Chi ha paura dell'Islàm ?
I circoli di potere del mondo occidentale, dopo il disfacimento per collasso
interno dell’impero sovietico, essendo bisognosi di un nemico, hanno
riesumato, come antagonista, l’Islàm e lo stanno demonizzando attraverso i
mezzi di comunicazione di massa. La demonizzazione dell’Islàm è datata ai
secoli bui del medio evo europeo e tutto l’armamentario di distorsioni e di
calunnie escogitate nel medio evo viene rimesso a nuovo. Da tutti i mass media
echeggia in forme diverse il: "Mamma, li Turchi!" Le classi dominanti
dei Paesi d’Europa presentano l’Islàm come nemico della
"democrazia", offerta al culto idolatrico delle masse come un valore
eterno e irrinunciabile. In realtà la "democrazia" è la forma più
idonea, in questo momento storico, a garantire la conservazione del profitto e
dell’usura nelle mani dei detentori del potere economico e finanziario. La
"democrazia" vale fino a quando in essa il potere trova la protezione
dei suoi interessi, ma non appena la volontà della maggioranza si orienta in
direzione diversa, allora non vale più. Esempio lampante di questa verità lo
troviamo negli eventi d’Algeria. Quando i circoli di potere hanno visto che la
volontà della maggioranza, liberamente espressasi dalle prime elezioni
democratiche, non era conforme ai loro piani di conservazione del loro dominio
sulle masse, hanno fatto il golpe ed instaurato una dittatura... applaudita da
tutte le "democrazie"! Con un taglio diverso la stessa cosa è
accaduta nella Repubblica di Bosnia Erzegovina. Le minoranze etniche si sono
ribellate ai risultati di elezioni democratiche, da cui era emersa vincente la
componente etnico-musulmana. La tragedia di Bosnia Erzegovina è il frutto
sanguinante della paura, che manda in tilt usurai e sfruttatori...la paura di
vedere affermarsi in uno stato sovrano la struttura dell’ordinamento islamico.
Il perché di questa paura? Nello stato governato dall’Islàm, lo stato
islamocratico, non c’è spazio per lo sfruttamento, nelle sue multiformi
espressioni, per il dominio dell’uomo sull’uomo attraverso i multiformi
aspetti dell’usura, per la manipolazione delle coscienze. L’Islàm ha una
dottrina ed una prassi, che sono su posizioni diametralmente opposte a quelle
del dominio dell’uomo sull’uomo, di cui la "democrazia" altro non
è che una delle forme. La bandiera dell’Islàm è "libertà dell’uomo
dal dominio dell’uomo" ed è per questo che esso viene presentato come
nemico della libertà da tutti coloro che attraverso la manipolazione delle
coscienze fanno vedere alle loro vittime "lucciole per lanterne",
fanno, cioè, vedere come libertà le più vergognose forme di schiavitù. La
manipolazione delle coscienze produce comportamenti coatti dopo aver devastato
le menti al punto tale da rendere impossibile alle vittime di rendersi conto che
le loro scelte, individuali e collettive, hanno il carattere di obbedienza
imposta con artifici e raggiri. Ciò perché il potere sa che la condizione
necessaria perché lo schiavo si liberi delle catene è che egli abbia la
consapevolezza della sua condizione di schiavitù. In ogni caso il dominio dell’uomo
sull’uomo è un oltraggio gravissimo alla dignità umana, che è un bene
universale ed indivisibile. Dovunque la dignità umana è calpestata, ivi è
calpestata la dignità di ogni uomo ed è lecito, quindi, a tutti gli oppressi e
a tutti gli sfruttati, a tutte le vittime del sopruso e dell’ingiustizia,
difendere la propria e l’altrui dignità, lottando contro l’oppressione, lo
sfrutta mento, il sopruso e l’ingiustizia. E per il musulmano la lotta per la
liberazione dell’uomo dal dominio dell’uomo, dall’oppressione politica,
dallo sfruttamento economico, dal sopruso e dalla prevaricazione è un dovere
sacrosanto il cui nome è "al-gihàd". "Al-gihàd" è la
lotta per la difesa della dignità dell’uomo e, quindi, essa è "al-gihàd"
solo ed esclusivamente se viene condotta nel rispetto della dignità umana, come
viene prescritto dalle regole di condotta da osservarsi nella lotta da parte di
ogni musulmano che l’Islàm indica, e non con mezzi che violano la dignità
dell’uomo. "Al-gihàd" su qualsiasi piano esso venga condotto ha
carattere difensivo ed è, quindi, sempre la risposta ad una aggressione. Una
lotta, per poter essere definita con il termine "al-gihàd", deve
avere come scopo esclusivo l’affermazione del Primato della Parola di
Allàh". Ogni azione, di qualsiasi tipo, che abbia come scopo, diretto o
indiretto, il dominio dell’uomo sull’uomo, l’espansione territoriale, l’acquisizione
di mercati o risorse naturali, la conversione con la forza all’Islàm, è un’azione
assolutamente fuori dall’Islàm e non attribuibile ad esso o a Musulmani. Sono
molti gli episodi della vita del Profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l’abbia
in gloria, che insegnano ai musulmani ed impongono loro il rifiuto della
violenza e di mezzi illeciti o inumani nei confronti degli avversari. Tutte
cose, queste, che, al contrario, anche se negate a livello teorico, sono
diffusamente praticate in ambienti non musulmani. L’Islàm e non sarà mai
ripetuto abbastanza è la pratica scrupolosa della Parola di Allàh, il Quale
proibisce l’uso della forza per imporre l’Islàm. La fede islamica ed il
rifiuto di essa di pendono da una scelta dell’individuo. L’invito all’Islàm
deve essere fatto con sapienza e dignità e la pratica dell’Islam non deve mai
essere il frutto di costrizione. È dovere dei Musulmani essere giusti e
rispettosi della dignità di coloro che sono giusti e rispettosi della loro
dignità umana e della loro religione. L’inimicizia è un dovere soltanto nei
confronti dei violenti, degli oppressori, degli sfruttatori, dei degenerati, dei
trasgressori e dei degenerati, che diffondono la corruzione sulla terra. Le pene
previste dal codice penale islamico non possono essere inflitte se non all’interno
di un ordinamento giuridico islamico, di un popolo musulmano, organizzato su un
territorio. La linea di condotta islamica, in ogni caso, per la provenienza
divina delle norme di vita da cui essa è regolata, è il più alto livello di
qualità della vita, che l’uomo sia in grado di realizzare. Infatti, essa è
la linea di condotta , in cui l’uomo realizza sé stesso in ogni aspetto della
sua umanità autentica, quella, il cui modello è stato disegnato dal Creatore.
