La Quaresima di Fraternità
è diventata una componente importante del cammino quaresimale della
nostra diocesi. Uno dei segni antichi e sempre attuali che la chiesa ci
propone in quaresima è il digiuno, cioè la disponibilità
a rivedere il nostro rapporto e la nostra dipendenza dalle cose materiali,
anzitutto dal cibo. Ma il digiuno cristiano ha come vero obiettivo quello
della condivisione: digiunare per poter condividere di più, condividere
anzitutto un po’ di fame con chi non ha bisogno di norme particolari per
digiunare, perché vi è costretto. Ogni cristiano è
chiamato ad organizzare un proprio cammino in questa direzione ed occorre
riconoscere che la generosità riscontrata ogni anno è davvero
commovente.
La Quaresima di Fraternità
però è qualcosa di più: vuol essere l’impegno di una
chiesa verso un’altra chiesa, quella di Barreiras, per non dimenticare
che nel deserto dell’esodo quaresimale si cammina insieme e si cresce insieme.
Vuol essere un segno, per rendere visibile la Quaresima non solo ai credenti
già inseriti ma anche a quanti volessero unirsi al nostro cammino
verso la Pasqua. Non l’unico segno, ma quello che ci accomuna in modo particolare
come diocesi, frutto di una storia ormai più che trentennale di
cooperazione missionaria con le chiese della Bahia.
Molte parrocchie, le
diverse congregazioni religiose e le altre aggregazioni ecclesiali sostengono,
oltre alla missione diocesana, tante altre iniziative missionarie in modo
encomiabile, con un impegno che si protrae lungo tutto l’anno. Come nella
Giornata Missionaria Mondiale di ottobre passa in primo piano l’aiuto dato
alle Pontificie Opere Missionarie, espressione dell’impegno missionario
della chiesa universale, così nella Quaresima di Fraternità
il mettere al primo posto la Missione diocesana può diventare un
segno concreto d’inserimento nella chiesa locale, luogo di verifica quotidiana
della nostra apertura ecclesiale.
Non ci sarà
bisogno di sollecitare offerte: sono certo che la conoscenza dei progetti
promossi dal nostro Centro Missionario e delle situazioni in cui vengono
realizzati è sufficiente per aprire il cuore di tutti verso una
solidarietà vera e duratura. Nel messaggio pubblicato per la Quaresima
Giovanni Paolo II chiede in modo particolare ai cristiani di essere “apostoli
di speranza e costruttori della civiltà dell’amore in un mondo nel
quale troppo spesso non c’è posto per i poveri e i deboli”. I nostri
condiocesani che operano in Brasile toccano con mano tutti i giorni questa
dura realtà. Uniti a loro vogliamo vivere e comunicare tutta la
forza di rinnovamento che la Pasqua di Gesù offre a ciascuno di
noi.
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