Sono grato alla redazione
de Il Risveglio popolare e alla Commissione diocesana per l'ecumenismo
e il dialogo per l'occasione che mi è offerta di condividere con
i lettori e le lettrici alcuni pensieri riguardo all'imminente Settimana
di preghiera per l'unità dei cristiani. Essa è un appuntamento
che molte chiese e molti cristiani sentono in modo particolarmente intenso.
È un momento in cui ci si incontra tra cristiani di diverse chiese
nel nome di colui che ci unisce per pregare, ascoltare e studiare insieme
la parola di Dio, lodare insieme il Signore che ci chiama all'unità.
Colui che ci unisce è, ovviamente, Gesù Cristo. È
nel suo nome che ci si incontra, come è nel suo nome che si incontrano
i cristiani delle diverse chiese ogni volta che celebrano il loro culto,
la loro eucaristia, la loro liturgia. Sembra banale, scontato che sia nel
nome di Gesù Cristo che ci si incontri.
Sembra banale, ma non
lo è. Incontrarsi nel nome di Cristo significa che non ci si incontra
nel proprio nome. Non ci incontriamo per noi, ma per lui, perché
lui, Gesù, ci chiama ad incontrarci. Non ci incontriamo in quanto
cattolici, protestanti, o ortodossi, ma in quanto cristiani. A pensarci
bene è un gesto molto coraggioso, ed è anche un gesto di
grande libertà. È un gesto di grande libertà perché
è un gesto di grande essenzialità: nell'incontro con l'altro
cristiano conta solo Cristo, che nello Spirito ci rivela il Padre attraverso
la Scrittura.
Naturalmente la libertà
non ha nulla a che fare con il compromesso. L'ecumenismo non è un
compromesso, ma un incontro sull'essenziale e nel nome dell'essenziale,
su Cristo e nel nome di Cristo. Nel suo nome ci possiamo accogliere come
fratelli e sorelle, senza dimenticare e senza tacere ciò che ci
divide e separa. Anzi, il frutto dell'ecumenismo è il poter discutere
e dialogare con sincerità e fraternità su ciò che
ci divide e ci spinge gli uni lontani dagli altri, fondandoci su colui
che invece ci unisce e ci spinge gli uni verso gli altri, il nostro Signore
Gesù Cristo.
Faremo questo, nel
corso della Settimana di preghiera, ascoltandoci a vicenda e imparando
insieme dalla Scrittura. Il titolo e tema della Settimana di preghiera
prende spunto quest'anno da Salmo 36,6-10: In te è la sorgente della
vita. Come cristiani valdesi e cattolici ci incontreremo a Ivrea venerdì
18 nella parrocchia di San Giovanni e venerdì 25 nel tempio valdese
di via Torino (sempre alle ore 20,45) per metterci in ascolto di due brani
della Scrittura che ci sono proposti dal gruppo ecumenico internazionale
che ha preparato il materiale per la Settimana di preghiera per l'unità
dei cristiani di quest'anno. I due testi biblici sono la storia di Nicodemo
(Giovanni 3,1-17) e la riflessione dell'apostolo Paolo sul morire e rinascere
in Cristo (Romani 6,3-11). Il confronto sulla Parola di Dio sarà
un modo per ricercare insieme l'essenziale.
È però
importante che l'appuntamento della Settimana di preghiera per l'unità
dei cristiani non rimanga l'unico appuntamento dell'anno, l'unica occasione
di incontro. È importante che l'incontro, il confronto, il dialogo
non avvengano solo quando vi sono occasioni istituzionali. Esistono già,
certo, altri luoghi e momenti espressamente dedicati all'incontro, come
ad esempio il SAE, che svolge un ottimo e raccomandabile lavoro di approfondimento.
È però forse possibile crearne di nuovi, coinvolgendo sempre
più le singole comunità e parrocchie in questa avventura
di ricerca comune dell'essenziale, di ascolto comune della Parola di Dio.
La Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani è così
solo una tappa, per quanto importante, di questo cammino.
marco gisola
pastore della chiesa evangelica
valdese
di ivrea