto da Napoleone. La divisa del battaglione è costituita da un corto abito verde munito di 7 bottoni con risvolti, colletto e paramani celesti, da una sottoveste di panno bianco e da pantaloni grigio ferro il tutto completato dal cappello tondo a forma cilindrica. Ebbe un effettivo di 660 uomini tra i 18 e i 30 anni suddivisi in carabinieri, cacciatori e volteggiatori con sede a Parenzo. Durante la guerra del 1809 fu aggregato alla divisione Fontanelli e combatté con valore contro gli austriaci nel Trentino ed in Carinzia. Partecipò inoltre alla guerra di Spagna, ove subì gravi perdite, incorporato nel 1° e 2° reggimento leggero italiano. Alla leva per il Battaglione Reale dell'Istria i coscritti rovignesi disertarono in massa dandosi tutti alla macchia.

    15 agosto 1807 - scoppia a Rovigno un violento uragano che schianta alberi e tegole, disalberando la cannoniera posta di guardia porto, e facendo morire annegato un ragazzo che si trovava su di una barca presso Valdibora. In tale occasione ruinò anche il famoso "albero di San Cipriano" una smisurata quercia plurisecolare il cui tronco a stento poteva venire abbracciato da 4 uomini. Con i suoi soli rami piccoli si riempirono 40 carra di legname.

    14 ottobre 1807 - Napoleone sconfigge i prussiani a Jena ed entra a Berlino.

    17 ottobre 1807 - il Bargnani dopo tre mesi di studio in Istria invia al Vicerè una dettagliata e scrupoloso relazione in cui non può che tracciare un quadro disastroso della nuova regione. Tra l'altro il Bargnani presenta la necessità di unificare l'Istria ex-veneta a quella austriaca includendovi anche Trieste e Fiume.

    21 novembre 1807 - Napoleone proclama il Blocco Continentale all'Inghilterra.

    12 dicembre 1807 - il Blocco Continentale all'Inghilterra entra in vigore anche in Istria con tutti i suoi deleteri effetti. Il blocco infatti scatenò la pirateria inglese e le maggiori vittime furono i rovignesi che allora possedevano circa la metà di tutto il naviglio istriano.

    22 dicembre 1807 - decreto vicereale che istituisce il Consiglio generale dipartimentale dell'Istria composto da 30 membri di nomina governativa, tra i prescelti troviamo i noti nomi di Carli, Costantini, Besenghi, Franceschi, Vergottini, Bembo, Polesini, Fachinetti, Battiala, Manzini, Negri ecc. il Presidente al solito fu il Calafati e vice-presidente il dignanese Gianandrea della Zonca.

    24 dicembre 1807 - viste le rimostranze dei rovignesi che asserivano da sempre aver contribuito con leve di marina e non di fanteria, i francesi indirono allora una leva di marina, in cui Rovigno doveva contribuire però non più con i 70 uomini sin qui richiesti bensì con 90 ed entro otto giorni.

    31 dicembre 1807 - visto che alla data si erano presentati alla leva di marina solamente 18 coscritti, il municipio di Rovigno stabilì di portare a 1.500 fiorini il premio di ingaggio loro promesso e soltanto allora si riuscì ed a fatica a completare il numero richiesto.

    21 gennaio 1808 - muore a 74 anni il giurista ed avv. Antonio Angelini fu Angelo autore delle "Notizie storiche di Rovigno in ordine cronologico dal 1400 al 1797" e di una raccolta di "Terminazioni ducali" ovvero di leggi del periodo veneto e di altro materiale documentario relativo a Rovigno.

    6 marzo 1808 - si inaugura il Consiglio generale dipartimentale a Capodistria.

    5 agosto 1808 - si istituisce a Rovigno la Congregazione di Carità, che dal 12 luglio 1812 si chiamerà Commissione di Carità.

    4 febbraio 1809 - in una missiva al Calafati, il vice-prefetto di Rovigno Giuseppe de Vergottini, dice che la situazione nel distretto di Rovigno è tranquilla "sebbene si tenti di turbarla da' sudditi del conterminante Stato Austriaco colle sciocche e inverificabili notizie di prossima invasione di questo Dipartimento".

    aprile 1809 - scoppia la guerra tra Austria e Francia,

    9 aprile 1809 - un reparto austriaco comandato dal barone Domenico Cazan assale la guarnigione di Capodistria che si arrenderà dopo una strenua difesa il 13 successivo. Il Cazan occupata Capodistria, con 8 compagnie procede alla volta di Pirano, Cittanova e Pola. L'Austria a questo punto nomina un Cesareo Regio Intendente della Provincia dell'Istria nella persona del conte Alessandro Nemeth.

    aprile 1809 - sempre ai primi del detto mese scoppia a Rovigno una sollevazione di popolo, in particolare della classe marinara e dei negozianti, che erano le più colpite dal blocco all'Inghilterra voluto da Napoleone. La sommossa porterà all'arresto indiscriminato dei funzionari e dei maggiorenti rovignesi, in quanto il popolino li riteneva in genere filo-francesi e Giacobini, gettandoli dopo varie angherie e vessazioni nella "prigione oscura" di veneta memoria. Soltanto dopo le accorate suppliche dei famigliari vennero rinchiusi nella meno orrida caserma. I capi-popolo della sommossa furono Matteo Cherin detto Costiera, Giovanni Onofrio e Lodovico Brunetti i quali alla testa dei più facinorosi s'impadronirono della città, occupando anche la sede della viceprefettura al cui archivio appiccarono il fuoco. A coordinare però la sommossa era il reazionario Francesco Biondo, già dirigente politico sotto gli austriaci, e loro sfegatato simpatizzante. A detta dell'Angelini pare che i rivoltosi avessero stabilito di trucidare tutti i maggiorenti catturati e che fossero distolti dal terribile proposito proprio dal Cherin. Lo scarso presidio francese si ritirò nell'isola di S. Caterina, ove vi era una batteria, e la Cannoniera del cap. Buratovich si pose a loro difesa con i cannoni rivolti verso la piazza. Vennero però anche loro fatti prigionieri all'arrivo del brik austriaco Delfino. A placare un po' gli animi e a porre termine alle angherie ed alle vendette personali contro il ceto più colto di Rovigno fu il neo nominato sovra Intendente austriaco conte Nemeth che al suo arrivo a Rovigno, il 25 aprile, ordinò la loro liberazione cercando inoltre di comporre il dissidio interno rovignese, anche se nominò quale Direttore politico di Rovigno proprio uno dei più accesi propugnatori della sommossa, il fedele austriacante Francesco Biondo. Fu una sorte di jaquerie in cui il popolo, sobillato anche da emissari austriaci, quali il Montechiaro, rimase in armi sino ad ottobre all'arrivo dei francesi. La classe civile di Rovigno che da tale sommossa ebbe molto da patire e nei beni e nelle persone pur partecipando, con alcuni dei suoi più influenti esponenti, ad un incontro di pacificazione con i capi-popolo nella chiesa di S. Francesco, rimase in continua trepidazione sino al ritorno dei francesi.

    aprile 1809 - nel frattempo in Istria l'avventuriero francese Le Terrier de Manetot ex capitano di cavalleria di Luigi XVI che si faceva chiamare generale Montechiaro, per nome e per conto degli austriaci (pare dallo stesso arciduca Giovanni), andava sobillando alla rivolta l'Istria ex-Veneta procedendo ad arruolare gli scontenti in un battaglione di irregolari.

    18 maggio 1809 - il barone Schilt, generale di brigata francese occupa Trieste provocando la precipitosa fuga del Nemeth da Capodistria.

    5-6 luglio 1809 - decisiva sconfitta degli austriaci a Wagram ad opera di Napoleone.

    settembre 1809 - il Montechiaro giunge a Rovigno per reclutare altri aderenti alla sua composita truppa di disertori, facinorosi e scontenti per cercare di opporsi all'avanzata dei francesi in Istria e molti rovignesi si fecero sedurre alla sua disperata impresa.

    18 ottobre 1809 - il Montechiaro requisite tre barche si reca ad Umago con i circa 300 fedeli rimastigli, per rifornirsi di viveri, sbarcato con 30 dei suoi incontrò un battaglione di fanteria francese che, dopo un breve scontro a fuoco con alcuni morti, lo catturò nonostante un suo tentativo di fuga a nuoto. Le tre barche al largo fuggirono ripiegando su Rovigno. Il Montechiaro e 8 dei suoi, tra cui un orefice veneziano residente a Rovigno e 7 rovignesi, per lo più marittimi ed agricoltori, furono tradotti a Trieste e processati il 31 Ottobre davanti allo speciale Consiglio di guerra istituito dal gen. Schilt furono giudicati colpevoli del delitto di ribellione armata e fucilati la mattina seguente.

