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Biografia |
Max Ernst |
| Ernst, Max (Brühl 1891 - Parigi 1976), artista francese di origine tedesca, figura determinante del dadaismo e del surrealismo. Noto per la sua straordinaria varietà di tecniche, stili e mezzi espressivi, prima di consacrarsi all'arte Ernst studiò filosofia e psichiatria all'università di Bonn; affascinato dal movimento dadaista e dal suo spirito di rivolta contro le convenzioni, si stabilì a Colonia e cominciò a dedicarsi al collage, influenzato dall'opera di Giorgio de Chirico. Nel 1922, trasferitosi a Parigi, fu coinvolto dal clima culturale dominato dal surrealismo, e si diede a ritrarre enormi figure umane e creature fantastiche sullo sfondo di minuziosi paesaggi rinascimentali. Nel 1925 inventò il "frottage", tecnica che consiste nello strofinare una matita su un foglio sovrapposto a una superficie ruvida; in seguito sperimentò il "grattage", che consiste nel raschiare i pigmenti da una tela o lisciarli con una mestola, e la "decalcomania", una tecnica che consente di trasportare un disegno da un foglio opportunamente trattato su una superficie di vetro o metallo. Nel 1941 emigrò negli Stati Uniti grazie all'aiuto dell'ereditiera Peggy Guggenheim, che diventò la sua terza moglie nel 1942. Dopo il suo rientro in Francia nel 1953, le opere di Ernst conobbero una fortuna notevole sia presso i critici, sia tra i mercanti. Instancabile sperimentatore, in tutta la sua produzione Ernst cercò sempre il mezzo ideale per raffigurare in uno spazio bi- e tridimensionale l'universo mentale dei sogni e dell'immaginazione. | |
| " Più mi conosco meno capisco, in fin dei conti, i misteri e le combinazioni della creazione artistica. Improvvisamente mi trovo proprio dove volevo andare: ma ci sono arrivato attraverso una scorciatoia che non conoscevo e che mi è stata rivelata dal caso. E' per questo che, nel mio lavoro, ho contato sempre su tutti i mezzi tecnici, come il collage, il frottage e il drip-and-drool, che permettono al caso di provocare l'ispirazione." | |
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La vestizione della sposa |
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1939-40. Olio su tela, (130 x 96 cm). Venezia, Peggy Guggenheim Foundation |
Nel dipinto, in un complesso e misterioso gioco di simboli di carattere erotico, l'elegante nudo della donna appare nel chiarore dell'incarnato tra il rosso delle piume del mantello che si conclude nella grande testa di un uccello rapace. Un guerriero-uccello le è accanto con una lancia, insieme minaccioso e insinuante; sull'altro lato, un'ancella dalla fantastica acconciatura (ai cui piedi giace la figura simbolica di un mostriciattolo) si volta a guardare l'immagine della sposa. Egli è ossessionato da visioni femminili, da allucinazioni, dal terrore del nulla che daranno origine alle visioni di uccelli che lo ossessionano durante tutta la vita. |
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Due bambine sono minacciate da un usignolo |
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1924. Olio su tavola con elementi di legni. (46 x 33 cm). New York, Museum of Modern Art |
Più ancora che un'opera pittorica è una tecnica della suggestione che Max Ernst ci propone. Un'opera, come e più delle altre, biografica che celebra l'ossessione dell'artista per gli uccelli, che diventano qui addirittura minacciosi, ma appena visibili, una piccola macchia, nell'immagine di cornice-finestra aperta sulla prospettiva che sprofonda verso le sfumature giallastre del cielo azzurro. Nel dipinto tutto è surreale e al di fuori di ogni logica apparente. L' autore allude a una finestra che inquadra una veduta con un ampio cielo che sovrasta un campo, un fondo un arco dipinto, e in primo piano a destra una cassetta di legni che allude a una casa, come elemento del paesaggio, e a sinistra un cancelletto, anch'esso di legno, aperto con una cerniera. |
| Sul bordo della cornice Max Ernst scrive il significato del dipinto: "2 enfants sont menacées par un rossignol". Sul prato infatti, una fanciulla giace svenuta, un'altra fugge mentre sul tetto della cassetta-casetta un uomo corre volando con una bimba tra le braccia. E la ragione di tanto terrore è l'uccello che riusciamo appena a scorgere, piccola macchia scura, sul chiarore del cielo. | |