Il vero volto dell'Islàm

Nel suo ritorno alla lettura attenta dei fedeli, degli amici e dei nemici il Messaggero dell’Islàm non poteva riprendere la sua missione di veritiero annunciatore della Verità, se non mediante una rapida e sintetica ma chiara ed ennesima rappresentazione del vero volto dell’Islàm. A questo scopo, cioè la rappresentazione del vero volto dell’Islàm, egregiamente serve una stralcio del sermone della Festa della Rottura del Digiuno, che il dott. Ali Abu Shwaima, Presidente del Centro Islamico di Milano e Lombardia e figura di primo piano tra i Pionieri dell’Islàm in Italia, ha indirizzato ai fedeli riuniti al Palazzo dello Sport a Milano.

""La nostra fede guarda sia allo spirito che al corpo e rispetta, quindi, le esigenze dell’uno e dell’altro, armonizzandoli in un giusto equilibrio. Per il Musulmano c’è il momento della pienezza spirituale, quando adora Iddio, sia gloria a Lui l’Altissimo, come pure il momento della soddisfazione materiale, in cui appaga il bisogno di gioia e di divertimento.

L’Islàm, quindi, come realizzazione degli Insegnamenti e dei Precetti divini, è uno stile di vita giusto, equilibrato, senza esagerazioni in ogni sfera della vita, sia interiore che mondana; è per questa sua natura di armonioso equilibrio tra la spiritualità dell’uomo e la sua fisicità, che l’Islàm è inconciliabile con l’estremismo, incompatibile con il fanatismo e diametralmente opposto al misticismo, in quanto anche nell’adorazione di Dio chiede soltanto il giusto e con moderazione.

Disse il Profeta, che Allàh lo benedica e l’abbia in gloria: "Tu hai degli obblighi nei confronti di Allàh, tu hai degli obblighi nei confronti di te stesso, tu hai degli obblighi nei confronti della tua famiglia; perciò adempi i tuoi obblighi nei confronti di chi vanta dei diritti nei tuoi confronti."

Ci fu un tempo in cui il Profeta (*), entrando ed uscendo dalla Moschea, vedeva un uomo sempre in preghiera. Un giorno chiese ad alcuni astanti: "Quell’uomo cosa fa?" Gli fu risposto: "Prega in continuazione!" Allora il Profeta chiese: "Chi gli dà da mangiare e da bere?" Risposero: "Tutti noi!" ed a questa risposta il Profeta(*) disse: "Ciascuno di voi è migliore di lui!"

Un giorno il Profeta (*) venne a sapere che un uomo aveva detto : "Voglio pregare e non dormire mai!" e un altro: "Voglio fare il digiuno e non mangiare mai!" e un altro: "Per adorare Allàh non mi sposerò mai!". Salito sul minbar si rivolse ai fedeli e disse: "Mi è stato riferito che qualcuno ha detto così e così...allora io vi dico che io prego e dormo; digiuno e mangio... e sposo! A chi non piace il mio esempio, questi non è della mia gente!"

In questi insegnamenti precisi e lineari è contenuta in maniera completa l’essenza dell’Islàm: l’equilibrio, la medietà tra gli estremi.

E poiché l’equilibrio è la caratteristica fondamentale di ogni comportamento islamico, il musulmano è equilibrato anche nell’invito all’Islàm (ad-dà’wa).

Il musulmano sa per certo che l’Islàm è un bene per tutti, un messaggio universale ed un sistema di vita per la realizzazione della felicità nell’esistenza terrena ed in quella futura, però egli non costringe nessuno ad entrare nell’Islàm con la forza.

E ciò in obbedienza al monito divino del Corano, quando dice: "non c’è costrizione nella religione!" E ciò per dire che è estranea all’Islàm qualsiasi coazione al comportamento islamico.

Ed in un altro passo del Sublime Corano Allàh ricorda al Suo Apostolo(*) - Tu non devi costringere nessuno ad abbracciare questa religione per essere musulmano!-.

Allàh prescrive il rispetto della Gente del Libro ai Musulmani e proibisce che a Cristiani ed Ebrei venga impedito di praticare i loro riti.