    14 ottobre 1809 - a seguito degli ingrandimenti territoriali ottenuti dopo la vittoria di Wagram, sanciti col trattato di Vienna o Schoenbrunn, la Francia ottiene anche Trieste e l'Istria austriaca, oltre ai nuovi territori orientali che indurranno Napoleone a creare le Province Illiriche, con capitale Lubiana;

    21 ottobre 1809 - ritorno delle truppe francesi a Rovigno guidate dall'anziano gen. Quetard, Chittard secondo il Benussi ed il cronista A. Angelini, dove tra l'altro si erano rifugiati alcuni degli accoliti del Montechiaro scampati dallo scontro di Umago, i quali con i più scalmanati dei rovignesi attaccarono i francesi nei pressi della Madonna delle Grazie, ma furono facilmente sbaragliati lasciando tra l'altro sul campo 13 morti. I francesi entrati in città vi trovarono però l'opposizione del popolo e delle donne rovignesi che, con lanci dalle case d'olio bollente e materiale vario, cercarono di respingerli dalla città. Vinta ogni inutile difesa ed inferociti dalla tenace resistenza incontrata le truppe francesi si diedero al saccheggio e all'incendio. L'uscita del clero e dei maggiorenti dietro una croce evitò la minacciata distruzione della città previo però l'esborso di 24 mila fiorini e la consegna di tutte le armi, ottenuto quanto richiesto e dopo aver fatto prigionieri i più facinorosi rovignesi, tra cui alcune donne, i francesi partirono in giornata dalla città per combattere le bande di irregolari che ancora imperversavano nell'Istria meridionale.
     

    22 ottobre 1809 - Rovigno viene occupata da una masnada di sbandati, quasi 2 mila persone, capitanata da un certo Bortolo Baseggio di Pietro che, col pretesto di appoggiare l'Austria, scorrevano l'Istria in cerca di bottino. La città si salvò anche questa volta previo l'esborso di 4 mila fiorini;

    16 novembre 1809 - il Maresciallo Marmont duca di Ragusa assume l'incarico di Governatore generale delle Province Illiriche.
     
     

    PROVINCE ILLIRICHE (1810-1813)

     

    gennaio 1810 - il maresciallo Marmont conferma al Calafati la volontà di Napoleone di staccare l'Istria dal Regno d'Italia facendola partecipe delle Province Illiriche. Il Calafati esterrefatto chiede conferma al Governo di Milano, il quale tenuto all'oscuro della volontà imperiale cade dalle nuvole.

    1810 - i rovignesi prelevati dal Quetard ed incarcerati nel castello di Trieste dopo mesi di prigionia furono tutti liberati ad eccezione del chirurgo Pietro Basilisco, padre di 7 figli, accusato da due concittadini, tra cui un collega chirurgo, di aver ferito a fucilate un ufficiale della truppa francese che il 21 ottobre avevano preso Rovigno e venne, forse innocentemente fucilato come riporta l'Angelini, il 14 aprile 1810.

    6 marzo 1810 - le banco cedole emesse dal governo francese che avevano invogliato molti maggiorenti, e già nel gennaio dello stesso anno avevano perso un sesto del loro valore, vengono poste fuori circolazione assestando un'altro duro colpo all'economia istriana precipitando in miseria famiglie già facoltose.

    24 marzo 1810 - decreto del Marmont per coordinare la lotta contro il banditismo. Questa sarà una delle poche note positive dell'occupazione francese, infatti la loro efficiente macchina bellica assestò un duro colpo a questa antica piaga dell'Istria.

    7 settembre 1810 - decreto del Marmont con efficacia dal 1° di ottobre che sopprima la Prefettura dell'Istria, fin qui tenuta sempre dal Calafati, l'Intendenza istriana di finanza, e la Viceprefettura di Rovigno ponendo al posto delle prime due un'Intendenza provinciale con sede a Capodistria, affidando il distretto di Rovigno ad un Delegato dell'Intendenza. Anche questa volta il Calafati mantenne la poltrona ricoprendo l'ufficio dell'Intendente dell'Istria, Delegato di Rovigno fu il già viceprefetto de Vergottini e Segretario Generale dell'Intendenza, Giacomo Benini. Lingue ufficiali delle Province illiriche furono il francese, il tedesco e l'italiano. Il Marmont preoccupato della difesa del nuovo stato istituì una Guardia nazionale guardacoste e potenziò l'armamento e l'istruzione della pre-esistente Guardia Nazionale voluta dal Calafati, che arrivò a contare 2.500 uomini.

    1810 - laureatosi in legge all'Università di Padova a soli 21 anni, il rovignese Giacomo Angelini fu dott. Giuseppe, ricoprirà la carica di Segretario della Autorità politica, ossia del Delegato di Rovigno de Vergottini.

    novembre 1810 - Napoleone chiede che le Province Illiriche forniscano un contingente militare di 4.000 uomini per formare uno speciale Reggimento dell'Illiria ripartito in 5 battaglioni comandato dal colonnello veneziane Carrer. Tale reggimento perirà quasi tutto nella sfortunata campagna di Russia del 1812.

    15 novembre 1810 - vengono abolite le decime capitolari ed i canonici vengono stipendiati dal pubblico erario. Viene inoltre attivata l'imposta fondiaria ed introdotta la Dogana. Mentre aumentavano vieppiù le spese militari del comune di Rovigno che in quell'anno raggiunsero 42.137 lire.

    13 marzo 1811 - sconfitta della flotta franco-italiana a Lissa contro quella inglese.

    15 aprile 1811 - decreto imperiale che fissa l'organizzazione delle Province Illiriche comprendenti: Carniola, Carinzia, Croazia civile, Croazia militare, Dalmazia, ex Repubblica di Ragusa e l'Istria ex veneta. Come capitale è fissata Lubiana e Trieste quale Capoluogo del Dipartimento dell'Istria suddiviso in 4 distretti: Rovigno, Capodistria, Gorizia e Trieste per complessivi 242.683 abitanti. Mentre l'Istria ex austriaca (Contea di Pisino) viene aggregata con Fiume e le isole del Quarnero alla Croazia civile. I tribunali del Dipartimento sono 2, quello di Trieste e quello di Gorizia, mentre la Corte d'Appello è a Lubiana. A dirigere la nuova Provincia d'Istria, in qualità d'Intendente è chiamato il giovane Emilio Luciano Arnault, che dal 26 novembre 1809 era Intendente della Provincia di Trieste.

    29 giugno 1811 - il generale di divisione conte Bertrand giunge a Lubiana in sostituzione del Marmont quale reggitore delle Province illiriche, essendo stato quest'ultimo spedito in Spagna in sostituzione del Massena.

    30 giugno 1811 - il generale Bertrand sopprime l'Intendenza di Capodistria che cessò d'essere capoluogo di provincia, diventando come Rovigno sede di una sub-delegazione. In questa nuovo ridisegno amministrativo il Calafati, rimasto ferito gravemente in un infausto incidente avvenuto durante i festeggiamenti del maggio 1810 a Parigi per le nozze di Napoleone con Maria Luigia arciduchessa d'Austria, rimarrà per la prima volta senza incarichi. Il primo fu ricoperto dal Benini ed il secondo sempre dal Vergottini.

    18 settembre 1811 - decreto imperiale che, raccogliendo le istanze del Bertrand, riunifica l'Istria ex austriaca al Dipartimento dell'Istria e contemporaneamente assegnava il Cantone di Parenzo al Distretto di Rovigno, ove si stabiliva tra l'altro l'istituzione di un Tribunale di 1° istanza avente giurisdizione su tutta l'Istria a sud del Quieto cioè sulla stessa Rovigno e le città di Dignano, Pola, Albona, Parenzo, Cittanova, Pisino e loro circondari.

    27 marzo 1812 - la notte del venerdì santo mentre la solenne processione notturna sta per rientrare nel Duomo di Santa Eufemia gli inglesi tentano uno sbarco e cannoneggiano Rovigno colpendo tra l'altro lo spigolo meridionale del Duomo, attaccando contemporaneamente la cannoniera posta a guardia del porto di S. Caterina comandata dal rovignese Biondi. Le due Compagnie della Guardia Nazionale di Rovigno comandate dal Capo Battaglione Vincenzo Campitelli e dai Capitani Luigi Artusi ed Antonio Bailo che scortavano la processione accorsero prontamente alla difesa della città, e con l'aiuto delle batterie poste a S. Nicolò e S. Eufemia, oltre ai fucilieri di guardia a S. Caterina ed a piazza della Riva si opposero validamente per tutta la notte ad ogni tentativo di sbarco. Sul far del giorno gli inglesi, visto vano ogni tentativo di sbarco si ritirarono dalle acque rovignesi.

    29 marzo 1812 - pubblico encomio dal Comandante della Piazza col. Spring alla Guardia Nazionale di Rovigno e ai suoi ufficiali per il loro eroico comportamento nei fatti del venerdì santo.

    29 novembre 1812 - battaglia navale di Pelagosa che con il precedente infausto esito di quella di Lissa, avvenuta nel marzo del 1811, sancirà il predominio inglese sull'adriatico rispetto alla flotta franco-italiana.

