IVREA - Il 18 febbraio
di dieci anni fa moriva, dopo breve malattia, don Luigi Rey, per tutti
don Gigi.
Era nato ad Ivrea il
12 gennaio 1926, aveva partecipato attivamente da giovane studente alla
vita civica ed ecclesiale della sua città, si era laureato prima
in ingegneria poi in architettura. Trasferitosi a Roma per motivi di studio
e di lavoro, maturava in lui la chiamata al sacerdozio. Entrò al
Collegio Capranica nel 1955 ed il 20 dicembre del 1959 veniva ordinato
sacerdote nella cappella del nostro Seminario Minore da mons. Borra, vescovo
di Fossano, già parroco della Cattedrale, essendo vacante la sede
eporediese per la morte di mons. Rostagno avvenuta l’8 dicembre precedente.
Dopo il completamento degli studi a Roma, con una specializzazione in teologia
spirituale, veniva chiamato dal nuovo vescovo mons. Mensa all’incarico
di padre spirituale del Seminario Minore ed iniziava così quello
che sarebbe stato per tutta la vita il suo ministero principale: guida
spirituale di seminaristi e sacerdoti, religiose e laici, singoli e coppie
di sposi, nell’ambito delle famiglie spirituali legate alla spiritualità
di Charles De Foucauld ma anche in tanti altri ambiti, chiamato a predicare
esercizi spirituali in molti seminari e congregazioni religiose, in Italia
e all’estero. I suoi maestri spirituali di riferimento furono principalmente
Charles De Foucauld e San Giovanni della Croce. Don Gigi fu tra i primi
a far conoscere in Italia la spiritualità di frère Charles
e assieme a mons. Bettazzi, quando questi era ancora prete a Bologna e
poi vescovo ausiliare, promosse le fraternità sacerdotali Jesus
Caritas, delle quali fu per vari anni responsabile nazionale e membro della
fraternità internazionale. All’inizio degli anni settanta divenne
padre spirituale del nuovo seminario regionale per le vocazioni adulte,
promosso dal card. Pellegrino e dagli altri vescovi piemontesi; dalla metà
degli anni ottanta fu chiamato dal rettore mons. Pacomio come padre spirituale
presso l’Almo Collegio Capranica, incarico che tenne fino alla morte.
Questi in sintesi i
dati essenziali del suo percorso umano e sacerdotale, ma ogni data e ogni
nome di luoghi o di persone offrirebbe lo spunto per lunghe digressioni.
Il ministero sacerdotale iniziato con molta discrezione (ordinato prete
a quasi 34 anni era considerato una vocazione adulta, in un’epoca in cui
si diventava preti a 24) gli crebbe si può dire tra le mani, con
gli sviluppi legati agli anni conciliari, ai nuovi vescovi di Ivrea, di
Torino e di altre diocesi piemontesi che richiesero la sua opera illuminata
e prudente per nuove iniziative nel campo dell’educazione seminaristica
e della vita sacerdotale. Durante gli anni della permanenza a Torino si
rese disponibile, assieme a mons. Anfossi, allora rettore del seminario
per le vocazioni adulte, per accompagnare gruppi di sposi che seguivano
un cammino di spiritualità famigliare nel movimento delle Equipes
Notre Dame: l’accostamento di due ambiti pastorali, apparentemente così
distanti come quello dei seminari e quello della spiritualità coniugale,
si rivelò quanto mai felice e fecondo sia per il sacerdozio di don
Gigi sia per quanti erano da lui seguiti spiritualmente. Anche i viaggi
si erano fatti man mano più frequenti e più lunghi (don Gigi
non aveva automobile), compresi i pellegrinaggi in Terrasanta della quale
divenne rapidamente un esperto conoscitore sotto tutti i punti di vista,
dalla Bibbia all’archeologia ai problemi attuali dei due popoli, israeliano
e palestinese: ebbe sempre profonda simpatia verso entrambi, cogliendone
ricchezze e sofferenze, riferimenti biblici e implicazioni per la vita
del mondo contemporaneo.
Tutto questo spiega
come la sua figura sia rimasta un punto di riferimento anche dopo la morte
ed ogni anno un folto gruppo di amici, sacerdoti e laici, si è ritrovato
puntualmente a Torino non solo per pregare e per ricordarlo ma per riascoltare
qualcuno dei suoi insegnamenti. A tutti è sembrato naturale che
l’incontro in occasione del decimo anniversario si svolgesse nella sua
città e nella sua diocesi, che don Gigi amò profondamente
anche - e soprattutto - durante gli anni della sua lontananza da Ivrea,
dove peraltro riusciva a tornare, ufficialmente per un po’ di silenzio
a Traversella, ma, di fatto, per continuare ad incontrare e incoraggiare.
Ho accolto con gioia la proposta di celebrare ad Ivrea questo decimo anniversario,
domenica 24 febbraio, che diventa così per tutti noi l’occasione
di “rivisitare” la sua spiritualità e il suo insegnamento. Avremo
ospiti sacerdoti e laici di diverse diocesi; ci guideranno nella riflessione
don Cesare Massa, di Vercelli, e don Maurilio Guasco, di Alessandria, mentre
l’Eucaristia delle ore 11 sarà presieduta da S.E. mons. Paolo Romeo,
già compagno di studi di Don Gigi e suo fraterno amico per tanti
anni, attualmente Nunzio Apostolico in Italia: lo ringrazio sentitamente
per aver accettato il nostro invito e per l’onore che fa alla nostra diocesi
con la sua visita.
Ricordare don Gigi
aiuterà tutti noi a ringraziare il Signore per quanto abbiamo ricevuto
e a non dimenticare le linee essenziali del suo insegnamento, così
ricco di Parola di Dio, di amore alla Chiesa e di apertura ai problemi
della Storia.
+ arrigo miglio