Un dibattito politico che prosegue con
toni sempre più aspri, nonostante i tentativi di Ciampi di calmare
gli animi
IL VOTO SUL FEDERALISMO La Camera ha approvato il nuovo assetto
federale a semplice maggioranza. Il voto, che è in attesa di essere
confermato dal Senato, si presta a diverse considerazioni. La prima è
che si è trattato di una prova di forza fra i due schieramenti.
Il Polo convinto della sconfitta della maggioranza che avrebbe reso necessario
lo scioglimento delle Camere. La maggioranza convinta di rendere più
compatte le proprie file. Da questo punto di vista Rutelli ha mostrato
doti di leader. La seconda è che la legge votata ha bisogno di correzioni.
Ad esempio per vincolare le regioni ai criteri europei in economia. La
terza riguarda l'ambiguità di questa vicenda. Non è mai bello
che una norma costituzionale venga votata a maggioranza, anche se l'opposizione
della minoranza si è mostrata pregiudiziale e cieca.
I DATI ISTAT I consuntivi dell'Istat per il 2000
presentano un'economia italiana in crescita. Anche la revisione dei dati
passati, riguardanti gli anni 1997-1999, dimostrano una crescita allora
sottostimata. Evidentemente questi dati sono contestati dal Polo ed esaltati
dal Governo. Non mi pare però che l'Istat abbia interesse a truccare
le cifre.
CEFALONIA E LA PATRIA La visita di Ciampi a Cefalonia con
l'omaggio ai soldati italiani uccisi dai tedeschi per aver scelto di essere
fedeli alla patria ha generato una polemica fra il Presidente e Galli Della
Loggia, sostenitore della tesi che l'8 settembre 1943 sparì dall'Italia
il concetto di patria. A me pare che l'editorialista del Corriere della
Sera confonda il concetto di patria con quelli di nazionalismo e di concordia
conformistica. L'8 settembre permise agli italiani di riappropriarsi di
un concetto di patria come unione di uomini liberi. La resistenza fu l'evento
costitutivo e la Costituzione, frutto di diverse culture politiche, ne
fu la sanzione. E' oggi che il concetto di patria è in pericolo
con il disprezzo crescente verso la Costituzione, con l'incapacità
di darsi regole condivise.
LE LISTE CIVETTA Nuovo intervento di Ciampi. Stavolta
come invito a non utilizzare liste civetta. Sono liste con pochi voti alle
quali un candidato vincente nel maggioritario dice di appartenere per non
perdere voti nell'assegnazione delle quote proporzionali. E' un evidente
trucco politico, che va condannato e per il quale sarebbero necessarie
norme che lo impediscano. E' diverso dai patti di desistenza che invece
sono chiari: l'elettore conosce le conseguenze del suo voto e i limiti
di questi patti. D'altronde sono patti che entrano nella logica del maggioritario.
Così pure è improprio collegare le liste civetta con il fatto
che i parlamentari non possano cambiare schieramento. Il Parlamento è
sovrano. Sono gli elettori chiamati a non votare chi per interesse ha cambiato
bandiera. Ma lo fanno?