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prof. Mario Diegoli

TECNICA A COLOMBINO O LUCIGNOLO
La tecnica a colombino (termine usato per indicare una particolare lavorazione dell'argilla da parte delle popolazioni de Sud America ed esteso, impropriamente, anche all'artigianato delle popolazioni europee) o a lucignolo è stata utilizzata, fin dall'antichità, per realizzare vasi, tazze e contenitori in creta. Questa tecnica, superata in seguito dall'uso del tornio, è ancora oggi utilizzata per la costruzione di grandi vasi (giare, orci) che possono raggiungere l'altezza anche di un metro e mezzo.   
Fasi della tecnica della tecnica a colombino o a lucignolo
1) Si prepara la base del vaso con un disco di argilla, quindi  si modellano alcuni salamini (colombini) di creta dello spessore di un dito. 2) Il primo salamino di creta è sovrapposto direttamente al disco d'argilla, gli altri colombini sono attaccati uno sull'altro premendo la creta con l'indice verso il basso e con il pollice verso l'alto. 
3)  Si regola la forma del vaso grazie ai differenti diametri dei cilindri sovrapposti realizzati attraverso i colombini.  4) La forma del vaso può essere, in seguito, levigata e decorata esternamente ed internamente. 
5) Il vaso, una volta finito, deve essere posto in un essiccatoio (o semplicemente lasciato seccare all'aria) per fare asciugare completamente la creta. Durante questa fase l'argilla subisce la perdita d'acqua contenuta nel suo corpo; l'oggetto diventa, quindi, più piccolo con un ritiro che varia tra il 4-12 %. 6) Una volta asciugato, l'oggetto può essere cotto in appositi forni ad una temperatura tra i 900° e i 950°C.
7) Si ottiene, in questo modo,  il biscotto; la creta, infatti, attraverso la cottura vetrifica, diventa particolarmente dura e assume una differente colorazione.