E' iniziato l'Avvento.
Una ricorrenza liturgica, ma - come avviene per ogni fatto autenticamente
religioso - non priva di significati laici. Infatti l'Avvento ci dice che
la vita è attesa. Il presente non dona completezza all'esistere.
Lascia problemi e aspirazioni irrisolte. Esiste invece una trascendenza
che ci chiama e che non possiamo cancellare.
Inoltre l'Avvento ci
dice che il futuro è dono ed impegno. E' dono perché non
ne siamo totalmente padroni nonostante le nostre pretese di progettare
e programmare. Ma è anche impegno perché dipende dalla nostra
capacità di attenzione, di dare un senso alla storia, di creare
novità.
Il futuro non è
fato, né destino. E' ricerca di vita nuova. Infatti l'Avvento ci
dice che lo sguardo verso il futuro può essere guidato da pensieri
di pace, di speranza. Lo sguardo sul presente ci svela contraddizioni che
possono e debbono essere superate. L'11 settembre può farci rinchiudere
a riccio o può svelarci in casa la violenza che c'è nel nostro
mondo oggi. Sta a noi subire o reagire.
beppe scapino