Il lavoro di Actis Caporale è stato presentato lo scorso venerdì sera nel teatro dell'oratorio. A introdurre l'incontro è stato chiamato Elio Magaton, da qualche tempo tornato a ricoprire il ruolo di presidente delle "Purtasse" (l'aveva lasciato nel 1995, a seguito del suo ingresso nell'amministrazione comunale, a Ferdinando Viglieno Cossalino i cui recenti accresciuti impegni, anche internazionali, lo hanno indotto, per così dire, a "restituirlo" al suo predecessore). E Magaton ha offerto, col linguaggio sapido e "sanguigno" che gli è proprio, un personale ricordo dei primi incontri con l'ingegnere, della non perfetta sintonia delle idee politiche corredata, però, dal profondo rispetto per la statura morale dell'uomo e del suo comportamento rigoroso. "Da questi - ha dichiarato con convinzione - tutti, anche chi ha idee politiche radicalmente diverse, possono e devono prendere spunto". Il sindaco Mauro Chianale ha parlato di un uomo che ha vissuto il suo tempo in modo straordinario, mantenendo sempre - anche quando è stato a Roma come senatore - un legame profondissimo, e fatto di atti concreti, con il paese d'origine. E ha anche annunciato che il volume, dopo la serata calusiese, sarà presentato in Provincia a Torino (Actis Perinetti, lo ricordiamo, è stato presidente di questo ente). Che dire, della relazione di Actis Caporale? E' stata ricchissima, meticolosa; difficile sarebbe riproporla in queste poche righe. Ha reso per intero la fatica del lavoro di redazione, stesura delle note e della bibliografia, della cronologia degli eventi che hanno segnato la storia del personaggio. Due episodi, però, li vogliamo segnalare. L'accoglienza del Duce alla stazione di Caluso da parte di Actis Perinetti, allora sindaco: da fiero antifascista qual era, fu tormentato da grandi dubbi su come comportarsi nei confronti di colui che era capo del Governo; alla fine prevalse il senso dell'istituzione. E il sindaco salutò Mussolini - seppur con la morte nel cuore -. L'altro episodio è invece assai più recente. L'ingegnere, ormai novantenne, decise di recarsi ancora una volta al sacrario di Sommacampagna, nel veronese, a rendere omaggio al suo nonno "guerriero" - era molto affezionato, l'ingegnere, a quell'avo che aveva combattuto con valore per i Savoia nella battaglia di San Martino -: partì tutto solo, di buon mattino, in treno, dopo aver studiato tutte le coincidenze ferroviarie; e per mezzanotte era rientrato a in paese. Di ciò che l'ex sindaco e senatore realizzò per Caluso, e per il Canavese (non scordiamo la sua direzione del Consorzio del Canale), tanto si sa, e ancor più è scritto nel volume. Che contiene, anche, un ricco apparato iconografico. Gli interventi raccolti sono quelli di Mauro Chianale, Giancarlo Tapparo, Luciano Ponzetti, Mercedes Bresso, don Silvio Faga, Nicola Tranfaglia, Ugo Sacerdote (del movimento Giustizia e Libertà), Elio Magaton, Tiziano Passera, Fabrizio Salvadori, Renzo Forma, Giorgio Panattoni, Aldo Actis Caporale, Francesco Vidano, Cesare Chelin e Ferdinando Viglieno Cossalino. Un libro che chi ama Caluso non può non avere. mauro saroglia |