IVREA - INTERVISTA CONCESSACI
DA UN DELEGATO SINDACALE
Vita da agente
di polizia penitenziaria:
PROBLEMI DI UN LAVORO
MOLTO PARTICOLARE
Anche la casa circondariale eporediese
è rimasta coinvolta dalla protesta degli agenti di polizia penitenziaria,
che in segno di solidarietà con i loro colleghi di Sassari si sono
astenuti dalla mensa. Da una settimana la protesta è rientrata,
ma non per questo si sono risolti i problemi del carcere. Ne abbiamo parlato
con un agente delegato della Cgil, che ha preferito mantenere l'anonimato.
Qual è il problema principale
a Ivrea?
"A Ivrea, come altrove
del resto, sta nel sovraffollamento. Questo carcere venne costruito per
ospitare 200 persone. Oggi, invece, i detenuti sono 320, il 60 per cento
dei quali di origini extracomunitarie. Facile pensare a tutti i disagi
e le difficoltà che ne derivano".
All'alto numero di detenuti,
però, non corrisponde una forza proporzionata di agenti.
"Esattamente. In servizio
effettivo ci sono appena 160 agenti: troppo pochi, soprattutto da quanto
ci occupiamo anche del trasporto dei detenuti, per far fronte a tutte le
esigenze. Certo, i turni sono di 6, 8 ore al massimo. Ma nessuno sa che
magari lavoriamo per 22 giorni di seguito, e che sovente perdiamo riposi
e congedi".
Servirebbero più
agenti, quindi. Ma dovrebbero anche essere più preparati...
"Sono anni che chiediamo
una formazione professionale adeguata. Ci troviamo ogni giorno a dover
fronteggiare situazioni sempre più difficili, e dobbiamo indossare
i panni del cappellano o dell'educatore. Dobbiamo convivere con i detenuti,
ma comunicare con loro è sempre più difficile; con gli extracomunitari,
poi, è praticamente impossibile. Il nostro diventa un lavoro delicatissimo,
ma nessuno ci aiuta; e ci manca la serenità per svolgere bene questo
compito".
Il caso Sassari ha aperto
una grande finestra su un mondo fino ad oggi poco conosciuto.
"Siamo usciti dall'isolamento
in cui ci tiene la società. Ma noi non vogliamo essere ghettizzati.
Il carcere è comunque una realtà del territorio: eppure,
a Ivrea, non c'è neppure un cartello stradale per indicare dov’è”.
Cosa chiedete?
"Agli enti pubblici una
maggiore attenzione. E questo soprattutto al Comune di Ivrea, visto che
negli ultimi tempi i rapporti con l'amministrazione si sono un po' raffreddati.
All'opinione pubblica, invece, chiediamo soltanto di essere giudicati con
obiettività". |