    11 marzo 1813 - richiamato da Napoleone a ricoprire un altro incarico Bertrand lascia il posto di Governatore generale delle Province illiriche al generale Junot duca di Abrantès.

    primavera 1813 - la Prussia desiderosa di rivincita si unisce alla coalizione antifrancese anglo-russa-spagnola.

    8 aprile 1813 - dopo tre anni d'ozio forzato a Parigi per curarsi dalle ferite riportate nel 1810, il Calafati riottiene dal gen. Junot la nomina d'Intendente della Provincia d'Istria, in sostituzione dell'Arnault.

    4 giugno 1813 - armistizio di Plaswiz, tra la coalizione anti francese e Bonaparte per i buoni uffici di Metternich, che durerà sino al 12 agosto.

    27 giugno 1813 - a Gorizia il gen. Junot cade in preda ad un acceso attacco di follia che lo porterà in breve a dover abbandonare la carica. A sostituirlo, dopo alcune settimane di interregno, Napoleone chiamerò il ben noto Fouchet duca d'Otranto

    29 luglio 1813 - Fouchet s'insedia a Lubiana nel nuovo incarico di Governatore generale delle Province illiriche. Visto che per la prima volta tale carica non è ricoperta da un generale Napoleone gli affianca, come capo militare, il gen. Fresia.
     

    2 agosto 1813 - nuova improvvisa incursione inglese nel porto di Rovigno con la distruzione di numerose barche ivi ormeggiate e con lo sbarco di truppa che occupa i pubblici uffici asportandovi gli incartamenti.

    12 agosto 1813 - fallite le trattative tra Metternich e Bonaparte l'Austria dichiara a sua volta guerra alla Francia.

    agosto/settembre 1813 - ancorché alla fine d'agosto le truppe del Nugent s'attestarono nello loro avanzata sul Monte Maggiore, il Comando militare francese cercò di prenderle tra due fuochi ordinando al colonnello Spring, comandante svizzero del battaglione leggero italico, che si trovava di stanza a Rovigno di recarsi con tutte le sue truppe verso il Monte Maggiore, ove sarebbe stato raggiunto dalla Guardia nazionale di Capodistria e Pinguente. Interpretando l'ordine in maniera allargata lo Spring aveva ordinato alla Guardia nazionale di Rovigno di seguirlo, trovando però la ferma opposizione del Maire di Rovigno, Giovanni Costantini, il quale alla minaccia dello Spring di far battere la generale, rispose che lui avrebbe fatto suonare le campane a martello. Visto la fermezza del Costantini e la notoria focosità dei rovignesi il colonnello lasciò perdere e se ne partì col suo solo battaglione incontro ad una ingloriosa sconfitta.

    3 settembre 1813 - il quarto battaglione leggero italico dello Spring, circa 800 uomini, più 300 confinari croati, si trovava nella sua marcia nei pressi di Pisino quando nella notte tra il 3 e il 4 i confinari croati passarono armi e bagagli al campo austriaco. Cosicché quando lo Spring si vide sbarrata la strada dalle raccogliticce truppe del Lazarich, fece un rapido dietro-front cercando scampo verso Montona, disfandosi in gran fretta di cannoni, mortai e munizioni nella foiba di Pisino. Tramite uno scorciatoia il Lazarich gli chiuse la strada e lo Spring non trovò nulla di meglio che arrendersi con tutto il battaglione avendo scambiato quella piccola truppa, a cui si erano uniti dei contadini slavi della contea di Pisino, per l'agguerrita armata del Nugent. Con grande fatica il Lazarich sottrasse gli infelici prigionieri al tentativo da parte dei suoi di farne una feroce e sommaria strage.

    5 settembre 1813 - nuovo arrivo di navi inglesi a Rovigno che la occupano per 7 giorni dichiarando di tenerla per nome e per conto degli austriaci.

    settembre 1813 - dopo vari fortunati scontri contro la brigata italica del Ruggeri e con alcuni distaccamenti francesi le truppe austriache del Nugent si affacciano alla fine del mese sulle cime del Carso, isolando Trieste via terra.

    12 settembre 1813 - le truppe di Nugent entrano a Capodistria.

    22 settembre 1813 - il gen. Nugent con un editto proclama decaduta la vigente legislazione napoleonica e ripristinata la giurisdizione austriaca in vigore nel 1805.

    3 ottobre 1813 - l'esercito del Vicerè Eugenio vista vana ogni difesa delle Province Illiriche è costretto a riattraversare l'Isonzo. Mentre il Fouchet prosegue le sue precipitose fughe che lo portarono prima da Lubiana a Trieste, poi da questa a Gorizia, per fuggire con tutta la sua corte di funzionari oramai senza impiego a Venezia, ove finì ogni residua parvenza d'amministrazione illirica.
     
     
     
    SECONDO PERIODO AUSTRIACO (1813-1918)

    8 ottobre 1813 - la neo nominata C.R. Commissione Provinciale dell'Istria in nome di Francesco I estende all'Istria non solo la legislazione civile e penale, ma anche il sistema giudiziario, notarile, ipotecario e fiscale dell'Austria.

    13 ottobre 1813 - alle 3 di mattina rompendo gli indugi la truppa austriaca del barone D'Aspern, coadiuvata dal mare dalla flotta inglese dell'ammiraglio Freemantle, entra in città. Mentre il presidio francese resisteva però asserragliate nel castello di Trieste.

    16-17 ottobre 1813 - sconfitta dell'esercito napoleonico da parte della coalizione anti-francese a Lipsia.

    17 ottobre 1813 - Rovigno è rioccupata dagli austriaci che imposero alla città una contribuzione di guerra pari a 24.600 lire per far fronte al quale il comune è costretto a richiedere un prestito forzoso ai suoi provati cittadini. Ripristino del reggimento politico in vigore nel 1805.

    9 novembre 1813 - come concordato nella convenzione stabilita il 30 ottobre, le truppe francesi del col. Rabiè lasciano il castello di Trieste e si arrendono, gli austriaci concedono l'onore delle armi agli ufficiali.

    novembre 1813 - il dott. Giuseppe Angelini fu Giacomo, già magistrato nel regime francese rifiuta la carica di Presidente del Tribunale di prima istanza di Rovigno per non venir meno al giuramento fatto a quel governo, mentre il figlio dott. Giacomo Angelini diventa Attuario distrettuale di Rovigno.

    marzo 1814 - per decisione sovrana si stabilì "l'Istria separata dalla giurisdizione della Corte di Appello di Lubiana, unicamente assegnata per decidere i processi civili giudicati dal Tribunale di Rovigno a metodo francese" e delegò "il Giudizio d'appellazione di Klagenfurt per i nuovi affari e per la spedizione a metodo austriaco delli processi criminali pendenti".

    30 marzo 1814 - presa di Parigi da parte delle truppe della coalizione

    11 aprile 1814 - la seconda festa di Pasqua un gruppo di circa 40 giovani, i più della disciolta Guardia Nazionale, marcia per le vie di Rovigno inneggiando a Napoleone Re d'Italia. Il gruppo scorrazzerà per tutta la notte incitando alla ribellione contro gli austriaci. Il mattino seguente, in base ad una denuncia presentata da un gruppo di 15 rovignesi filo-austriaci istigati dal fanatico reazionario Francesco Biondo, gli austriaci arrestano i 12 rovignesi indicati come i caporioni della sommossa del giorno precedente. I dodici, tutti appartenenti alla buona società rovignese erano: Giovanni Albanese, Simon Battistella, Francesco Brunetti, Franco Cibibin, Antonio Masato, Marchio Peratoner, Domenico Rismondo, Nicolò Sbisà, Giuseppe e Speranzin Spongia e Antonio Venerandi. I denunciati, con l'aggiunta del medico Marcantonio Antonini, arrestato con la scusa di salvarlo dalla furia popolare, vennero tradotti a Capodistria per esservi processati. In seguito l'accusa venne ritenuta infondata ed anzi furono arrestati alcuni degli accusatori, tra cui lo stesso Biondo, perché emerse che l'accusa di aver disarmato una pattuglia austriaca composta da croati era del tutto infondata in quanto furono gli stessi austriacanti ad ottenerle dai militi della pattuglia tramite un esborso di denaro per poter poi accusare i cosiddetti "giacobini".

    10 maggio 1814 - fu rimessa in vigore la procedura criminale austriaca e abolita quella francese.

    30 maggio 1814 - la pace di Parigi sancisce il ritorno della regione all'Austria. A sostituire il Calafati, quale Intendente della Provincia d'Istria, fu chiamato il barone Paolo von Ledere, poi sostituito a sua volta con Ignazio de Capuano. Mentre al posto di Direttore di Polizia fu chiamato Carlo de Mastwyk. Mentre fu lasciato in vita il Consiglio dei Patrizi di Trieste.

