Roberto Perrone "Zamora"
Edizioni Garzanti
Recensione
di Gabriella Bona (gabri.bona@libero.it)
Non tutto
il calcio finisce in prima pagina, non tutti i calciatori sono campioni
strapagati e amati da migliaia di tifosi. C’è il calcio di serie
A, quello delle serie minori, dei professionisti e dei dilettanti. Poi
c’è il calcio aziendale, gente che gioca perché il titolare
dell’azienda ama il pallone, fare il presidente e organizzare ogni anno
una grande festa con partita tra dipendenti scapoli e ammogliati.
A quest’ultimo universo appartengono
il Tosetto, imprenditore tessile con la passione per il folber, “come lo
chiamano questi cumenda, questi milanesotti impazziti” e Walter Vismara,
capocontabile per il quale il calcio “era un pianeta sconosciuto, più
inquietante di [un] film di fantascienza”.
Ma non si può lavorare dal
Tosetto e non fare parte della squadra aziendale e il povero Walter si
ritrova in porta, con lo scomodo soprannome “Zamora”, senza conoscere nulla
di questa parte delle sue mansioni, così importanti per il suo padrone,
quasi come i libri contabili e i bilanci.
L’incontro con un portiere importante
ma caduto in disgrazia e disposto a fargli da maestro, permette a Walter
di sopravvivere in questo mondo così lontano da lui. Su consiglio
della sorella Elvira, comincia a leggere la “Gazzetta dello sport” ma la
trova “non noiosa, ma sostanzialmente sconcertante. I dubbi che aveva riguardo
al calcio aumentano”.
Termini nuovi, attività sportiva
a cui non era abituato, rapporti collettivi, quotidiane depressioni e desideri
di fuga: soltanto la sorella Elvira e il portiere Cavazzoni con i loro
consigli e il loro appoggio gli permettono di continuare.
“Zamora”, il libro di Roberto Perrone,
giornalista sportivo del “Corriere della sera” è un omaggio al calcio
povero e dimenticato, un ritratto pieno di ironia dei padroncini arricchiti,
un ritratto preciso e intelligente dell’Italia degli anni Sessanta.
Ma è anche un romanzo sull’amicizia,
quella tra il capocontabile e l’ex portiere, sull’affetto fraterno, tra
Walter ed Elvira, sull’amore un sfortunato tra l’improvvisato Zamora e
la signorina Ada, segretaria del Tosetto.
Un libro scritto con uno stile leggero
e divertente, davvero molto piacevole, ma che tra le righe affronta temi
importanti, come quello della convivenza, del rispetto, della caduta e
del riscatto, dei sentimenti più profondi.
“Zamora Martinez Ricardo, leggendario
portiere spagnolo degli anni Trenta. Grandissimo atleta in ogni aspetto
del ruolo: tempista nelle uscite, forte tra i pali e, cosa che più
conta, con un grande ascendente sui compagni. Lo chiamavano il ‘divino’”:
bella responsabilità sulle spalle di uno che non ha mai sentito
né voluto sentir parlare di calcio!
gabriella bona
|