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U S EPATITI
E MALATTIE Si parla di epatite virale cronica quando l'infiammazione e la necrosi del fegato durano da più di 6 mesi. A circa 20 anni dall'arrivo del HIV, i virus epatici assieme al virus dell'AIDS continuano a sostenere la maggior parte dell'attività clinica del medico che si occupa di tossicodipendenze. Per quanto l'epatite virale abbia per certi versi superato, negli ultimi anni, il confine di patologia indice della tossicodipendenza, tuttavia continua a rappresentare in questa popolazione la principale patologia infettiva e gode ancora di una grossa potenzialità di diffusione epidemica. Diversi virus immunologicamente non correlati sostengono l'epatite virale: virus A (HAV); virus B (HBV); virus Delta (HDV); virus nonA-nonB (NANB); virus C (HCV); virus E (HEV); e, recente, anche il virus F, capace di determinare una rara forma fulminante. I quadri clinici che ne esitano sono spesso indistinguibili tra loro. Negli ultimi anni si sono raggiunti tre importanti traguardi: la vaccinazione contro l'epatite B obbligatoria per legge, in Italia, ai nuovi nati; la vaccinazione, facoltativa, contro l'epatite A; e l'uso dell'Interferone, in grado di modificare la storia naturale di una parte delle epatiti virali. Esistono variazioni regionali e notevoli differenze nella diffusione dell'epidemia da virus epatici. Tra i tossicodipendenti lo scambio di siringhe e l'attività sessuale non protetta, spesso accompagnata da prostituzione, mantengono attivo il serbatoio virale. Particolare attenzione deve esser posta alla coinfezione HIV + HCV, che registra il 45% di incidenza dell'epatite come causa di morte in persone affette da HIV. Si registra una storia naturale simile tra HIV e HCV, la differenza è l'alta velocità dell'HIV rispetto a quella dell'HCV. Rispetto all'HIV si registra la maggior facilità di contrarre l'HCV, che è in continua crescita a fronte dello scarso livello di attenzione sull'epatite. L'EPATITE VIRALE DI TIPO A (HAV) La modalità di trasmissione predominante è la via oro-fecale. Cibi ed acque contaminati (ad es. frutti di mare crudi, verdura annaffiata con acqua inquinata da una fogna, cibo manipolato con le mani sporche) possono provocare epidemie. Anche rapporti sessuali oro-anali possono trasmettere la malattia. Nel 34% dei casi non è possibile identificare la sorgente dell'infezione. Il periodo di incubazione che intercorre tra il contagio al manifestarsi dei sintomi varia dai 15 ai 40 giorni. In Italia la maggior incidenza dell'infezione si registra al Sud e nelle Isole. L'incidenza della malattia è diminuita in molti paesi per il miglioramento delle condizioni igieniche e di vita. I sintomi riguardano: nausea, vomito, ittero, diarrea, urine scure, feci chiare, dolori addominali, dolori muscolari e articolari, malessere generale, stanchezza, febbre, brividi, perdita dell'appetito, mal di gola; ha un'insorgenza brusca di tipo gastroenterico, andamento clinico più mite, assenza di cronicizzazione. La diagnosi viene fatta sulla base dei risultati a semplici esami ematici. Riguardo al trattamento, non c'è bisogno di alcuna terapia, solo riposo e non necessariamente a letto. La prevenzione della malattia si basa sulla capacità di bloccare la trasmissione del virus, tramite accurata igiene personale e ambientale e precauzioni nella conservazione e manipolazione di cibi e bevande. Da poco tempo esiste un vaccino consigliato al personale addetto alla manipolazione del cibo, a tossicodipendenti, omosessuali maschi, ai viaggiatori nelle aree a elevata endemicità. L'EPATITE VIRALE DI TIPO B (HBV) I portatori di HBV nel mondo sono più di 300 milioni. Il 5-10% degli adulti ed il 90% dei neonati infettati dall'HBV sviluppano un'epatite cronica. La più alta concentrazione del virus si trova nel sangue, ma è presente in tutti i liquidi organici (saliva, lacrime, sperma, secreto vaginale, latte materno). Si trasmette attraverso trasfusioni di sangue ed emoderivati, rapporti sessuali, trapianti d'organo e di tessuti, scambio di siringhe, apparecchiature e strumenti