ROVIGO - Quando sei stato
per tre giorni gomito a gomito con la morte, e le sei sfuggito, poi per
forza devi avere qualcosa dentro "in più" di chiunque altro. E'
un assunto, questo, che mi sono sentito riproporre più volte, con
riferimento a diverse persone: ora una di queste persone ho avuto la fortuna
di incontrarla, anche se per brevi momenti; e mi sono convinto che l'assunto
di cui sopra è vero, verissimo.
Roberto ha gli occhi che
brillano, sempre. Non sono occhi spiritati, ma emanano una luce un po'
più intensa di occhi "normali", dei nostri. Roberto, di qualunque
argomento parli, lo fa con una partecipazione, quasi un'enfasi, che pare
strana: dopo un po' che lo ascolti capisci che, davvero, la cosa di cui
ti sta parlando lo interessa, lo appassiona, per banale che a te possa
apparire. Ma non è paranoico, Roberto.
Roberto di cognome fa Robustelli,
ha 26 anni e il 5 maggio del 1998, come moltissimi suoi concittadini di
Sarno, si è trovato sommerso da una marea di fango proveniente dal
monte che sovrasta il paese. Trascinato dalla furia magmatica di tutta
quella terra bagnata, è stato scaraventato in un'autorimessa, quasi
completamente sommerso, intrappolato. Ci è rimasto 74 ore, al gelo,
al buio, senza possibilità alcuna di muoversi. Da impazzire. Invece,
quasi miracolosamente, Roberto si è salvato dal fango: la volontà
disperata di vivere, "qualcosa che abbiamo dentro e che non sappiamo di
possedere fino a quando non viene messa alla prova", come dice lui. Sta
di fatto che abbiamo potuto ascoltare questa storia pazzesca, incredibile,
dalla viva voce di Roberto Robustelli, che è intervenuto, insieme
a un rappresentante della Caritas di Sarno e allo scrittore e sceneggiatore
Ernesto Dello Jacono, al convegno "Terra Madre" organizzato dalla Fisc
a Rovigo, in occasione del centenario del settimanale locale e del cinquantenario
dell'alluvione del Polesine.
Dello Jacono e Robustelli
hanno appena dato alle stampe un libro, "Roberto salvato dal fango" (editore
Tullio Pironti), che racconta quelle terribili giornate e di come sia mutata,
da allora, la vita di Roberto. La prima parte è la fedele narrazione
- in prima persona - della vicenda di Roberto, rivista secondo lo stile
evocativo e immaginifico di Dello Jacono. Nella seconda parte abbiamo la
registrazione meticolosa di vari fenomeni fisici che hanno preceduto e
seguito l'alluvione, una serie di dati che aiutano a spiegare perché
il disastro sia avvenuto, alcune note sulle ripercussioni giudiziarie di
quanto accaduto. Infine, scarno e terribile, l'elenco dei morti di Sarno
(137), di Quindici (11), di Bracigliano (6), di Siano (5), di San Felice
a Cancello (1), e la distinta dei danni materiali redatta da Legambiente
(50 miliardi per quanto riguarda gli immobili, 16 miliardi e mezzo per
le attività produttive).
"Che il nostro territorio
fosse dissestato - ha detto Roberto Robustelli ai convegnisti - lo sapevamo
tutti anche prima, ma la preoccupazione rimaneva in sottofondo. Dopo quanto
è capitato non possiamo più smettere di chiedere che si faccia
seriamente qualcosa per risolvere la situazione. E di veramente serio,
per ora, non si è fatto ancora niente".
Il libro costa 18 mila
lire, e si è deciso che parte dei proventi servirà alla costruzione
di un monumento alle vittime del fango. Sì, un monumento: può
sembrare superfluo, ma gli abitanti di Sarno non credono che sia superfluo
porre un segno ben visibile, a futura memoria e a monito.
"La Mondadori - mi ha detto
Roberto - mi aveva chiesto di scrivere questo libro tre anni fa, voleva
che fosse un instant-book: altrimenti sarebbe stato un flop come quello
sul giudice Borsellino, mi dicevano. Ma allora non potevo proprio, avevo
bisogno di tempo per digerire tutto quanto era accaduto. Adesso, invece,
è venuto il tempo di parlare, di scrivere, di far sapere ciò
che è stato". E' venuto il tempo di non dimenticare.
mauro saroglia