PATOLOGIA DA INVERTEBRATI MARINI

Gli invertebrati che interessano l'uomo per la capacità di provocare lesioni sono: Delle SPUGNE :là spugna di fuoco, la spugna "non mi toccare". Dei CELENTERATI : il corallo di fuoco, le meduse: vespa di mare-cubomedusa comune-pelagia nocticula-caravella portoghese e le anemoni. Dei MOLLUSCHI: il polpo degli anelli, i coni. Degli ECHINODERMI: i ricci di mare, la stella corona di spine.

LA SPUGNA DI FUOCO E LA "NON MI TOCCARE"  (foto) vivono in acque tropicali e se toccate provocano reazioni cutanee di tipo allergico per la penetrazione cutanea di spicole silicee e moderate quantità di tossine. Usare un cerotto o del nastro adesivo per asportarle.

IL CORALLO DI FUOCO (foto 1  2  3  4  5 è molto diffuso in tutti i mari tropicali e si distingue per la colorazione bianca delle sue estremità provoca se toccato forte senso di bruciore; la sua tossina è termolabile.

LE MEDUSE (foto  1  2  3   4   5   6   7   8   9)  hanno delle cellule i cnidoblasti dotate di aculei (nematocisti o spirocisti) che iniettano tossine negli individui che vengono a contatto con i filamenti che si dipartono dal suo ombrello. La vespa di mare è l'animale più pericoloso per l'uomo di tutti i mari (+ di 70 decessi l'anno solo in Australia), si trova nelle acque calde dell' lndopacifico in vicinanza delle coste con estuari d ifiumi e foreste di mangrovie. Ha forma di campana (20 cm) con filamenti lunghi fino a 3 m. La sua tossina provoca paralisi cardiaca e insuff. Respiratoria. Si muore in 15-20 minuti. Le cubomeduse sono molto simili, ma più piccole 1-3 cm. e meno pericolose. La pelagia nocticula è la medusa più frequente nel mar Mediterraneo e dotata di modesta tossicità prevalentemente cutanea da contatto con la formazione di vescicole assai dolorose La caravella portoghese si trova in tutti i mari e spesso si trova sulle spiagge alla fine del suo ciclo vitale. Ha una tossina che provoca ipotonia, torpore e sonno. Il dolore è così intenso da poter portare alla sincope.Le lesioni cutanee iniziali evolvono in piaghe.

La terapia locale prevede l'utilizzo di acqua salata riscaldata a 60-70 gradi che riesce a neutralizzare le tossine (termolabili), mentre per l' asportazione dei filamenti si devono utilizzare coltelli o altri attrezzi meccanici facendo attenzione a non sfregare i filamenti sulla cute. Utile l'utilizzo di creme cortisoniche od ammoniaca o succo di limone. La terapia generale prevede l' A-B-C-D-s eventualmente l'uso di cortisonici.

LE ANEMONI  (foto 1  2  3 ) provocano dolore arrossamento con vescicole locali (casa preferita pesci Pagliaccio)

IL POLPO. DAGLI ANELLI (foto è un piccolo polpo ( 2-20 cm.) che vive in pozanghere di acqua calda sulla barriera corallina caratterizzato dalla presenza di anelli blu malto evidenti se viene molestato. E' in grado di iniettare col morso indolore una tossina neurotossica che paralizza in pochi minuti tutta la zona colpita e può diffondersi a tutto l' organismo provocando arresta cardio-respiratorio. La terapia è basata sull' A-B-C-D-s

I CONI (foto) sono conchiglie molto quotate economicamente, quindi molto ricercate anche dai bambini, ma dotate di un dardo ricco di neurotossine col quale catturano piccoli pesci di cui si nutrono. Se iniettate nell' uomo provocano paresi muscolare con un caratteristico trisma labiale, perdita della deglitizione, della parola fino alla paralisi bulbare e alla morte. La terapia consta nella immobilizzazione dell' arto lesionato attivazione dell' A-B-C-D-s.

I RICCI (foto) hanno spine cave che iniettano tossine nella vittima che viene punta. L'unico pericoloso per l'uomo è il riccio fiorito tipico dei mari tropicali che può provocare anche la morte. Si deve in caso di puntura intervenire rapidamente con acqua a 50 gradi, immobilizzazione del!' arto, lavaggio con alcool metilico, predisporre l'A-B-C-D-s e solo in un secondo tempo togliere gli eventuali aculei spezzati.

LA CORONA DI SPINE (foto) ha una tossina negli aculei che in caso di sfregamento con la cute penetrano nell' epidermide rompendosi per cui il dolore e l' infiammazione conseguente, con tumefazione ed interessamento linfoghiandolare, possono durare per settimane. La terapia consta di lavaggi ora caldI, ara gelati della zona, della immobilizzazione dell'arto e della asportazione delle spine cercando di non romperle.

