IL GIHĀD

La parola al-gihād č la traslitterazione della parola araba, derivante dal verbo giāhada, che significa sforzarsi. Da un punto di vista linguistico il suo significato č " sforzo", mentre dall'uso che ne viene fatto nel sublime Corano e nell'Insegnamento orale del Profeta (*) il suo significato islamico č "lo sforzo fatto dal musulmano per respingere qualsiasi aggressione diretta ad offendere, degradare, ridicolizzare, calunniare, mistificare...e simili l'Islām e per affermare il primato della Parola di Allāh sia gloria a Lui l'Altissimo, il Creatore, su qualsiasi parola dell' uomo, la creatura! Possiamo quindi considerare gihād ogni attivitā intellettuale e materiale rivolta a questi fini. Anche l'attivitā bellica intrapresa a fini umanitari e in difesa dell'Islām contro l'aggressione armata č da considerarsi gihād. Il Sublime Corano adopera il concetto in diversi significati: Dice Allāh, rifulga lo splendore della Sua Luce, nel sublime corano: Noi, certamente, guideremo sulle nostre strade, coloro i quali si sforzano per il successo della nostra causa; in veritā, Allāh č con gli operatori di bene. Sublime Corano - āyah 69 della sura 29 ( Sura del ragno) Colui che si sforza (per l'affermazione del primato della Parola di Allāh) lo fa a suo vantaggio. Sublime Corano - āyah 6 della sura 29 ( Sura del ragno) Sforzatevi per (l'affermazione del primato della Prola di) Allāh nel modo di cui Egli č degno! Sublime Corano - āyah 78 della sura 22 ( Sura del Pellegrinaggio) La parola al-gihād viene usata nel Sublime Corano con significati diversi anche se all'interno della stessa area concettuale, ma l'orientalismo oscurantista e i miseri seguaci da esso prodotti danno alla parola al-gihād il significato restrittivo di"guerra santa" con il contenuto che l'espressione ha nella cultura occidentale, cioč di attivitā bellica per sterminare gli "infedeli" o per imporre con la violenza la religione, la qual cosa č comletamente estranea alla dottrina e alla prassi islamica. La parola al-gihād č onnicomprensiva di qualsiasi attivitā, islamicamente lecita, finalizzata all'affermazione del primato della Parola di Allāh, rifulga lo splendore della sua Luce, e alla difesa dell'Islām, cioč di quel sistema di vita nel quale č assente il dominio dell'uomo sull'uomo, che caratterizza tutti gli altri sistemi di vita. L'al-gihād č, quindi, regolato da una normativa precisa, alla quale il musulmano che lo esercita, cioč il mugiāhid, deve attenersi scrupolosamente. Dice Allāh, rifulga lo splendore della Sua Luce, nel Sublime Corano: E' stata concessa autorizzazione a combattere (per difendersi dall'aggressione) a coloro, contro i quali č stata mossa guerra, poiché essi sono vittime di un'ingiustizia e Allāh č ben capace di assisterli e a coloro che sono stati espulsi con ingiustizia dalle loro case, per il solo fatto che essi dicono: Il nostro Signore č Allāh. E se Allāh non avesse autorizzato gli aggrediti a difendersi sarebbero stati distrutti monasteri, chiese, sinagoghe e moschee, in cui il nome di Allāh č menzionato assai. Allāh dā il suo sostegno a chi sostiene la sua Causa. Sublime Corano - āyah 39 e āyah 40 della sura 22 (Sura del Pellegrinaggio) Lo scopo essenziale di al-gihād č, quindi, la difesa della propria identitā islamica contro l'aggressione ad essa diretta non solo dall'esterno, ma anche dall'interno; non č la propagazione della religione con la forza delle armi, né la distruzione fisica di coloro che seguono altre religioni. Infatti, Allāh, rifulga lo splendore della Sua Luce, nel Sublime Corano proibisce espressamente la coercizione come strumento per far entrare non-musulmani nell'Islām, quando prescrive: La ikrāha fi d-dėn, che tradotto significa: Non c'č coercizione nella religione. Sublime Corano - āyah 256 della sura 2 ( Sura della vacca). La liceitā islamica del ricorso alle armi č data nel Sublime Corano per la difesa della propria identitā religiosa. Se il ricorso alle armi fosse illecito al credente nel caso in