sanitari non sterili, post-partum. Il rischio di ammalarsi di epatite acuta è correlato alla quantità dell'inoculo e al grado di contagiosità del portatore di HBV. I sintomi riguardano: nausea, vomito, anoressia, disgusto per alcool e sigarette, malessere generale, cefalea, febbricola, artralgia, rash orticarioide, prurito, dolenzia al quadrante sup. dx addome, ittero, urine ipercromiche, feci ipocoliche. La diagnosi viene eseguita su un'analisi del siero. Riguardo al trattamento, riposo a letto, nessuno sforzo, dieta ipolipidica/ipercalorica, priva di alcolici nella fase acuta. E' un'epatite fulminante nell'1-3% dei casi, spesso cronicizza. La profilassi si attua con l'educazione sanitaria della popolazione a rischio, lo screening del sangue e derivati, l'immunizzazione passiva con i.g. specifiche. E' prevista per legge la vaccinazione obbligatoria per minori di 12 anni. Le categorie interessate alla vaccinazione comprendono: personale sanitario, pazienti in dialisi, omosessuali maschi, tossicodipendenti, pazienti cronici in cura con trasfusioni o emoderivati, partner sessuali di portatori di HBV, viaggiatori in area ad alta endemicità. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che globalmente 2 miliardi di persone siano state colpite dall'infezione da HVB ed esistano, a livello mondiale, 350 milioni di portatori di infezione cronica. Il tasso di mortalità è stimabile tra 1 e 2 milioni di persone/anno. In Italia l'infezione da HBV è un problema dai pesanti risvolti sociali: i portatori di HbsAg sono oltre 1,5 milioni e ogni anno si contano almeno 200.000 nuovi casi con 8.000 decessi legati a cirrosi ed epatocarcinoma. Uno studio americano ha dimostrato che il 90% dei tossicodipendenti, che hanno usato per più di 2 anni droghe per via endovenosa, presenta marcatori di infezione da HBV. Il frequente stato di immunocompressione del tossicomane aumenta il rischio di cronicizzazione con conseguente persistenza del serbatoio virale. L'EPATITE VIRALE DI TIPO C (HCV) La trasmissione dell'epatite C avviene tramite emotrasfusioni, emoderivati, emodialisi, aghi e siringhe infetti, tatuaggi, strumenti sanitari non sterili, punture e ferite, trapianti d'organo. Vi è inoltre trasmissione sessuale, perinatale, intrafamiliare e per saliva (morso). I gruppi a rischio sono: politrasfusi, emofilici, dializzati, tossicodipendenti, operatori sanitari, nati da madre portatrice, conviventi con HCV+, etrero ed omosex con molti partner. La sintomatologia è quasi del tutto assente o di lieve entità nel 90% dei casi. Diversamente è presente febbricola, astenia, nausea, malessere, disturbi addominali. La diagnosi dell'epatite C si basa sui dati clinici ed epidemiologici. L'incubazione è di circa due mesi. Nel 50% dei casi l'epatite C evolve in un'epatite cronica, il 25% rimane portatore di HCV, il 25% si negativizza entro 6-12 mesi. Il trattamento con Interferone è al momento l'unico trattamento efficace. Non esiste un vaccino per l'epatite C. Nel complesso l'epatite cronica C tende a progredire molto lentamente ed in modo insidioso. A livello mondiale si stimano più di 100 milioni di portatori cronici. In Italia l'HCV sostiene il 20% dei casi annui di epatite con circa 2 milioni di portatori. La popolazione tossicodipendente nel nostro Paese risulta HCV positiva dal 48% all'85%. L'EPATITE VIRALE DI TIPO D (HDV) La caratteristica di questo virus è che necessita della presenza del virus dell'epatite B per infettare le cellule. L'infezione può avvenire contemporaneamente a quella dell'HBV o successivamente. La coinfezione provoca un'epatite acuta simile all'HBV. Se la carica virale è max si potrà avere necrosi epatica fulminante o malattia cronica protratta ad andamento bifasico. La superinfezione di un portatore cronico di HBV conduce ad un peggioramento dalla malattia (cirrosi). Le vie di contagio e il periodo di incubazione sono identici al HBV. L'HDV è dotato di notevole infettività e patogenicità. Il trattamento delle forme croniche avviene con interferone con il 15% di successi. Di fatto la terapia con Interferone è, allo stato attuale