La conferenza ha visto la
compartecipazione di tre relatori: Pierandrea
Gusella,
Gerardo Tristano, e Angelo Di Giorgio.
Organista anche lui, il M° Gusella che da sempre
nutre una profonda stima per il maestro
francese, non a caso aveva con sé tutte le opere
per organo (o quasi), ha illustrato con perizia
e precisione molti aspetti della poetica di
Olivier Messiaen. Tranne pochi casi, il pubblico
ha mostrato di apprezzare le delucidazioni
tecniche. Partitura alla mano, o meglio "a
video", la conferenza ha illustrato, con
l'intervento di Tristano, un periodo cruciale
per il compositore francese, ossia gli
anni della seconda guerra mondiale, dove
Messiaen, internato in un campo di
concentramento (Gorlitz, Slesia), scrive uno dei
suoi capolavori: Quatuor pour la fin du
temps. Sono emersi tutti gli aspetti
della sua poetica e del suo linguaggio. L'amore
per la natura, rappresentato dalla sua
competenza ornitologica, e la sua propensione,
in generale, alla sistematizzazione teorica del
suo pensiero compositivo. L'uso della
trasposizione dei modi, per esempio. Oppure lo
studio della metrica greca, tradotto in maniera
personalissima nelle strutture di durata: valori
aggiunti, ritmi retrogradabili e non,
affrancamento dalla metrica di battuta. A
seguire abbiamo avuto la possibilità di
ascoltare, dal vivo, l'esecuzione di un suo
brano, tratto dal Quatuor, scritto per
clarinetto solo:
Abyme des oiseaux. Ad eseguirlo il
M° Angelo Di Giorgio. Il
brano è stato illustrato brevemente da
Gerardo Tristano, che ne ha evidenziato i
momenti più interessanti e l'uso stesso dei modi
e dei ritmi. Vogliamo ricordare inoltre che
dalle sue ricerche in campo metrico, e non solo
(vedi serialismo integrale) ha tratto nuova
linfa uno dei suoi allievi, compositore tra i
massimi del '900: Pierre Boulez. Come non
apprezzare e rilevare il suo contributo
nell'ambito delle poetiche contemporanee. Ma,
nonostante la filiazione, i due mondi sono e
rimangono lontani, soprattutto quello di
Messiaen è ancora pieno di vivida ispirazione. |