cui egli č vittima di aggressione da parte di terzi, allora la religione sarebbe cancellata con la violenza da tutte le forze che si oppongono al messaggio di liberazione dell'uomo dal dominio dell'uomo. E', quindi, islamicamente lecita l'attivitā bellica, quando essa sia finalizzata alla difesa non solo dell'Islām, ma di ogni di ogni religione; concetto che si trova soltanto nell'Islām. La guerra č lo strumento, di cui ogni classe dominante in ciascuna delle diverse realtā geo-politiche governate dalla legge fondamentale del dominio dell'uomo sull'uomo, in cui la Terra č frazionata, si serve per realizzare il suo pre-dominio politico, economico, culturale, religioso; donde i conflitti mondiali e locali. Dice Allāh, rifulga lo splendore della sua Luce: Combattete per la causa di Allāh, coloro che vi aggrediscono, ma non siate voi gli aggressori.Sublime Corano - āyah 190 della sura 2 ( Sura della vacca). Una direttiva esplicita che, proibendo al musulmano di essere aggressore, limita l'attivitā armata, dichiarandola lecita soltanto contro i combattenti nelle formazioni militari dell'aggressore, con esclusione, quindi, di ogni non-combattente. Allāh, rifulga lo splendore della Sua Luce, proibisce l'iniziativa guerresca di carattere aggressivo contro chi non č aggressore e contro coloro che hanno un trattato di convivenza nello Stato islamico a fronte del pagamento della giziah, la tassa coranica per i non musulmani. Dice Allāh, rifulga lo splendore della Sua Luce, nel sublime corano: La guerra č lecita per difendersi dall'aggressione idolatrica, ma se con gli idolatri vi č un trattato di non belligeranza ed essi osservano le regole del trattato, non č lecito prendere iniziative militari, ma il trattato deve essere rispettato. Sublime Corano - āyah 4 della sura 9 (Sura del pentimento). Ancora: Se un idolatra chiede la tua protezione, concedigliela, sicché egli possa udire la Parola di Allāh e poi lascialo andare dove crede di essere in salvo. Questo perché essi sono gente che non sa.Sublime Corano - āyah 6 della sura 9 ( Sura del pentimento) Ancora dice: Allāh non vi proibisce di essere cordiali nei rapporti umani e sociali e di trattare con giustizia coloro i quali non vi fanno guerra a causa della vostra religione e che non vi hanno cacciato dalle vostre case. In veritā Allāh ama coloro i quali si comportano con giustizia. Sublime Corano - āyah 8 della sura 60 ( Sura dell'esaminata). Poichč la dignitā umana č un bene indivisibile di tutta l'umanitā e consiste nel non aver l'uomo altro padrone all'infuori di Allāh, l'al-gihād č lecito, nel caso che il popolo di un paese chieda l'intervento armato dello stato islamocratico per sostenerlo nella sua lotta per liberarsi da una tirannia, che lo opprime calpestando la dignitā dell'uomo, per cui dove č calpestata la dignitā di un uomo lė, essendo calpestata la dignitā del musulmano, lo stato islamocratico č legittimato all'intervento militare umanitario per difendere la dignitā umana violata nelle persone degli oppressi. Chi, a livello individuale, vede un'ingiustizia in atto ha il dovere di intervenire con la forza per impedire che essa venga perpetrata, se non riesce con la forza deve intervenire con la parola e se non puō neppure con la parola allora deve riprovare l'ingiustizia con il cuore, ma quest'ultimo modo di reagire all'ingiustizia č indice di una fede fragile. Inoltre, il Profeta, che Allāh lo benedica e l'abbia in gloria, ha insegnato che bisogna aiutare l'oppresso e l'oppressore. E quando gli fu chiesto non capiamo in che modo si possa aiutare l'oppressore, rispose: Impedendogli di opprimere! Appare chiaro da queste premesse che l'al-gihād č una delle attivitā pių altamente meritorie del musulmano. Questo, sia ben chiaro, nei limiti della intenzione di auto-difesa individuale e di difesa della collettivitā islamica dall'aggressione militare di potenze non islamiche, aventi l'obiettivo di rendere di distruggere l'Islām o di renderne impossibile l'espansione