Così, il Profeta(*) mette in guardia i Musulmani dal prevaricare nei confronti degli appartenenti alla Gente del Libro: "Chi perseguita uno della gente del Libro che vive con noi, io gli sarò nemico nel giorno del giudizio."

L’Islàm - essendo un ordinamento dato da Dio e questo viene sempre dimenticato dalle menti di tutti coloro che si affaticano a combatterlo - per la sua stessa provenienza divina proclama i diritti dell’uomo e li garantisce contro il sopruso, dettando norme precise per il loro rispetto; per il rispetto della vita, della fede, del pensiero e del diritto di esprimerlo.

Per la sua provenienza dal Supremo Regolatore onnisciente ed onnipotente dell’Universo, l’Islàm è un sistema normativo che regola tutti gli aspetti della vita dell’uomo e i suoi rapporti sia con il Creatore, sia con le altre creature umane, sia con tutto il creato animato e inanimato! Esso (l’Islàm) lega l’uomo al suo signore, il fratello al fratello e l’uomo a tutte le creature attorno a lui, con un legame di amore, di rispetto della dignità, di equilibrio.

Nella SHARI’AH, la legge di Dio, uno degli scopi fondamentali dell’ordinamento islamico è la protezione della vita dell’individuo umano in tutte le sue manifestazioni: non si può aggredire o minacciare la vita di un individuo umano in nessuno dei momenti della sua esistenza, a partire dalla condizione fetale. La vita umana ha carattere sacrale in ogni suo momento da prima della nascita a dopo la morte, sia quando il suo portatore è sano sia quando è malato, sia quando esso è maschio che quando è femmina, sia quando è musulmano sia quando è non-musulmano, sia esso bianco o nero, o di qualsiasi altra razza nazione o altro. E ciò perchè Allàh, sia gloria a Lui l’Altissimo, nel Sublime Corano, considera l’omicidio il crimine più abominevole. "Chiunque toglie la vita ad un uomo, salvo che si tratti di un omicida o di un diffusore di corruzione sulla terra, è come se avesse ucciso tutta l’umanità e colui che salva la vita ad un uomo è come se avesse salvato tutta l’umanità."

Si ricorda che un giorno il Profeta(*) mentre contemplava la nobile Kà’bah esclamò: "Come sei santa, come sei maestosa, però presso Allàh la sacralità di un uomo che obbedisce alla Sua legge è tenuta in maggior conto di te!"

Per la sua completezza - in ragione della sua provenienza divina - l’ordinamento islamico protegge oltre alla vita dell’uomo la vita delle bestie e delle piante.

Infatti, la Sharì’ah non permette l’uccisione di bestie se non per due motivi: il primo motivo è quello della pericolosità della bestia per la vita dell’uomo; il secondo è il motivo alimentare. Ne consegue che l’ordinamento islamico non permette l’uccisione di bestie per sport o per divertimento e proibisce, inoltre, che le bestie vengano costrette a vivere in ambienti non idonei alla loro natura.

A questo proposito, il Profeta(*) raccontò che una donna era entrata nell’inferno per i maltrattamenti che aveva inflitto a un gatto, imprigionandolo e lasciandolo senza mangiare.

Per quanto riguarda le piante, il Profeta(*), nel dettare le regole di comportamento dei musulmani combattenti in territorio nemico, dopo aver prescritto di non uccidere bambini, donne, vecchi e monaci nelle loro celle, ha ordinato di non distruggere case e di non tagliare alberi!

In un’altra occasione disse: "Se la fine del mondo vi sorprende mentre avente in mano un alberello da piantare, cercate di piantarlo e ne avrete una ricompensa presso Allàh."

L’equilibrio dell’Islàm si vede anche nella costante ricerca della pace e nel rifiuto della guerra. La pace però non deve essere mai disgiunta dalla giustizia e l’iniquità dev’essere in ogni caso rifiutata. In ogni caso, cioè anche se la vittima dell’iniquità è un non musulmano e l’autore dell’iniquità è un musulmano. dice Allàh nel sublime Corano: "L’odio contro di voi da parte della Gente, non v’impedisca di essere giusti. Siate giusti! Poiché l’essere giusti è assai vicino al timore di Dio."

