IVREA - Sono passati
4 mesi da quel drammatico 11 settembre, ma gli effetti si fanno ancora
sentire ovunque. Ne sanno qualcosa gli imprenditori canavesani, le cui
previsioni per il prossimo trimestre sono tutt'altro che rosee. L'indagine
congiunturale realizzata dall'Associazione Industriale, su un significativo
campione di piccole e medie aziende, parla chiaro: le tendenze al peggioramento,
già evidenziate nell'ultima relazione dello scorso anno, sono confermate.
"Il clima di opinione
- dice Mario Gaiardo, presidente dell'Assindustria - che emerge dalle interviste
è spesso di sfiducia, o comunque di attesa. Sono in prevalenza gli
imprenditori che indicano costanza negli affari, mentre i pessimisti superano
gli ottimisti per la prima volta dopo molti mesi". E aggiunge: "Indubbiamente
gli effetti dell'11 settembre e della conseguente guerra, nonché
quelli delle crisi economiche territoriali o settoriali, si fanno sentire,
ed occorreranno molti mesi perché possano essere superati".
Per quando riguarda
la produzione da gennaio a marzo, solo il 12 per cento degli imprenditori
prevede aumenti: una percentuale decisamente bassa, soprattutto se raffrontata
al 28 per cento del trimestre precedente oppure al 39 per cento degli imprenditori
che prevedono diminuzioni nella produttività. Soltanto il 18 per
cento degli intervistati, inoltre, prevede un aumento di nuovi ordini dall'estero
(erano il 36 per cento lo scorso trimestre), mentre un imprenditore su
8 è convinto che ci sarà un calo in questo settore.
Non va bene neppure
l'occupazione. Soltanto il 5 per cento delle aziende prevede un aumento
di personale, il 19 per cento indica una diminuzione. Inoltre il 17 per
cento (il doppio rispetto al trimestre precedente) mette in preventivo
il ricorso alla cassa integrazione. "Tuttavia la competitività rispetto
ai concorrenti stranieri - dice il direttore dell'Assindustria, Paolo Billia
- viene in generale valutata in leggero miglioramento. Sono discrete, inoltre,
le previsioni sulle vendite in Europa: fanno eccezione Francia e Germania,
che sono nella lista delle negatività come tutti gli altri mercati,
a partire da quello statunitense".