SANTUARIO DELLA MADONNA DI PINE’

Uscendo dal casello autostradale di Trento, si percorre la statale N. 47 verso Padova; si arriva a Pergine Nord dove troviamo le indicazioni per il Santuario della Madonna di Pinè (Montagnaga) che dista pochi km da quest’ultima località. Il Santuario è considerato come uno dei più importanti del Trentino; è situato in un paesino circondato da stupende pinete ed il luogo della prima apparizione, la cosiddetta "Comparsa", si trova in una spianata tra i pini dove vengono celebrate alcune messe nel periodo estivo. E’ un posto in cui pregando si perde il senso del tempo, tanta è la pace che si avverte in questa cornice naturale che ci aiuta a meditare sulla grandezza di Dio Creatore. Vicino alla Comparsa sorge il monumento-santuario al Redentore. All’interno del medesimo è riprodotta quasi al naturale la "Scala Santa" di Roma, con 28 gradini che si percorrono in ginocchio; e dentro i quali fu posta della terra raccolta in varie località della Palestina. Ai piedi della scala santa si ammirano i due gruppi: il bacio di Giuda e l'"Ecce Homo"; e, sulle pareti, varie scene della passione del Signore. Il Santuario della Madonna di Pinè riveste un’importanza d’intercessione particolare in quanto la Madonna "...assicurò che quello sarebbe stato il luogo nel quale avrebbe accolto le preghiere dei suoi devoti....".

CRONACA DELL’APPARIZIONE

"Un certo Giacomo Moser, pio contadino di Montagnaga, al principio del secolo XVIII si era recato più volte al santuario della Madonna di Caravaggio; e, in uno dei suoi viaggi, aveva portato un’Immagine della Madonna che esponeva su un altare della chiesa parrocchiale di Montagnaga - dedicata a S. Anna - il 26 maggio di ogni anno.

Il racconto delle grazie e delle feste di Caravaggio suscitava in molti il desiderio di accompagnarsi a lui nel pio pellegrinaggio.

Fra gli altri c’era anche una giovane di nome Domenica Targa (9 agosto 1699 - 24 ottobre 1764), nata in una frazione di Montagnaga detta Guardia.

Era però difficile ottenere il consenso dei genitori. Per il resto - quattro o cinque giorni di cammino per l’andata, e altrettanti per il ritorno; scarsità di mezzi e di cibo - non si spaventava.

Avrebbe sopportato tutto volentieri per amore di Maria!

Ma, come ottenere il consenso del padre, soprattutto, che la voleva legata al suo ufficio di pastora, da non lasciarle libero nemmeno il pomeriggio dei giorni festivi? E così la giovane viveva giorni di ansia e di attesa.

Ma venne l’intervento di Maria.

Verso il mezzogiorno del sabato 14 maggio 1729, domenica stava con i suoi armenti nella conca del "Palustel" (oggi detta "Comparsa"). A un tratto, tutte le bestie, come colte da terrore, si mettono a fuggire disorientate. Domenica, che stava recitando il rosario, esce in un’esclamazione: "Gesù, Maria, aiutatemi!". Appena pronunciata l’invocazione, vide davanti a sé una bellissima Signora in vesti candide come la neve. "Figlia mia, che fai?" le chiese. "Recito il rosario", rispose Domenica.

La Signora la lodò; e, dopo averle fatto esprimere l’ardente desiderio di recarsi a Caravaggio, soggiunse: "Ubbidisci a me. Non andare a Caravaggio. Invece, la sera della festa dell’ascensione (quell’anno era il 26 maggio) recati nella chiesa di S. Anna, dove sarà esposto il quadro della Beata Vergine di Caravaggio. Tu inginocchiati sul primo gradino dell’altare: vedrai una cosa bellissima".

"Chissà se i miei genitori mi permetteranno di andare a Montagnaga a quell’ora!" osservò la fanciulla.

"Non temere; te lo permetteranno di sicuro!" soggiunse la bella Signora; e scomparve.

