Associazione
Genitori Cattolici
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A proposito di gay Stanno rinfocolando le polemiche sul problema "gay e chiesa",
soprattutto in riferimento alla manifestazione che alcune organizzazioni di
omosessuali vogliono organizzare a Roma, durante il Giubileo. Poiché
ovviamente tutti giustamente esprimono il proprio parere, anche se a volte in
campo teologico molti "tuttologi" manifestano un'inguaribile
ignoranza, riteniamo di fondamentale importanza, per evitare confusione e
sconcerto tra i cattolici, riportare "l’opinione di Dio" (della
quale sembrano disinteressarsi in molti, anche all’interno della chiesa
stessa!) riguardo al problema omosessuale. L’unico parere che conta dato che
tutti, credenti ed atei, saremo giudicati da Lui. E l’opinione del Signore la
troviamo nella Sacra Scrittura che il magistero della Chiesa da duemila anni
ci invita ad accogliere come Parola eterna di Dio. Quanto segue dimostra in maniera inequivocabile le ragioni della
necessaria condanna teologica della Chiesa nei confronti degli omosessuali i
quali sono ovviamente liberi (Dio infatti ha donato a tutti il libero
arbitrio!) di agire come meglio credono. La Chiesa e con sè tutti i credenti
hanno comunque, in virtù del
sacerdozio consacrato (se preti) o regale (se laici), il dovere di ricordare
le immutabili verità teologiche e che esiste il giudizio di Dio a cui tutti,
volenti o nolenti, saremo sottoposti nel momento della morte. Nell'antico
testamento Dio prescrive: "Se uno ha rapporti con un uomo come con una donna, tutti e due
hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue
ricadrà su di loro" (Lv 20,13). E la vicenda di Sodoma e Gomorra (Gen. 18,16 seg.) è conosciuta da tutto
il mondo "…Condannò alla distruzione le città di Sodoma e Gomorra,
riducendole in cenere, ponendo un esempio a quanti sarebbero vissuti
empiamente. Liberò invece il giusto Lot, angustiato dal comportamento
immorale di quegli scellerati. Quel giusto infatti, per ciò che vedeva e
udiva mentre abitava in mezzo a loro, si tormentava ogni giorno nella sua
anima giusta per tali ignominie…" (2 Pt. 2,6 seg.) - "…Così Sodoma
e Gomorra e le città vicine, che si sono abbandonate all'impudicizia allo
stesso modo e sono andate dietro a vizi contro natura, stanno come esempio
subendo le pene di un fuoco eterno…" (Gd. 7) Nel Nuovo
Testamento lo Spirito Santo è altrettanto chiaro: "...Per
questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato
i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente anche gli uomini,
lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli
uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo
così in se stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento.....E pur
conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la
morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa." (Rm
1, 26/32) - "...Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri,
né effeminati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né maldicenti,
né rapaci erediteranno il regno di Dio" (1 Cor. 6,9/10) - "…La
legge non è fatta per il giusto, ma per i non giusti e riottosi, per gli empi
e di peccatori, per gli scellerati e i profani, per i parricidi e matricidi e
omicidi, per i fornicatori, per i sodomiti[1][1], per i ladri d'uomini, i bugiardi, gli
spergiuri…"(1 Tm. 1,9). La condanna
dei Padri e dei Dottori della Chiesa: "I delitti che vanno contro natura, ad esempio quelli compiuti dai
sodomiti, devono essere condannati e puniti ovunque e sempre. Quand'anche
tutti gli uomini li commettessero, verrebbero tutti coinvolti nella stessa
condanna divina: Dio infatti non ha creato gli uomini perché commettessero un
tale abuso di se stessi. Quando, mossi da una perversa passione, si profana
la natura stessa che Dio ha creato, è la stessa unione che deve esistere fra
Dio e noi a venir violata" (Sant'Agostino, Confessioni, c.III, p.8) "Che lo zolfo evochi i fetori della carne, lo conferma la storia
stessa della Sacra Scrittura, quando parla della pioggia di fuoco e zolfo
versata su Sodoma dal Signore. Egli aveva deciso di punire in essa i crimini
della carne, e il tipo stesso del suo castigo metteva in risalto l'onta di
quel crimine. Perché lo zolfo emana fetore, il fuoco arde. Era quindi giusto
che i Sodomiti, ardendo di desideri perversi originati dal fetore della
carne, perissero ad un tempo per mezzo del fuoco e dello zolfo, affinchè dal
giusto castigo si rendessero conto del male compiuto sotto la spinta di un
desiderio perverso" (San Gregorio Magno, Commento morale a Giobbe, XIV,
23, vol. II, pag. 371) "Questo vizio non va affatto considerato come un vizio ordinario,
perché supera per gravità tutti gli altri vizi. Esso infatti, uccide il
corpo, rovina l'anima, contamina la carne, estingue la luce dell'intelletto,
caccia lo Spirito Santo dal tempio dell'anima" (San Pier Damiani -
dottore della chiesa e grande riformatore dell'Ordine Benedettino - Liber
Gomorrhanus, in Patrologia latina, vol. 145, coll. 159-190) "Nei peccati contro natura in cui viene violato l'ordine naturale,
viene offeso Dio stesso in qualità di ordinatore della natura" (S.