    13 settembre 1814 - d'ordinanza del gen. Lattermann, in vigore dal successivo novembre, si ridefinisce la suddivisione amministrativa della provincia con la creazione di due Circoli, quello di Trieste e quello di Fiume. Il primo era composta da 11 distretti (Monfalcone, Duino, Capodistria, Pirano Buie, Montona, Pinguente, Parenzo, Rovigno, Dignano e Pola). Il secondo di 8 (Castua, Lovrana, Albona, Pisino Bellai, Cerquenizza, Buccari e Fiume). Veniva quindi a cessare per l'ennesima volta l'unità politico-amministrativa dell'Istria.

    settembre 1814 - si riunisce il Congresso di Vienna per stabilire i futuri assetti europei e non mancò chi come Federico Confalonieri auspicò la creazione di un regno d'Italia autonomo a cui unire almeno l'Istria ex-veneta.

    9 giugno 1815 - l'atto finale del Congresso di Vienna sancirà nell'articolo 93 l'imperatore d'Austria quale sovrano legittimo dei territori precedentemente ceduti nei sedici anni di vittoriose guerre napoleoniche.

    1 gennaio 1816 - l'imperatore Francesco I conferma nobili le seguenti famiglie di Rovigno: Angelini con Giovanni, Antonio, Giacomo, Marco, Rocco e Angelo; Bichiachi con Giovanni, Bernardo e Domenico, Califfi con Nicolò; Costantini con Basilio-Maria e Pietro-Maria. Tali famiglie aggiungeranno al cognome il "de" nobiliare.

    10 maggio 1816 - l'imperatore d'Austria Francesco I visita Rovigno e tiene pubblica udienza nella sala del vecchio Consiglio.

    1816 - A Rovigno viene introdotta l'illuminazione a gas.

    1816 - il dott. Giuseppe Angelini fu Giacomo è presidente del Tribunale di prima istanza di Rovigno.

    1817 - il 1817 sarà ricordato a Rovigno come l'anno della fame e della carestia.

    maggio 1817 - scoppia una violenta epidemia di tifo a Rovigno che imperverserà sino al gennaio dell'anno seguente. Risultando insufficiente il vecchio Cimitero il Comune è costretto a seppellire i morti nel campo attiguo la chiesa suburbana di S. Gottardo.

    2 luglio 1819 - decreto dell'imperatore Francesco I che istituisce a Rovigno una I.R. Capo-scuola con 4 classi, in lingua tedesca per i maschi ed in lingua italiana per le fanciulle.

    1 novembre 1820 - in attuazione del decreto dell'anno precedente si inaugura, in locali provvisori, la Capo-scuola di Rovigno, cessano però contemporaneamente la scuola comunale e quella nautica.

    1821 - per ordine dell'imperatore l'I.R. Tribunale Collegiale di Rovigno è convertito in Tribunale Provinciale.

    1821 - si costruiscono le nuove carceri di Rovigno in contrada Spirito santo lungo la marina di Valdibora.

    2 luglio 1821 - con decreto n. 10996 Rovigno è dichiarata Città dell'I.R. Governo del Litorale.

    1822 - la città di Fiume passa sotto la giurisdizione del Regno d'Ungheria.

    30 novembre 1823 - si apre a Rovigno la nuova Accademia filarmonica.

    29 maggio 1832 - Francesco I e Carolina d'Austria visitano Rovigno, soggiornando in casa dei conti Califfi. Per l'occasione viene resa carrozzabile la strada campestre di Valalta.

    1834 - il dott. Giacomo Angelini diventa I.R. Commissario Distrettuale di Rovigno.

    24 giugno 1834 - Mons. Peteani inaugura il restauro del campanile e della statua bronzea di S. Eufemia, opera dell'architetto rovignese Andrea Battistella.

    1° agosto  1834 - nel vacuo della statua bronzea di S.Eufemia viene posta in una teca di vetro un'epigrafe commemorativa che inizia così: Questo monumento/Che Ricorderà Ai Posteri/Che Sendo I.R. Comm.o Distrett.e/Il Dott. Giac.o Angelini/Con Retto Consiglio E Zelantissima Cura/Del Vice-Podestà/Angelo Rismondo....

     1834 - grande siccità con prosciugamento di laghi e cisterne e con moria di bestiame. L'acqua viene portata a Rovigno dal Quieto e da Pola.

    primavera 1835 - Mons. Peteani abolisce l'antica e sentita consuetudine religiosa rovignese delle Rogazioni minori o Latagne con grave scontento del popolo.

    luglio 1836 - si sviluppa a Rovigno un'epidemia di colera che imperverserà sino a settembre mietendo più di 90 vittime.

    ottobre 1837 - seconda epidemia di colera, questa volta con pochi morti, 3 individui della stessa famiglia.

    19 giugno 1839 - crolla la chiesetta di S. Giovanni Battista in contrada S. Zuane a Rovigno tenuta in jus-patronato dalla famiglia Angelini.

    1840 - in seguito al riordino delle diocesi, voluto dall'autorità imperiale, la Collegiata di Rovigno vede ridursi il numero dei canonici da otto a sei.

    4 aprile 1842 - il Governatore dell'Istria Francesco de Stadion visita Rovigno.

    1842 - istituzione di una scuola comunale di musica a Rovigno.

    31 maggio 1843 - viene abbattuta l'antica Torre del Ponte di Rovigno con il suo bell'arco toscano fregiato di un Leone veneto.

    12 settembre 1844 - giungono da Pola in visita a Rovigno l'imperatore Ferdinando I e Marianna con il loro seguito.

    1845 - hanno inizio le corse settimanali del piroscafo da Trieste a Fiume e da Trieste a Pola, toccando vari porti istriani tra cui quello di Rovigno. Risale a tale data il bel libro sulla Costa Occidentale dell'Istria del Lloyd Adriatico:
     
     

    1846 - in via sperimentale il Governatore de Stadion crea in Istria i Municipi.

    1846 - muore in tarda età Matteo Cherin qm. Antonio detto Costiera, uno dei capi-popolo della sommossa del 1809. Che dall'Austria aveva meritato una medaglia d'oro con occhiello ed era stimato anche dai maggiorenti filo-francesi visto che il suo intervento li salvò dal prefissato eccidio. Viene sepolto nella chiesa di San Barnaba.

    20 marzo  1847 - giungono col piroscafo del Lloyd a Rovigno in forma privata il vice ammiraglio arciduca Federico con il general maggiore barone de Lebzeltern. Scopo della loro missione era quello di preparare la grande riunione famigliare tra gli Asburgo ed il Re di Napoli che si doveva tenere nel maggio-giugno successivo a Rovigno. Il loro compito principale, data la mancanza dell'epoca di adeguate strutture alberghiere o di palazzi di rappresentanza, era quello di trovare un'adeguate sistemazione per l'illustre consenso ed al loro ampio seguito, per cui le famiglie più in vista di Rovigno, come i conti Califfi, prepararono le loro case per accoglierli adeguatamente.

    24 maggio 1847 - si misero in crociera l'I.R. fregata "Bellona", "L'Adria", il "Veneto" e la "Venezia" per scortare il regio piroscafo "Tancredi" che doveva condurre a Rovigno i reali di Napoli.

    31 maggio 1847 - giunge a Rovigno la nave Vulcano recando in visita ufficiale l'Arciduca Alberto con la consorte Ildegarda principessa di Baviera; gli Arciduchi Carlo Ferdinando, Federico, Guglielmo e l'Arciduchessa Maria Carolina e relativo seguito.

    1 giugno 1847 - alle otto e mezza del mattino bordo del Tancredi giungono a Rovigno anche i reali di Napoli, S.M. Ferdinando II Re delle Due Sicilie, con la consorte Maria Teresa, Arciduchessa d'Austria, ed i fratelli del re, Don Luigi Carlo duca d'Aquila, e Francisco di Paola conte di Trapani, e relativo seguito, accolti dalla popolazione festante e dagli arciduchi d'Austria, mentre si ancora nel porto di Rovigno la divisione navale austriaca composta da 13 navi.
     

    2 giugno 1847 - giunge a Rovigno da Trieste anche l'arciduca Giovanni;

    3 giugno 1847 - grande festa del Corpus Domini a cui partecipano tutti gli illustri ospiti e la popolazione festante.

    5 giugno 1847 - arriva a Rovigno il vescovo di Parenzo mons. Peteani ad omaggiare i Sovrani. In quello stesso giorno giunge il brik siciliano "Principe Carlo" con gli allievi della regia marina napoletana.

    8 giugno 1847 - dopo una serie di feste, balli ed intrattenimenti vari l'illustre consesso lascia Rovigno, non dimenticandosi di sdebitarsi con i loro ospiti donando oggetti preziosi ed elargendo un ricco sussidio ai poveri della città. Inoltre l'I.R. Comm.o Distr.e Giacomo Angelini è nominato dal Re Ferdinando II Cavaliere del Regio Ordine Siciliano di Francesco I, così come i possidenti Giuseppe Blessich e Matteo Rismondo

    17 febbraio 1848 - circolano in Istria le prime notizie sui moti di Vienna, la fuga di Metternich, e la costituzione di un governo liberale.

