la violenza

Domanda pervenuta via E-mail:
Mi potete aiutare ad interpretare le istigazioni alla violenza contemplate in nome di Allàh nel "Sacro Corano" ?

P.

Nel nome di Allàh il sommamente Misericordioso il Clementissimo

Risposta alla Sua del 19.10.01

Egr. signor P.
E' penoso come lei non sia reso conto - e questo ci fa dubitare assai dalla caratura delle sue collaborazioni giornalistiche con il quotidiano Liberazione - che, rivolgendosi al Centro Islamico, la Sua domanda avrebbe dovuto essere formulata in modo diverso, da quello con cui l'ha proposta a Igor MANzella, il quale pur avendo un nome di origine araba mànzel (che significa abitazione) musulmano non è. E la sua domanda, così come è formulata, denota insipienza giornalistica nel far domande e indica con chiarezza, anche a fronte della traduzione interpretativa di Piccardo, che lei è vittima di un pre-giudizio anti-islamico, vedendo nel testo oggetto della sua indagine delle istigazioni alla violenza nel nome di Allàh nel "sacro corano" (Il difetto sta nell'occhio non nella cosa). Non c'è dubbio, infatti, che una persona oculata nella scelta delle parole avrebbe chiesto a un Centro Islamico: Qual'è la spiegazione del brano coranico dal versetto 12 al versetto 29 del Capitolo 8 del Sacro Corano?. Quanto sopra premesso e ritenuto, speranzosi che lei ne sappia far professionalmente tesoro, a beneficio della sua crescita giornalistica, passiamo all'insegnamento da Lei richiesto. Il Sublime Corano (senza virgolette sarcastiche) è Verbo divino, cioè di Allàh, rifulga lo splendore della Sua Luce e guidi ad essa i laici brancolanti nelle tenebre dell'oscurantismo illuministico! Si tolga, quindi, di mente che il "sacro corano" sia opera di Maometto, il quale "in nome di Allàh" istiga alla violenza! Una delle regole fondamentali per capire il significato del brano di un testo è quella di considerarlo nel contesto, in cui si trova, e non avulso da esso. Questa è la ragion per cui, lei non avendolo fatto, ha individuato nel brano, avulso dal contesto, istigazioni alla violenza nel nome di Allàh. Allàh - rifulga lo splendore della Sua Luce e guidi ad essa i laici brancolanti nelle tenebre dell'oscurantismo illuministico! - esorta gli Angeli a correre in soccorso di 313 musulmani non avvezzi all'uso delle armi, male armati e male equipaggiati, aggrediti da un esercito di oltre mille politeisti idolatri della Mecca, armati ed equipaggiati di tutto punto, usciti dalla Mecca con un piano di sterminio di tutti i Musulmani (uno sterminio, auspicato a mezzo E-mail, anche oggi, da qualche fuori di testa telemattico, in conseguenza del lavaggio di cervello informativo dei mass media, che etichettano come atti di terrorismo islamico le tragedie delle T.T. di N.Y. e del Pentagono, quando, invece, l'espressione "terrorismo islamico" è un'affermazione corrispondente alla verità, come corrisponde alla verità l'espressione "quadrupede alato"). Teatro dello scontro fu l'oasi di Badr. Risultato incredibile dello scontro armato fu una clamorosa (miracolosa) vittoria dei Musulmani, i quali, rafforzati dagli Angeli, resistettero strenuamente al furioso assalto dei politeisti idolatri della Mecca, che baldanzosamente avevano preso l'iniziativa della battaglia, passando poi al contrattacco. L'eroica resistenza islamica e il contrattacco dei Musulmani sorprese gli Increduli increduli, sicché nei loro cuori Allàh fece entrare il terror panico, per cui essi si diedero ignominiosamente alla fuga, nonostante il loro numero soverchiante nel rapporto di tre a uno. Gli Angeli combatterono contro i politeisti idolatri della Mecca, colpendoli sul collo e mozzando loro le dita, con cui si impugnano le spade, per ordine di Dio, contribuendo alla luminosa vittoria di Badr, dove ci fu la prima sconfitta della miscredenza, organizzata sul principio del dominio dell'uomo sull'uomo, che sempre aggredisce i portatori della bandiera di liberazione dell'uomo dal dominio dell'uomo, in cui c'è scritto che "nessuno, tranne Iddio, ha titolo per essere padrone dell'uomo": la bandiera dell'Islàm. Nel testo è evidente che i Musulmani sono gli aggrediti e non gli aggressori. L'aggredito ha il diritto di difendersi (vim vi repellere licet)! La vittoria, nonostante il numero soverchiante degli aggressori è un segno del favore di Allàh verso i difensori della Sua Causa! Il fallimento dell'aggressione e la sconfitta dei politeisti idolatri della Mecca ha evidenziato che i complotti contro la causa di Allàh sono fallimentari. Nel brano c'è l'avvertimento di Allàh, sia gloria a Lui l'Altissimo, agli aggressori: se scenderete nuovamente in campo contro i Musulmani, Allàh, il Dio degli Eserciti Angelici, manderà schiere angeliche a rinforzare i difensori dell'Islàm per respingere la vostra aggressione! Peraltro, Allàh, sia gloria a Lui l'Altissimo, richiama alla coscienza islamica i combattenti musulmani, affinché non si esaltino, pensando di essere stati loro gli artefici della vittoria. In conclusione:
Nessuna istigazione alla violenza,quindi, ma prospettazione con l'esempio pratico dell'onniagenza divina: Non siete certo voi che li avete uccisi; è Allàh che li ha uccisi! Quando tu tiravi (con l'arco) non eri tu che tiravi, ma era Allàh, che tirava. E questo sia suggel che ognuno sganni.
L'insegnamento coranico dice: E chi di voi (che avete ricevuto il messaggio) vuol prendere la via che porta al suo Signore, la prenda! Ma non lo vorrete, se non lo avrà voluto Allàh, il Signore dell'universo.

Distinti saluti.
arpasquini