Storia degli insediamenti in SardegnaLa
Sardegna, posta al centro del Mediterraneo, attrasse precocemente
l'attenzione dei naviganti fenici clic, prima, vi fecero scalo nel loro
tragitto verso Occidente e poi, nella prima mela dell'VIII sec. a.c., vi si insediarono stabilmente.
L'isola, dotata di splendidi approdi naturali ampi e sicuri, quali i golfi
di Palmas e di Porto Conte, e ricchissima di materie prime, quali l'argento
e il rame, vide il sorgere di centri urbani dediti alla prima lavora/ione dei
minerali e al commercio con gli insediamenti di tutte le sponde del
Mediterraneo. Tra le città fenicie più antiche e più ricche fanno spicco gli
insediamenti di Sulcis, attuale Sant'Antioco, e di Tharros, in prossimità di
Oristano. Le città, politicamente autonome, ebbero rapporti prevalentemente
amichevoli con le popolazioni nuragiche, autoctone della Sardegna, clic
probabilmente detenevano le ricchezze minerarie dell'isola. Nella seconda metà del VI
sec. a.c., la politica
espansionistica già attuata in Sicilia spinse Cartagine ad invadere la
Sardegna per impadronirsene e sfruttarne le risorse agricole. Seguì un
inevitabile scontro armato con le città fenicie, che, prima vittoriose,
furono poi sconfitte definitivamente verso la fine del secolo e dovettero
piegarsi al dominio di Cartagine. Alcuni insediamenti, quali Cuccureddus di
Villasimius, furono rasi al suolo e non più frequentati, altri, quali Monte
Sirai presso Carbonia, furono parzialmente distrutti e poi ricostruiti. Se
nei secoli precedenti i commerci delle singole città avevano coperto il
bacino del Mediterraneo, con l'avvento di Cartagine furono posti sotto
stretto controllo e, forse in alcuni casi, in regime di monopolio. Tutte le
pianure dell'isola, tra le quali il Campidano, furono poste a coltura
prevalentemente cerealicola, per l'alimentazione degli eserciti cartaginesi
che combattevano in Sicilia. Verso i primi anni del IV sec.
a.C ., in seguito a moli insurrezionali che coinvolsero anche il Nord-Africa,
oltre alla Sardegna, si ebbe un considerevole sviluppo dell'edilizia
pubblica e soprattutto delle opere di difesa urbane e alcune città furono
cinte di mura e di fortificazioni talvolta assai rilevanti. Pochi anni dopo la fine della prima guerra punica, Cartagine, impegnata in una logorante guerra interna contro i suoi mercenari ribelli, fu costretta da Roma ad abbandonare la Sardegna, che passò quindi sotto il dominio romano nel 238 a.C. |