IL
CONFRONTO
Nel Sublime Corano vi sono regole di esistenza, che hanno la precisione delle
leggi scientifiche: sono le leggi universali, create da Allàh, con le quali
Egli governa l’esistente. Tra queste leggi universali ed immutabili vi sono
quelle, con cui Allàh governa l’esistenza delle comunità umane. La
comprensione di queste leggi e l’obbedienza ad esse costituiscono la garanzia
di stabilità delle civiltà e delle organizzazioni sociali dell’uomo. La
lezione che per mezzo di esse Allàh dà alla sua creatura umana è fonte di
vita, efficace strumento di crescita della fede e poderoso incentivo al
miglioramento della qualità della vita. Mettere nel dimenticatoio queste regole
universali, che Allàh applica e, specialmente, quella relativa al confronto, di
cui Allàh parla nel Sublime Corano, quando dice:E se Allàh non mettesse gli
uomini a confronto gli uni con gli altri andrebbero in rovina eremitaggi,
mercati, preghiere e moschee,in cui frequentemente viene menzionato il nome di
Allàh. (Sura al-Hàgg) ÍC’è gente convinta che basti la fede a risolvere i
problemi dell’individuo e della società; altri pensano che il fatto di
appartenere per nascita alla denominazione religiosa musulmana sia sufficiente a
meritare il sostegno e la supremazia da parte di Allàh; altri, ancora,
ritengono che sia bastevole parlare dell’Islàm per entrare nel novero di
coloro che saranno chiamati a rendere testimonianza a carico della gente, che ha
rifiutato il messaggio. Queste idee sono il risultato drammatico della
cloroformizzazione dei cervelli, a cui Satana lavora con grande impegno;
senza mettere in pratica le regole di vita dell’Islàm é
illusorio pensare di avere fede! Non c’è alcun dubbio che la fede
metta in moto le montagne, ma per questi risultati ha da essere quella fede che
abitava nei cuori dei compagni del Profeta (*), che Allàh si compiaccia di
loro, i quali, mettendo in pratica il Sublime Corano e la Nobile Sunna, furono
maestri di vita islamica e modelli di comportamento, dopo essere stati adoratori
di idoli e di pietre; ha da esser quella fede, che costrinse i maghi di Faraone
a cadere a terra in adorazione di Allàh ed a reagire alle minacce di Faraone,
dicendo:Noi non ti preferiremo a ciò che ci è giunto come prova evidente dal
nostro Creatore. Decreta, pure, perciò quello che devi decretare! I tuoi
decreti hanno efficacia soltanto nella vita terrena. La fede ha da essere il
fulcro non soltanto della vita spirituale del musulmano, ma anche della sua vita
pratica, in ogni suo aspetto, in ogni suo momento; ha da essere l’anima di
ogni sua azione, con cui egli persegue risultati di bene, organizzando, per
esempio, una festa, o facendo un discorso, o scrivendo una poesia, od
organizzando una gita…Ogni sua azione, in pubblico ed in privato, ha da essere
invito all’Islàm, frutto della certezza della onnipresenza di Allàh, gloria
a Lui l’Altissimo, e del primato, su qualsiasi altra realtà, dell’adorazione
di Lui, affinché queste due certezze siano i cardini della vita di ogni
creatura umana. Queste cose deve mettersi bene in mente ogni musulmano che
voglia esser tale non solo di nome, ma anche di fatto! Ogni suo discorso deve
essere tagliato in modo da arricchire chi lo ascolta, sia esso musulmano oppure
no! Il suo comportamento deve essere lezione di vita per coloro in mezzo ai
quali egli opera. Egli troverà degli ostacoli e delle contestazioni,
incontrerà delle difficoltà sia all’interno che all’esterno, ma queste
sono le prove, per mezzo delle quali Allàh verifica la pazienza e la
perseveranza del suo servo:è la legge del confronto! Allàh vuole che il bene
trionfi e si diffonda e vuole che il male venga circoscritto ed annientato
attraverso il confronto tra gli uomini, attraverso il conflitto delle loro
opinioni ed attraverso le loro diversità. Dice Allàh nel Sublime Corano:Se
Allàh non mettesse gli uomini in confronto tra loro la terra andrebbe in
rovina, ma Allàh stabilisce le cose in modo tale da rendere evidente la Sua