dell'Islām, impedendo con la forza la proclamazione del primo dei diritti dell'uomo, il diritto di non aver altro padrone tranne Allāh, rifulga lo splendore della sua Luce, che dell'uomo č l'unico Creatore. Non c'č alcun merito nel combattere per motivi diversi e l'aggressore č condannato all'eterna perdizione. Alla richiesta di una definizione precisa di al-gihād il profeta Muhāmmad, che Allāh lo benedica e l'abbia in gloria, rispose: E' lo sforzo per l'affermazione del primato della Parola di Allāh. E' altamente meritorio, nel caso di aggressione alla patria islamica, il fornire ai combattenti viveri e munizioni. Al-gihād ha sempre come esito un trionfo: la vittoria sul nemico aggressore o il martirio, che apre le porte del paradiso, che č garantito a coloro che hanno sacrificato la vita, combattendo per la Causa di Allāh. In questo senso deve intendersi il detto del Profeta(*): In veritā, le porte del Paradiso sono all'ombra delle spade. Questo al-gihād, di cui sono state descritte le caratteristiche, la natura e lo scopo č l'al-gihād che il Profeta, Allāh lo benedica e l'abbia in gloria, ha definito "il piccolo al-gihād". Il grande al-gihād č lo sforzo che uno esercita contro le sue cattive inclinazioni, i suoi vizi, le sue passioni, perché esse sono il peggiore nemico di chi ne é vittima, quindi la lotta interiore tra le forze del bene e quelle del male sono il grande al-gihād. L'uomo ha due aspetti fondamentali: quella della animalitā, che lo collega al mondo materiale e quello della spiritualitā, che lo collega con la natura angelica; inoltre, l'uomo ha ricevuto da Allāh, rifulga lo splendore della Sua Luce, la capacitā di intendere e di volere liberamente i suoi comportamenti e lo "spirito divino". All'etā del discernimento l'anima che tende al bene, la spiritualitā, si sforza di governare l'animalitā, che cerca di prevalere. Questo sforzo č il grande al-gihād. Anche la attivitā bellica, in quanto attivitā a cui il credente č costretto dalla aggressione del nemico, č precisamente regolata in un codice, che deve essere osservato scrupolosamente. Non devono essere uccisi vecchi, bambini e donne; solo se necessario combattenti nemici all'offensiva con le armi in pugno e deve cessare il combattimento nel caso di resa. Non devono essere fatti agguati o imboscate, ma il nemico in campo deve essere invitato a deporre le armi e a diventare musulmano; nel caso di rifiuto deve essere invitato a riconoscere il primato della Parola di Allāh, pagando la giziah ed entrare a far parte della popolazione dello stato islamico nella condizione di protetti; nel caso di rifiuto, quando il nemico attacca, accettare il combattimento e combattere fino alla vittoria o al martirio.I prigionieri devono essere trattati con umanitā ed avere lo stesso trattamento che hanno i combattenti musulmani; non possono essere sottoposti a torture per estorcere informazioni, né possono essere mutilati, o trattati in modo disumano, ma istruiti nella dottrina islamica. Non devono essere compiute azioni di rappresaglia indiscriminata contro la popolazione civile; non devono essere distrutte abitazioni, tagliati alberi, inquinati o avvelenati pozzi, distrutto il patrimonio animale. La storia ha insegnato che queste regole sono state sempre scrupolosamente osservate e che quei rari episodi dove esse non sono state, lė non si č applicato l'Islām, sicché non č come Islām che vanno classificate azioni condannate dall'Islām. L'Islām proibisce l'azione terroristica! Dire "terrorismo islamico" č come dire quadrato circolare. La spropositata insistenza nella utilizzazione della formula "terrorismo islamico" da parte dei mass media costituisce, quindi, una forma di oggettivo terrorismo anti-islamico, diretto a creare, come minimo, attraverso la mistificazione, un rifiuto d'ascolto del messaggio islamico, quando non avversione all'Islām e odio di religione. Che Allāh chiami a sé coloro che avversano il Suo Messaggio.

E La lode appartiene ad Allāh il Signore dell'Universo.