    22 febbraio 1848 - scoppia la rivoluzione a Parigi, fine della monarchia e proclamazione della 2° Repubblica.

    14 marzo 1848 - Ferdinando I d'Austria concede la Costituzione.

    18 marzo 1848 - un piroscafo del Lloyd proveniente da Trieste giunge al porto di Rovigno tutto imbandierato con la notizia della concessione della Costituzione. Nella città scoppiano moti spontanei di giubilo con spari di mortaretti e la comparsa di coccarde bianche e rosse, colori dell'Austria.

    19 marzo 1848 - le manifestazioni popolari proseguono il giorno successivo, San Giuseppe protettore del Litorale. Con festa che finirà solo a notte inoltrata.

    18/22 marzo 1848 - cinque giornate di Milano, fuga di Radetzky e del presidio austriaco dalla città insorta.

    22 marzo 1848 - rivolta di Venezia, cacciata del presidio del gen. Zichy. Liberazione dal carcere di Daniele Manin e Nicolò Tommaseo. Creazione di un Governo provvisorio repubblicano.
     

    Manin proclama la Repubblica di Venezia

    22 marzo 1848 - viene costituita a Rovigno la Guardia Nazionale, comandata dal dott. Giuseppe Costantini il cui vice (Ajutante) era il Ten. Pietro Angelini.

    23 marzo 1848 - il Regno di Sardegna notifica all'Austria la dichiarazione di guerra, quella che dagli italiani viene ricordata come la 1° Guerra d’Indipendenza.

    idem - fallito moto rivoluzionario a Trieste capeggiato da Giovanni Orlandini.

    24 marzo 1848 - il governatore del Litorale Algravio di Salm manda rinforzi alla guarnigione di Capodistria (a breve vennero rinforzati anche i presidi di Pirano e Rovigno).

    31 marzo 1848 - a Rovigno vi è un gran fermento per la voce diffusasi di un imminente arresto di 200 militari rovignesi, voce poi rivelatasi infondata.

    idem - poco prima della mezzanotte del 31 marzo l'I.R. Cannoniera "Fulminante" posta a guardia del porto di Rovigno, comandata dall'alfiere di vascello Carlo Alessandri, con tutto l'equipaggio diserta per accorrere alla difesa di Venezia insorta.

    3 aprile 1848 - l'I.R Comm.o Distr.e Giacomo Angelini insiste con le autorità militari austriache affinché per quell'anno, visto l'agitazione degli animi provocata dagli avvenimenti di Venezia, si rinunciasse alla leva militare. Nel frattempo fra la popolazione dell'Istria, soprattutto in quella ex-veneta, si andava diffondendo l'uso di aggiungere il verde ai colori bianco-rossi dell'Austria, a cui alcuni univano una croce d'argento a simboleggiare la crociata di liberazione dal giogo austriaco.

    11 aprile 1848 - rifiuto della maggior parte delle città costiere dell'Istria di mandare una rappresentanza nella Deputazione triestina che si doveva recare a ringraziare Ferdinando I per la concessione delle libertà costituzionali.

    16 aprile 1848 - si raduna per la prima volta la Guardia Nazionale di Rovigno che aveva un organico di 600 uomini divisi in 6 compagnie. L'armamento però, visto la scarsa fiducia degli austriaci, consisteva solamente in 32 vecchi fucili con baionetta, residuati bellici del tempo dei francesi, e 200 fucili da caccia.

    20-21 aprile 1848 - il figlio del maggiore della Guardia Nazionale Giuseppe Costantini si reca segretamente a Rovigno per recare al padre una missiva di Carlo Alessandri, in cui si promette in Istria il prossimo sbarco di un contingente istriano fedele a Venezia per liberarla dal giogo austriaco.

    22 aprile 1848 - le truppe del gen. Nugent occupano Udine.

    25 aprile 1848 - in occasione della festa di San Marco gli austriaci rinforzano la sorveglianza militare nell'Istria ex veneta, soprattutto a Pirano, Parenzo e Rovigno per evitare i temuti moti pro Venezia. In un rapporto l'I.R. Comm.o Distrettuale di Rovigno, Giacomo Angelini, scrive "Tanto il 24 che il 25 aprile ovunque sono passati quietamente ed ordinatamente, e solamente in Rovigno gli ufficiali della guardia nazionale raccoltisi in giardino, avrebbero innalzato degli evviva alla repubblica".
     

    28 aprile 1848 - in un rapporto del ten. maresciallo di campo Gyulay al Governatore di Trieste Salam-Reiferscheid, vengono segnalati gli elementi sospetti di Rovigno e tra i principali Matteo ed Antonio Rismondo, Leonardo Malusà, il can. Onofrio Bernardis ed il padre, i fratelli Giovanni, Francesco e Antonio Basilisco, il dott. Borghi e lo stesso figlio dell'I.R. Comm.o Distr.e, ovvero il tenente Pietro Angelini Ajutante, ovvero vicecomandante, della Guardia Nazionale.

    30 aprile 1848 - viene pubblicato tramite un volantino a stampa l'organico completo dell'Ufficialità della neo costituita Guardia Nazionale di Rovigno che, come abbiamo visto, era composta dal fior fiore degli elementi irredentisti pro "repubblica di Venezia" che tanto inquietavano le autorità austriache:
     

    S T A T O
    dell'Ufficialità del Battaglione della Guardia Nazionale
    DI ROVIGNO
             Comandante del Battaglione   Maggiore. . . . . . . . . Sig. Giuseppe D.r Costantini 
            Ajutante                  "     "       I Tenente. . . . . . . . .   "    Pietro Angelini
             Capellano                "    "                      . . . . . . . . .   "    Don Carlo Giovanelli 
    I Divisione
    Comandante Sig. Capitano Nicolò Mismas
     I. Comp. 
    II. Comp
    Capitano      Sig. Domenico Giardo Capitano     Sig. Nicolò Mismas
    I. Tenente     "    Giacomo de Angelini I. Tenente     "    Nicolò Bernardis
    Tenente        "    Giuseppe Basilisco Tenente         "   Valerio Privileggio
    Tenente        "    Luigi Casarsa Tenente         "   Antonio Artusi
    II Divisione
    Comandante Sig. Capitano Ludovico D.r Brunetti
    III. Comp.
    IV. Comp.
    Capitano      Sig. Lod. D.r Brunetti  Capitano     Sig. Matteo Cav. Rismondo
    I. Tenente      "   Antonio Rismondo I. Tenente     "    Giovanni Bontempo
    Tenente         "   Giovanni de Costantini  Tenente        "     Santo Trevisan
    Tenente         "   Andrea Benussi  Tenente        "     Andrea Millossa
    III Divisione
    Comandante Sig. Capitano Luigi Rismondo
    V. Comp.
    VI. Comp.
    Capitano      Sig. Luigi Rismondo Capitano     Sig. Antonio Maria Blessich
    I. Tenente      "   Stefano Tonegutti  I. Tenente     "    Francesco Giugovaz
    Tenente         "    Francesco Bronzin  Tenente        "    Luigi Vita
    Tenente         "    Pietro Blessich Tenente        "    Domenico Benussi
    CONSIGLIO d'AMMINISTRAZIONE

         Presidente del Consiglio         Sig. Maggiore                       Gius. D.r Costantini 
         Organo d'Amministrazione       "    Delegato Comunale        Gius. Spongia 
         Membro del Consiglio             "    Capitano                        Lud. D.r Brunetti 
           "     "              "   "                  "       "    "                            Luigi Rismondo 
           "     "              "   "                  "    I. Tenente                      Stefano Tonegutti 
           "     "              "   "                  "    Tenente                         Valerio Privileggio 
           "     "              "   "                  "    Sargente maggiore         Antonio Angelini
           "     "              "   "                  "    Sargente                        Domenico Segalla 
           "     "              "   "                  "    Soldato                          Ludovico Bognolo 

    8 maggio 1848 - presso Goito il 1° corpo dell'esercito sardo piemontese di Carlo Alberto al comando del generale Bava sconfigge il distaccamento austriaco posto a salvaguardia del ponte sul Mincio. Costituirà la prima battaglia campale delle guerre risorgimentali.

    15-16 maggio 1848 - ripresa dei moti rivoluzionari a Vienna, che inducono alla fuga l’imperatore d'Austria Ferdinando che ripara ad Innsbruck;

    30 maggio 1848 - seconda battaglia di Goito in cui l'esercito piemontese pone in rotta l'esercito austriaco comandato da Radetzky.

    idem - alle ore 16 del 30 maggio le truppe austriache del gen. Rath innalzano bandiera bianca ponendo fine all'assedio della fortezza di Peschiera, dove si erano rinserrate dopo l'insurrezione di Milano, iniziato il 13 aprile dalle brigate Piemonte e Pinerolo comandate dal duca di Genova.

