IVREA - Raid nei deserti,
un turismo tutto particolare e faticoso che richiede spirito di avventura
e senso di adattamento per poter affrontare avversità e disagi ma
che apre le porte a paesaggi inconsueti, al fascino dei tenui colori mattutini
e a quelli più forti ed abbaglianti dei tramonti. Un hobby per il
quale esistono associazioni specifiche, come “Latitudini” ad esempio, il
cui presidente è Roberto Pessione, socio del Panathlon di Ivrea
e Canavese, e relatore della serata.
Tutti i raid sono studiati
a lungo prima di partire ed una ricognizione, che comprende anche i contatti
satellitari, precede il viaggio vero e proprio. Si viaggia in moto ma,
sempre più frequentemente, in fuoristrada debitamente attrezzati.
Gli spostamenti avvengono in gruppo, in fila indiana come i cammellieri,
in un ambiente dalla bellezza particolare. Fra le insidie il cedimento
meccanico del mezzo, il più delle volte rimediato sul posto, e l’insabbiamento
che richiede tempo e fatica per poter ripartire.
Roberto Pessione ha trasmesso
queste informazioni con il supporto di cento e forse più diapositive.
Si è così visto quanto rimane di Petra, in Giordania, città
storica con le facciate scolpite nelle pareti rocciose e difesa da strette
gole di accesso. Testimonianze storiche e militari, in Libia e in Egitto,
dove è ancora percorribile una strada costruita dagli italiani nel
1935 e dove un aeroporto militare invece è stato divorato dal deserto.
Il sacrario di El Alamein, il cippo che ricorda fin dove erano arrivati
i nostri soldati a poco più di cento chilometri dal Cairo in una
zona ancora disseminata da milioni di mine che nessuno andrà mai
a disinnescare. Un altro cippo, del 1943, in Tunisia, ricorda la vittoria
delle truppe francesi che di sorpresa attaccarono l’esercito italo-tedesco
e che segnò la fine della cmapagna d’Africa.
E poi tante altre immagini
storicamente meno note ma piene di fascino: le oasi che in certi
punti sono nate in seguito a fallite prospezioni petrolifere, le colline
di sabbia che il vento continuamente sposta cancellando le piste, gli asini
e i cammelli della popolazione locale, nomade, che non conosce il concetto
di casa. Laghi in mezzo al deserto di cui uno, si dice, fu particolarmente
caro a Cleopatra. Graffiti che rappresentano coccodrilli, rinoceronti ed
elefanti, conchiglie nell’Egitto del sud che testimoniano la presenza del
mare, un fortino romano, in Tunisia, che fu poi roccaforte della Legione
Straniera. E fra i tanti segni di vita tombe di monaci copti ed altre di
più recente scoperta in un mare di sabbia ora costellato da carcasse
di fuoristrada, qualcuno abbandonato perché andato in grave avaria
ed altri, per fortuna pochi, abbandonati per sfuggire all’attacco di tribù
che sfruttano, a loro modo, il turismo europeo.
maurilio trovati