Ada Barletta

Ada Barletta, autodidatta, si dedica con passione e costanza già da qualche anno all'acquerello manifestando, attraverso una spiccata semplicità, l'amore profondo che la lega alla sua città: Monopoli.
Dall'ambiente che la circonda prende spunti per i suoi paesaggi: Mura di cinta, Il porto dell'approdo, Il Castello, IPorto Ghiacciolo (S. Stefano), La chiesetta di S. Michele, Vico del vento, Torre Incina, e nei vicoletti del centro storico si sofferma con devozione davanti all'effige della Madonna della Madia. Nei suoi acquerelli spuntano ulivi e trulli che sembrano sfidare il tempo da sempre.
Dal canto, che la entusiasma e al quale si dedica con i suoi amici musicisti, ruba immagini di strumenti musicali e spartiti di canzoni napoletane e italiane che fanno da sfondo a nature morte, ricche di fiori e colori sempre tenui.
 


Torre Incina
 

Il prof. Scipione Navach
che ha presentato la prima personale alla Galleria Artemisia
con molta poesia si è espresso fra l'altro così:
 
«Le stesse donne, che Ada dipinge, tutte longilinee, affusolate, eteree, con quei loro piedi che ignorano del tutto il peso del fardello umano, che pare lievitante anche quando non reca le ali diafane della libellula, corrispondono a questo perenne slancio onirico, intimamente religioso, capace di fermarsi sulle cose, come di spaziare, librandosi da esse per spiccare il volo verso quel celeste, sempre presente nei suoi quadri.
Celesti i muri, celesti le cupole delle chiese, celesti anche i portafiori delle nature morte: il celeste è presente anche quando non si identifica, per necessità di cose, col cielo o col mare.
Si tratta, come si vede, non di una scelta di mera tecnica figurativa, ma di un'esigenza espressiva istintivamente sentita che parte dal profondo e che fa tutt'uno con le altre, in una visione autenticamente religiosa della vita, che tutte le include e le giustifica.»


Rose
 

Trulli

Ulivo

Natura morta con chitarra e spartiti

Porto Ghiacciolo (S. Stefano)

Il Castello

Le mura di cinta


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