OPERAIE
IN UNA DITTA TESSILE
Mamme ‘‘a turno’’,
o si rischia il posto
(ANSA) - ROMA, 31 MARZO - Per non intralciare
la produzione, rischiando il posto di lavoro, le operaie di una fabbrica
tessile di Riesi hanno deciso di programmare la loro maternità.
Trentadue operaie ed apprendiste, quindi, hanno deciso di diventare mamme
a turno per non ledere gli interessi dell’azienda, salvaguardando così
il proprio diritto all’occupazione. Il patto tra colleghe - il primo del
genere mai formulato in Italia - lo hanno stipulato, volontariamente, le
dipendenti di uno dei 4 laboratori della fabbrica "Riesi maglieria",
sorta nel cuore della provincia nissena ed incaricata di confezionare prodotti
destinati ad aziende del nord, tra cui "Benetton".
Negli ultimi due anni la "Riesi maglieria",
ha dato lavoro a 200 giovani, tra cui 16 donne, distribuite nei 4 laboratori
sparsi.per il paese. Uno di questi, denominato "Confezioni Sima", con 32
dipendenti, tutte donne tra i 20 ed i 27 anni, ha inventato la piccola
"rivoluzione" del personale femminile che promette di armonizzare esigenze
pubbliche e private, tentando la difficilissima conciliazione tra il diritto
al lavoro ed il desiderio di maternità.
Sulla vicenda è intervenuta il
Ministro della Solidarietà Sociale Livia Turco, secondo cui «è
davvero molto triste che alle soglie del 2000 questo
debba accadere», aggiungendo inoltre che si tratta della "dimostrazione
di come a volte le logiche del profitto siano disumane’.
Programmare le nascite per non essere
licenziate.
Non mi stupirei di trovare valutazioni
positive, magari esaltando il senso di responsabilità di quelle
donne.
Le mie riflessioni hanno un contenuto
un po’ diverso. In primo luogo non mi nascondo il fatto che ogni scelta
personale deve tenere conto dell’ambiente circostante. E importante essere
responsabili. Ma l’ambiente circostante non può rendere nessuno
schiavo. Un esempio: il bambino che nella società contadina partecipava
al lavoro nei campi non è il bambino che viene venduto a fare tappeti.
La scelta di diventare madre non può dipendere dal volere di un
padrone, neppure indirettamente. In secondo luogo mi chiedo che senso abbia
l’economia. E' un’attività che crea ricchezza. per aiutare a vivere
meglio o è la ricerca di un profitto sfruttando il lavoro di altri
ed utilizzando le condizioni di necessità di alcuni? Mi pare che
questo fatto presenti un’economia che non si cura del benessere delle persone.
Ultima considerazione. L’Italia è all’ultimo posto nel mondo per
la percentuale di nascite. Dobbiamo stupirci quando avere un figlio significa
rischio di perdere il lavoro?
beppe scapino