 

PATOLOGIA DA VERTEBRATI MARINI

PESCI: Sono vertebrati acquatici a sangue freddo in grado di nuotare contrastando le correnti. Si dividono in CONDROITTI ( cartilaginei), OSTEITTI ( ossei), AGNATI ( senza mascelle).

P. CONDROITTI pericolosi per l'uomo sono gli squali e le razze

GLI SQUALI:(foto  1  2  3  4  5  6  7  8 ) in ordine per pericolosità per l' uomo prendiamo in considerazione: LO SQUALO BIANCO(6-8m.-sud Africa, Australia, California, Mediterraneo :attacchi all'uomo,ma anche a piccole imbarcazioni), LO SQUALO TIGRE(4­7m.-vive ovunque, viene ritenuto dalle popolazioni tropicali mangiatore di uomini), LO SQUALO MAKO (4m.-a volte salta nelle imbarcazioni, vive in acque calde), LO SQUALO LONGIMANO (4m.-fascia tropicale dei tre oceani-mangia i naufraghi e i nuotatori solitari), LO SQUALO ZAMBESI O DELLE ACQUE DOLCI (3,5m.-risale il Rio delle Amazzoni e il Gange dove attacca i pellegrini), LO SQUALO MARTELLO (5m.-vive in tutti i mari tropicali in grandi gruppi), LA VERDESCA (4m.-vive in tutti i mari ed attacca i naufraghi). Sono animali longevi e instancabili nuotatori per cui si sono nutriti casualmente di uomini possono diventarne cacciatori, ma solitamente dopo un attacco si fermano stupiti ad osservare il nostro strano comportamento. La frequenza è di 28-30 attacchi all' anno all'uomo di cui 1\3 mortali; una nullità se paragonata ai3- 40000 morsi di serpenti velenosi. Quindi è maggiore la paura della reale pericolosità. I morsi sono devastanti per la conformazione dei denti che possono provocare lesioni emorragiche profonde o addirittura l'amputazione di un arto. La terapia è rianimatoria, di contenimento delle emorragie e chirurgica. (vedi pagina speciale SQUALI)

LE RAZZE:(foto  1  2 ) vivono sui fondali sabbiosi dei mari tropicali. Hanno una o più spine velenifere sulla coda che usano se vengono molestate. La tossina provoca un dolore lancinante e tende a dare bradicardia, ischemia e blocco nei casi più gravi. La terapia prevede l'immersione in acqua salata riscaldata a 500 per 30-90 m. fino alla scomparsa del dolore. Anche le ACQUILE di mare hanno pungiglioni simili, mentre le TORPEDINI sanno emettere se sfiorate forti scariche elettriche fino a 220 volt che possono provocare paralisi muscolare momentanea con rischio di annegamento.

P. OSTEITTI pericolosi per l'uomo sono i barracuda, le murene, i gronghi, i pesci leone, il pesce pietra, le tracine, il pesce gatto.

IL BARRACUDA: (foto) può essere pericoloso quando è grande(2m.) e solitario perché attratto dai colori vivaci e dai riflessi dei costumi, dalle collane dei bagnanti e dalle lampade subacquee. Morde lacerando con gravi emorragie a volte incontrollabili.

LE MURENE E I GRONGHI: (foto 1  2  3 ) vivono in tane e possono raggiungere i 2m.,  mordono con veemenza per difesa e i denti ricurvi possono lacerare e lasciare ferite molto emorragiche.

IL PESCE LEONE : (foto  1  2 ) vive nei mari tropicali in grotte, sono predatori notturni dotati di numerose spine velenose lunghe e sottili ciascuna dotata di piccola ghiandola velenifera  

 

IL PESCE PIETRA: (foto) vive nei mari tropicali. Ha 12-14 spine velenifere sulla pinna dorsale è il pesce più velenoso al mondo.Misura 30-35 cm. Ed erige le spine velenifere quando si sente minacciato. Il veleno, come quello del pesce leone, agisce sul sistema circolatorio abbassando la pressione e provocando aritmie. Interessa anche il sistema respiratorio agendo sul sistema nervoso centrale con depressione della neurotrasmissione; provoca anche emolisi e citolisi. Ciò avviene perché è costituito da un insieme di tossine con diverse specificità sommate alla presenza di un fattore letale responsabile del crollo della pressione fino ad uno schok irreversibile. Fortunatamente questi effetti sono dipendenti dalla quantità di veleno iniettato. l primi sintomi compaiono localmente con forte dolore ingravescente fino al possibile svenimento, poi intervengono parestesie ed edema locali. Successivamente intervengono i sintomi generali di ipotensione, depressione cardio-circolatoria fino allo schok e l'eventuale decesso interviene 6 ore dopo la puntura. Il primo soccorso deve essere eseguito in loco immediatamente immergendo la zona colpita in acqua calda a 50 o per 30' (termolabilità del veleno) e con lavaggi di permanganato di potassio. Se necessario ricorrere all' A-B-C-D-s. La restante parte del trattamento compreso l'eventuale antidoto va eseguita in reparto di rianimazione ospedaliera.

