IVREA - Otto miliardi. E'
questa la cifra che i vertici dell'Asl 9 prevedono di risparmiare dai bilanci,
con la manovra portata martedì scorso all'assessorato alla Sanità
della Regione. Una cifra che, tradotta in termini pratici, significa onerosi
sacrifici per le strutture sanitarie canavesane, ma che non arriva neppure
lontanamente ai 41 miliardi di "tagli" imposti a inizio anno dalla giunta
di Palazzo Lascaris.
"Questa manovra risponde
ai requisiti imposti proprio dalla Regione - spiega il direttore generale
dell'Asl 9, Giampaolo Costamagna -: non sacrifica l'assistenza alle fasce
deboli della popolazione e tende ad evitare sprechi e doppioni". Raggiungere
un risparmio di 41 miliardi sarebbe stato impossibile. "Neanche chiudendo
uno dei tre ospedali - dicono all'Asl - si sarebbe ottenuto un simile risultato.
Si è invece lavorato molto sui tutti i margini di recupero, con
la verifica dei costi". Tra le iniziative intraprese c'è il blocco
delle assunzioni, con la razionalizzazione delle attività
sul territorio che, secondo i calcoli dell'Asl, consentirà di sostituire
la mancanza di turn-over. Ma le modifiche principale alla situazione attuale
si vedranno negli ospedali, ognuno dei quali sarà ora chiamato a
svolgere un ruolo preciso evitando inutili sovrapposizioni di ruoli. L'ospedale
di Ivrea (sede di Dea e rianimazione e dove verrà presto attivato
un nuovo blocco di sofisticate sale operatorie) dovrebbe dedicarsi ad attività
di più alta specializzazione, accorpando l'attività dell'intero
dipartimento materno-infantile e diventando il centro principale per l'ortopedia.
A Castellamonte verrà chiuso il pronto soccorso diurno e riorganizzata
l'attività chirurgica. "Questa struttura - spiega Costamagna - dovrà
diventare un grande centro specializzato per la riabilitazione motoria,
cardiologia e neurologica".
Più complicata la
situazione dell'ospedale di Cuorgnè. I programmi previsti dai vertici
dell'Asl 9 stanno incontrando proteste e resistenze, dal momento che la
struttura si vede privare dell'ortopedia e del reparto di ostetricia e
ginecologia. "Ma a Cuorgnè - si difende Costamagna - verrà
portata l'intera attività chirurgica di day hospital. E non c'è
alcuna intenzione, come invece dicevano in molti, di chiudere il pronto
soccorso".
Entro fine mese dovrebbero
arrivare le prime indicazioni da parte della Regione. L'avallo o meno di
questa manovra, comunque, non cancella l'esigenza di una programmazione
chiara per il futuro. "Tra Regione, Asl 9 ed enti locali - conclude Costamagna
- deve esserci un patto che indichi la precisa strategia di sviluppo della
sanità canavesana. Il percorso da seguire deve essere definito una
volta per tutte".