benevolenza in favore degli uomini! Il sentimento della competizione genera
grande impegno e l’impegno è fonte grandi realizzazioni. Allàh, sia gloria a
Lui l’Altissimo, nel Sublime Corano ricorda a coloro che operano:Quanto è
grandiosa la ricompensa di coloro che operano! Il musulmano in azione,
consapevole che ogni risultato dipende dal decreto divino, invoca Allàh,
affinché Egli lo favorisca con il Suo sostegno nelle attività, che egli sta
svolgendo per affermare il primato dell’Islàm; affinché gli renda facile
penetrare nei cuori della gente; affinché gli spiani la via, sgombrandola da
ogni possibile ostacolo. Come è noto, l’Apostolo di Allàh stesso, che Allàh
lo benedica e l’abbia in gloria, invocava Allàh, sia gloria a Lui l’Altissimo,
perché portasse Omar ibn al-Khattàb ad abbracciare l’Islàm.L’invocazione
rivolta ad Allàh - a Cui soltanto qualsiasi invocazione va rivolta - rende
solidissima nei cuori la fede nel Vero Supremo (Nessuno, tranne Allàh, ha
titolo per essere adorato, obbedito, invocato dalla creatura umana), ed è
sorella della coscienza che non c’è né forza né potenza, se non grazie ad
Allàh, sicché il Musulmano è pervaso dal sentimento che nulla sfugge nell’universo
al dominio di Allàh, il Quale mette alla prova le certezze del cuore con
verifiche severe. Dice Allàh, sia gloria a Lui l’Altissimo, nel Sublime
Corano: Ed Allàh è sempre il Vincitore in tutto ciò che è affar Suo, però
questo la maggior parte degli uomini lo ignora!In verità, la consapevolezza del
Musulmano che ogni evento appartiene ad un imperscrutabile disegno divino e l’essere
la sua mente rimasta indenne dalle manipolazioni del potere hanno come risultato
la sua capacità di affrontare le difficoltà di ogni giorno con animo sereno,
di vedere le cose sotto una luce che rende accettabile ogni prova, di agire
senza l’ansia o l’angoscia del risultato. E’un dato di fatto che l’attività
genera attività; che un’attività, se portata avanti come Allàh comanda,
genera attenzione, consenso, coinvolgimento, promuove la formazione di
organizzazioni unitarie e di quello spirito di gruppo, che non lascia né tempo
né spazio alle beghe tra gli individui e alle spaccature, che si sviluppano
nelle organizzazioni e nei gruppi, nei quali predomina l’inattività. Se tu
non ti occupi in opere di bene, inevitabilmente, ti perdi in cose futili,
andando, prima o poi, alla rovina ed al fallimento. Nell’azione, invece,
risiede il segreto del successo, il viatico della potenza e la strada che porta
alla realizzazione degli obbiettivi. L’azione comporta una autodisciplina al
rispetto del Codice di vita islamico, costituisce prova e dimostrazione pratica
di autenticità della testimonianza. Ogni musulmano, specialmente, quando vive
fuori dalla Casa dell’Islàm, ha il dovere di concorrere con le sue capacità
personali e con i suoi mezzi materiali alla costituzione degli strumenti
necessari all’elevazione morale, spirituale e comportamentale delle nuove
generazioni di musulmani, alla loro formazione religiosa, alla realizzazione di
una solida comunità d’adorazione. Queste cose non si realizzano, standosene,
passivamente, a guardare, con le mani in mano, dicendo "inscià//a llàh"
con quel significato fatalistico, che è estraneo all’Islàm. E’ dovere,
anzi, di ogni musulmano consapevole, di non restare intellettualmente inattivo
nei confronti degli organizzatori e dei frequentatori di tutti quegli eventi
culturali che hanno per oggetto tematiche islamiche, nei quali, quando non
vengono propinate all’uditorio falsità teologiche e distorsioni dell’Islàm
da parte di avventurieri dell’immaginario religioso, si trattano argomenti
inessenziali ai fini della salvezza dal fuoco, seguiti da dibattiti sterili, con
tanto movimento della lingua, a cui, però, non segue alcun movimento nella
pratica! Per costoro dobbiamo chiedere ad Allàh di rimetterli in carreggiata e
di far loro abbandonare gli errori, in cui brancolano. Allàh acquista dai
