DIOCESI E PARROCCHIE RIFLETTANO
SULLE LORO “COLPE”
Per purificare
la memoria
UNA PENTECOSTE VISSUTA
NEL CLIMA DEL GIUBILEO
In questi giorni siamo invitati a prepararci
con maggiore intensità alla festa di Pentecoste, completando così
l’itinerario liturgico iniziato con la Veglia Pasquale. Vivere la Pentecoste
nell’anno del grande Giubileo significa che la Chiesa locale in quanto
tale viene chiamata ad accogliere la grazia del Giubileo, per la conversione
e la riconciliazione. Una purificazione della memoria a livello diocesano?
L’invito pubblicato pochi mesi fa dal Papa lo prevede, e se finora non
abbiamo compiuto nessun gesto un po’ spettacolare è perché
i gesti andrebbero preceduti da una riflessione comunitaria, premessa per
maturare un autentico desiderio di conversione.
In vista della prossima
festa della nostra Chiesa particolare mi vengono in mente almeno due “piste’’
che potrebbero aiutarci a vivere in un clima più giubilare la Pentecoste.
Una prima riflessione verso l’”esterno’’, dedicata a quanti hanno sofferto
a causa della nostra chiesa (Diocesi e Parrocchie), per vere e proprie
ingiustizie o per modi e forme non caritatevoli usati in occasione di interventi
pur necessari.
Una seconda riflessione
andrebbe dedicata alla vita interna della Chiesa diocesana, considerando
ad es. le disaffezioni nei confronti della sua vita ed attività,
che rendono di fatto avulsi dal cammino comune della chiesa locale. E’
una riflessione che propongo a tutte le comunità della Diocesi,
specialmente per l’ottavario di preparazione alla giornata di Pentecoste.
La settimana che va dall’Ascensione alla Pentecoste è uno dei grandi
ottavari che la liturgia ci offre, paragonabile a quello che va dal 17
al 24 dicembre o all’ottavario pasquale, per la ricchezza dei testi liturgici
che invocano il dono dello Spirito Santo.
E’ inoltre testimoniato
nel c.1 degli Atti, quando la comunità apostolica ha atteso la Pentecoste
in preghiera con Maria la Madre del Signore. In questo ottavario, e non
soltanto nella giornata di Pentecoste, si può parlare della Chiesa
locale, delle sue attività e necessità, chiedendo il contributo
dei fedeli per le attività pastorali diocesane. Permettetemi di
raccomandare anche questo aspetto, che non solo aiuta le attività
formative ma contribuisce ad educare i fedeli a rendersi conto che l’autofinanziamento
della Chiesa in Italia si fa sempre più urgente, a livello diocesano
e nazionale. Autofinanziamento, e non elemosina, è una cultura da
far crescere.
Domenica 11 giugno la nostra
Diocesi sarà presente con una pagina sul quotidiano cattolico Avvenire,
che provvederà ad inviare un certo numero di copie in vari paesi.
Impegnamoci a diffonderle, per far conoscere concretamente questa voce
importante del mondo cattolico italiano.
|