Tommaso d'Aquino, Summa Teologica, II-II, q. 154, a. 12) "…Commettendo il maledetto peccato contro natura, quali ciechi e
stolti, essendo offuscato il lume del loro intelletto, non conoscono il
fetore e la miseria in cui sono…" (S. Caterina da Siena, Dialogo della
Divina Provvidenza, cap. 124) "Più pena sente uno che sia vissuto con questo vizio de la sodomia
che un altro, perocchè questo è maggior peccato che sia". (San
Bernardino da Siena, Predica XXXIX in: Prediche volgari, p. 915) "…Di questa turpitudine mai abbastanza esecrata sono schiavi
coloro che non si vergognano di violare la legge divina e naturale".
(San Pietro Canisio - dottore della Chiesa-
Summa Doctrina Christianae, III a/b, p. 455) La condanna
dei papi: "…L'esecrabile vizio libidinoso contro natura; colpe per le quali
i popoli e le nazioni vengono flagellati da Dio, a giusta condanna, con
sciagure, guerre, fame e pestilenze…" (San Pio V, Costituzione Cum
Primum, del 1 aprile 1566, in Bullarium Romanum, t. IV, c. II, pp. 284-286) "…Il peccato contro natura grida vendetta al cospetto di
Dio.." (San Pio X - Catechismo, N. 966) "Inseguendo l'esistenza di atti intrinsecamente cattivi, la Chiesa
accoglie la dottrina della Sacra Scrittura. L'apostolo Paolo afferma in modo
categorico: - Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adulteri, né
effeminati, né sodomiti, né ladri, né ubriaconi, né maldicenti, né rapaci
erediteranno il Regno di Dio, 1 Cor. 6,9-10" (Giovanni Paolo II, Veritatis
Splendor, cap. 81) Leggendo la Sacra Scrittura impariamo dall’unico Dio e giusto giudice che
com’è vero che il Signore perdona qualunque peccato a chi, con sincero
pentimento, gli chiede il perdono è altrettanto vero che giudicherà secondo
la Sua Parola (e non secondo quella degli uomini, anche se appartenenti alle
gerarchie della Chiesa!) quanti si ostinano nel peccato. A tale proposito
riporto l'opinione della Dott.ssa Patrizia Stella (dottore in pedagogia del
comportamento) come risulta da una sua lettera pubblicata sulla rivista
Teologica, N. 20 - marzo/aprile 1999, indirizzata alle autorità religiose e
civili ed alle riviste, alla cui lettura integrale rimando quanto
interessati. "….In secondo luogo significa negare alla persona la capacità di
superare questo problema, in quanto è stato più volte confermato dagli
studiosi che questo comportamento non è irreversibile né congenito, tranne
casi rarissimi, ma frutto di cattive abitudini, o di esperienze negative, o
di reazioni davanti all'aggressività di certi comportamenti femminili;
situazioni comunque, dalle quali si può uscire. Prova ne sia che nel mondo
animale esistono malformazioni congenite di vario genere, ma non si è mai
verificato il caso di attrazioni ed unioni omosessuali tra bestie, ciò vuol
dire che è una devianza che riguarda l'uomo non tanto nella sfera genetica,
difficilmente modificabile, quanto piuttosto in quella educativa e
psicologica, soggetta quindi all'influsso della volontà. Significa inoltre
non aver capito il ruolo della chiesa e del cristiano, che non è solo quello
di alleviare pietosamente le ferite lasciando "l'ammalato" nella
sua cancrena, bensì è quello di avere "dell'ammalato" una stima ed
una fiducia tali da saper usare anche il bisturi pur di farlo guarire.
Compito della chiesa e del cristiano è quello di ricordare che c'è la grazia
di Dio che aiuta a vivere i comandamenti, e che senza la sua grazia è
difficile vivere non solo la castità, ma qualunque altra virtù, che la
violazione costante dei Comandamenti di Dio comporta sempre il rischio di
autodistruggersi nella vita terrena e di mettere in pericolo la salvezza
eterna, e che infine, dà molta più gioia e gratificazione una vita casta
anche se talvolta esige sacrificio e lotta, che una vita di disordine
sessuale, qualunque esso sia, etero o omosessuale…." Nei confronti poi di coloro che predicano le loro "opinioni",
anziché la Parola di Dio, lo Spirito Santo è altrettanto chiaro: "Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal cielo vi
predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia
anatema!..." (Gal. 1,8 seg.) Per conoscere più approfonditamente le ragioni di un'immutabile condanna
dell'omosessualità da parte del Magistero della Chiesa si consiglia la
lettura del dossier: "Chiesa e omosessualità - Le ragioni di un'immutabile
condanna", ed. Centro Culturale Lepanto - Roma (Tel. 06-6795866)- http://members.tripod.com/lepanto/ |
Il Presidente
Dr. Arrigo Muscio
Brescia, 02/02/2000