credenti le loro anime e le loro cose in cambio del Paradiso e chi, a suo
vantaggio, è avaro del suo tempo per la causa di Allàh in questa vita lo è a
suo danno nella vita futura: in verità, colui che non opera nella vita terrena
per accrescere il suo bene nella vita futura, non fa che accrescere in quest’ultima
il castigo della sua perdizione L’azione islamica è l’essenza della vita,
per cui coloro che sono inattivi, oppure agiscono fuori della linea islamica,
anche se hanno l’apparenza di vivi sotto il profilo antropologico, in realtà
sono dei morti! Il modo migliore di esistere per la creatura umana è, quindi, l’impiego
del suo tempo nella realizzazione di attività vantaggiose per questa vita
terrena e per quella futura, sicché non vien lasciato spazio a Satana per le
sue tentazioni ed i suoi fuorviamenti. Il credente che vive tra la gente e
sopporta le persone moleste è migliore del credente che si apparta dalla gente
per non sopportarne le molestie. Il vivere in società è palestra di quotidiano
confronto e di esercizio del dono preziosissimo della pazienza. La regola del
confronto è finalizzata da Allàh, sia gloria a Lui l’Altissimo, alla
costruzione di diversi tipi di relazione tra i soggetti, sicché ne scaturiscano
vantaggi non solo per il singolo, ma anche per la società. Il progresso sociale
richiede la divisione razionale del lavoro e del tempo come pure richiede
accortezza e lungimiranza nel governo, nel mettere gli uomini giusti al posto
giusto, nel rispettare e fare rispettare il loro onore e la loro dignità,
tutelare i loro diritti, garantire loro il pacifico godimento dei loro beni. Il
confronto continuo, secondo la norma divina, è lo strumento con il quale Allàh
impedisce al mondo di andare in rovina. Il musulmano cosciente lo sa e, quindi,
non si mettete mai in rotta di collisione con le leggi divine che governano il
creato, perché sa che sarebbe sconfitto, ma, invece, si sforza di
padroneggiarle e servirsene a suo vantaggio, aspettando fiducioso l’ora del
sostegno divino, perché sa che essa non è molto lontana! Allàh, sia gloria a
Lui l’Altissimo, il Creatore dell’uomo, ha diviso l’umanità in nazioni,
popoli e tribù e ciascuna di queste realtà umane ha proprie tendenze, esigenze
e condizioni; propria lingua, propri costumi, ma non è vero che ogni iniziativa
diretta a ridurre l’uomo ad un unico calibro mentale, ad un unico modello
culturale è destinata al fallimento, come cercar di fare un buco nell’acqua.
E’ vero il contrario! Infatti, se è vero, come è vero, che l’eredità
genetica che ha ricevuto dai suoi genitori, l’uomo non può cambiarla, l’eredità
culturale, invece, può modificarla. Alla luce di questa verità, che riguarda
una delle strutture creazionali dell’uomo, il musulmano opera,
intelligentemente, con il dialogo e mettendo in pratica gli insegnamenti divini,
che regolano il modo di comportarsi nel confronto. Dice Allàh nel Sublime
Corano:O uomini, Noi vi abbiamo creato da un maschio e da una femmina e vi
abbiamo fatto popoli e tribù, affinché vi conosciate gli uni gli altri, fermo
restando che presso Allàh il migliore di voi è chi di voi maggiormente Lo
teme! La conoscenza reciproca richiede a coloro che vogliono conoscersi gli uni
gli gli altri non soltanto uno sforzo costruttivo, la capacità di rispettare e
di amare l’altro, ma anche volontà di perfezionamento, bontà ed
intelligenza!Allàh non vi proibisce di comportarvi con bontà e con giustizia
nei confronti di coloro, i quali non vi hanno creato ostacoli nella pratica
della vostra religione e non vi hanno cacciato dalle vostre case. Per questo il
Musulmano riconosce, intelligentemente, la molteplicità e fa tesoro ed uso
vantaggioso di essa per costruire all’interno del sistema socio-culturale in
cui vive, in unione agli altri Musulmani, consapevoli dei loro doveri, un’area
islamica e, con essa e per essa, strutture educative e religiose, idonee all’affermazione
del primato della Parola di Allàh e del sistema di vita da essa proposto. |