TORINO - Sempre più
numerosi i cattolici che si rivolgono al Tribunale ecclesiastico
piemontese per chiedere l'annullamento del matrimonio. Nel corso
del 2001 sono state 329 le cause presentate per il giudizio, tra il primo
e il secondo grado, 57 in più rispetto all'anno precedente.
Per la maggior parte (58,46%) riguardano le simulazioni, cioè i
casi in cui uno dei due coniugi o entrambi non credono nell'indissolubilità
del matrimonio, nella fedeltà, nella procreazione. A ruota segue
l'incapacità contrattuale .
"L'elevato numero delle
cause di natura psicologica indica nelle coppie grave immaturità
e grande fragilità" ha rilevato il can. Giovanni Carlo Carbonero,
Vicario Giudiziale presentando i dati in occasione dell'inaugurazione dell'anno
giudiziario 2002, sabato scorso a Torino. Numeri che confermano
la crisi della famiglia.
"L'attività
del Tribunale Regionale rileva la forte crisi dell'istituto matrimoniale"
ha sottolineato aprendo i lavori il cardinale di Torino, Severino Poletto
anche in veste di Moderatore del Tribunale Regionale, "Gli uffici che sono
preposti alla pastorale della famiglia e dei giovani, sapranno trarre dall'esperienza
del Tribunale utili stimoli per porre in atto interventi efficaci e moderni
che aiutino ad impostare la vita sui valori profondi che nello scontro
con la società attuale rischiamo di essere compromessi".
Aumentano anche le
sentenze negative, cioè quando non viene costatata la nullità
del matrimonio. Rappresen-tano circa il 30% delle cause decise, quasi
il 13% in più rispetto al 2000. "Un dato che si rileva - ha
precisato Carbonero - anche da un'eccessiva facilità nell'introdurre
comunque cause, che poi al vaglio istruttorio si rilevano prive di consistenza,
causando illusioni puntualmente deluse nella parte o nelle parti oltre
ad un danno economico".
Sul versante economico,
su quali siano effettivamente i costi delle cause matrimoniali di nullità
ci sono stati, in passato, molti equivoci. Per questo motivo, anche in
occasione dell'apertura dell'anno giudiziario il Vicario Giudiziale, ha
voluto ribadire che l'unico contributo che si è tenuti a versare
è di 414 euro. Una cifra che non copre assolutamente i costi reali
della singola causa, spese di cui si fa carico la Chiesa. Nel caso di situazioni
di particolare difficoltà economica, inoltre, questa somma
può ridursi fino a zero. Oltre al contributo occorre aggiungere
l'onorario degli avvocati di fiducia (figura peraltro consigliata ma non
obbligatoria), ma anche in questo caso sono stati imposti dei limiti, la
cifra oscilla tra i 1.330 euro e i 2.660.
Dalle statistiche presentate
si evince la costante regressione dei matrimoni religiosi, mentre
risultano in aumento i matrimoni civili. Aumentano le separazioni sia a
livello regionale che nazionale, mentre è più contenuto il
numero dei divorzi. E precisa Carbonero "Il fatto appare in tutta la sua
gravità e dirompenza se si confronta il numero delle separazioni
con il numero dei matrimoni celebrati nell'anno. In dieci anni in Valle
d'Aosta si è passati dal 26.3% al 48,1% . Anche il Piemonte in 19
anni ha raddoppiato le percentuali delle separazioni".
c.g.