Che questo piaccia, o non piaccia, le cose stanno proprio così e..... non
altrimenti. Provare per credere. Questa religione, forgiata da Dio perché in
essa l’uomo sia veramente uomo, insiste sul riconoscimento all’uomo del
libero arbitrio e della responsabilità che ne consegue, afferma la dignità
umana come il bene con cui Allàh ha privilegiato l’uomo al di sopra di molte
delle sue creature, che consiste nella libertà di scegliere, come meglio crede
i suoi comportamenti, assumendosi il rischio delle sue scelte. Allàh proibisce
al Profeta(*) di costringere alla fede con la forza e ciò poiché chiunque
segue la retta via, non la segue se non a suo vantaggio e chiunque se ne
discosta, non se ne discosta se non a suo danno. E nessuno porterà il peso dei
comportamenti sbagliati di un altro. Nella natura umana c’è una inclinazione
alla conflittualità ed al dominio, perciò Allàh ha dettato le regole per
evitare il conflitto con la Gente del Libro. Egli invita la Gente del Libro a
riunirsi sotto lo stendardo dell’unità, unicità e uni-personalità di
Allàh, per non adorare altri che Lui. Tutti gli uomini fanno parte di un’unica
comunità, la comunità dei Figli di Adamo, che Allàh creò dalla polvere.
Perciò Egli è l’Unico ad avere il diritto di essere adorato, poiché la sua
qualità divina è incondivisa. La superiorità di un uomo su un altro nell’Islàm
si misura soltanto con il timore di Dio. Disse il Profeta: "Non c’è
superiorità di un arabo su un non arabo, né di un bianco su un nero, se non
nel timore di Allàh." E sulla base di questi concetti di fratellanza
universale, di libertà, di uguaglianza, di giustizia e di certezza del diritto,
poggia l’ordinamento islamico, in cui non c’è spazio per il dominio dell’uomo
sull’uomo. Nell’Islàm, organizzato in Stato, la gestione della cosa
pubblica avviene sulla base e secondo le direttive scaturite da una
consultazione collettiva, in cui, nel rispetto del Sublime Corano e della Sunna,
si esprime la volontà della maggioranza. Nessuna minaccia, quindi, allo spirito
della democrazia reale. L’Islàm è incompatibile soltanto con le strutture di
dominio dell’uomo sull’uomo, che ingabbiano i popoli d’Europa e del mondo
euro-dipendente con i disvalori etici di cui le masse sono vittime, non certo
con gli aspetti positivi della civiltà occidentale. Infatti, la civiltà
occidentale, oltre ad essere largamente tributaria dell’Islàm
post-muhammadico, affonda le sue radici nell’Islàm per quanto attiene alla
sua matrice giudaico-cristiana, poiché giudaismo e cristianesimo derivano,
rispettivamente, dall’Islàm di Mosè e di Gesù. Poiché tutte le religioni
hanno la loro origine da una deviazione dall’Islàm, c’è una vasta
coincidenza di comportamenti morali, tra quelle religioni e l’Islàm, come
pure ci sono molti valori spirituali comuni. Quindi, rinviata al giorno del
giudizio, la risoluzione definitiva delle divergenze teologiche, è possibile e
auspicabile la cooperazione per la pace, la promozione della condizione umana,
la liberazione dell’uomo dal dominio dell’uomo e contro tutte le forme di
ingiustizia. In nessuna parte del mondo il regolamento della vita offerto da Dio all’umanità
è un pericolo per l’uomo che rispetti la propria dignità di uomo e quella
degli altri. È certamente un pericolo per oppressori, sfruttatori, disonesti,
prevaricatori, violenti, usurpatori, poiché dove l’Islàm governa non c’è
spazio per quei loschi figuri, i servitori dei quali diffondono per vile denaro la
paura dell’Islàm tra la gente. E la lode appartiene ad Allàh il Signore di tutti gli universi.
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