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Biografia |
Pablo Picasso |
| Picasso, Pablo (Malaga 1881 - Mougins 1973), pittore e scultore spagnolo, ritenuto uno dei massimi artisti del nostro secolo e un maestro dell'incisione. Antesignano di rivoluzioni stilistiche, per tutta la vita continuò a rinnovare il proprio modo di fare arte, anche dominando mezzi espressivi diversi. Figlio di un insegnante di disegno, José Ruiz Blasco, mostrò un talento precocissimo, vincendo a quindici anni una borsa di studio - che tuttavia non utilizzò - per l'Accademia Reale di Madrid. Le sue prime prove, di sapore accademico, a partire dal 1901 sono firmate con il cognome della madre, che da allora egli adottò per tutte le sue opere. | |
| " Non c'è mai un momento in cui tu possa dire: ho lavorato bene e domani è domenica. Come ti fermi, ricominci. Puoi lasciare da parte un quadro dicendo che non ci metterai più mano. Ma non puoi mai dire la parola fine ". | |
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Donna piangente |
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1937. Olio su tela (61x50 cm). Tate Gallery, Londra |
L'esperienza di un dolore straziante incisa sul volto della donna è espressa con grande intensità da colori duri e rigide pennellate. L'attenzione viene immediatamente focalizzata dai freddi bianchi e blu della zona intorno alla bocca, mentre occhi e fronte sono dislocati, letteralmente spezzati dal dolore. La figura, uno degli esempi più espressivi della serie "Donne piangenti", ricorda quelle di Guernica, la monumentale opera di Picasso, eseguita nello stesso anno, che rappresenta il massacro di donne e bambini durante la guerra civile spagnola; mentre il modo in cui il volto della donna è stato distorto riprende le idee del movimento cubista, di cui Picasso e Georges Braque furono i creatori. |
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Donna in camicia |
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1913. Olio su tela, (148 x 99 cm). New York, Ganz Collection |
Pur appartenendo al cubismo analitico, la grande tela della Donna in camicia si accende dei toni ocra e porpora, che risaltano sulla grigia tavolozza di questo periodo. E' uno degli esempi più forti, più potenti di "arte fantastica". Al di là di nuove inquietanti relazioni tra astrazione e sensualità, tra rigide forme geometriche e morbide suggestioni organiche, rimane l'impianto compositivo che ruota attorno al solido pilastro centrale con una specie di movimento avvolgente del volume del corpo, simile a quello di un uovo, su cui spiccano i seni, i capelli, le costole, le pieghe della camicia. Lo schema mette in evidenza la ricerca delle forme essenziali racchiuse in una |
| struttura grandiosamente architettonica. Come spesso accade nella "visione" cubista, la donna è vista e inquadrata di fronte e di lato contemporaneamente. Pur nell'astrazione della nuova sintesi formale, alcuni elementi della figura femminile sono evocati con particolare realismo. Accanto al triangolo del volto, Picasso dispone il motivo ondulato dei capelli; il seno, in una visione contemporanea frontale e laterale, è reso con bravura e ironia, quasi a smorzare l'erotismo della composizione; non rinuncia invece, Picasso, alla seduzione delle pieghe morbide della camicia rifinita con l'orlo a smerli. | |
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Les Demoiselles d'Avignon |
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1907. Olio su tela, (244 x 234 cm). New York, Museum of Modern Art |
Inizialmente il quadro si chiamava "Il bordello di Avignon", poi Salmon (poeta e critico d'arte) lo chiamò "Les Demoiselles d'Avignon". Questo quadro è diventato il manifesto del cubismo, un modo nuovo di interpretare la realtà. Invece che sulle immagini colorate dei fauves o su quelle sensuali degli impressionisti, Picasso punta sulla forma, che struttura geometricamente attraverso la scansione dinamica dei vigorosi piani plastici, larghi e sintetici; e i piani si espandono al di là e al di fuori delle singole figure, inglobando lo spazio circostante, per definire un organismo unitario spaziale-architettonico. |
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La minotauromachia |
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1936. Guazzo a china, (50 x 65,3 cm). Parigi, Musée Picasso |
Una delle tante figure ed immagini in cui Picasso si ritrova e s'identifica è il personaggio terrificante della nuova mitologia tracciata nelle acqueforti della "suite Vollard": un Minotauro colpito dalla cecità, le braccia tese a testare il buio, il volto muggente al cielo, gli occhi bianchi e furiosi. E' uomo e bestia insieme, è dolce e terribile, è amico e nemico: è in fondo uno dei tanti animali che popolano il mondo fantastico dell'immaginazione picassiana, simbolo di qualità amabili e odiose. E' lo stesso Picasso ad ammettere che nel |
| disegnare la testa ricciuta del Minotauro ha avuto in mente più di una volta la testa del suo cane favorito. Né sono lontani dall'"umanità" del mostro quei mendicanti ciechi che hanno tanto impressionato Picasso nella sua giovinezza, quasi simbolo della più terribile delle condizioni umane ed insieme della possibilità di una nuova forma di visione. La composizione si articola e procede linearmente, divisa in tre fasce parallele: nella prima nel buio della caverna si muovono due bianche mani a tastare l'aria; nella seconda, al centro, il Minotauro stringe con il braccio destro il bianco cavallino sacrificato; nella terza una bambina nascosta da un velo lo guarda con innocente fiducia. In fondo quella testa di toro sulle forme umane non è che una maschera... | |