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Giuseppe Mosca nasce, come
si suol dire, con la radio nel sangue. Da piccolo non poppava latte
materno, ma elettrolita e la sua pappa era composta di limatura di
quarzi, olio di vasellina, tubetti sterlingati, pasta salda e stagno.
Incominciò prestissimo a giocare con bottiglie e bottigliette varie
che si illuminavano all’interno in un groviglio di fili e placchette
assieme a dei piccoli ventagli e cannelloni avvolti. Da questi
grovigli spesso usciva pure qualche gracida voce. In seguito le sue
esigenze aumentarono e cosi’ incomincio’ ad intrecciare fili, bottiglie,
bottigliette etc, riuscendo a trasmettere e diffondere nell’etere il
suono, la sua voce, collegando tutto il mondo per lavoro e per diletto.
Per riassumere la sua
attività radiantistica ci vorrebbe un tomo ma cercherò di farlo con
poche parole. A parte il primissimo periodo di sperimentazione con il
professore di fisica e matematica Salvatore Miritello ed altri, svolse
giovanissimo l’attivita’ di operatore radio nella locale Stazione Radio
Costiera Sambenedettese, IQP dal 1950 al Giugno del 1956
e nel contempo eseguiva installazioni radio a bordo della flottiglia
peschereccia Sambenedettese.
In seguito divento'
Insegnante Tecnico Pratico (I.T.P.) presso
l’I.P.S.I.A. (Istituto Professionale Statale Industria e Artigianato)
di San Benedetto del Tronto,
istituto con indirizzo prettamente tecnico-marinaro dove rimase fino
alla pensione. E’ il decano e maestro della Sez. ARI di S. Benedetto del
Tronto, benvoluto e stimato da tutti.
E’ un tipo schivo, calmo e
per questo non ama la ribalta, così che la cerimonia l’ha voluta presso
la locale Sez. in compagnia dei suoi amici in una calma, allegra e
serena atmosfera. Tanti gli aneddoti raccontati, compresa quella della
cassa panca, quando prestava servizio presso la Radio Costiera. Una
notte di Gennaio, notte più fredda del solito, fu costretto, a causa
della temperatura sotto lo zero, a chiudersi dentro una cassapanca dopo
aver prolungato il cavo della cuffia e microfono.
L’unico inconveniente
consisteva nella lamentela dei corrispondente che evidenziava una
trasmissione con toni vocali rimbombanti, come provenienti dall’aldila’
ma, il vero problema in un ambiente cosi’ angusto era…………..trascrivere i
fonogrammi. |
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