Il commercio

 

Se l'industria fenicia e punica fu caratterizzata dalla elaborazione delle materie prime, il commercio di questi popoli riuscì a trarre il motivo della sua esistenza dalla continua acquisizione delle materie prime da trasforma­re e dalla conseguente esportazione dei manufatti otte­nuti da offrire come mercé di scambio. Ma al di là di questa sintesi, è chiaro che i Fenici differenziarono sia la domanda che l'offerta a seconda delle popolazioni con le quali vennero in contatto.

La continua ricerca di materie prime da trattare por­tò questi popoli ad avvicinare soprattutto genti che co­me unica forma di commercio conoscevano il baratto. Prova ne sia che i Fenici, pur provenendo dall'area siro-palestinese, contigua alla regione anatolica ove ebbe ori­gine l'uso della moneta, furono tra gli ultimi ad utilizza­re i metalli coniati come mercé di scambio. Le prime monete cartaginesi iniziarono a circolare unicamente in Sicilia non prima della fine del V sec. a.C., come paga­mento delle truppe mercenarie e per controbattere la monetazione greca già da tempo in corso nell'isola. Nel Nord-Africa e in Sardegna, invece, la circolazione della moneta è assai più tarda e non ha luogo prima della fine del IV sec. a.C.

Per quanto riguarda il baratto, caratteristico è un antico racconto che descrive i metodi commerciali dei Fenici e che è riassunto qui di seguito: i naviganti si avvi­cinavano alla spiaggia, sbarcavano con le mercanzie da barattare e si allontanavano di nuovo lasciandole sulla costa. Gli abitanti del luogo si accostavano alle merci, le valutavano e senza toccarle deponevano dell'oro e si ri­tiravano. I Fenici sbarcavano di nuovo, soppesavano Foro e se erano soddisfatti lo raccoglievano e se ne an­davano definitivamente, altrimenti, senza toccare alcun­ché, si allontanavano in attesa che gli indigeni depones­sero altro oro.

Il commercio fenicio delle città del Libano, soprat­tutto quello rivolto verso terre molto lontane e quindi di costi elevati, si svolgeva principalmente con la garanzia e il finanziamento del palazzo reale o del tempio, che rappresentavano rispettivamente il potere civile e quello religioso. Non a caso, infatti, il più antico e famoso tempio del dio fenicio Melqart era situato a Cadice, la più occidentale delle colonie. Non è da escludere, inol­tre, che gruppi di mercanti privati si consorziassero e ar­massero navi in proprio, sulle quali trovavano posto ca­richi misti, formati da derrate di diversa natura.

 

 

 

 

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