delle conoscenze, proponibile solo in casi selezionati, e ciò per una serie di motivi: efficacia dimostrata solo per determinati tipi, fase e stato della malattia; complicanze della terapia come labilità emotiva, malattie autoimmuni, insufficienza midollare; effetti collaterali come perdita dei capelli, diarrea, sonnolenza, formicolio alle estremità; età del paziente; costi elevati. L'EPATITE VIRALE DI TIPO E E' un virus poco noto localizzato in India, Asia, Africa, Messico. Si manifesta sia come epidemia che come casi sporadici prevalentemente in inverno e primavera (dopo la stagione delle piogge), in prevalenza tra le donne dai 15 ai 40 anni. La fonte di contagio in sostanza è l'acqua inquinata e la scarsezza delle misure igieniche, essendo trasmesso per via oro-fecale. L'incubazione va dalle 2 alle 9 settimane. La sintomatologia si manifesta con epatite acuta simile all'HAV, dalla quale si distingue per l'alta incidenza delle forme fulminanti nelle donne incinte e per la più alta mortalità nei pazienti ricoverati. Non esistono forme croniche. Non esiste vaccino. MALATTIE TRASMESSE SESSUALMENTE Con l'attività sessuale si possono contrarre diverse malattie. E' importante ricordare alcuni concetti di base: è indispensabile trattare contemporaneamente entrambi i partner di una coppia, altrimenti chi non si è curato trasmetterà di nuovo all'altro la malattia; il preservativo protegge non solo dall'infezione da HIV ma da tutte le MTS; se si ha il dubbio di avere contratto una MTS non ci si deve vergognare e non si deve esitare a rivolgersi ad un medico perché la cura delle MTS, quando è tempestiva, è facile e non lascia conseguenze (inoltre, si può esigere dal medico l'anonimato). Si riportano alcuni sintomi che devono indurre a recarsi da un medico, inoltre si ricorda che anche le EPATITI e l'infezione da HIV/AIDS possono trasmettersi con i rapporti sessuali. ULCERAZIONI. Se ci si accorge di avere sui genitali piccole ferite o escoriazioni fastidiose o dolenti, ci si deve fare visitare da un medico. Spesso molte MTS si presentano sotto questa forma. Le malattie più comuni sono: la Sifilide (o Lue) e l'infezione da Herpes Simplex. Tali patologie se valutate in tempo e con una cura adeguata, sono curabili, e non lasciano alcuna complicazione. SECREZIONI. Se ci si accorge di avere delle secrezioni (perdite o "scolo") dai genitali bisogna considerare la possibilità di avere una MTS, per cui non bisogna sottovalutare la presenza di secrezioni, che possono essere: purulente o mucose, più o meno abbondanti, a volte con un cattivo odore. Spesso nel maschio sono accompagnate da bruciori durante la minzione e nella donna da dolori durante i rapporti sessuali. Le secrezioni sono segni di infezioni che nell'uomo vengono chiamate Uretriti e nella donna Vulvo-Vaginiti e/o Cerviciti. Con una corretta terapia si risolve il problema senza complicazioni. ESCRESCENZE. La crescita di neoformazioni ai genitali necessita sempre di una visita di controllo. Di solito, le escrescenze sono date da un virus: l'HPV (che causa i Condilomi, volgarmente detti "Creste di gallo"). I condilomi, se trascurati, possono con il tempo causare dei tumori a livello dei genitali. La terapia è di tipo chirurgico o di tipo medico con vari tipi di pomate. PARASSITI. Esistono 2 parassiti che si possono contrarre durante i rapporti sessuali. 1 è un insetto, chiamato Piattola o Pidocchio del Pube. La sintomatologia è rappresentata dal prurito e dalla presenza sulla biancheria intima di piccoli puntini scuri. La terapia prevede l'applicazione di gel antiparassitario topico o di una polvere specifica, entrambi acquistabili in farmacia. L'altro parassita è quello della Scabbia o Acaro, invisibile ad occhio nudo. L'acaro scava dei cunicoli o gallerie dentro la cute, specie dove la pelle è sottile, creando notevole prurito, specie di notte. La terapia prevede l'applicazione di prodotti specifici contro la scabbia. Non ci si deve vergognare di parlarne al medico: la scabbia non colpisce "chi è sporco". E' importante disinfettare anche gli abiti, le lenzuola e il materasso. |