 

LE TRACINE: (foto) vivono nel Mediterraneo. Misurano dai 20 ai 50 cm. e si nascondono nella sabbia anche a bassa profondità. La tossina iniettata dalle spine dorsali del pesce provoca un fortissimo dolore urente con picco nei 30' e durata sino a 24 ore. La zona punta diventa cianotica con possibilità di necrosi. 1 sintomi generali, rari, si manifestano con crisi ipotensive ed episodi di depressione respiratoria, Rarissimi i casi mortali. La terapia prevede il riscaldamento elevato con fimma della zona colpita ed il successivo rapido raffreddamento. Se il trattamento è tempestivo si può avere una completa risoluzione della sintomatologia senza postumi.

 

GLI SCORFANI: ( foto  1  2 ) vivono in tutti i mari e sono molto ben rappresentati nel Mediterraneo. Misurano da 20 a 60-70 cm. Danno gli stessi sintomi delle tracine. Da ricordare è che il veleno di tutti gli Scorpenidi rimane attivo per 24-48 ore dopo la morte del pesce per cui bisogna prestare molta attenzione anche nel pulirli prima di cucinar/i.

IL PESCE GATTO: (foto) vive in acqua dolce e infligge dolorosissime ferite con le due spiine pèttorali e la spina dorsale. Generalmente la piccola quantità di veleno non provoca altri sintomi.

Altri pesci ossei che possono provocare danni all'uomo sono: nei mari tropicali i BALFESTRA (foto 1  2 ) e i PLATAX che morsicano, i CHIRURGO (foto)  e gli ZEBRA che feriscono, ma sempre per difesa territoriale perché molestati; negli altri mari le CERNIE GIGANTI, i PESCI SPADA (foto),  i PESCI PRETE per difesa dai pescatori e le REMORE ( foto  1  2 ) quando tentano di attaccarsi alla pelle dei bagnanti per errore.

I RETTILI ACQUATICI

I rettili acquatici che maggiormente ci interessano sono i SERPENTI velenosi e i COCCODRILLI.

I SERPENTI DI MARE O IDROFIDI: (foto)  vivono in acque calde tropicali a ridosso di foreste di mangrovie o tra le fitte formazioni madreporiche dell' Indo-Pacifico (compreso Mar Rosso e Maldive anche se rari) e le coste nord occidentali della Australia. Prediligono acque poco profonde. Hanno la testa piccola ed appuntita e corpo schiacciato posteriormente atto alla propulsione subacquea. Possono sopportare un apnea di 2 ore e vivono a temperature tra i 20° e i 36 °. Morsicano l'uomo solo per difesa,ma avendo la bocca piccola difficilmente i loro denti superano una muta di neoprene. Se ispezionati da un serpente, riuscendo a stare immobili, questi come è arrivato se ne va. Ma se morsicati la loro tossina è 2-10 volte più potente di quella del cobra, anche se la modesta quantità di veleno spesso non provoca la morte del malcapitato.

La sintomatologia inizia dopo un breve periodo di latenza con ansia, irrequietezza, euforia!, cui segue ingrossamento della lingua, nausea, vomito, rigidità muscolare, paresi con dolori diffusi e debolezza. Seguono disturbi della parola, cianosi, depressione del respiro e morte nel 5-35% dei casi. La Terapia consiste nel circoscrivere immediatamente la zona morsicata cercando di espellere il veleno con sanguinamento e suzione. Se l'intervento non è immediata è meglio immobilizzare la zona interessata, provvedere ad una eventuale rianimazione e indirizzare il pz. in una stuttura ospedaliera. Se trascorsa un' ora dal morso non si manifestano movimenti incontrollati e dolore nei gruppi muscolari vicini alla morsicatura allora si è sicuri di non essere stati avvelenati. I sieri vanno usati con prudenza meglio se in ambiente ospedaliero.

I COCCODRILLI: (foto) vivono in acqua dolce, solo una specie che vive in India-Birmania e nord Australia è marina. Assieme allo squalo bianco è l'unico animale acquatico che può attaccare deliberatamente l'uomo per cibarsene, anche se le statistiche parlano di un solo caso mortale all' anno in Australia.