    16 giugno 1848  - l'apparizione di dodici navi della flotta sardo-veneta davanti a Rovigno, provoca un acceso entusiasmo di popolo e l'improvvisa fuga della guarnigione austriaca a Villa di Rovigno. Ma non si verifica l'atteso sbarco e le navi virano dirigendosi alla volta di Trieste.

    18-20 giugno 1848 - elezione dell'assemblea costituente: al Circolo d'Istria, che allora contava 230.523 abitanti, vennero assegnati cinque seggi. Il Circolo era suddiviso nei seguenti Distretti elettorali: I Distretto: Capodistria e Pirano; II Distretto: Buie, Montona, Pinguente e Parenzo; III Distretto: Pisino, Dignano e Rovigno; IV Distretto: Veglia, Cherso, Lussino, Albona e Pola; V Distretto: Castelnuovo, Volosca e Bellai. I candidati liberali, Antonio Madonizza per il I distretto, Michele Fachinetti per il II, Carlo De Franceschi per il III, che sconfisse per pochi voti un altro liberale, il rovignese Giovanni Rismondo, e Francesco Vidulich per il IV risultarono gli eletti segnando una dura sconfitta per i filo-governativi. Solamente nel distretto V, a netta maggioranza slava, fu eletto il filo-governativo Giuseppe Vlach.

    5 luglio 1848 - il Governo provvisorio di Venezia dichiara l'annessione della città al regno sabaudo.

    22 luglio 1848 - l'arciduca Giovanni inaugura solennemente la Costituente di Vienna.

    23-25 luglio 1848 - dopo le brillanti vittorie di maggio, che il Re Carlo Alberto non seppe sfruttare appieno, l’esercito sabaudo subisce la decisiva sconfitta di Custoza. Ove i circa 40.000 uomini componenti l'esercito di Carlo Alberto, rafforzati da vari contingenti italiani, vengono sbaragliati dai 70.000 uomini dell'esercito austriaco comandato da Radetzky. L'esercito di Carlo Alberto si ritira oltre l'Adda abbandonando Milano al suo destino.

    5 agosto 1848 - capitolazione di Milano;

    9 agosto 1848 - armistizio Salasco;

    13 agosto 1848 - dopo l'armistizio Salasco, viste vanificate le speranze nel Piemonte sabaudo, Venezia deve contare sulle sue sole forze e quindi, annullata la precedente fusione col Regno di Sardegna, gli insorti veneziani proclamano la Repubblica indipendente di S. Marco, con Daniele Manin quale Dittatore. La città si accinge a resistere all'assedio austriaco portato dal contingente del gen. Welden forte di 30 mila uomini. La difesa veneziana viene coordinata dal generale e patriota napoletano Guglielmo Pepe.

    9 settembre 1848 - l'ammiraglio Albini annuncia il ritiro della squadra navale sarda dalla difesa di Venezia;

    6 ottobre 1848 - scoppia la rivoluzione viennese che costringerà il 30 ottobre la Costituente ad interrompere le sue sedute. Vittima del furore popolare cade l'inviso rappresentante dell'assolutismo austriaco il ministro della guerra Latour.

    2 dicembre 1848 - abdicazione di Ferdinando, il nipote Francesco Giuseppe sale sul trono degli Asburgo. Prende sempre più consistenza la politica filo-slava del nuovo governo austriaco, grato per l'aiuto fornito soprattutto dai croati nei convulsi frangenti del '48 che avevano indotto la corona austriaca a diffidare dell'inquieto elemento italiano.

    idem - il bano di Croazia Jellacih viene nominato Governatore della Dalmazia e di Fiume. I deputati dalmati che avevano a cuore l'autonomia della loro regione dalla vicina Croazia accolgono sfavorevolmente tale nomina.

    10 dicembre 1848 - 4 mila elettori di Volosca, a netta maggioranza slava, inviano una protesta al governo austriaco contro il loro rappresentante, il reazionario Vlach, che brigava per unire il loro distretto alla Croazia dichiarando di voler restare uniti a Trieste "centro del loro benessere morale, commerciale ed industriale" e di non accettare nel loro foro altra lingua scritta che l'italiano e di non voler essere "per verun conto aggregati né alla Croazia civile, né alla Croazia militare".

    2 aprile 1849 - Venezia proclama la difesa ad oltranza ed inalbera sul campanile di S. Marco, come simbolo di tale volontà, il vessillo rosso col Leone Alato.

    GdeA

    7 marzo 1849 - Francesco Giuseppe I scioglie bruscamente la Costituente; cosicché lo Statuto da esso approvato, troppo liberaleggiante per i suoi gusti, resta lettera morta.

    fine aprile 1849 - all'assedio di Venezia sopraggiunge il gen. Haynau ed il maresciallo Radetzky con forti truppe di rinforzo. Bombardamento di Marghera.

    giugno 1849 - a Venezia comincia a serpeggiare il colera ed i viveri scarseggiano.

    luglio 1849 - si costituisce una Commissione militare composta da tre membri per coordinare la difesa di Venezia: l'ufficiale napoletano Girolamo Ulloa; il ten. col. Giuseppe Sirtori, eroe del 5 giornate di Milano, giunto a Venezia con un corpo di volontari lombardi; e l'uff. di marina Baldissarotto.

    3 luglio 1849 - caduta della Repubblica romana.

    12 luglio 1849 - bombardamento austriaco sulla città lagunare utilizzando i palloni aerostatici, fortunatamente quasi nessuna bomba colpisce Venezia.

    - comparsa del colera a Rovigno con soli 3 morti concentrati nella famiglia Sbisà in Carrera.

    24 agosto 1849 - la neo-nata Repubblica di S. Marco, fiaccata dal colera, dalla mancanza di viveri e dai continui bombardamenti austriaci, è costretta alla capitolazione che viene firmata dal Manin a Villa Papadopoli presso Mestre. Il generale austriaco Gorzkowsky viene nominato governatore civile e militare della città.
     

    21 maggio 1850 - nuova organizzazione politica. I Commissari Distrettuali vengono sostituiti dalla costituzione dall'I.R. Capitanato Distrettuale con giurisdizione sui distretti di Rovigno, Parenzo, Dignano e Pola. In questo ridisegno il dott. Giacomo Angelini che aveva ricoperto la precedente carica dal 1834, diventa Primo Commissario di Rovigno. Capitano Distrettuale sarà nominato l'austriaco Födransperg.

    agosto 1850 - esce sulla rivista "L'Istria" del Kandler il primo articolo del saggio di Antonio Angelini di Stefano: "Alcuni Podestà Veneti di Rovigno ed alcune memorie patrie contemporanea" che proseguirà a puntate sino al novembre 1852, ovvero dal n. 32 dell'anno V al n. 48 dell'anno VII.

    30 dicembre 1850 - viene istituita a Rovigno la Camera di Commercio e d'Industria dell'Istria.

    7 agosto 1851 - l'intellighenzia liberale ed irredentista di Rovigno organizza in città un incontro con gli esponenti triestini dott. Gazzoletti, Paccarani e Jecchi.

    dicembre 1851 - cessa la Costituzione promulgata nel 1848.
     
     

    30 dicembre 1851 - l'I.R. Reggente il Circolo dell'Istria, barone de Grimschiz, istituisce la Camera di Commercio e Industria, con sede a Rovigno.

    23 febbraio 1853 - si vara il Bark Rovigno di 476 tonnellate di stazza, proprietà dei fratelli Blessich fu Tomaso e C. la costruzione è opera dello squero di Rovigno.

    5 marzo 1853 - l'imperatore Francesco I in viaggio con una nave a vapore da Venezia a Trieste, sorpreso da una violenta burrasca in cui fece naufragio la nave da guerra Marianna che lo scortava, ripara nel porto di Rovigno. Fornito dai rovignesi di carrozze, riparte col suo seguito via terra per Trieste.

    1853 - le viti di Rovigno sono colpite dalla crittogama.

    1° agosto 1853 - si inaugura il Faro marittimo posto sullo scoglio piccolo di S. Giovanni in Pelago.

    16 gennaio 1854 - si inaugura a Rovigno l'asilo infantile progettato e voluto dal podestà Nicolò de Califfi.

    28 marzo 1854 - viene varato il Bark Istriana di 621 tonnellate di stazza, di proprietà dei fratelli rovignesi Blessich fu Tomaso e C.

    20 settembre 1854 - a Rovigno ha sede l'I.R. Tribunale Circolare e l'I.R. Pretura Urbana in luogo della Corte di Giustizia e del Giudizio distrettuale.

    29 settembre 1854 - cessa l'I.R. Capitanato Distrettuale e s'insedia l'I.R. Pretura Politica per il solo Distretto di Rovigno.

    1854 - si apre la Scuola Nautica di Rovigno stabilita con decreto dall'imp. Francesco Giuseppe I nel 1851.

    novembre 1854 - naufragio sulle coste dell'Inghilterra del Bark Rovigno con un unico sopravissuto. Nel naufragio periscono due figli del comproprietario Giuseppe Blessich.