Venne il 26 maggio 1729, festa dell’Ascensione. Senza eccessive difficoltà, Domenica potè intervenire alla funzione nella chiesa di Montagnaga. Si cantavano, quel giorno, anche le litanie dei Santi, per ottenere il dono della pioggia. All’invocazione: "Omnes sancti Martyres" Domenica Targa si piegò sul fianco destro; e rimase in quella posizione, come estranea a quanto succedeva intorno, finchè la funzione fu finita. Quando i sacerdoti, uscendo di sacrestia, la richiamarono alla realtà, si lamentò di essere stata tolta da una dolce visione: vedeva la Vergine SS. con il Bambino in braccio; nella destra aveva il rosario; e stava invitandola a manifestare la sua apparizione a tutto il popolo presente.

Naturalmente, ci furono anche gli scettici: specialmente tra il clero. Ma la pia giovane, prima di tornare a casa, fu costretta da una forza interiore a proclamare, per tre volte, le meraviglie della Vergine Maria. Intanto, pur tra vari commenti e contrasti, cominciò a svilupparsi una particolare devozione per la Vergine SS. Di Caravaggio, anche sull’altare della chiesa di S. Anna. Lo zelante Giacomo Moser fece preparare dalla pittrice trentina Elena Zambaiti un nuovo e più grande quadro dell’apparizione della Madonna a Giovannetta Varoli: è la sacra Immagine che tuttora veneriamo a Montagnaga di Pinè; mentre il canonico, mons. Girolamo conte Bucelleni, fece ricostruire l’altare nella forma in cui lo vediamo oggi. Tutto fu preparato con tanto zelo e rapidità, che già l’8 settembre dello stesso anno 1729 si potè procedere alla benedizione del nuovo altare. Era stato predisposto un rito solenne con la partecipazione del pievano di Piné. Già la gente di Montagnaga si trovava raccolta in chiesa; e si sentivano arrivare le invocazioni del popolo che veniva in processione da Balsega, quando la Vergine SS. apparve alla veggente con il Bambino sulle braccia, ma questa volta ferito e sanguinante; ed era seguita dai santi Gioacchino e Anna.

La SS. Vergine stessa benedisse il quadro e poi - dopo aver imposto a Domenica di gridare per tre volte "viene la Beatissima Vergine" - assicurò che quello sarebbe stato il luogo nel quale avrebbe accolto le preghiere dei suoi devoti.

Mostrando poi le ferite del suo divin Bambino, spiegò che esse erano causate dai peccati; ed esortò a pregare molto per la conversione dei peccatori.

Naturalmente, anche questa volta, Domenica Targa incontrò lo scetticismo, specialmente del pievano di Balsega. Ma la SS. Vergine, quasi a consolare Domenica, le apparve due giorni dopo, per la quarta volta, nella località detta "Pralongo"; e la esortò a esporre tutto al suo confessore, don Michele Bernardi, che l’avrebbe aiutata.

Difatti fu così.

L’Autorità diocesana promosse un regolare processo canonico, che durò più anni; e che si concluse con l’autorizzazione a celebrare solennemente la festa dell’apparizione di Maria in Montagnaga nel giorno 26 maggio.

Intanto la Vergine SS. comparve un’ultima volta a Domenica Targa nella chiesa di S. Anna in Montagnaga, il 26 maggio 1730. Avvolta da una luce fulgidissima, e circondata da uno stuolo di vergini, la Madonna invocò la benedizione del Signore sopra la moltitudine dei presenti; operò alcune guarigioni; manifestò a Domenica la sua soddisfazione; e, salutandola amabilmente, s’allontanò per sempre.

L’incontro successivo sarebbe avvenuto in cielo, il 24 ottobre 1764".

LA STRADA MISTERIOSA

Nei pressi del santuario (circa 300 metri) esiste un tratto di strada "misterioso". Fermando l’automobile con la marcia in folle, la medesima si muove da sola (anche a pieno carico) per circa 12 metri, in salita, in direzione del santuario. E’ un’esperienza che chiunque può verificare. Sono state tentate varie spiegazioni, ma nessuna in grado di fornire una valida chiarificazione. Per un cattolico non è difficile pensare, in mancanza di una alternativa scientifica esauriente, ad un segno straordinario dal cielo. Infatti, l’auto viene mossa.....in direzione del santuario e non in opposizione ad esso. Dio, come di consueto, lascia ovviamente liberi di credere o meno ai suoi interventi soprannaturali; gli unici però, in molti casi, in grado di fornire spiegazioni quando la scienza non docet!