Chiesa cattolica:
due sofferte risposte
Cari fratelli e sorelle della Chiesa
Valdese d’Ivrea,
ho letto con sofferenza la vostra lettera
inviata alla Commissione diocesana e rispetto la vostra decisione di non
partecipare alla settimana di preghiera per l’unità dei cristiani,
un’occasione che da molti anni ci vedeva riuniti insieme e che personalmente
ricordo con gioia, a cominciare dai tempi del Pastore Rostan, quando svolgevo
il mio ministero presso la Parrocchia del Sacro Cuore, così come
ricordo in particolare la lunga amicizia ed i molti incontri con il caro
fratello Giuseppe Longo.
Vi ringrazio tuttavia per
l’impegno ecumenico che nonostante tutto intendete mantenere e continuare
e che troverà sempre da parte nostra piena disponibilità.
E’ proprio vero che evangelicamente parlando l’ecumenismo è una
via senza ritorno. Permettetemi però, con la stessa franchezza che
voi avete nella vostra lettera, di far notare come il vostro giudizio sui
giubilei celebrati dalla Chiesa cattolica suoni un po’ come un’esecuzione
sommaria piuttosto che come un giudizio storico su di un cammino lungo
e complesso, fatto di ombre e di luci.
Inoltre in occasione di
questo giubileo come Chiesa cattolica italiana ci stiamo impegnando concretamente
per il problema dell’estinzione del debito estero dei Paesi più
poveri, proprio per accogliere la dimensione di giustizia sociale che ci
viene dal giubileo biblico. Infine, siamo ben convinti che nessun gesto
umano, nessuna “opera’’, può sostituirsi alla grazia che solo Cristo
ci ha meritato e ci dona. Gesti e segni da noi compiuti possono essere
uno strumento, un aiuto per aprirci alla grazia di Cristo, per prepararci
a riceverla con umiltà, e sono talmente secondari che nessuno, per
vivere il giubileo, è legato all’uno o all’altro di questi gesti,
tantomeno ad un qualche pellegrinaggio, poiché il giubileo passa
anzitutto per il cuore, fin dal giorno in cui Gesù lo ha dichiarato
aperto per sempre parlando nella sinagoga di Nazaret (Lc. 4,19). Questo
è quanto noi diciamo ed insegniamo.
Grazie comunque per il
vostro richiamo, che c’invita ad essere sempre più attenti e precisi,
richiamo tanto più prezioso perché ci viene da fratelli e
sorelle uniti a noi dallo stesso Battesimo, dalla stessa fede in Cristo,
dallo stesso amore per la Sacra Scrittura, che la nostra chiesa in questi
anni sta riscoprendo grazie anche alla vostra testimonianza ed alla vostra
attenzione affinché nulla offuschi il suo posto centrale nella vita
della comunità cristiana.
Non c’incontreremo dunque
per la settimana di preghiera per l’unità ma sono certo della vostra
preghiera costante, come cerchiamo di fare anche noi, perché si
realizzi quando il Signore vorrà il desiderio di Gesù: che
tutti siano uno!
Con immutato affetto e
sempre con grande stima.
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