    22 aprile 1855 - a seguito della decisione dogmatica di Papa Pio IX presa nel 1854, viene solennemente festeggiata a Rovigno per la prima volta, con luminarie e gran concorso di popolo, la festa dell'Immacolata Concezione.

    9 luglio 1855 - epidemia di colera a Rovigno che imperverserà sino al 16 settembre, con 424 casi accertati e 228 morti.

    1857 - Alla morte di Monsignor Peteani, su designazione dell'imperatore Francesco Giuseppe, viene nominato vescovo di Parenzo e Pola Giorgio Dobrila, nato a Ieseni di Antignana da umile famiglia, primo istriano di origine croata a salire su tale illustre soglio. Il suo lungo vescovato (1857-82) si segnalerà per la sua azione costante volta alla promozione nazionale degli slavi d'Istria, per cui la sua nomina, accolta dapprima favorevolmente, venne malvista dagli irredentisti italiani dell'Istria. Data a partire da questo periodo lo scontro in Istria tra i due nazionalismi, quello italiano e quello slavo, che finiranno coll’incrinare secoli di pacifica convivenza.

    1857 - A Rovigno viene allacciato il telegrafo;

    3 settembre 1857 - a Rovigno pioggia dirotta e continua da sera a mezzanotte che provocherà l'inondazione delle campagne, con rovina dei raccolti e delle strade. Il 5 settembre nuova pioggia a dirotto.

    5 febbraio 1858 - Giovanni Angelini fu Alvise fonda a Rovigno il Comitato contro il maltrattamento delle bestie.

    9 agosto 1858 - muore il dott. Giacomo Angelini. La città gli dedica pubbliche onoranze funebri a cui partecipa anche una delegazione di Parenzo. Il Comune ratifica la decisione di erigergli un monumento che però non troverà pratica attuazione.

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    3 gennaio 1859 - viene aperta al pubblico la nuova Biblioteca Comunale di Rovigno detta Stancoviciana, perché costituita in gran parte dal lascito della libreria dell'eminente studioso di Barbana, il canonico Pietro Stancovich, oltre che dai volumi donati dal dott. Borghi e dal canonico Bronzin.

    5 marzo 1859 - si apre a Rovigno la Tipografia Istriana da parte del sig. Antonio Coana di Venezia. E' la prima tipografia operante in Istria eccettuata quella del Magistrato Civile Prov.le di Capodistria attiva dal 1806.
     
     

    26 luglio 1859 - i podestà dei principali comuni istriani, su iniziativa di quello di Capodistria inviano una petizione all'imp. Francesco Giuseppe affinché la Provincia venga annessa a Venezia.

    4 ottobre 1859 - a Pisino viene pubblicata la "Pianta degli arresti distrettuali nell'edificio pretorile di Rovigno":

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    15 febbraio 1860 - esce il 1° numero del settimanale L'Istriano, stampato dalla Tipografia Coana di Rovigno.Il redattore è il sig. Federico Spongia, vi partecipa l'intellighenzia istriana.GdeA

    6 agosto 1860 - con deliberazione sovrana si decreta lo scioglimento della Scuola Nautica di Rovigno che cesserà l'attività con la fine dell'anno scolastico.

    marzo 1861 - nonostante l'invio a Vienna di una delegazione composta dal dott. Campitelli e Borgo, la sede della Dieta Provinciale dell'Istria viene insediata a Parenzo anziché a Rovigno come richiesto dai delegati del Comune.

    11/12/13 marzo 1861- si svolgono a Rovigno le elezioni per la nuova Rappresentanza Comunale. Vennero eletti tredici Rappresentanti e 10 Sostituti "campagnoli".

    10-16 aprile 1861 - La Dieta provinciale dell'Istria, presieduta dal Marchese Gian Paolo Polesini, dopo due votazioni nulle  perchè i deputati per protesta votarono concordemente "NESSUNO", viene sciolta dal Governo Austriaco.
     

    21 marzo 1861 - giunge a Rovigno di presidio un battaglione di Croati del reggimento Confinario Ugolino composto da 4 compagnie per 850 uomini.

    21 luglio 1861 - il battaglione di Croati lascia Rovigno.

    31 luglio 1861 - L'Istriano cessa le sue pubblicazioni.

    1860-70 - Cartina storica di Rovigno senza data, ma che dallo sviluppo delle rive, può datarsi agli anni 60-70 del XIX secolo:
     
     

    30 aprile 1863 - l'asilo infantile di Rovigno chiude dopo 9 anni per mancanza di mezzi.

    8 dicembre 1863 - muore Antonio Angelini fu Stefano autore di una messe di studi storico-cronachistici sui vari aspetti della vita rovignese, del "Repertorio alfabetico delle Cronache di Rovigno" (1852-63), del "Compendio di alcune cronache di Rovigno".

    22 agosto 1869 - una delegazione di 300 piranesi giunge a Rovigno in segno di fratellanza dimenticando le vecchie ruggine che risalivano alla guerra degli inizi del 1200.

    30 novembre 1869 - prima seduta della neo costituita Società Agraria Istriana con sede a Rovigno. Fondata per iniziativa di G. Angelini, G. Borghi, M.G. Campitelli, A. Rismondo, A. Ghira, G.A.Ghira, G.A. Milossa;

    31 luglio 1870 - una delegazione di Rovigno ricambia la visita dei piranesi con banda e gonfalone.

    1870 - viene fondata a Trieste la Società di Navigazione Istriana a cui partecipano con entusiasmo vari rovignesi. Chiuderà però dopo 5 anni con una perdita del 27% sul capitale di fondazione.
     

    19 maggio 1872 - viene fondata a Rovigno la Società operaia con 273 soci ordinari e 39 onorari.

    2 dicembre 1873 - vengono inaugurati nel porto di Valdibora , alla presenza del podesta e delle autorità ecclesistiche, civili e militari i lavori per la costruenda linea ferroviaria di Rovigno;

    agosto 1873 - Si impianta l'I.R. Fabbrica Tabacchi di Rovigno;

    18 marzo 1874 - a Rovigno viene fondata la Società Agraria Istriana il cui comitato era composto da G. Angelini, G. Borghi, M. G. Campitelli, A. Rismondo, A. Ghira e da G. A. Milossa.

    5 aprile 1874 - esce il primo numero de "Il Maestro del Popolo" organo degli Amici dell'istruzione con il motto di Niccolò Tommaseo: "Chi fa l'educazione fa la Redenzione". Il redattare responsabile sarà Niccolò Prodomo.

    gennaio 1875 - si iniziano le pubblicazioni della rivista "Effemeride agraria dell'Istria", il redattore responsabile il rovignese Nicolò Sbisà. Le pubblicazioni durarono sino al dicembre dello stesso anno. La rivista era l'organo della Società Agraria Istriana fondata a Rovigno nel 1869.

    10 gennaio 1875 - cessa l'uscita de "Il Maestro del Popolo".

    25 febbraio 1876 - esce il primo numero de "Il Giornale della Società agraria istriana" il redattore responsabile sarà sempre Nicolò Sbisà. In questo primo numero verrà pubblicato il necrologio di Giovanni Angelini fu Luigi, uno dei fondatori della Società Agraria Istriana,  lasciando una donazione di 6.000 fiorini alla Congregazione di Carità di Rovigno;GdeA

    19 agosto 1876 - giunge in tale data la prima locomotiva alla stazione ferroviaria di Rovigno proveniente dalla vicina stazione di Canfanaro.

    GdeA

    25 ottobre 1879 - Nicolò Sbisà viene sostituito da G. Cosmini quale redattore responsabile de "Il Giornale della Società agraria istriana".

    1881 - viene fondata a Rovigno una Società di letture cattoliche composta da 75 soci e circa un migliaio di volumi.

    1882 - viene costituita a Rovigno la società dei Veterani che raduna gli ex militari dell’I.R. esercito austriaco, naturalmente è filo-governativa.

    1882 - cessa la pubblicazione de "Il Giornale della Società agraria istriana" organo della "Società Agraria Istriana".

    1882 - viene pubblicato il progetto per la ricostruzione della Cereria Artusi posta a Monto verso la lanterna, tra contrada Drio-Castiel e le rocce degradanti verso il mare:
     

    15 marzo 1885 - iniziano le pubblicazioni de "La Scolta" periodico diretto da G. Tromba, con il moto "Libertà-Verità-Moralità". La sede amministrativa sarà in via Valdibora al n.ro 30.

    1886 - viene fondata a Rovigno una Società di letture popolare con 125 soci e 600 volumi.

    1 settembre 1886 - iniziano le pubblicazione della rivista di storia, letteratura e scienze sociali "La Penna" avente il motto "Laboremus". Rivista diretta da Domenico Daveggia con sede in via dello Spirito Santo al n.ro 1218. Le pubblicazioni cesseranno il 7 ottobre 1887.

