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Chi fu il radioamatore
SP3RN Massimiliano Maria Kolbe ?
Raimondo Kolbe nacque nel 1894 in un paesino della Polonia centrale.
Cambiò il proprio nome in Massimiliano quando indossò il saio dei
francescani nel 1910 e vi aggiunse quello di Maria per esprimere alla
Vergine tutta la sua devozione. A circa dieci anni, infatti, aveva
vissuto l’esperienza più incredibile e straordinaria della sua vita:
un’apparizione della Madonna, ma questo particolare sarà rivelato dalla
madre soltanto dopo la sua morte. Nel 1927 vicino Varsavia fondò
Niepokalanow (città dell’Immacolata), un convento-città in cui i frati
vivevano secondo la Regola e lavoravano per diffondere il regno di Dio e
il culto Mariano attraverso iniziative editoriali come “Il cavaliere
dell’Immacolata” e l’utilizzo di mezzi di comunicazione sociale. Visto
il successo, tre anni dopo padre Kolbe partì per il Giappone dove ripeté
l’esperienza alla periferia di Nagasaki con il convento-città Mugenzai
no Sono (giardino dell’Immacolata) e un’edizione in giapponese del
Cavaliere.
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Il 1 Settembre del 1939, quando i nazisti invasero la
Polonia, padre Kolbe era già rientrato in patria e insieme ai suoi
confratelli partecipa alla sofferenza e all’orrore della guerra,
accogliendo a Niepokalanow profughi e feriti sia cristiani che ebrei. I
tedeschi iniziano a tenere sotto controllo il convento e la Gestapo
arresta padre Kolbe una prima volta, ma questi, di nuovo libero,
continua la sua opera, trasformando il convento in un ospedale, un vero
e proprio ufficio della Croce rossa, e in un campo profughi con
infermeria, farmacia, cucine, panetteria, orto e altri laboratori utili
alla sopravvivenza di tutti gli ospiti. “Siamo pronti a dare la vita per
i nostri ideali”, diceva. I nazisti iniziano a considerare la città come
un campo di concentramento.
Il 17 Febbraio del 1941 viene arrestato di nuovo, ma
stavolta il regime ordina che sia deportato ad Auschwitz. “Vado a
servire l’Immacolata in un altro campo di lavoro”, dice salutando gli
altri frati e sorridendo. Nel lager quest’uomo, fragilissimo, malato di
tisi e con un solo polmone, diventa il numero 16670 e lavora come gli
altri e anche di più, colpevole di essere prete:
“L’Immacolata mi aiuterà”.
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San Massimiliano Kolbe ritratto
presso la sua stazione |
radioamatoriale interamente
autocostruita. (foto tratta dal web) |
Il 20 luglio un prigioniero riesce a fuggire dal blocco
14 del campo, quello di padre Kolbe e, secondo le regole, dieci ebrei
dovranno essere uccisi per lui. I prigionieri vengono tenuti tutto il
giorno sulla piazza sotto il sole, digiuni e percossi; alla fine un
uomo, fra i dieci destinati al bunker della fame, viene sopraffatto dal
dolore e si mette a gridare. Padre Kolbe si offre al suo posto: “Sono un
sacerdote cattolico, sono anziano (aveva 47 anni!) voglio prendere il
suo posto perché questi ha moglie e figli”. La sua richiesta viene
accettata. I dieci vengono gettati nel blocco della morte e pian piano,
uno dopo l’altro, muoiono, mentre padre Kolbe continua ad apparire
sereno e passa le sue giornate cantando lodi all’Immacolata. Il 14
agosto 1941 moriva nel blocco 14 del campo di sterminio nazista di
Auschwitz padre Massimiliano Maria Kolbe dopo giorni di torture
inaudite, sopportate cristianamente. Una endovena, pare di benzina, o di
un veleno, iniettata dai medici criminali nazisti per fare esperimenti,
poneva fine con grande sofferenza, alla sua vita dedicata alla Madonna
ed ai poveri.
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Quel 14 Agosto del 1941, il carceriere apre la porta della cella e
lo trova morto: “La faccia era raggiante in modo insolito, la figura
come in estasi, non lo dimenticherò mai”, racconterà. Padre Kolbe ha
incarnato con la sua vita e il suo sacrificio finale quell’etica della
fratellanza umana e della solidarietà contro la quale i campi di
concentramento erano stati costruiti.
Questo Martire del XX secolo, appassionato di radio e dei
moderni mezzi di comunicazione, aveva ottenuto nel 1938, solo tre
settimane prima di essere deportato, il nominativo di radioamatore
SP3RN.
Nel dopoguerra gli fu conferito il piu'
alto riconoscimento Militare Polacco:
La
Croce D' Oro Militare |
(the
Virtuti Militari Golden Cross) |
Questo frate francescano polacco, che dedicò la propria
vita all'assistenza del prossimo, è da sempre considerata il Santo
patrono dei radioamatori e noi crediamo che vada ricordato degnamente,
quindi in mezzo alla grande diffusione di Contest e Diplomi, troviamo il
modo di ricordare Padre Kolbe magari intitolando qualche iniziativa
annuale al nostro patrono. Questo per non dimenticare un uomo che ha
sempre dimostrato passione nei confronti nei nuovi mezzi di
comunicazione e della tecnologia, in particolare della radio. Qualità
certamente tipica per un radioamatore. Alle Associazioni e alle Sezioni
un invito da non dimenticare il nostro Santo, Padre Kolbe
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