MAMMIFERI ACQUATICI

I mammiferi acquatici pericolosi per l'uomo sono le ORCHE e i LEONI MARINI.

LE ORCHE: (foto) possono superare i 9m., pesare 1000 kg, vivere 90 anni, viaggiare a 56 km\ora, partoriscono un figlio ogni 8 anni. Con un morso potrebbero dividere in due un uomo, ma non si conoscono attacchi di orche all' uomo, eccetto aggressioni durante gli addestramenti in piscina.

I LEONI MARINI: (foto) vivono principalmente nelle acque polari pesano una tonnellata, Hanno denti molto robusti e possono attaccare i subacquei in preda ad un raptus improvviso con conseguenze molto serie per cui è sconsigliabile immergersi in vicinanza di questi animali.

QUADRI SINDROMICI PARTICOLARI

MALATTIE DERIVANTI DALL' INGESTIONE DI ANIMALI ACQUATICI

 

LA CIGUATERA- LA SINDROME SCOMBROIDE- IL FUGU-L' AVVELENAMENTO DA MOLLUSCHI

LA CIGUATERA: è una malattia che si manifesta per l' ingestione di pesci tropicali contaminati da un Dino flagellato (Gamberdiscus toxicus) che prolifera in modo incontrollato in caso di alterazioni della barriera corallina causate da agenti metereologici o dall' azione devastante dell' uomo. I pesci, ingerendo lo, accumulano nella carne una tossina la CIGUATOSSINA che non si modifica con il calore ne altera le caratteristiche organo letti che dei pesci contaminati. Mangiati, dopo una latenza di 2-12 ore compaiono successivamente astenia, malessere, artralgie accompagnati da vomito, diarrea, parestesie orali e periferiche e sapore metallico orale con inversione del senso caldo­ freddo (patognomonico). Si tratta dell' avvelenamento alimentare ittico più diffuso.

Le zone maggiormente interessate sono le isole dell' Indo-Pacifico (Hawai-Puerto Rico-Costarica-Tahiti-Sonda-Bomeo­ Queensland australiano) dove l'incidenza della malattia è dal 9 al 30 per mille; ma tutte le zone tra i tropici possono

esser interessate ed è in costante aumento. La mortalità è tra l' l e il 5%. Non esistono terapie valide, ma importante è la prevenzione che prevede di non mangiare nelle zone endemiche i Barracuda, le Cernie, i Carangidi, i pesci senza squame e le Murene, fegato ed interiora di qualsiasi pesce, grossi predatori di barriera e tutti i pesci ritenuti pericolosi dagli indigeni. Non mangiare pesci di barriera dopo calamità naturali o variazioni ambientati.

AVVELENAMENTO DA MOLLUSCHI BIVALVI: comporta sindromi gastrointestinali, sindromi paralitiche, sindromi neurotossiche ed epatotossiche. Essendo filtratori incorporano e depurano le acque sia dai batteri che dai virus che dagli agenti tossici presenti. Mangiandoli, dopo un periodo di latenza variabile da poche ore a diversi giorni a seconda del tipo di agente presente, diventiamo vittime dell' infezione. Le terapie saranno relative all' agente patogeno presente, ma importante è la prevenzione che impone di mangiare esclusivamente Bivalvi certificati e controllati.

LA SINDROME SCOMBROIDE: riguarda i tonni e gli sgombri che se mal conservati (bastano 12 ore di esposizione al caldo) sviluppano nelle carni sostanze istaminiche ed istaminosimili per l'azione di germi saprofiti della pelle che le rendono velenose non modificandone le caratteristiche organolettiche. La sintomatologia è quella di una reazione allergica che si manifesta entro 1-2 ore con ponfi e vescicole periorali, forti dolori addominali, nausea e vomito. Può subentrare ipotensione sino allo shock. Solitamente i sintomi scompaiono in 12-16 ore in relazione alla quantità di carne ingerita.

IL FUGU: è una follia Giapponese che consiste nel mangiare il Pesce PALLA notoriamente velenoso per la presenza della tetrodotossina che provoca una paralisi curarosimile. Se il cuoco è in grado di asportare le parti più velenose del pesce compaiono solo trismi e contrazioni al labbro, altrimenti si può arrivare all' avvelenamento generalizzoto (75 morti all' anno in Giappone). Prima di mangiare ti fanno firmare il consenso informato!!!!!!!!

AVVELENAMENTO DA MERCURIO: è frequente nei pressi delle grandi zone industriali (Giappone). Quando la quantità ingerita è tale da non poter essere smaltita dai reni o dal fegato, supera la barriera encefalica ed intossica i neuroni con parestesie, disartria e riduzione del campo visivo. L'intossicazione può raggiungere anche il feto con deformazioni e lesionare seriamente anche i reni.