    1 marzo 1888 - cessano le pubblicazioni de "La Scolta".

    agosto 1890 - il barone Georg von Hütterodt acquista l'isola di Sant'Andrea, facente parte dell’arcipelago rovignese, ne restaura l'antiche chiesa e fa ricostruire l'edificio del vecchio convento arricchendo di conifere e di pregiate piante esotiche la flora del parco.
     

    1890 - per i tipi Coana, Pietro Angelini, nipote del dott. Giacomo, stampa il poemetto in vernacolo rovignese: "I lamenti de Fimijta incontro Pjiro su murus".

    15 luglio 1891 - esce il giornale letterario - politico - artistico ed economico "Le Alpi Giulie" organo che proclama di curare gli interessi delle Province Italiane nell'ambito dell'Impero Austro-Ungarico. Il redattore responsabile sarà Domenico Ferra.

    18 agosto 1891 - terminati i lavori di restauro e di abbellimento sulla sua nuova proprietà nell'isola di Sant'Andrea, il barone von Hütterodt da una grande festa d'inaugurazione a cui, tra gli altri illustri ospiti, parteciperà l'Arciduca Carlo Stefano d'Austria.

    16 aprile 1892 - iniziano le pubblicazioni de "La Verità" organo dei cattolici rovignesi. Dal 16 gennaio 1893 sarà il giornale dell'Organo delle Società di Letture Cattoliche di Rovigno. Editore e redattore responsabile Paolo Suffich.La sede del giornale si trovavav in Piazza Grande al numero 367.

    16 giugno 1893 - cessano le pubblicazioni de "La Verità".

    4 aprile 1894 - esce il settimanale politico "Il Risveglio" diretto da Andrea Davanzo e Paolo Pavan. Le pubblicazioni cesseranno il 2 agosto dello stesso anno con il seguente comunicato: "Il Direttore che si era proposto di trattare oggettivamente quelle questioni riguardanti Rovigno, soltanto quelle di reale vantaggio e di decoro per la città avrebbe dovuto, causa i dolorosi incidenti sorti nel corso delle elezioni amministrative, venir meno al programma del giornale che sarebbero riuscite di grandissimo danno per Rovigno in particolare e della provincia in generale. Anzichè far ciò ha preferito nobilmente di cessare le pubblicazioni".

    30 aprile 1894 - dopo 68 numeri cessano le pubblicazioni de "Le Alpi Giulie".

    23 agosto 1894 - esce il giornale "L'Alba" diretto da Raimondo De Santi e poi da Giuseppe Bartoli il redattore responsabile sarà prima Paolo Pavan  e poi Michele Quarantotto. La sede del giornale era ubicata al n.ro 900 di via Carrera. Le pubblicazioni cesseranno nel gennaio del 1896.

    3 ottobre 1896 - esce il settimanale "Idea Italiana" diretto da Giuseppe Bartoli. Tra i collaboratori Matteo Bartoli, Matteo Campitelli, Raimondo Dessanti e Raimondo Devescovi (l'autore de "El Castièl da Ruveîgno").

    4 marzo 1897 - esce "La Difesa dell'Operaio" organo degli interessi morali e materiali degli operai rovignesi diretto da Nicolò Chiurco. Il giornale avrà la sede in Piazza San Giovanni al n.ro 837. Le pubblicazioni dureranno sino al settembre dello stesso anno.

    agosto 1907 - viene redatta una particolareggiata pianta del Territorio di Rovigno:
     
     

    23 novembre 1907 - esce "La Lanterna" giornale diretto da Matteo Millich. Le pubblicazioni dureranno sino al 12 dicembre 1908.

    1910 - carta etno-linguistica dell'Istria secondo il censimento del 1910 da "Karty etniceskoj struktury Juliskoy krajny 1946" e quindi di fonte slava dalla quale si evince che l'area di Rovigno era al 100%  italiana (veneta-istriota):
     
     

    1914 - Cartina dello Stato politico dei Comuni dell'Istria austriaca.
     
     

    Filippo Tomasi Marinetti, Irredentismo

    28 giugno 1914 - assassinio a Sarajevo dell'arciduca Ferdinando e della duchessa Sofia eredi al trono d'Austria.
     
     

    23 luglio 1914 - ultimatum dell'Austria alla Serbia.

    28 luglio 1914 - il governo austroungarico dichiara guerra alla Serbia.

    3 agosto 1914 - l'Italia dichiara la sua neutraulità.
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    9 agosto 1914 - cessano le pubblicazioni del settimanale "Idea Italiana".

    26 aprile 1915 - Patto segreto di Londra tra Italia, Francia, Inghilterra e Russia.

    19 maggio 1915 - nell'imminenza dell'entrata in guerra del Regno d'Italia contro gli Stati Centrali, iniziano a Rovigno gli arresti degli esponenti irredentisti filo-italiani, circa 19 persone.

    23 maggio 1915 - il Comando del porto di Pola ordina lo sgombero immediato degli abitanti del Capitanato di Pola a nord di Barbariga.
     

    24 maggio 1915 - nel giorno della dichiarazione ufficiale di guerra dell'Italia all'Austria-Ungheria il suono straziante delle sirene annuncia la chiusura della Manifattura Tabacchi di Rovigno.
     

    25 maggio 1915 - gli austriaci inviano a Rovigno una compagnia di soldati bosniaci che con perentori colpi di fucile bussano alle varie case di Rovigno per l'evacuazione pressoché totale della sua popolazione che viene ammassata nei vagoni dei treni che li porteranno nei lager della mitteleuropa austroungarica di Wagna, Potendorf e centri minori. A cose finite soltanto 350 furono i fortunati esonerati.

    8 luglio 1916 - d'ordine della Luogotenenza viene sciolta la associazione femminile "Cuore e Pensiero" di Rovigno.

    28 luglio 1916 - d'ordine della Luogotenenza viene sciolto il Circolo operaio di Rovigno.

    15 ottobre 1916 - esce a Graz, sede degli internati politici, il quotidiano bilingue (italiano-tedesco) "Lager Zeitung - Gazzetta del Campo" edito a cura dell'amministrazione del campo.

    30 ottobre 1916 - il Giudizio distrettuale di Rovigno viene trasferito a Canfanaro.

    21 novembre 1916 - muore nel castello di Schönbrunn vicino a Vienna l'Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe (1848-1916).

    29 novembre 1916 - i manifesti a lutto in memoria dell'imperatore Francesco Giuseppe vengono stracciati e staccati dai muri di Rovigno.
     
     

    il campo profughi di Wagna, uno dei vari lager austriaci ove vennero internati gli istriani della costa.

    19 agosto 1917 - esce a Katzenau il primo numero del settimanale umoristico illustrato "La Baracca" redatto in proprio dagli internati del campo.

    - imperversa la famigerata "spagnola" che mieterà vittime sino all'anno successivo;
     

    17 gennaio 1918 - La Camera di Commercio dell'Istria, che dal 15 giugno del 1915 era stata trasferita a Pisino, viene insediata a Rovigno.

    18 gennaio 1918 - incominciano a Rovigno i primi rimpatri dei deportati rovignesi da Graz e dalla Moravia. Continueranno con arrivi giornalieri sino agli inizi di primavera. Man mano la città ritorna a vivere, si riaprono i negozi, si riattivano le strutture associative, ci si ritrova dopo anni di forzato esilio. Anche se non tutti tornarono, soprattutto vecchi e bambini, dato che a causa degli stenti e delle privazioni subiti nei lager austriaci molti vi trovarono la morte.

    5 aprile 1918 - il nuovo imperatore Carlo I visita Rovigno, sarà l'ultima visita di un imperatore d'Austria a Rovigno.

    29 luglio 1918 - il Tribunale circolare di Rovigno viene trasferito a Pola.

    11 ottobre 1918 - si diffonde l'influenza, viene decretata la chiusura delle scuole di Rovigno (11-19 ottobre).

    30 ottobre 1918 - il Consiglio nazionale di Fiume proclama l'annessione all'Italia.

    1° novembre 1918 - visto le positive notizie che giungono dal fronte Rovigno è in festa e la città si ricopre di tricolori.

    2 novembre 1918 - viene costituito un Comitato Cittadino composto da 24 persone in rappresentanza dei vari ceti sociali della città di Rovigno. Presidente è Antonio Spongia, farmacista, il vice presidente è il possidente Matteo Giuricin. Si istituisce una Guardia Nazionale a tutela dell'ordine pubblico.

    3 novembre 1918 - a Villa Giusti viene firmato l'armistizio tra Italia ed Austria. Complessivamente durante la guerra del 15-18 i volontari giuliani che si arruolarono volontari nell'esercito italiano furono 2.107, di cui 1.030 ufficiali, va ricordato che, se catturati dagli austriaci, rischiavano l'impiccagione. I morti giuliani furono 25.000 su una popolazione totale di 444.523.

    4 novembre 1918 - il Regio C.T. "Ardito" giunge in porto a Rovigno. La città è finalmente ricongiunta, con la sua ex capitale Venezia, al Regno d'Italia uscito vittorioso dall'immane conflitto della I° Guerra Mondiale.
     


     

     
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