CHIVASSO - In occasione
del convegno annuale della Caritas diocesana ("Ascoltare, osservare, riflettere"),
ci sembra opportuno fare il punto della situazione sul cammino che in diocesi
la Caritas sta delineando.
Attraverso lo studio,
la riflessione e il servizio abbiamo maturato delle convinzioni che poco
a poco stanno diventando patrimonio genetico della Caritas: prima di tutto
l'umiltà di essere a servizio della chiesa per la quale svolgiamo
il "ministero del grembiule". L'attenzione ai poveri e agli ultimi, per
imparare a guardare il mondo "dal basso", dalle fatiche di chi non riesce
a giocare in borsa o rincorrere le sedie del potere. La pedagogia dei fatti,
per non lasciarci ammaliare dalle belle parole che non convertono; la gioia
e la fatica di stare al posto che ci è assegnato anche se a volte
scomodo e non capito e infine la volontà di cambiare rotta quando
ci si accorge che certi cammini non producono o stentano a decollare.
Rimango stupita quando
penso a ciò che si fa nelle comunità, spesso in modo nascosto.
Sarebbe interessante se imparassimo a raccontarlo e anche a scriverlo:
tutti siamo un po' troppo riservati: sarebbe un metodo per imparare l'uno
dall'altro, edificandoci vicendevolmente a raccontare la carità.
Chi racconta la Carità, racconta Dio.
Sul territorio diocesano
sono sorti sei Centri d'Ascolto e i generosi operatori della Caritas sentono
la necessità di confrontarsi e di imparare ad ascoltare persone
e disagi emergenti.
Con non poche difficoltà
abbiamo avviato nella nostra Caritas diocesana il Laboratorio delle Caritas
parrocchiali "LCP" che ha come obiettivo la formazione e l'accompagnamento
delle Caritas parrocchiali, nei gruppi di confronto e nelle rispettive
parrocchie dove si formano gli animatori.
Come Caritas portiamo
avanti le nostre "piccole battaglie", (come quelle in corso sul servizio
civile e sull'anno del volontariato femminile) per stimolare la società
civile ad una maggiore consapevolezza di ciò che sta emergendo e
delle proprie potenzialità di organizzarsi territorialmente, incidendo
sul corso della storia e sulle scelte politiche ed economiche. Obiettivi
troppo alti? Contiamo sul valido supporto di alcuni volontari che credono
nelle sfida. La Caritas è un campo d'azione che dà
spazio al laicato.
Nel giubileo dell'apostolato
dei laici il Papa ha sottolineato: "Studiate il Concilio, approfonditelo,
assimilatene lo spirito e gli orientamenti, troverete in esso luce e forza
per testimoniare il Vangelo in ogni campo dell'umana esistenza". Oggi ancora
il Papa nella Novo Millennio Ineunte afferma: "E l'ora di una nuova fantasia
della carità che si dispieghi non tanto e non solo nell'efficacia
dei soccorsi prestati, ma nella capacità di farsi vicini, solidali
con chi soffre, così che il gesto di aiuto sia sentito non come
obolo umiliante ma come fraterna condivisione".
Ma la Caritas non deve
farci pensare solo all'emergenza e meno ancora all'elemosina, la Caritas
è promotrice di crescita e di servizi che si realizzano in tempi
determinati alle persone. Relativamente al programma per i prossimi cinque
anni il presidente nazionale Mons. Cocchi ha confermato l'impegno di portare
avanti l'opera di promozione delle Caritas parrocchiali. Esse non sono
luoghi dove si erogano dei servizi, ma prima di tutto dove si sensibilizza
la comunità cristiana.
"Le nostre Chiese -
ha sottolineato Mons: Cocchi - non devono delegare a poche persone le cose
da fare. La carità non si delega, essa coinvolge tutti ed è
trasversale a tutto”.
La Caritas italiana
il 23 novembre è in festa per il suo 30° anniversario di fondazione!
Siamo riconoscenti al Papa Paolo VI che l'ha voluta, come un dei frutti
del Concilio e a quanti con intelligenza e saggezza l'hanno guidata in
questi anni perché da una forma assistenziale la Caritas italiana
diventasse prevalentemente pedagogica ed educativa.
Domenica 25 novembre
la Caritas diocesana realizzerà il convegno annuale sul tema: ascoltare
- osservare - riflettere. Siamo tutti invitati!
Saremo ospiti della
parrocchia di San Giuseppe Lavoratore, a Chivasso (Blatta) dal Parroco
don Tonino Pacetta, al quale siamo riconoscenti della gentile accoglienza.
Speriamo di essere in tanti ad ascoltare il relatore don Gianfranco Marengo,
direttore della Caritas d'Alba che ci aiuterà a riflettere con la
sua esperienza pastorale e caritativa.
Sono sicura che sarà
un pomeriggio ricco di spunti e di condivisione. Vi aspettiamo in tanti,
dal momento che anche la diocesi come conclusione della tre giorni autunnale
ci ha proposto ascolto e formazione per un migliore servizio al nostro
territorio e ai nostri fratelli.
suor stefanina