Sul tema dell'attesa

 

1

II mattino splendeva di sole in quei giorni d'autunno

inoltrato, sole splendente troppo nel mattino dei giorni

che veloci camminano verso la morte, veloci troppo

camminano ubriachi di sole, corrono, sole splendente ubriaco

abbaglia gli occhi, acceca l'uomo che alla finestra attende

al telefono attende, la fine di ogni speranza la notizia

il colpo di coltello, disteso sul letto le mani intrecciai

dietro la nuca, la testa vuota di pensieri, alla finestra

scruta l'angolo della strada, le persone che l'una dopo l'altra

compaiono, le macchine, le case le cose

inondate di quel sole falso, sole ormai

vicino a spegnersi dopo la luce insensata di quei giorni

lo sa, ciò che di lui deve accadere, del mondo,       

la notizia la fine

 

2

Il mattino splendeva di un sole insolito per quei giorni

di autunno inoltrato, sole di luce gialla tiepida fredda,

luce di un oro lucente opaco in quei giorni

che veloci camminano verso la morte, camminano corrono

carichi di quell'ultimo splendore che abbaglia

col suo bagliore opaco, abbaglia acceca l'uomo che alla finestra

attende, l'occhio acceso attende scruta, al telefono attende

la notizia certa incerta, la fine, a momenti

ancora talvolta spera, un filo sottile che il colpo

di coltello reciderà certo, e ancora attende

mentre le ore passano, il mattino la sera la notte, gli occhi

accesi fissi, il giorno, quando alla finestra scruta

l'angolo della strada, le persone le macchine

che l'una dopo l'altra compaiono, l'occhio assente

distratto, le cose inondate sommerse sotto quel sole

falso, vicino a spegnersi ormai, lo sa, ciò che

deve accadere, di lui del mondo, la notizia

attesa, la fine

 

3

II mattino splendeva ancora di un sole incerto opaco

in quéi giorni di autunno inoltrato, sole incerto ambiguo

luce ambigua nell'aria sulle cose spiove fitta opaca

in quei giorni che veloci corrono verso la morte,

camminano corrono carichi di morte, di un sole

che incerto opaco riluce mentre l'uomo alla finestra attende,

l'occhio assente perso nel cielo livido, al telefono

attende la fine l'inizio, ciò che a lungo ha sperato,

su cui a lungo ha riposto tutta la sua speranza

la vita intera il senso di una vita, il nonsenso,

attende gli occhi fissi nel cielo livido, disteso sul letto

gli occhi fissi sul soffitto bianco livido, occhi lividi

stanchi scrutano l'angolo della strada, le persone le macchine

che l'una dopo l'altra compaiono scompaiono, le cose livide

sotto quel sole opaco livido, vicino a spegnersi ormai, lo sa,

ciò che di lui deve accadere, del mondo, la notizia

già sempre attesa, la fine

 

4

II mattino si perdeva in un crepuscolo di luce rada

in quei giorni di autunno inoltrato, in una strana

luce d'ombra in cui le cose stavano immerse immobili

irreali in quei giorni che lenti camminano

verso la morte, camminano lenti nella morte

immersi già, nell'ombra si perdono si dissolvono,

giorno e notte confusi, mentre l'uomo alla finestra

guarda, gli occhi fissi immobili, occhi spenti di una statua

scolpita nell'ombra occhi d'ombra, ancora attendono,

il telefono attende muto, ali' angolo della strada

le persone le macchine scomparse, nessuno s'affaccia

a quell'angolo quella strada ogni strada, ora che il sole

s'è spento, il cosmo, ogni luce e sorgente di luce

ogni attesa s'è spenta, ognuno che attendeva, e tuttavia

intuiva già, sapeva, ciò che stava accadendo

doveva accadere, la notizia la fine