TORINO - MIGLIAIA DI VISITATORI
PROFESSIONALI, E OTTIME OCCASIONI PER LE AZIENDE DI AVVIARE CONTATTI
Una vetrina prestigiosa
per i vini canavesani
Successo per il Salone svoltosi
al Lingotto
TORINO - La prima edizione
del Salone del Vino, svoltasi al Lingotto dal 15 al 18 novembre, ha dimostrato
ancora una volta l'importanza dell'enogastronomia regionale. E in questo
contesto anche il Canavese ha saputo fare la sua parte, nonostante le zone
trainanti continuino a rimanere le Langhe e il Monferrato. "Sono davvero
entusiasta di questo salone - dichiara Marco Tronzano, presidente della
Cooperativa Erbaluce di Caluso e del Consorzio di Tutela dei vini doc di
Caluso, Carema e Canavese -: il fatto che fosse limitato agli operatori
professionali ha evitato una grande dispersione di contatti, come invece
avviene nelle fiere aperte al pubblico, dove molta gente arriva, beve,
se ne va e non si vede più. Qui invece sono venuti a trovarci commercianti,
grossisti, albergatori, giornalisti della carta stampata e della tv: questo
ha consentito di ottimizzare il tempo impiegato, incontrando persone interessate
all'acquisto dei prodotti o in grado di pubblicizzare concretamente i nostri
vini".
Anche Remo Falconieri,
titolare dell'azienda agricola Cieck di Falconieri e Bardesono di frazione
San Grato ad Agliè, nonché presidente della Federazione dei
Consorzi del Nord Piemonte, è soddisfatto: "Abbiamo distribuito
numerosi depliant dell'azienda a tanti potenziali clienti. La strada intrapresa
è quella giusta: occorre proseguire così".
Chi ha sempre creduto
nella pubblicità come anima del commercio è Gian Francesco
Orsolani, che con il figlio Gian Luigi gestisce a San Giorgio Canavese
una delle più antiche e importanti aziende vitivinicole della zona:
Orsolani è stato il primo, diversi anni fa, a intuire che il futuro
della nostra viticoltura era legato all'innovazione dei prodotti e alla
loro commercializzazione. "Più di metà della nostra produzione
- afferma - è destinata al mercato estero, sia statunitense che
europeo. Inoltre, accanto alle produzioni tradizionali come il Passito,
abbiamo da tempo puntato sugli spumanti di Erbaluce, sia nella versione
classica che in quella brut".
Tra i produttori canavesani
presenti al Salone del Vino anche la Cantina Sociale del Canavese con sede
a Cuceglio: allo stand il vice presidente Salvatore Faoro in rappresentanza
del presidente Mario Cuffia. "La nostra Cantina Sociale - spiega - conta
più di 250 soci che con le loro famiglie, la loro esperienza, le
loro abitudini e i loro criteri hanno tutti un unico scopo: produrre uve
di qualità. E' infatti nella preparazione dei terreni, nella legatura
dei tralci, nella potatura, nel diradamento e in altre cento operazioni,
che da secoli si tramandano in campagna, che nascono buoni frutti. E da
queste uve curate con amore che la Cantina Sociale del Canavese, con la
professionalità e l'esperienza degli enologi, produce vini genuini
secondo tradizione".
La Cantina Sociale Cooperativa
della Serra, con sede a Piverone, raccoglie invece i produttori di una
vasta area dell'Eporediese: Vittorio Boratto illustra la produzione che
appare più che mai variegata. "Oltre ai vini bianchi più
conosciuti, come Erbaluce, Passito e Spumante, abbiamo deciso di rilanciare
la produzione di barbera, rosato, nebbiolo e rosso del Canavese: e proprio
questi vini, e in particolare il rosato, stanno riscuotendo grande interesse
da parte del pubblico del salone".
E il vino rosso ci
introduce naturalmente nello stand della cantina dei produttori Nebbiolo
di Carema: "Il vino rosso di Carema - spiega Viviano Gassino, presidente
della cantina - è un vino inconfondibile, dal profumo intenso. Morbido
e persistente. Con una gradazione minima di 12 gradi, è invecchiato
per almeno tre anni in botti di rovere o castagno. Il Carema è un
vitigno Nebbiolo coltivato nei vigneti delle coste rocciose caremesi, in
buona esposizione e su terreni letteralmente rubati alla montagna. Ciò
che colpisce non solo il visitatore, ma anche chi si trova solo a transitare
nei pressi di Carema, è l'assoluta compenetrazione paesaggistica
fra abitato e vigneti, quasi a sottolineare la millenaria tradizione enologica
del paese".
Un discorso a parte
merita lo stand dell'azienda vitivinicola Ferrando di Ivrea che, oltre
a produrre vini, pensa anche alla commercializzazione di vini di altre
province piemontesi. Non è un caso che lo stand sia stato realizzato
insieme ai produttori del Castello di Neive in provincia di Cuneo. L'Azienda
Ferrando ha sede ad Ivrea in corso Torino 599/a ed è gestita da
padre e figlio, Luigi e Roberto. "La nostra attività - spiega Luigi
Ferrando - consiste nella produzione di tutti i vini doc del Canavese,
Erbaluce di Caluso, Canavese bianco, Canavese rosso e Carema. Per ogni
vino produciamo varianti diverse che invitiamo ad assaggiare nella
nostra cantina. Ma accanto ai vini canavesani pensiamo a creare rapporti
commerciali con aziende vinicole delle Langhe e del Monferrato. Uno scambio
senz'altro vantaggioso per noi, in quanto è in queste zone del Piemonte
che si concentra la stragrande maggioranza della produzione vitivinicola".
Per completare il quadro
dei produttori canavesani presenti al Salone del Vino, ricordiamo l'Enoteca
regionale della Serra, che ha sede al castello di Roppolo, già nel
territorio della Provincia di Biella.
paolo meo