Il famoso teologo e giurista musulmano Ibn Taimiya disse: "Allàh da la vittoria ad una nazione in cui regna la giustizia, anche se non è musulmana, su una nazione dove regna l’iniquità, anche se musulmana."

L’ordinamento islamico riconosce il diritto della proprietà privata, fino a quando l’esercizio della proprietà non costituisca una fonte di danno per la società; il patrimonio deve essere acquistato onestamente, deve essere goduto e se ne deve disporre per il bene e non per il male. Non c’è spazio nell’ordine islamico per ogni forma di arricchimento senza causa, per gli interessi in qualsiasi misura ed a maggior ragione per l’usura, per lo sfruttamento economico dei più economicamente deboli da parte dei più forti, per l’accaparramento, l’aggiotaggio, le tangenti.

L’ordine islamico pone le basi reali di una equilibrata ed armoniosa convivenza tra gli appartenenti al contesto sociale. Nell’ordinamento giuridico di uno Stato autenticamente islamico i confini territoriali non sono chiusi ed a chiunque chieda la nazionalità lo Stato islamico la concede, così come concede il permesso di soggiorno senza burocrazia di visti e passaporti, nonché la residenza, a condizione che il richiedente si impegni al rispetto della Costituzione islamica.

Nell’ordine islamico si realizza concretamente il superamento dell’appartenenza ad una comunità statuale per nazionalità, razza, nascita sul territorio, poiché l’Islàm riconosce ad ogni individuo il diritto di scegliere liberamente il luogo della terra dove intende vivere.

L’autentica dignità dell’uomo si concretizza nell’identità islamica, che è l’identità di coloro che non hanno altro Signore che Allàh e che perciò appartengono ad una "comunità umana", chiamata a rendere testimonianza davanti agli uomini dell’unità e dell’unicità di Allàh, il Quale non ha condomini nella Sua divinità ed è, perciò, il solo ad aver titolo per essere riconosciuto dagli uomini come loro Padrone.

Le caratteristiche di questa comunità sono la giustizia del giudizio, la purezza della fede, la completezza del suo sistema di vita, l’equilibrio delle leggi che la governano e la chiarezza della sua meta.

Dice Allàh, sia gloria a Lui l’Altissimo, nel Sublime Corano:

"Abbiamo fatto di voi una comunità del «giusto mezzo», affinché siate testimoni nei confronti dell’umanità e l’Apostolo sia testimone nei vostri confronti."

Questi sono gli insegnamenti base dell’Islàm e questa la sua vera natura.

Gli uomini ragionevoli devono stare attenti a non lasciarsi trarre in inganno dai messaggi che li allontanano dalla loro originaria condizione di islamicità (tutti gli uomini nascono naturaliter musulmani!) ed i musulmani devono conoscere l’Islàm, praticarlo ed insegnarlo in questa maniera.

Essi devono essere l’esempio di questo messaggio, perchè con il loro esempio essi potranno far riconoscere agli uomini che l’Islàm è il sistema di vita che va bene per tutta l’umanità, sia che si tratti di musulmani che di non musulmani.

E soprattutto dobbiamo portare l’esempio dell’Islàm in questa società, che calpesta la dignità dell’uomo e preferisce ad essa interessi materiali.

Oggi i mass media ci informano in tempo reale di quello che avviene nel mondo ed è terribile quello che sta succedendo in Bosnia, in Cecenia, in Palestina, in Ruanda; è spaventoso quello che succede ai bambini in Brasile, in Iràq, negli Stati Uniti, dove i genitori stessi uccidono i loro figli. Questa che viene chiamata "la civiltà occidentale" non può essere considerata "civiltà" nel significato primario della parola ed è una realtà indegna dell’uomo, una realtà per la quale c’è soltanto l’alternativa islamica, perchè solo nell’Islàm l’umanità può trovare l’unico sistema a misura d’uomo. Oggi la nostra festa è turbata e la nostra gioia è mutilata dalla compassione per l’umanità sofferente d’ingiustizie.

Quando, Allàh volendo, l’Islàm trionferà, prima nei cuori e poi nella società, l’ingiustizia cesserà ed allora sarà festa piena e gioia a tutto tondo"".

E la lode appartiene ad Allàh il Signore dei mondi.