• Per
le strade del mondo 2 luglio 1999
Strana sorte quella dei “pacifisti’’! Una volta erano considerati “di sinistra’’, quasi sgretolassero la solida difesa dell’occidente, minacciato dalla Russia comunista. Anche se è onesto riconoscere che una parte del pacifismo era spesso a senso unico, nel senso che bollava la corsa al riarmo dell’Occidente e le sue guerre “colonialiste’’, dall’Algeria al Vietnam, ma non condannava allo stesso modo le occupazioni comuniste, dall’Ungheria all’Afghanistan. Già allora non si voleva distinguere un “pacifismo’’ talora strumentale, che veniva professato all’interno di un mondo in cui si potevano contestare i Governi (ma non nell’altra parte del mondo!), e quello proveniente da ideali più puri, anche religiosi. Come non rendersi conto che un cristiano è discepolo di un Maestro che, nascendo a Betlemme, ha fatto annunciare dagli angeli che sarebbe venuto a portare “gloria a Dio’’ e “pace in terra’’ per tutti gli uomini, che Egli ama?! Oggi caduta, con il muro di Berlino,
la minaccia del comunismo mondiale, i pacifisti sono spesso considerati
ancora come “fissati’’ pericolosi, al di fuori della realtà, la
quale, essendo una realtà violenta, esige - si dice - mezzi violenti
per controllarla. In realtà l’opinione diffusa, alimentata dagli
interessi dei potentati politici e dei produttori di armi e sostenuta dalla
maggioranza dei mezzi di informazione, è che solo interventi armati
possono risolvere situazioni di ingiustizia e di ferocia, come quelle dei
Balcani; e che quindi gli approcci politici vanno tentati ma presto accantonati
per poi passare la mano alla “guerra giusta’’.
Mi sia permesso però citare una persona che in Canavese molti conoscono e stimano, il magistrato Rodolfo Venditti, che su Avvenire di sabato 26 giugno precisava che “pacifisti non hanno mai minimizzato e non minimizzano oggi l’estrema gravità delle atrocità commesse dai serbi in Kosovo. Hanno semplicemente detto e ripetuto che il ricorso alla guerra da parte della Nato era una soluzione rozza, semplicistica, cinica e peggiorativa poiché - oltre a contrastare con lo statuto dell’Onu, con la Costituzione Italiana e con lo stesso Patto Nato - non avrebbe risolto nulla, anzi avrebbe aggravato la situazione dei kosovari albanesi’’. Il Prof. Venditti precisa come la guerra non solo non abbia risparmiato sofferenze ai kosovari ma anche le abbia moltiplicate, eliminando perfino il pur tenue controllo degli osservatori, aggiungendovi “stragi di civili tra il popolo serbo’’, ed alimentando “la spirale dell’odio tra le due etnie’’. E continua: “L’aver armato l’Uck (decisione miope della Nato, di cui oggi la stessa Nato ha motivo di pentirsi) scatena ora stragi e atrocità di segno opposto e distrugge ogni residua speranza di risolvere il problema Kosovo instaurando un nuovo tipo di convivenza tra etnie +luigi bettazzi |